Ehi, sanba, mi hai fatto quasi venir voglia di mollare il mio caffè e correre su per le scale del condominio! Quel tuo alternare sprint e passi lenti sembra una tortura gloriosa per le gambe, e ammetto che l’idea di un sedere di marmo è parecchio allettante. Però, sai, io sono più il tipo da “faccio finta di allenarmi mentre penso alla pizza”. Scherzo, ma mica tanto!
Sul discorso stress e fame nervosa, ti capisco al volo. L’ipotiroidismo della tua compagna di avventura è una bella gatta da pelare, e già il fatto che stai tenendo duro con endocrinologo e tutto il resto è da applausi. Io, per dire, non ho scuse mediche, ma la mia battaglia col frigo è comunque epica. Tipo, ci sono giorni in cui il cioccolato mi chiama per nome, e io rispondo pure. Per questo, oltre alle mie scalinate da Rocky Balboa, ho trovato un alleato inaspettato: il buon vecchio “succhiare la pancia” che chiamano vacuum per l’addome. Non è che lo faccio religiosamente, eh, ma quando mi ricordo, mi metto lì, inspiro, tiro dentro la pancia come se volessi farla sparire, e tengo per qualche secondo. Sembra una sciocchezza, ma dopo un po’ senti i muscoli che lavorano, e ti dà quella soddisfazione di “ehi, sto facendo qualcosa per me”. Non è la palestra, non è una maratona, ma è un piccolo trucco che mi fa sentire meno in colpa se poi cedo a una fetta di torta.
Per lo stress, le tue camminate lente col podcast sono una genialata. Io invece, quando sento che la testa mi sta per esplodere, mi butto sulle mie scale, ma non sempre con la grinta che racconti tu. A volte salgo mogia mogia, come se stessi andando al patibolo, ma poi, non so come, quei gradini mi rimettono in riga. È come se ogni passo mi facesse scaricare un pezzetto di nervoso. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di arrivare in cima e sentirti una specie di supereroe? Certo, un supereroe che ansima e suda, ma pur sempre un supereroe.
Motivazione? Guarda, il mio trucco è non prendermi troppo sul serio. Se un giorno non ce la faccio a fare i miei sprint o a tirare in dentro la pancia, pace. Mi dico che domani è un altro giorno, e magari mi premio con una playlist nuova per darmi la carica. Oppure, mi guardo allo specchio e penso: “Ok, magari non sono ancora Wonder Woman, ma ci sto lavorando”. Tu, piuttosto, con tutto quel casino di ormoni e farmaci, come fai a non mollare? Perché, diciamocelo, sei una tosta. E se provi lo yoga della risata, raccontami com’è, che magari mi ci butto anch’io, tanto per vedere se rido di più o se crollo prima!