Camminare verso un rapporto sano con il cibo: il mio percorso e i benefici dell’attività all’aria aperta

Julio Feper

Membro
6 Marzo 2025
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Ciao a tutti,
oggi voglio condividere un pezzo del mio viaggio, sperando che possa essere utile a qualcuno o magari accendere una piccola scintilla di speranza. Sono anni che lotto con un disturbo alimentare, un mix di momenti in cui il cibo era un nemico e altri in cui diventava un rifugio. Non è stato facile, e ancora non lo è, ma sto imparando a ricostruire un rapporto più sano con il cibo e con me stesso. Una delle cose che mi sta aiutando di più, oltre alla terapia e al supporto di persone care, è passare del tempo all’aria aperta.
All’inizio non ci pensavo nemmeno. Ero così concentrato su calorie, porzioni, regole autoimposte, che l’idea di “semplicemente uscire” sembrava una perdita di tempo. Poi, un giorno, una mia amica mi ha convinta a fare una passeggiata in un parco vicino casa. Niente di intenso, solo una camminata tranquilla, con il sole che filtrava tra gli alberi e il rumore delle foglie sotto i piedi. Non so spiegare esattamente perché, ma quel momento mi ha fatto sentire… leggera. Non in senso fisico, ma mentale. Per la prima volta dopo tanto, non stavo pensando a cosa avrei mangiato dopo o a come “compensare” qualcosa. Ero lì, presente, e basta.
Da quel giorno ho iniziato a inserire l’attività all’aria aperta nella mia routine. Non parlo di allenamenti estremi o di correre per chilometri, ma di cose semplici: una passeggiata al tramonto, una gita in collina nel weekend, o anche solo sedermi su una panchina a guardare il cielo. Ho scoperto che stare a contatto con la natura mi aiuta a calmare l’ansia e a mettere in prospettiva i pensieri ossessivi sul cibo. È come se il mondo fuori mi ricordasse che c’è tanto di più oltre il piatto che ho davanti.
Un altro aspetto che sto imparando è ascoltare il mio corpo. Prima, ogni segnale di fame o sazietà era un problema da risolvere, un calcolo da fare. Ora, grazie anche a queste uscite, sto provando a fidarmi di nuovo
 
Ciao a tutti,
oggi voglio condividere un pezzo del mio viaggio, sperando che possa essere utile a qualcuno o magari accendere una piccola scintilla di speranza. Sono anni che lotto con un disturbo alimentare, un mix di momenti in cui il cibo era un nemico e altri in cui diventava un rifugio. Non è stato facile, e ancora non lo è, ma sto imparando a ricostruire un rapporto più sano con il cibo e con me stesso. Una delle cose che mi sta aiutando di più, oltre alla terapia e al supporto di persone care, è passare del tempo all’aria aperta.
All’inizio non ci pensavo nemmeno. Ero così concentrato su calorie, porzioni, regole autoimposte, che l’idea di “semplicemente uscire” sembrava una perdita di tempo. Poi, un giorno, una mia amica mi ha convinta a fare una passeggiata in un parco vicino casa. Niente di intenso, solo una camminata tranquilla, con il sole che filtrava tra gli alberi e il rumore delle foglie sotto i piedi. Non so spiegare esattamente perché, ma quel momento mi ha fatto sentire… leggera. Non in senso fisico, ma mentale. Per la prima volta dopo tanto, non stavo pensando a cosa avrei mangiato dopo o a come “compensare” qualcosa. Ero lì, presente, e basta.
Da quel giorno ho iniziato a inserire l’attività all’aria aperta nella mia routine. Non parlo di allenamenti estremi o di correre per chilometri, ma di cose semplici: una passeggiata al tramonto, una gita in collina nel weekend, o anche solo sedermi su una panchina a guardare il cielo. Ho scoperto che stare a contatto con la natura mi aiuta a calmare l’ansia e a mettere in prospettiva i pensieri ossessivi sul cibo. È come se il mondo fuori mi ricordasse che c’è tanto di più oltre il piatto che ho davanti.
Un altro aspetto che sto imparando è ascoltare il mio corpo. Prima, ogni segnale di fame o sazietà era un problema da risolvere, un calcolo da fare. Ora, grazie anche a queste uscite, sto provando a fidarmi di nuovo
Ehi, che bella condivisione! Leggere il tuo percorso mi ha davvero colpito, soprattutto perché sento che sto iniziando un cammino simile. Sono nuovo qui, pieno di voglia di cambiare ma anche un po’ spaesato. Il tuo racconto mi ha dato una spinta in più, grazie!

Da poco ho deciso di prendermi cura di me stesso, non solo per il peso, ma proprio per stare meglio con me stesso. La tua esperienza con le passeggiate all’aria aperta mi ha fatto riflettere. Anch’io tendo a incastrarmi in pensieri su cosa mangio, quanto, quando… e forse sto dimenticando di godermi le cose semplici. Non ci avevo mai pensato, ma una camminata in un parco o anche solo un giro vicino casa potrebbe essere un modo per staccare la testa e sentirmi più in pace. Mi piace l’idea di ascoltare il corpo mentre sono fuori, magari provando a capire davvero di cosa ho bisogno senza fare calcoli.

Per ora sto cercando di capire da dove partire, ma il tuo post mi ha convinto a provare qualcosa di leggero come una passeggiata. Magari comincio questo weekend, c’è un parco non lontano da casa mia che sembra perfetto. Hai qualche consiglio per chi, come me, è proprio all’inizio? Tipo, come hai fatto a rendere queste uscite una routine senza sentirle come un obbligo?

Grazie ancora per aver condiviso, mi hai fatto venire voglia di provare!
 
Ehi, che bella riflessione, davvero. Ti leggo e sento un po’ di amarezza, perché anch’io mi sono trovato a combattere con quella sensazione di essere incastrato in regole e pensieri sul cibo. La tua storia mi ha toccato, ma devo dirtelo: mi dispiace che non si parli abbastanza di come il cibo vero, quello semplice e non trasformato, possa fare la differenza. Io sono uno di quelli che ha abbracciato la paleo, e credimi, non è solo una dieta, è proprio un modo per tornare a sentire il corpo senza tutto il rumore delle calorie e delle porzioni.

Le tue passeggiate mi hanno fatto ripensare a quanto anche per me stare fuori sia un salvagente. Esco, cammino, e mentre sento l’aria fresca mi sembra di lasciare indietro un po’ di peso, non solo fisico. Però, sai, a volte mi sento quasi in colpa a non essere “perfetto” con il cibo, come se dovessi sempre controllare tutto. La paleo mi sta aiutando a semplificare: mangio cose genuine, carne, verdura, frutta, noci, e cerco di non farmi ossessionare dai numeri. Tipo, ieri ho fatto una cena con del salmone al forno e una montagna di zucchine grigliate, e per una volta non ho pensato a quanto fosse “giusto” o “sbagliato”. È stato liberatorio.

Per le tue uscite, ti capisco quando dici che vuoi farle senza sentirle un obbligo. Io all’inizio mi dicevo: “Ok, esco 15 minuti, se mi stufo torno”. E spesso finivo per star fuori di più, perché mi piaceva. Prova a scegliere un posto che ti ispira, magari con un bel panorama o un sentiero tranquillo. E se ti va, portati dietro qualcosa di paleo da sgranocchiare, tipo mandorle o una mela, per goderti il momento senza pensare al cibo come un nemico. Magari parti con una volta a settimana, senza pressioni, e vedi come ti senti.

Grazie per aver aperto questo spiraglio, mi hai fatto venir voglia di tornare a camminare con più calma e meno pensieri. Però, davvero, a volte mi intristisce vedere quanta fatica facciamo tutti con ‘sta storia del cibo. Tu come fai a non farti sopraffare da quel senso di controllo?
 
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Ehi, che bella riflessione, davvero. Ti leggo e sento un po’ di amarezza, perché anch’io mi sono trovato a combattere con quella sensazione di essere incastrato in regole e pensieri sul cibo. La tua storia mi ha toccato, ma devo dirtelo: mi dispiace che non si parli abbastanza di come il cibo vero, quello semplice e non trasformato, possa fare la differenza. Io sono uno di quelli che ha abbracciato la paleo, e credimi, non è solo una dieta, è proprio un modo per tornare a sentire il corpo senza tutto il rumore delle calorie e delle porzioni.

Le tue passeggiate mi hanno fatto ripensare a quanto anche per me stare fuori sia un salvagente. Esco, cammino, e mentre sento l’aria fresca mi sembra di lasciare indietro un po’ di peso, non solo fisico. Però, sai, a volte mi sento quasi in colpa a non essere “perfetto” con il cibo, come se dovessi sempre controllare tutto. La paleo mi sta aiutando a semplificare: mangio cose genuine, carne, verdura, frutta, noci, e cerco di non farmi ossessionare dai numeri. Tipo, ieri ho fatto una cena con del salmone al forno e una montagna di zucchine grigliate, e per una volta non ho pensato a quanto fosse “giusto” o “sbagliato”. È stato liberatorio.

Per le tue uscite, ti capisco quando dici che vuoi farle senza sentirle un obbligo. Io all’inizio mi dicevo: “Ok, esco 15 minuti, se mi stufo torno”. E spesso finivo per star fuori di più, perché mi piaceva. Prova a scegliere un posto che ti ispira, magari con un bel panorama o un sentiero tranquillo. E se ti va, portati dietro qualcosa di paleo da sgranocchiare, tipo mandorle o una mela, per goderti il momento senza pensare al cibo come un nemico. Magari parti con una volta a settimana, senza pressioni, e vedi come ti senti.

Grazie per aver aperto questo spiraglio, mi hai fatto venir voglia di tornare a camminare con più calma e meno pensieri. Però, davvero, a volte mi intristisce vedere quanta fatica facciamo tutti con ‘sta storia del cibo. Tu come fai a non farti sopraffare da quel senso di controllo?
Ehi, il tuo entusiasmo per la paleo è contagioso! 😄 Anch’io sto provando a semplificare, ma col mio ipotiroidismo è un po’ un terno al lotto. Seguo un endocrinologo che mi ha messo su una dieta con cibi integrali, tipo pesce, verdure e qualche noce, per bilanciare gli ormoni. Non è sempre facile, a volte il corpo sembra fare i capricci! Le tue camminate mi ispirano, però: io esco vicino a un parco, e anche solo 20 minuti mi fanno sentire più leggera. Il cibo? Cerco di non ossessionarmi, ma ammetto che a volte controllo troppo. Un passo alla volta, no? 😉
 
Ciao piotrra, che bello leggerti! La tua energia mi ha davvero colpito, e quel tuo modo di vivere il cibo semplice mi fa riflettere. Sto preparando corpo e anima per il mio matrimonio, e sai, voglio arrivarci sentendomi in pace, non solo più leggera. Anche io, come te, cerco di ascoltare il mio corpo, ma con l’ipotiroidismo è una preghiera quotidiana! Il mio medico mi guida con cibi veri, pesce, verdure, un po’ di frutta, e mi ha sconsigliato il caffè forte, che prima usavo per “tirarmi su”. Dice che il mio corpo ha bisogno di calma, non di corse.

Le tue passeggiate mi fanno venir voglia di tornare al mio sentiero vicino al lago. Camminare lì, con l’acqua che riflette il cielo, è come pregare in silenzio: mi sento più vicina a me stessa. Sul cibo, sto imparando a non contare ogni boccone, a fidarmi di quello che mi nutre davvero. Tipo ieri, una ciotola di riso integrale con verdure e un filo d’olio mi ha fatto sentire benedetta, senza pensieri pesanti. Un passo alla volta, come dici tu, e forse arriveremo a un rapporto più puro con ciò che mangiamo. Tu come fai a tenere viva questa leggerezza d’animo?
 
Ciao a tutti,
oggi voglio condividere un pezzo del mio viaggio, sperando che possa essere utile a qualcuno o magari accendere una piccola scintilla di speranza. Sono anni che lotto con un disturbo alimentare, un mix di momenti in cui il cibo era un nemico e altri in cui diventava un rifugio. Non è stato facile, e ancora non lo è, ma sto imparando a ricostruire un rapporto più sano con il cibo e con me stesso. Una delle cose che mi sta aiutando di più, oltre alla terapia e al supporto di persone care, è passare del tempo all’aria aperta.
All’inizio non ci pensavo nemmeno. Ero così concentrato su calorie, porzioni, regole autoimposte, che l’idea di “semplicemente uscire” sembrava una perdita di tempo. Poi, un giorno, una mia amica mi ha convinta a fare una passeggiata in un parco vicino casa. Niente di intenso, solo una camminata tranquilla, con il sole che filtrava tra gli alberi e il rumore delle foglie sotto i piedi. Non so spiegare esattamente perché, ma quel momento mi ha fatto sentire… leggera. Non in senso fisico, ma mentale. Per la prima volta dopo tanto, non stavo pensando a cosa avrei mangiato dopo o a come “compensare” qualcosa. Ero lì, presente, e basta.
Da quel giorno ho iniziato a inserire l’attività all’aria aperta nella mia routine. Non parlo di allenamenti estremi o di correre per chilometri, ma di cose semplici: una passeggiata al tramonto, una gita in collina nel weekend, o anche solo sedermi su una panchina a guardare il cielo. Ho scoperto che stare a contatto con la natura mi aiuta a calmare l’ansia e a mettere in prospettiva i pensieri ossessivi sul cibo. È come se il mondo fuori mi ricordasse che c’è tanto di più oltre il piatto che ho davanti.
Un altro aspetto che sto imparando è ascoltare il mio corpo. Prima, ogni segnale di fame o sazietà era un problema da risolvere, un calcolo da fare. Ora, grazie anche a queste uscite, sto provando a fidarmi di nuovo
Ehi, che bella condivisione, grazie per aver aperto il cuore! Il tuo racconto mi ha davvero toccato, soprattutto quando parli di quella leggerezza mentale che hai provato durante la passeggiata. È incredibile come a volte le cose più semplici possano cambiare la prospettiva, no?

Voglio raccontarti un po’ della mia esperienza, perché credo che ci siano dei punti in comune. Dopo il mio divorzio, mi sono ritrovata a guardarmi allo specchio e non riconoscermi più. Non era solo il peso che era aumentato, ma il modo in cui mi sentivo: come se avessi perso il controllo su tutto, cibo compreso. Mangiavo per riempire un vuoto, poi mi sentivo in colpa e provavo a “rimediare” con diete assurde che trovavo online. Era un circolo vizioso, e ogni restrizione mi faceva solo sentire più fragile.

Poi ho capito una cosa: le diete, almeno per me, non funzionavano. Non parlo solo di quelle estreme, ma proprio dell’idea di seguire regole rigide che ignoravano cosa il mio corpo e la mia mente stavano cercando di dirmi. Ho iniziato a informarmi, anche parlando con un nutrizionista, e ho scoperto che a volte il problema non è solo cosa mangi, ma come vivi il rapporto con il cibo e con te stesso. Per esempio, ho letto che per alcune persone le diete troppo restrittive possono addirittura peggiorare l’ansia o i disturbi alimentari, perché creano un senso di privazione costante. Questo mi ha fatto riflettere: stavo cercando di “punirmi” per sentirmi meglio, ma ottenevo l’effetto opposto.

Come te, ho trovato un’ancora nell’attività all’aria aperta. All’inizio non era nemmeno per dimagrire, ma per staccare la spina. Abito vicino a un lago, e ho iniziato a fare lunghe passeggiate lungo la riva, a volte ascoltando musica, a volte solo i miei pensieri. Camminare mi ha aiutato a ricostruire un dialogo con il mio corpo: sentivo i muscoli che si muovevano, il respiro che si calmava, e pian piano ho iniziato a notare i segnali di fame o stanchezza senza giudicarli. È stato un processo lento, e ci sto ancora lavorando, ma ora vedo il cibo più come un alleato che come un ostacolo.

Un altro aspetto che mi sta aiutando è provare a mangiare in modo più consapevole. Non seguo una dieta precisa, ma cerco di ascoltare cosa mi fa stare bene davvero, senza ossessionarmi con le calorie. Per esempio, ho notato che dopo una camminata mi viene voglia di qualcosa di fresco, come una macedonia, e non perché “devo” mangiarla, ma perché mi fa sentire bene. È come se il tempo fuori mi aiutasse a resettare anche il modo in cui penso al cibo.

Il tuo post mi ha fatto venire voglia di provare una gita in collina questo weekend, quindi grazie per l’ispirazione! Continuo a credere che il percorso verso un rapporto sano con il cibo sia fatto di piccoli passi, e ogni momento in cui ci sentiamo un po’ più in pace con noi stessi è una vittoria. Tu cosa ne pensi? Hai qualche altro trucco per restare connesso con la natura o con te stesso?