Dal Divano al Bilanciere: La Mia Epica Avventura con i Pesi!

vichus

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6 Marzo 2025
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Ehi, sollevatori di sogni e bilancieri! Eccomi, pronto a raccontarvi come ho trasformato il mio divano da migliore amico a semplice decorazione di casa. Vi avviso, questa è una storia di sudore, risate e qualche muscolo che non sapevo nemmeno di avere.
Tutto è iniziato tre anni fa, quando pesavo 110 chili e l’unica cosa che sollevavo era una forchetta carica di pasta. L’idea di entrare in palestra mi terrorizzava: quei pesi enormi, gli specchi ovunque, la gente che sembrava nata con un manubrio in mano. Ma un giorno, dopo l’ennesima serata a sentirmi un palloncino troppo gonfio, ho deciso: basta. Non volevo più solo sognare di essere forte, volevo diventarlo.
Ho iniziato piano, con un programma di forza base: squat, stacchi, panca. Roba semplice, ma che mi faceva tremare le gambe… letteralmente! Il primo mese? Un disastro. Mi sentivo un elefante che cercava di ballare il tip tap. Pesavo male, la tecnica era un optional, e il DOMS mi ha fatto scoprire muscoli che ignoravo esistessero. Però, sapete una cosa? Ogni volta che finivo un allenamento, anche se goffo, mi sentivo un po’ meno “divano” e un po’ più “bilanciere”.
La svolta è arrivata quando ho capito che la palestra non è una gara con gli altri, ma con me stesso. Ho smesso di guardare i pesi degli altri e ho iniziato a festeggiare i miei piccoli progressi: il primo squat con 50 chili, il primo stacco decente, la prima volta che ho fatto una panca senza sembrare un pesce fuor d’acqua. Ho trovato un coach che mi ha insegnato la tecnica, ma soprattutto mi ha fatto credere che potevo farcela. E poi, la dieta: niente magie, solo mangiare proteine, verdure e contare le calorie senza ossessionarmi.
Le difficoltà? Oh, quante. Le giornate in cui volevo mollare perché il lavoro mi sfiniva. Le volte in cui il bilanciere sembrava pesare una tonnellata. E sì, anche quei momenti in cui mi guardavo allo specchio e pensavo: “Ma chi voglio prendere in giro?”. Però ho imparato una cosa: la costanza batte il talento, sempre. Anche quando vai piano, anche quando cadi, l’importante è rimettersi sotto quel bilanciere.
Oggi sono 30 chili in meno, ma non è solo il peso: sono più forte, più sicuro, e sì, anche un po’ più vanitoso quando vedo una vena spuntare sul bicipite. Il mio programma ora è un mix di forza e un po’ di cardio per non sentirmi un bradipo. Seguo un 5x5 per i fondamentali e ci infilo qualche accessorio per non annoiarmi. Ma il vero segreto? Divertirmi. Se la palestra diventa una punizione, è la fine. Trovate il vostro ritmo, il vostro “perché”, e il resto verrà da sé.
Quindi, a voi che magari siete ancora sul divano a chiedervi se provarci: fatelo. Non serve essere perfetti, serve solo iniziare. Un passo, un peso, un allenamento alla volta. E un giorno vi guarderete indietro e riderete di quanto lontano siete arrivati. Forza, ci vediamo sotto il bilanciere!
 
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Ehi, sollevatori di sogni e bilancieri! Eccomi, pronto a raccontarvi come ho trasformato il mio divano da migliore amico a semplice decorazione di casa. Vi avviso, questa è una storia di sudore, risate e qualche muscolo che non sapevo nemmeno di avere.
Tutto è iniziato tre anni fa, quando pesavo 110 chili e l’unica cosa che sollevavo era una forchetta carica di pasta. L’idea di entrare in palestra mi terrorizzava: quei pesi enormi, gli specchi ovunque, la gente che sembrava nata con un manubrio in mano. Ma un giorno, dopo l’ennesima serata a sentirmi un palloncino troppo gonfio, ho deciso: basta. Non volevo più solo sognare di essere forte, volevo diventarlo.
Ho iniziato piano, con un programma di forza base: squat, stacchi, panca. Roba semplice, ma che mi faceva tremare le gambe… letteralmente! Il primo mese? Un disastro. Mi sentivo un elefante che cercava di ballare il tip tap. Pesavo male, la tecnica era un optional, e il DOMS mi ha fatto scoprire muscoli che ignoravo esistessero. Però, sapete una cosa? Ogni volta che finivo un allenamento, anche se goffo, mi sentivo un po’ meno “divano” e un po’ più “bilanciere”.
La svolta è arrivata quando ho capito che la palestra non è una gara con gli altri, ma con me stesso. Ho smesso di guardare i pesi degli altri e ho iniziato a festeggiare i miei piccoli progressi: il primo squat con 50 chili, il primo stacco decente, la prima volta che ho fatto una panca senza sembrare un pesce fuor d’acqua. Ho trovato un coach che mi ha insegnato la tecnica, ma soprattutto mi ha fatto credere che potevo farcela. E poi, la dieta: niente magie, solo mangiare proteine, verdure e contare le calorie senza ossessionarmi.
Le difficoltà? Oh, quante. Le giornate in cui volevo mollare perché il lavoro mi sfiniva. Le volte in cui il bilanciere sembrava pesare una tonnellata. E sì, anche quei momenti in cui mi guardavo allo specchio e pensavo: “Ma chi voglio prendere in giro?”. Però ho imparato una cosa: la costanza batte il talento, sempre. Anche quando vai piano, anche quando cadi, l’importante è rimettersi sotto quel bilanciere.
Oggi sono 30 chili in meno, ma non è solo il peso: sono più forte, più sicuro, e sì, anche un po’ più vanitoso quando vedo una vena spuntare sul bicipite. Il mio programma ora è un mix di forza e un po’ di cardio per non sentirmi un bradipo. Seguo un 5x5 per i fondamentali e ci infilo qualche accessorio per non annoiarmi. Ma il vero segreto? Divertirmi. Se la palestra diventa una punizione, è la fine. Trovate il vostro ritmo, il vostro “perché”, e il resto verrà da sé.
Quindi, a voi che magari siete ancora sul divano a chiedervi se provarci: fatelo. Non serve essere perfetti, serve solo iniziare. Un passo, un peso, un allenamento alla volta. E un giorno vi guarderete indietro e riderete di quanto lontano siete arrivati. Forza, ci vediamo sotto il bilanciere!
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Ehi, sollevatori di sogni e bilancieri! Eccomi, pronto a raccontarvi come ho trasformato il mio divano da migliore amico a semplice decorazione di casa. Vi avviso, questa è una storia di sudore, risate e qualche muscolo che non sapevo nemmeno di avere.
Tutto è iniziato tre anni fa, quando pesavo 110 chili e l’unica cosa che sollevavo era una forchetta carica di pasta. L’idea di entrare in palestra mi terrorizzava: quei pesi enormi, gli specchi ovunque, la gente che sembrava nata con un manubrio in mano. Ma un giorno, dopo l’ennesima serata a sentirmi un palloncino troppo gonfio, ho deciso: basta. Non volevo più solo sognare di essere forte, volevo diventarlo.
Ho iniziato piano, con un programma di forza base: squat, stacchi, panca. Roba semplice, ma che mi faceva tremare le gambe… letteralmente! Il primo mese? Un disastro. Mi sentivo un elefante che cercava di ballare il tip tap. Pesavo male, la tecnica era un optional, e il DOMS mi ha fatto scoprire muscoli che ignoravo esistessero. Però, sapete una cosa? Ogni volta che finivo un allenamento, anche se goffo, mi sentivo un po’ meno “divano” e un po’ più “bilanciere”.
La svolta è arrivata quando ho capito che la palestra non è una gara con gli altri, ma con me stesso. Ho smesso di guardare i pesi degli altri e ho iniziato a festeggiare i miei piccoli progressi: il primo squat con 50 chili, il primo stacco decente, la prima volta che ho fatto una panca senza sembrare un pesce fuor d’acqua. Ho trovato un coach che mi ha insegnato la tecnica, ma soprattutto mi ha fatto credere che potevo farcela. E poi, la dieta: niente magie, solo mangiare proteine, verdure e contare le calorie senza ossessionarmi.
Le difficoltà? Oh, quante. Le giornate in cui volevo mollare perché il lavoro mi sfiniva. Le volte in cui il bilanciere sembrava pesare una tonnellata. E sì, anche quei momenti in cui mi guardavo allo specchio e pensavo: “Ma chi voglio prendere in giro?”. Però ho imparato una cosa: la costanza batte il talento, sempre. Anche quando vai piano, anche quando cadi, l’importante è rimettersi sotto quel bilanciere.
Oggi sono 30 chili in meno, ma non è solo il peso: sono più forte, più sicuro, e sì, anche un po’ più vanitoso quando vedo una vena spuntare sul bicipite. Il mio programma ora è un mix di forza e un po’ di cardio per non sentirmi un bradipo. Seguo un 5x5 per i fondamentali e ci infilo qualche accessorio per non annoiarmi. Ma il vero segreto? Divertirmi. Se la palestra diventa una punizione, è la fine. Trovate il vostro ritmo, il vostro “perché”, e il resto verrà da sé.
Quindi, a voi che magari siete ancora sul divano a chiedervi se provarci: fatelo. Non serve essere perfetti, serve solo iniziare. Un passo, un peso, un allenamento alla volta. E un giorno vi guarderete indietro e riderete di quanto lontano siete arrivati. Forza, ci vediamo sotto il bilanciere!
Ehi, guerrieri del bilanciere! Eccomi a buttare nel mucchio la mia storia, con un twist: un trasloco in un posto dove il caldo ti scioglie come gelato al sole. Vivo da un anno in una città che sembra un forno acceso 24/7, e vi giuro, adattare dieta e allenamenti a questa sauna è stata una battaglia epica.

Partiamo dal cliché: “per dimagrire basta mangiare meno e muoversi di più”. Sembra facile, no? Ma provateci quando l’umidità ti fa respirare acqua e il pensiero di uscire a correre ti fa venire voglia di ibernarti. Prima di trasferirmi, avevo un bel ritmo: palestra tre volte a settimana, pesi pesanti, insalatone e pollo come se piovesse. Poi, boom, cambio clima e il mio corpo ha deciso di fare i capricci. Sudavo come una fontana solo a camminare fino al frigo, figuriamoci a sollevare un bilanciere. E la fame? Un mostro. L’afa mi faceva venir voglia di gelati e bibite zuccherate, non di contare calorie.

All’inizio ho provato a ignorare il problema, ma la bilancia non mente. Ho dovuto smontare il mito del “faccio come sempre e funzionerà”. Ho capito che dovevo adattarmi, non forzare. Primo passo: ho spostato gli allenamenti al mattino presto, quando il sole non ti cucina vivo. Niente palestra all’aperto, solo aria condizionata e pesi. Ho ridotto i volumi, perché il caldo mi sfiniva, e ho puntato su sessioni più corte ma intense: squat, panca, rematore, 4x6, e via. Per il cardio, ho detto addio alla corsa e benvenuto al vogatore in palestra. Meno impatto, stesso sudore.

La dieta è stata la parte tosta. Altro mito sfatato: non serve mangiare come un monaco per perdere peso. Ho tenuto le proteine alte, ma ho aggiunto più frutta e verdura fresca per idratarmi. Niente diete da fame, solo porzioni controllate e qualche sfizio calcolato, tipo un gelato vero ogni tanto, non quelle bombe di zucchero. Bere acqua è diventato il mio secondo lavoro: due litri al giorno, minimo, altrimenti il corpo si ribella.

Le difficoltà? Il caldo ti fa sentire un bradipo, e la tentazione di mollare è dietro l’angolo. Ma sapete cosa? Ho smesso di credere che dimagrire sia una passeggiata o che serva un fisico da copertina per sentirsi bene. Ogni allenamento che finisco, anche se mi sento una pozza di sudore, è una vittoria. Ogni chilo in meno è un bonus, ma la vera conquista è sentirmi forte nonostante il clima da tropici.

Ora sono 10 chili sotto rispetto a un anno fa, e non è stato un miracolo, ma un lavoro di testa. Il mio mantra? Adattati, non arrenderti. Quindi, se siete bloccati da scuse o pensate che il vostro ambiente vi remi contro, fate un passo indietro, guardate cosa potete cambiare e partite da lì. Il bilanciere non si muove da solo, ma vi aspetta. Ci vediamo in palestra, freschi o sciolti!
 
Fratelli e sorelle del bilanciere, che la forza sia con noi! 💪🙏

La tua storia, vichus, è un inno alla perseveranza, e mi ha fatto riflettere su come il Signore ci dia sfide per forgiare non solo il corpo, ma anche l’anima. Anch’io, come te, ho lasciato il divano per abbracciare il cammino del ferro, ma con un tocco di digiuno intermittente, un dono che mi ha insegnato disciplina e gratitudine.

In questa stagione d’autunno, quando le foglie cadono e il corpo chiede cibi caldi, ho trovato nel 16/8 la mia via. Mangio in una finestra di 8 ore, lasciando 16 per il riposo e la preghiera. Non è fame, è un’offerta: rinuncio per sentirmi più vicino alla meta. 🥗 Ma attenti, fratelli! Il demonietto della tentazione sussurra “mangia quel dolce” o “salta l’allenamento”. Non cedete! Pianificate pasti semplici – pollo, verdure, un po’ di riso – e bevete acqua come fosse un sacramento.

Il caldo della tua città mi ricorda le mie estati, quando il sudore sembrava un castigo. Ho imparato: allenati all’alba, quando il mondo è quieto, e usa pesi leggeri ma con fede. Errori? Oh, ne ho fatti! Saltavo pasti pensando di “accelerare”, ma il corpo si ribellava. Ora ascolto: mangio bene, digiuno con saggezza, prego per la costanza.

Siete tentati dal divano? Pregate, alzatevi, sollevate. Ogni ripetizione è un passo verso la versione di voi che Dio ha sognato. Forza, ci vediamo sotto il bilanciere! 🏋️‍♂️✨