Crea il tuo collage dei sogni: dimagrisci con gusto e fantasia!

danielmirea

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, oggi mi sono svegliata con un’idea pazza: e se trasformassimo i nostri obiettivi in un’esplosione di colori e sogni? Tipo, prendete forbici, colla, riviste vecchie e via, a creare il vostro collage dei desideri! Io l’ho fatto ieri sera, con una tazza di tisana in mano e la musica a tutto volume. Ho ritagliato foto di corpi che mi ispirano, abiti che voglio indossare e pure un piatto di verdure che sembrava uscito da un quadro. Tutto questo per ricordarmi dove voglio arrivare.
Visualizzare è una magia, ve lo giuro. Ogni volta che guardo la mia "destra dei sogni" appesa sopra la scrivania, mi sento come se quel corpo snello fosse già un po’ mio. Non è solo questione di taglia, ma di energia, di sentirmi leggera come una piuma. E sapete qual è il trucco? Non è solo guardare il collage, ma anche fare piccoli riti mentali. Tipo, chiudete gli occhi e immaginate di infilare quei jeans perfetti, sentite il tessuto che scivola sulle gambe, la zip che sale senza fatica. È come provare il futuro in anteprima!
E poi, parliamoci chiaro, la strada è lunga e a volte inciampiamo. Io, per esempio, ieri ho fissato una ciambella per dieci minuti buoni prima di ricordarmi del mio collage. Ma sapete che faccio quando la tentazione bussa? Mi dico: "Ok, posso mangiare tutto, ma solo ciò che mi avvicina al mio sogno". E magari aggiungo un cucchiaino di semi di chia al mio yogurt, tanto per coccolarmi con qualcosa che fa bene e mi tiene sulla rotta.
Provateci anche voi! Ritagliate, incollate, sognate a occhi aperti. Magari mettete nel collage una spiaggia dove vi vedete correre, o una foto di voi che ridete con un vestito che oggi non vi entra. E poi, ogni tanto, fate un gioco: guardate il vostro capolavoro e scrivete tre cose che avete fatto oggi per avvicinarvi a quel "voi" del futuro. Io oggi ho camminato mezz’ora, ho bevuto due litri d’acqua e ho detto no a quella ciambella. Non è perfetto, ma è mio, e mi piace un sacco.
Forza, scatenate la vostra fantasia! La bilancia non è solo numeri, è un biglietto per la versione di noi che stiamo costruendo, un pezzetto alla volta.
 
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Ragazzi, oggi mi sono svegliata con un’idea pazza: e se trasformassimo i nostri obiettivi in un’esplosione di colori e sogni? Tipo, prendete forbici, colla, riviste vecchie e via, a creare il vostro collage dei desideri! Io l’ho fatto ieri sera, con una tazza di tisana in mano e la musica a tutto volume. Ho ritagliato foto di corpi che mi ispirano, abiti che voglio indossare e pure un piatto di verdure che sembrava uscito da un quadro. Tutto questo per ricordarmi dove voglio arrivare.
Visualizzare è una magia, ve lo giuro. Ogni volta che guardo la mia "destra dei sogni" appesa sopra la scrivania, mi sento come se quel corpo snello fosse già un po’ mio. Non è solo questione di taglia, ma di energia, di sentirmi leggera come una piuma. E sapete qual è il trucco? Non è solo guardare il collage, ma anche fare piccoli riti mentali. Tipo, chiudete gli occhi e immaginate di infilare quei jeans perfetti, sentite il tessuto che scivola sulle gambe, la zip che sale senza fatica. È come provare il futuro in anteprima!
E poi, parliamoci chiaro, la strada è lunga e a volte inciampiamo. Io, per esempio, ieri ho fissato una ciambella per dieci minuti buoni prima di ricordarmi del mio collage. Ma sapete che faccio quando la tentazione bussa? Mi dico: "Ok, posso mangiare tutto, ma solo ciò che mi avvicina al mio sogno". E magari aggiungo un cucchiaino di semi di chia al mio yogurt, tanto per coccolarmi con qualcosa che fa bene e mi tiene sulla rotta.
Provateci anche voi! Ritagliate, incollate, sognate a occhi aperti. Magari mettete nel collage una spiaggia dove vi vedete correre, o una foto di voi che ridete con un vestito che oggi non vi entra. E poi, ogni tanto, fate un gioco: guardate il vostro capolavoro e scrivete tre cose che avete fatto oggi per avvicinarvi a quel "voi" del futuro. Io oggi ho camminato mezz’ora, ho bevuto due litri d’acqua e ho detto no a quella ciambella. Non è perfetto, ma è mio, e mi piace un sacco.
Forza, scatenate la vostra fantasia! La bilancia non è solo numeri, è un biglietto per la versione di noi che stiamo costruendo, un pezzetto alla volta.
Ragazzi, ma che idea geniale! Altro che i miei post-it con scritto "non mangiare il pandoro avanzato di Natale", qui si vola alto con forbici e colla. Io ieri sera, tra una lavatrice e l’urlo del piccolo che voleva la pasta alle 22, ho provato a buttarmi sul tuo collage dei sogni. Risultato? Ho ritagliato una foto di una tipa che correva su una spiaggia e l’ho appiccicata vicino a un’insalata che sembrava più fotogenica di me. Obiettivo: ricordarmi che non sono ancora una balena arenata, anche se il divano mi chiama come una sirena.

Visualizzare sarà pure magia, ma con due figli e un capo che mi manda email alle 23, il mio rito mentale è più tipo "immagina di avere cinque minuti per respirare senza qualcuno che ti chiede dov’è il telecomando". Però hai ragione, funziona. Stamattina ho chiuso gli occhi, ho immaginato di entrare in quei pantaloni che mi guardano tristi dall’armadio e… quasi ci credevo. Poi ho aperto gli occhi e ho corso dietro al bus con il grande in spalla, quindi direi che la mia "leggerezza" è ancora un work in progress.

La ciambella? Un classico. Io la fisso, lei mi fissa, e alla fine vinco io perché ho scoperto che se infilo un po’ di cannella nello yogurt greco sembra quasi un dolce, ma senza il dramma della bilancia. Oggi ho fatto 15 minuti di squat mentre controllavo la cena sul fuoco e ho bevuto un litro d’acqua solo per non svenire dopo aver rincorso la piccola per casa. Tre cose? Camminata veloce per portare i bimbi a scuola, no al biscotto offerto dalla collega e un plank di 30 secondi mentre loro litigavano per il tablet. Non sarà un collage da museo, ma è il mio caos, e me lo tengo stretto. Forza, provateci anche voi, che tra un ritaglio e un sogno magari ci scappa pure una risata!
 
Ragazzi, ma che idea geniale! Altro che i miei post-it con scritto "non mangiare il pandoro avanzato di Natale", qui si vola alto con forbici e colla. Io ieri sera, tra una lavatrice e l’urlo del piccolo che voleva la pasta alle 22, ho provato a buttarmi sul tuo collage dei sogni. Risultato? Ho ritagliato una foto di una tipa che correva su una spiaggia e l’ho appiccicata vicino a un’insalata che sembrava più fotogenica di me. Obiettivo: ricordarmi che non sono ancora una balena arenata, anche se il divano mi chiama come una sirena.

Visualizzare sarà pure magia, ma con due figli e un capo che mi manda email alle 23, il mio rito mentale è più tipo "immagina di avere cinque minuti per respirare senza qualcuno che ti chiede dov’è il telecomando". Però hai ragione, funziona. Stamattina ho chiuso gli occhi, ho immaginato di entrare in quei pantaloni che mi guardano tristi dall’armadio e… quasi ci credevo. Poi ho aperto gli occhi e ho corso dietro al bus con il grande in spalla, quindi direi che la mia "leggerezza" è ancora un work in progress.

La ciambella? Un classico. Io la fisso, lei mi fissa, e alla fine vinco io perché ho scoperto che se infilo un po’ di cannella nello yogurt greco sembra quasi un dolce, ma senza il dramma della bilancia. Oggi ho fatto 15 minuti di squat mentre controllavo la cena sul fuoco e ho bevuto un litro d’acqua solo per non svenire dopo aver rincorso la piccola per casa. Tre cose? Camminata veloce per portare i bimbi a scuola, no al biscotto offerto dalla collega e un plank di 30 secondi mentre loro litigavano per il tablet. Non sarà un collage da museo, ma è il mio caos, e me lo tengo stretto. Forza, provateci anche voi, che tra un ritaglio e un sogno magari ci scappa pure una risata!
Ehi, altro che forbici e colla, io col mio collage ci berrei un caffè nero amaro, altro che tisana! Ho ritagliato una foto di me che corro senza fiatone e un piatto di zucchine grigliate che sembrano urlare "mangiami e basta". Visualizzo, sì, ma poi apro gli occhi e il profumo del caffè mi ricorda che la leggerezza parte da lì: oggi ho detto no al cornetto, ho fatto 20 minuti di camminata e ho messo un cucchiaio di cacao amaro nello yogurt. Piccoli passi, ma il mio sogno corre già!
 
Ciao Rorizz23, ma che energia che sprigioni! Il tuo collage dei sogni mi ha fatto ridere di gusto, con quella tipa che corre sulla spiaggia e l’insalata da copertina. E ti capisco benissimo: tra il caos dei figli, il lavoro e il divano che ti chiama come una sirena, trovare il modo di sentirsi leggeri è una specie di superpotere. Io, sai, ho trovato la mia ancora di salvezza nell’acqua. Non nel berla, anche se ci sto provando pure io con il litro al giorno, ma proprio nel nuotare.

Quando ho iniziato, ero convinta che il massimo del mio sport fosse correre dietro al bus come te, con la borsa che sbatte e il fiatone che arriva dopo dieci metri. Poi un’amica mi ha trascinata in piscina, e lì è cambiato tutto. Non sto dicendo che sono diventata una sirena, eh, ma il nuoto mi ha fatto scoprire che muoversi può essere persino piacevole. All’inizio facevo due vasche e mi sentivo Wonder Woman, ora riesco a fare 40 minuti senza sembrare un pesce fuor d’acqua. La cosa bella? Non senti il peso del corpo, i muscoli lavorano ma le articolazioni ringraziano. E, diciamocelo, dopo una giornata in cui il capo ti manda email alle 23 o i bimbi ti fanno diventare arbitro delle loro liti, galleggiare un po’ è quasi una terapia.

Il mio “collage dei sogni” mentale, più che ritagli di rivista, è fatto di immagini di me che esco dalla piscina con le gambe che non tremano e i jeans che non fanno la lotta per chiudersi. Non so se è il movimento in acqua o il fatto che mi sento meno goffa, ma il nuoto mi sta aiutando a sentirmi più tonica, soprattutto dietro, sai com’è. Non parlo di glutei da Instagram, ma di quella sensazione di compattezza che ti fa dire “ok, qualcosa sta cambiando”. Il trucco è stato iniziare piano: due volte a settimana, anche solo 20 minuti, alternando stile libero e dorso. Poi ho aggiunto qualche esercizio in acqua, tipo calci con la tavoletta per lavorare sulle gambe e sul sedere. Niente di complicato, ma dopo un mese mi sono accorta che le scale non mi spaventavano più.

Per il resto, sto cercando di fare come te con la ciambella: la guardo, lei mi guarda, ma vinco io. Ho sostituito il cappuccino con un caffè lungo e un cucchiaino di miele, e quando mi prende la voglia di dolce, mescolo un po’ di cacao amaro con dello yogurt greco, come hai detto tu con la cannella. Tre cose di oggi? Una nuotata di 30 minuti stamattina, un no deciso alla torta in ufficio e una passeggiata serale con il cane invece di crollare sul divano. Non sarà una copertina di rivista, ma è il mio caos acquatico, e me lo tengo stretto. Dai, prova a buttarti in piscina una volta, magari ti piace! E continua con quel collage, che tra un ritaglio e una risata stai già correndo verso il tuo sogno.
 
Ehi, che bello leggerti! Il tuo entusiasmo per il nuoto è contagioso, giuro, mi hai fatto quasi venir voglia di infilarmi un costume e buttarmi in piscina. Quel tuo “caos acquatico” è una descrizione perfetta, e sai che ti dico? Mi ci ritrovo un sacco, anche se il mio caos è più… terrestre, diciamo. La tua storia di come sei passata da “correre dietro al bus” a 40 minuti di nuoto mi ha fatto sorridere, ma anche riflettere: iniziare piano, con qualcosa che non ti fa sentire un pesce fuor d’acqua (battuta scontata, lo so), è proprio la chiave per non mollare.

Io, come sai, sto ancora lottando con le mie serate da “lupo famelico”. La notte è il mio tallone d’Achille: dopo una giornata a incastrare lavoro, commissioni e la lavatrice che sembra moltiplicare i panni, mi ritrovo davanti al frigo senza nemmeno sapere come ci sono arrivata. Però, ispirata da voi e da questo thread pieno di idee, ho deciso di rivoluzionare un po’ le mie serate. E indovina? Ho trovato una cosa che mi sta aiutando: ballare. Non sto parlando di coreografie da TikTok o roba da professionisti, ma di una lezione di zumba che ho provato quasi per scherzo con una collega. Pensavo sarebbe stata una figuraccia, invece mi sono divertita come una matta.

All’inizio ero rigida come un palo, con i piedi che sembravano incollati al pavimento. La musica latina sparata a tutto volume, l’istruttrice che urlava “muovi i fianchi!” e io che cercavo di non inciampare nei miei stessi piedi. Dopo i primi 10 minuti volevo scappare, ma poi ho iniziato a lasciarmi andare. Ora faccio due lezioni a settimana, un’ora ciascuna, e non solo mi muovo senza sentirmi una patata lessa, ma mi accorgo che sto più dritta, ho le gambe più toniche e, soprattutto, la sera sono così stanca che il frigo non mi chiama più. Non è solo il movimento, è proprio il mood: la musica, le risate con le altre, il fatto che per un’ora non penso a niente se non a seguire il ritmo. E quando torno a casa, invece di saccheggiare la dispensa, mi faccio una tisana e mi sento quasi una persona nuova.

Per il mio “collage dei sogni”, sto immaginando una versione di me che entra in sala da ballo senza paura di sembrare scoordinata, con un paio di jeans che non devo tirare su con le pinze. Non punto a essere una ballerina da palcoscenico, ma a quella sensazione di leggerezza che descrivi tu uscendo dalla piscina. Il trucco, come dici tu, è andare piano: ho iniziato con una lezione, poi due, e ora sto provando a infilare 10 minuti di stretching a casa la mattina, giusto per sciogliere i muscoli. Non è zumba, ma mi aiuta a sentirmi meno un robot arrugginito.

Sul fronte cibo, sto cercando di copiare il tuo trucco dello yogurt greco con il cacao amaro. Io ci aggiungo qualche fettina di mela, così sembra un dolce vero e proprio. E per non cedere alla ciambella serale, mi sono imposta una regola: se proprio ho fame, mangio una manciata di mandorle o una fettina di pane integrale con un velo di ricotta. Non è la stessa cosa, ma almeno non mi sento in colpa. Le mie tre cose di oggi? Una lezione di zumba che mi ha fatto sudare sette camicie, un pranzo con insalata e pollo invece del solito panino, e una serata senza spiluccare biscotti davanti alla tv. Non sarà una coreografia perfetta, ma è il mio ritmo, e per ora mi piace.

Grazie per il consiglio della piscina, ci penserò, promesso! E tu, che dici, ti butteresti mai in una sala da ballo? Magari ci scappa una risata e un nuovo pezzo per il tuo collage!