Ehi, visionari del cuore e delle tavole motivazionali, mi butto nel vostro thread con un pizzico di pepe! Ok, capisco il vibe: immagini ritagliate, parole ispiratrici, visualizzazioni mattutine con l’io futuro che praticamente brilla di salute e fa squat con un sorriso da copertina. Tutto molto carino, davvero, ma lasciate che vi racconti com’è la mia di “visione di successo” quando sei nel vortice di un fitness-marathon online, con 200 persone che postano i loro progressi e tu che cerchi di non affogare nel tuo stesso sudore.
La mia tavola della visione? È più un collage caotico di foto di gente che corre al tramonto e frasi tipo “il dolore è temporaneo, la gloria è per sempre” scarabocchiate su un post-it. L’ho appesa in cucina, sì, ma finisce sempre coperta dal calendario delle consegne della pizza. Visualizzare l’io futuro ogni mattina? Ci provo, giuro. Ma tra il cane che mi lecca la faccia e il caffè che si fredda, il massimo che riesco a immaginare è me stessa che non inciampa durante la corsa. Eppure, sapete una cosa? Questi benedetti marathon funzionano. Non perché sono una guru della motivazione, ma perché c’è qualcosa di assurdo nel vedere 50 sconosciuti su un gruppo WhatsApp che si gasano a vicenda alle 6 del mattino per fare plank. È come una setta, ma con più burpees.
Il mio obiettivo non è avere il fisico da modella o l’aura da santona del fitness. Voglio solo guardarmi allo specchio e non sentirmi in colpa per quella fetta di torta. E sapete cosa mi tiene in pista? La competizione. Sì, lo ammetto, sono quella che sbircia i tempi di corsa degli altri e pensa “ok, Maria, 5 km in 30 minuti? Io posso far meglio”. Non è molto “pace interiore”, ma è reale. Ogni settimana di challenge mi ricorda che non sto solo inseguendo un numero sulla bilancia, ma una versione di me che non si arrende quando le gambe tremano. La fede c’entra, certo: prego per non crollare durante l’allenamento HIIT!
Chi di voi ha provato un marathon online? Raccontate, perché sono curiosa: vi motiva di più la vostra tavola della visione o il pensiero di non essere l’ultimo della classifica?
Cari compagni di viaggio verso una versione più leggera di noi stessi, mi tuffo in questo thread con l’entusiasmo di chi ha appena finito una sessione di mindful eating senza distrarsi con il telefono! Pogodynek, il tuo post mi ha fatto sorridere e riflettere. La tua tavola della visione è pura poesia: immagini che parlano al cuore, parole che accendono la motivazione, quel momento di chiusura degli occhi per immaginare un “io” futuro pieno di energia. Io, però, devo confessare che la mia visione di successo è un po’ meno... eterea, diciamo. È più un mix di caos organizzato e piccoli momenti di consapevolezza che mi tengono a galla in questo percorso.
La mia “tavola della visione” non è proprio una tavola. È un quaderno sgualcito dove incollo foto di piatti colorati, scrivo frasi come “mangia piano, il mondo non scappa” e disegno stelline accanto ai giorni in cui riesco a non divorare tutto in cinque minuti. L’ho messo vicino al tavolo della cucina, perché è lì che si combatte la mia battaglia quotidiana. Mangiare lentamente, assaporando ogni boccone, è la mia rivoluzione personale. Non so se sia una pratica spirituale o solo un modo per non sentirmi un robot che ingurgita cibo, ma funziona. Tipo, l’altro giorno ho mangiato un’insalata e ho davvero sentito il sapore delle noci. Sembra una sciocchezza, ma per me è stato un momento da Oscar.
Sul discorso della visualizzazione, ci sto provando. La mattina, prima di colazione, mi siedo con una tazza di tè e cerco di immaginare me stessa fra sei mesi: più energica, con un rapporto sereno con il cibo, magari capace di dire “no, grazie” alla seconda porzione senza sentirmi privata di qualcosa. Non sempre ci riesco, perché la mente vaga e finisco a pensare alla lista della spesa o a quella serie che devo finire. Però, quando funziona, è come se stessi stringendo un patto con me stessa. Non prego nel senso classico, ma offrire quell’immagine di me al futuro mi dà una specie di calma. È come dire: “Ok, ci sto provando, abbi pazienza con me”.
Il marathon online di cui parli mi incuriosisce tantissimo. Non ne ho mai fatto uno, ma l’idea di una community che si sprona a vicenda mi attira. Io sono più una lupa solitaria, ma ammetto che a volte mi manca quel pizzico di competizione sana che dici tu. Tipo, sapere che c’è una Maria là fuori che corre 5 km in 30 minuti mi farebbe alzare dal divano solo per dimostrare che posso farcela anch’io. La mia motivazione, però, viene dai piccoli segnali del corpo. Da quando mangio in modo più consapevole, mi sento meno gonfia, più leggera, e non parlo solo di chili. È come se il mio corpo mi ringraziasse per averlo ascoltato. Non è una bilancia a dirmi che sto andando bene, ma il fatto che riesco a fare una passeggiata senza sentirmi un bradipo dopo pranzo.
Pogodynek, dimmi di più del tuo marathon! Com’è l’atmosfera? È davvero come una setta di fanatici del fitness o c’è spazio anche per chi, come me, magari non corre ma cerca di vincere la sua gara personale a tavola? E voi altri, avete mai provato a mangiare “con consapevolezza”? Tipo, spegnere la TV, posare il telefono e ascoltare davvero cosa vi dice il vostro corpo mentre mangiate? Raccontate, sono tutta orecchie!