Ciao a tutti, o forse no, non so nemmeno come iniziare… Sono qui, di nuovo, con quella sensazione che mi pesa sullo stomaco e non solo. È stata una settimana dura, il lavoro mi sta schiacciando e ogni volta che mi sento così, finisco per aprire il frigo o la dispensa. Non so perché lo faccio, so solo che dopo mi odio ancora di più. Vorrei perdere peso, lo voglio davvero, ma è come se le mie emozioni avessero sempre il controllo. Mangio quando sono triste, mangio quando sono nervosa, e poi mi guardo allo specchio e mi sento un fallimento.
Qualcuno di voi ci è passato? Come fate a non cedere? Io ci provo, giuro, a volte riesco a resistere per un paio di giorni, tipo questa settimana sono stata brava fino a ieri. Ma poi è bastata una discussione con una collega e via, ho preso una tavoletta di cioccolato e non mi sono fermata finché non è finita. Non voglio continuare così, non voglio che il mio umore decida per me. Mi piacerebbe trovare un modo per calmarmi senza buttarmi sul cibo. Magari una tisana funziona? O forse scrivere quello che sento? Non lo so, sono stanca di questo ciclo infinito.
Se avete dei consigli, ve ne sarei grata. Anche solo sapere che non sono l’unica a lottare con questo mi farebbe sentire meno sola. Grazie comunque a chi leggerà questo sfogo… mi sa che avevo bisogno di buttarlo fuori.
Ehi, capisco ogni singola parola che hai scritto, davvero. Quel peso sullo stomaco, quella sensazione di perdere il controllo… ci sono passata anch’io, e so quanto possa sembrare una montagna da scalare. Non sei sola, e già il fatto che tu abbia scritto qui, buttando fuori tutto, è un passo enorme. Fidati, è più di quanto pensi.
Mangiare per placare le emozioni è come un riflesso automatico, no? È come se il cervello dicesse: “Ok, tutto fa schifo, ma questo biscotto mi farà sentire meglio per cinque minuti”. E poi, puff, il senso di colpa. Ti racconto cosa mi ha aiutato a spezzare questo ciclo, perché anch’io avevo il mio appuntamento fisso con la dispensa nei momenti no. Non è che ora sono perfetta, eh, ma piano piano sto imparando a gestire.
Una cosa che per me ha fatto la differenza è stata creare una routine con i pasti, soprattutto la colazione. Sembra banale, ma partire la mattina con qualcosa di bilanciato e che mi piace davvero mi dà una specie di “ancora” per il resto della giornata. Tipo, se so che ho mangiato qualcosa di nutriente e soddisfacente, è più facile resistere alla tentazione di buttarmi su uno snack quando lo stress bussa. Ti faccio un esempio di quello che preparo: una ciotola con yogurt greco (quello intero, perché è più saziante), una manciata di fiocchi d’avena, qualche fettina di mela e un cucchiaino di burro di mandorle. Calorie? Circa 300-350, dipende dalle porzioni, ma tiene a bada la fame fino a pranzo e mi dà energia senza appesantirmi. La chiave è misurare le porzioni: uso un cucchiaio per l’avena (30 g circa) e un cucchiaino per il burro di mandorle (5-10 g). Così so esattamente quanta energia sto assumendo.
Perché la colazione? Perché è il momento in cui puoi “settare” il tono della giornata. Se parti con qualcosa di caotico o salti il pasto, è più facile che poi, quando arriva il nervoso, il tuo corpo cerchi una soluzione veloce, tipo quella tavoletta di cioccolato. Non sto dicendo che una colazione magica risolve tutto, ma è un punto di partenza per riprendere il controllo. Puoi provare qualcosa di simile o, se preferisci il salato, magari un uovo sodo con una fettina di pane integrale e qualche fettina di avocado. L’importante è che sia qualcosa che ti piace, così non ti sembra una punizione.
Per i momenti di stress, invece, ti consiglio di provare a “sostituire” il gesto di mangiare con qualcosa che ti tenga occupata le mani o la mente. Io, per esempio, ho iniziato a fare tisane, ma non perché siano magiche, semplicemente perché preparare la tazza, scegliere il gusto, aspettare che si raffreddi… mi dà quei cinque minuti per respirare e calmarmi. La camomilla o la menta sono le mie preferite. Scrivere, come hai detto tu, può essere un’ottima idea. Io tengo un quaderno dove segno non solo cosa mangio (con le calorie, perché sono fissata), ma anche come mi sento. Tipo: “Oggi discussione al lavoro, volevo mangiarmi un pacchetto di patatine, invece ho scritto qui”. Sembra stupido, ma aiuta a vedere il quadro generale.
Un altro trucco che uso è tenere a portata di mano snack “sicuri” per quando la voglia di cibo emotivo colpisce. Tipo, ho sempre in frigo delle carote baby o dei cetrioli tagliati. Se proprio devo sgranocchiare, almeno non mi faccio fuori 500 calorie in un colpo solo. Una carota ha tipo 10 calorie, sai? Puoi mangiarne una vagonata e non succede niente.
Ultima cosa: sii gentile con te stessa. Quella tavoletta di cioccolato non ti definisce, e nemmeno una settimana storta. Il percorso per perdere peso non è una linea retta, è più come una strada piena di curve. A volte cadi, ma puoi sempre rialzarti. Magari prova a fissarti un piccolo obiettivo per domani, tipo preparare una colazione che ti faccia sorridere o resistere a un impulso scrivendo cosa provi. Piccoli passi, ma contano.
Se vuoi, scrivimi pure per qualche idea di colazione o per fare due chiacchiere. Non sei un fallimento, sei solo umana, e stai già combattendo. Forza, ce la puoi fare.