Mangio quando sono stressato! Come faccio a smettere e pianificare i pasti?

Ermat78

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, scusate se parto a raffica, ma sono proprio in un loop! 😩 Mangio quando sono stressata, e non è solo un biscotto qua e là, è tipo un’intera scatola di biscotti o un pacco di patatine! Lo so, lo so, non è il modo di affrontare le cose, ma quando il lavoro mi fa impazzire o litigo con qualcuno, il frigo diventa il mio migliore amico. 😔 Come faccio a smettere? Voglio pianificare i pasti come voi, ma ogni volta che ci provo, crollo dopo due giorni.
Ho letto da qualche parte che la genetica può influire su come il nostro corpo gestisce il cibo o lo stress… tipo, magari il mio cervello è programmato per cercare conforto nel cibo? 🧬 Non so se è una scusa che mi racconto, ma mi sembra di combattere contro qualcosa di più grande di me. Qualcuno di voi ha mai sentito qualcosa del genere? O sono solo io che mi arrampico sugli specchi? 😅
Sto provando a fare piccoli passi: ho comprato un’agenda per segnare i pasti, ma poi mi dimentico o mi arrabbio e addio piano. 🙈 Però questa settimana sono riuscita a preparare un’insalata per pranzo due volte, e mi sono sentita una regina! 🥗 Solo che ieri sera, dopo una chiamata schifosa col capo, ho divorato mezzo barattolo di Nutella. 😫
Avete trucchi per gestire lo stress senza buttarmi sul cibo? Tipo, c’è qualcosa che vi aiuta a distrarvi o a calmare i nervi? Magari una tisana, yoga, o che ne so, urlare in un cuscino? 😜 E come fate a essere costanti con la pianificazione dei pasti? Io vedo i vostri post con frigo organizzati e meal prep perfetti, e mi sento un disastro totale. 😭 Aiutatemi, vi prego, voglio farcela! 💪
 
Ehi, capisco benissimo il tuo loop, ci sono dentro pure io! Quel frigo che ti chiama quando lo stress ti mangia vivo è una battaglia che conosco fin troppo bene. Non sei sola, e non stai cercando scuse: il cibo come conforto è una rotta che il cervello prende quando è sotto pressione, e sì, la genetica può avere un ruolo. C’è chi ha una predisposizione a cercare "sollievo" nel cibo, ma non è una sentenza: è solo un punto di partenza. Il fatto che tu abbia fatto due insalate è già una vittoria, altro che disastro! Però capisco anche il crollo con la Nutella, ci passo spesso.

Ora, veniamo al dunque, perché sennò il frigo vince: lo stress è il vero nemico, non tu. Io sono il re della procrastinazione, sempre a rimandare il "inizio domani", ma ho trovato un paio di cose che mi tengono a galla. Primo, per lo stress: quando sento la rabbia o l’ansia che sale, mi costringo a fare 5 minuti di respirazione profonda. Non è yoga, niente robe complicate, solo inspiro contando fino a 4, trattengo, espiro contando fino a 6. Sembra scemo, ma mi spegne quel fuoco dentro che mi spingerebbe a saccheggiare la dispensa. Se sono proprio fuori di me, metto la musica a palla e ballo come un matto in salotto. Non risolve il problema, ma scarica la tensione senza calorie.

Sulla pianificazione dei pasti, ti dico come faccio (male, ma ci provo). Non punto al frigo perfetto da Instagram, perché tanto non ce la farei. Mi sono imposto una regola: preparo solo 3 giorni di cibo alla volta. Non una settimana, che mi stressa solo a pensarci. Tipo, cucino un po’ di riso integrale, del pollo grigliato e verdure al vapore. Metto tutto in contenitori e via. Se dopo tre giorni crollo, amen, ricomincio. L’importante è non mollare del tutto. La tua agenda è un’ottima idea, ma invece di segnare tutto, prova a scrivere solo una cosa al giorno: tipo “oggi pranzo insalata”. Meno pressione, più possibilità di farcela.

Sul discorso genetica e corpo, ti capisco. Il peso, l’indice di massa corporea, tutto sembra una montagna da scalare. Ma non è solo una questione di numeri: è come ti senti. Io mi peso una volta al mese, non di più, perché sennò divento ossessionato. Pisex giorni fa, una ragazza di questo forum mi ha detto una cosa che mi ha fatto scattare qualcosa: “Non stai combattendo contro il tuo corpo, stai imparando a guidarlo”. Mi ha aiutato a smettere di vedermi come un fallimento. Tu stai già guidando, anche se a volte sbandi.

Ultima cosa: quando il capo o il lavoro ti fanno impazzire, prova a scrivere quello che provi. Non un diario, solo un foglio dove scarichi tutto, anche insulti se serve. Poi lo strappi. A me aiuta a non portarmi dietro la rabbia fino al frigo. E se proprio vuoi una tisana, quella alla camomilla o alla melissa non è male, ma non aspettarti miracoli.

Forza, non sei un disastro, sei in viaggio. E quel viaggio è tuo, non di quelli con i frigo perfetti. Se cadi, rialzati. Io ci sto provando, e se ce la faccio io, che sono il campione di “domani inizio”, ce la fai anche tu. Scrivi qui quando vinci le tue piccole battaglie, che ci gasiamo a vicenda!
 
Ehi, mi hai fatto proprio sorridere con la storia del frigo che chiama, perché è esattamente il mio copione notturno! Quel momento in cui lo stress ti stringe lo stomaco, ma invece di calmarti ti ritrovi con un cucchiaio in mano a scavare in qualche vasetto... ti capisco al 100%. La tua battaglia con la Nutella? Been there, done that. Però sai una cosa? Quei giorni in cui riesci a preparare le insalate sono oro, e non lasciarteli scappare via solo perché ogni tanto deragli.

Io sono il classico tipo che di notte si trasforma in un lupo mannaro della cucina. Non scherzo: quando tutti dormono, il mio cervello decide che è il momento perfetto per razziare la dispensa. E visto che sono vegano, non è che mi butto sulla Nutella, ma sai quelle creme di mandorle o il burro di arachidi? Ecco, sono la mia kryptonite. Però ultimamente sto cercando di cambiare le carte in tavola, e ti racconto cosa mi sta aiutando, magari c’è qualcosa che puoi rubacchiare anche tu.

Prima di tutto, lo stress. È lui il regista di questo film horror in cui finiamo a mangiare per anestetizzarci. Io ho iniziato a fare una cosa che sembra banale ma funziona: quando sento che sto per crollare, mi fermo e bevo un bicchiere d’acqua. Non è una pozione magica, ma mi dà quei 30 secondi per pensare: “Ok, vuoi davvero mangiare o è solo la tua testa che ti frega?”. Spesso mi salva. Se l’acqua non basta, mi butto su una tisana al finocchio o alla menta, che mi calma senza aggiungere calorie. E no, non sono uno da tisane hippy, ma queste funzionano.

Per i pasti, sto provando a fare pace con la pianificazione senza trasformarla in un lavoro a tempo pieno. Come te, anch’io ho provato con agende e liste, ma mi stressavano più dello stress stesso. Ora faccio così: la domenica preparo una base per un paio di giorni. Tipo, cuocio una teglia di ceci speziati al forno, faccio una vagonata di hummus e taglio un po’ di verdure crude da sgranocchiare. Non è un menu da chef, ma è veloce e mi evita di cedere alle schifezze. Il trucco è tenere tutto pronto in frigo, così quando la fame notturna bussa, apro e trovo qualcosa di sano che non mi fa sentire in colpa. Se vuoi un’idea vegana facile, prova a fare dei burger di lenticchie: li prepari in 20 minuti, li congeli e li tiri fuori quando serve. Non sono gourmet, ma salvano la vita.

Sul discorso notturno, il mio problema più grande è che di sera mi annoio o mi agito, e il cibo diventa il mio passatempo. Ultimamente sto provando a sostituirlo con altro. Tipo, invece di aprire il frigo, mi metto a guardare video di ricette vegane su YouTube. Non per cucinare a mezzanotte, ma per ispirarmi per il giorno dopo. Oppure, se sono proprio nervoso, faccio una passeggiata di 10 minuti intorno a casa, anche solo per prendere aria. Non risolve il mondo, ma mi distrae quel tanto che basta per non cadere nella trappola del “mangio perché sono stressato”.

E poi, lasciami dire una cosa: non sei un disastro, e non lo sono neanch’io, anche se a volte ci sentiamo così. Ogni volta che scegli un’opzione sana, anche solo una carota invece di un cucchiaio di crema di noci, stai vincendo. Io mi sono dato una regola: non mi peso più di una volta ogni due settimane, e cerco di concentrarmi su come mi sento, non sui numeri. Tipo, se riesco a dormire meglio o a non sentirmi appesantito, per me è già un goal. La tua agenda è un’ottima idea, ma non caricarla di troppe aspettative. Scrivi una cosa piccola, tipo “stasera provo una tisana invece di spiluccare”. E se sgarri, pazienza, riparti.

Ultima chicca: quando il lavoro o la vita mi fanno saltare i nervi, scrivo tutto su un’app di note sul telefono. Non è un diario profondo, solo un posto dove butto fuori il nervoso. Tipo: “Il mio capo è un idiota, voglio mangiarmi un barattolo di tahina, ma non lo farò”. Poi cancello e mi sento un po’ più leggero. Non so se funzionerà per te, ma provare non costa niente.

Forza, siamo in viaggio insieme, e ogni passo conta. La prossima volta che vinci una battaglia contro il frigo notturno, vieni qui a raccontarlo, che ci diamo una pacca sulla spalla virtuale. Io ci sto provando, e se ce la faccio io, che sono il re delle scivolate, ce la fai anche tu!