Un passo verso la luce: come lo yoga mi aiuta a vincere la pigrizia

sjoep

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6 Marzo 2025
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Fratelli e sorelle di questo cammino, oggi mi inginocchio davanti alla mia anima per confessare una verità: la pigrizia è una tentazione che mi ha spesso avvolto come un’ombra. Ogni giorno mi ripeto: “Come faccio a iniziare? Come trovo la forza di muovere il primo passo verso la luce della disciplina?” Eppure, nello yoga, sto trovando una risposta, un soffio divino che mi guida.
La pratica dello yoga, per me, non è solo un esercizio del corpo, ma un dialogo con la mia volontà. Quando srotolo il tappetino, è come se preparassi un altare per la mia determinazione. Non sempre riesco a essere costante, lo ammetto. Ci sono giorni in cui la mente sussurra: “Domani, domani sarà meglio.” Ma ho imparato che anche una sola posizione, anche un semplice respiro profondo, è una vittoria. La settimana scorsa, per esempio, ho completato una sessione di 20 minuti di Surya Namaskar. Non è molto, direte, ma per me è stato come scalare una montagna. Mi sono sentito più leggero, non solo nel corpo, ma nello spirito.
Lo yoga mi insegna a non contare solo le calorie, ma i momenti di presenza. Ogni asana è un’offerta: non penso a quante energie sto bruciando, ma a quanta forza sto donando a me stesso. Quando faccio la posizione del guerriero, mi immagino in lotta contro quella parte di me che vuole arrendersi. E sapete una cosa? Ogni volta che vinco, anche solo per un respiro, sento che sto costruendo un tempio dentro di me.
Non fraintendetemi, il cammino è lungo. A volte cado, a volte mi perdo. Ma ho deciso di non punirmi per questo. Lo yoga mi ha insegnato che ogni caduta è un invito a rialzarmi con più grazia. Vorrei chiedere a voi, compagni di viaggio: come fate a trovare la forza di iniziare? Cosa vi spinge a srotolare il tappetino quando la pigrizia bussa alla porta? Condividete con me le vostre piccole vittorie, perché in questo tempio virtuale abbiamo bisogno della luce di tutti.
 
Fratelli e sorelle di questo cammino, oggi mi inginocchio davanti alla mia anima per confessare una verità: la pigrizia è una tentazione che mi ha spesso avvolto come un’ombra. Ogni giorno mi ripeto: “Come faccio a iniziare? Come trovo la forza di muovere il primo passo verso la luce della disciplina?” Eppure, nello yoga, sto trovando una risposta, un soffio divino che mi guida.
La pratica dello yoga, per me, non è solo un esercizio del corpo, ma un dialogo con la mia volontà. Quando srotolo il tappetino, è come se preparassi un altare per la mia determinazione. Non sempre riesco a essere costante, lo ammetto. Ci sono giorni in cui la mente sussurra: “Domani, domani sarà meglio.” Ma ho imparato che anche una sola posizione, anche un semplice respiro profondo, è una vittoria. La settimana scorsa, per esempio, ho completato una sessione di 20 minuti di Surya Namaskar. Non è molto, direte, ma per me è stato come scalare una montagna. Mi sono sentito più leggero, non solo nel corpo, ma nello spirito.
Lo yoga mi insegna a non contare solo le calorie, ma i momenti di presenza. Ogni asana è un’offerta: non penso a quante energie sto bruciando, ma a quanta forza sto donando a me stesso. Quando faccio la posizione del guerriero, mi immagino in lotta contro quella parte di me che vuole arrendersi. E sapete una cosa? Ogni volta che vinco, anche solo per un respiro, sento che sto costruendo un tempio dentro di me.
Non fraintendetemi, il cammino è lungo. A volte cado, a volte mi perdo. Ma ho deciso di non punirmi per questo. Lo yoga mi ha insegnato che ogni caduta è un invito a rialzarmi con più grazia. Vorrei chiedere a voi, compagni di viaggio: come fate a trovare la forza di iniziare? Cosa vi spinge a srotolare il tappetino quando la pigrizia bussa alla porta? Condividete con me le vostre piccole vittorie, perché in questo tempio virtuale abbiamo bisogno della luce di tutti.
Carissimi compagni di viaggio,

le tue parole mi hanno toccato il cuore. Quel tuo altare sul tappetino, il respiro che diventa vittoria, mi ricorda quanto sia prezioso ogni piccolo passo. Anch’io, come te, sto imparando a dialogare con la mia volontà, e il cammino non è sempre facile. Perdo un chilo al mese, a volte anche meno, ma sai, ogni grammo in meno è come un sassolino che tolgo dallo zaino che porto sulle spalle. Non è veloce, ma è reale, e questo mi dà pace.

Lo yoga per me è un alleato gentile. Non pratico tutti i giorni, confesso, ma quando riesco a fare anche solo una posizione, come la tua Surya Namaskar, sento che sto costruendo qualcosa di più grande di un semplice numero sulla bilancia. È come se ogni respiro mi aiutasse a mettere radici, a sentirmi più forte dentro. La pigrizia? Oh, la conosco bene. A volte mi sussurra di restare sul divano, ma ho trovato un trucco: mi dico “solo cinque minuti”. Quasi sempre, quei cinque minuti diventano venti, e alla fine mi sento così grata a me stessa.

La tua immagine del guerriero mi ha ispirato. Quando la pigrizia bussa, provo a immaginarmi come un albero, saldo ma flessibile, che non si spezza anche se il vento soffia forte. E ogni volta che scelgo di muovermi, anche solo un po’, è come se annaffiassi quell’albero. Non importa se il progresso è lento, ogni passo è una promessa che faccio a me stessa per una vita più leggera, non solo nel corpo, ma nell’anima.

Grazie per aver condiviso la tua luce. Mi piacerebbe sapere: c’è una posizione che ti fa sentire particolarmente forte? O un piccolo rituale che ti aiuta a iniziare? Continuiamo a sostenerci, perché ogni respiro ci porta più vicini a noi stessi.
 
Carissimi compagni di questa strada,

le tue parole, sjoep, mi hanno colpito come un raggio di sole in una giornata grigia. Quel tuo modo di descrivere lo yoga, come un altare per la tua determinazione, mi fa quasi invidia, in senso buono. Vorrei avere quella stessa poesia nel cuore quando mi muovo, ma confesso che spesso mi sento incastrato in un loop di frustrazione. Lavoro seduto tutto il giorno, la schiena curva sullo schermo, e la pigrizia non è solo un’ombra per me: è un macigno. Leggerti, però, mi ha fatto venir voglia di provarci ancora, di non mollare.

Anch’io sto cercando di combattere il peso in più, ma il mio cammino è lento, a volte così lento che mi sembra di non andare da nessuna parte. In un mese, se va bene, perdo mezzo chilo, e ci sono giorni in cui mi guardo allo specchio e penso: “A che serve?”. Eppure, come dici tu, ogni piccolo gesto è una vittoria. Non faccio yoga, o almeno non ancora, ma ho iniziato a inserire un po’ di movimento nella mia giornata, perché la palestra proprio non fa per me. Il tempo è sempre poco, e la voglia pure.

Per esempio, durante la pausa pranzo, invece di restare incollato alla sedia, mi costringo a uscire. Faccio una camminata veloce intorno all’ufficio, magari solo 15 minuti, ma cerco di tenere il passo spedito, come se stessi inseguendo qualcosa. Non è yoga, non è elegante, ma sento il cuore che batte e il sangue che si muove, e per un attimo mi sembra di essere più vivo. A volte, quando sono proprio stanco, faccio qualche esercizio direttamente alla scrivania: alzo le gambe sotto il tavolo, contraggo i muscoli, oppure mi allungo come se volessi toccare il soffitto. Non è granché, lo so, ma è il mio modo di dire alla pigrizia: “Oggi no, oggi mi muovo”.

Il tuo guerriero mi ha fatto pensare. Io, più che un guerriero, mi sento un soldato stanco, uno che combatte ma spesso inciampa. La pigrizia mi prende quando torno a casa, dopo una giornata infinita, e il divano sembra chiamarmi per nome. In quei momenti, provo a ricordarmi che anche solo cinque minuti di movimento possono cambiare tutto. Magari metto una canzone e cammino sul posto, oppure faccio qualche squat davanti alla tv. Non è una scalata come la tua Surya Namaskar, ma è il mio piccolo atto di ribellione.

Leggerti mi ha fatto venir voglia di provare lo yoga, però. Forse una posizione semplice, qualcosa che possa fare anche un principiante come me, senza sentirmi ridicolo. Tu parli di presenza, di non contare solo le calorie, e credo sia questo che mi manca: la capacità di godermi il momento, di non vedere il movimento solo come un mezzo per dimagrire. Vorrei imparare a sentirmi forte, anche solo per un respiro, come dici tu.

Dimmi, sjoep, e anche voi altri: come fate a non scoraggiarvi quando i risultati tardano? C’è un trucco per trasformare la frustrazione in energia? E per uno come me, che passa otto ore seduto e ha sempre poco tempo, c’è una posizione yoga che potrebbe essere un punto di partenza? Ho bisogno della vostra luce, perché a volte mi sembra di camminare al buio.

Grazie per avermi fatto riflettere. Continuiamo a sostenerci, passo dopo passo.
 
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Carissimi compagni di questa strada,

le tue parole, sjoep, mi hanno colpito come un raggio di sole in una giornata grigia. Quel tuo modo di descrivere lo yoga, come un altare per la tua determinazione, mi fa quasi invidia, in senso buono. Vorrei avere quella stessa poesia nel cuore quando mi muovo, ma confesso che spesso mi sento incastrato in un loop di frustrazione. Lavoro seduto tutto il giorno, la schiena curva sullo schermo, e la pigrizia non è solo un’ombra per me: è un macigno. Leggerti, però, mi ha fatto venir voglia di provarci ancora, di non mollare.

Anch’io sto cercando di combattere il peso in più, ma il mio cammino è lento, a volte così lento che mi sembra di non andare da nessuna parte. In un mese, se va bene, perdo mezzo chilo, e ci sono giorni in cui mi guardo allo specchio e penso: “A che serve?”. Eppure, come dici tu, ogni piccolo gesto è una vittoria. Non faccio yoga, o almeno non ancora, ma ho iniziato a inserire un po’ di movimento nella mia giornata, perché la palestra proprio non fa per me. Il tempo è sempre poco, e la voglia pure.

Per esempio, durante la pausa pranzo, invece di restare incollato alla sedia, mi costringo a uscire. Faccio una camminata veloce intorno all’ufficio, magari solo 15 minuti, ma cerco di tenere il passo spedito, come se stessi inseguendo qualcosa. Non è yoga, non è elegante, ma sento il cuore che batte e il sangue che si muove, e per un attimo mi sembra di essere più vivo. A volte, quando sono proprio stanco, faccio qualche esercizio direttamente alla scrivania: alzo le gambe sotto il tavolo, contraggo i muscoli, oppure mi allungo come se volessi toccare il soffitto. Non è granché, lo so, ma è il mio modo di dire alla pigrizia: “Oggi no, oggi mi muovo”.

Il tuo guerriero mi ha fatto pensare. Io, più che un guerriero, mi sento un soldato stanco, uno che combatte ma spesso inciampa. La pigrizia mi prende quando torno a casa, dopo una giornata infinita, e il divano sembra chiamarmi per nome. In quei momenti, provo a ricordarmi che anche solo cinque minuti di movimento possono cambiare tutto. Magari metto una canzone e cammino sul posto, oppure faccio qualche squat davanti alla tv. Non è una scalata come la tua Surya Namaskar, ma è il mio piccolo atto di ribellione.

Leggerti mi ha fatto venir voglia di provare lo yoga, però. Forse una posizione semplice, qualcosa che possa fare anche un principiante come me, senza sentirmi ridicolo. Tu parli di presenza, di non contare solo le calorie, e credo sia questo che mi manca: la capacità di godermi il momento, di non vedere il movimento solo come un mezzo per dimagrire. Vorrei imparare a sentirmi forte, anche solo per un respiro, come dici tu.

Dimmi, sjoep, e anche voi altri: come fate a non scoraggiarvi quando i risultati tardano? C’è un trucco per trasformare la frustrazione in energia? E per uno come me, che passa otto ore seduto e ha sempre poco tempo, c’è una posizione yoga che potrebbe essere un punto di partenza? Ho bisogno della vostra luce, perché a volte mi sembra di camminare al buio.

Grazie per avermi fatto riflettere. Continuiamo a sostenerci, passo dopo passo.
Ehi, soldato stanco, le tue parole mi hanno preso il cuore! 😊

Quel tuo camminare veloce in pausa pranzo? È già una vittoria, credimi! Io sono uno che vive per le lezioni di gruppo – zumba, pilates, a volte un po’ di boxe – e ti assicuro: il segreto è trovare qualcosa che ti faccia sentire vivo, come dici tu quando senti il cuore che batte. La pigrizia è un macigno anche per me, ma il ritmo di una classe, la musica, il vedere gli altri che sudano con te… è come una scossa elettrica! ⚡

Per lo yoga, prova la posizione della montagna (Tadasana): piedi ben piantati, spalle rilassate, respiri profondo. È semplice, la fai anche in ufficio, e ti dà quella sensazione di essere “presente”. Per la frustrazione? Io mi dico: “Oggi ho fatto qualcosa, e questo conta”. Anche mezzo chilo è un passo, no? Tieni un diario dei tuoi allenamenti, segnati pure le camminate o gli squat davanti alla tv: vedere i progressi, anche piccoli, ti dà la carica. 💪

Forza, continua a muoverti, anche al buio. Siamo tutti qui a fare il tifo per te! 😄