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innylar

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, oggi voglio condividere un piccolo esercizio che mi sta aiutando tanto. Prendete un momento per immaginare il vostro "io" al traguardo: come vi sentite, come vi muovete, che energia avete. Scrivete tre parole che descrivono quella versione di voi. Poi, ogni mattina, rileggetele e lasciate che vi guidino. È come una bussola per restare focalizzati!
 
Ragazzi, oggi voglio condividere un piccolo esercizio che mi sta aiutando tanto. Prendete un momento per immaginare il vostro "io" al traguardo: come vi sentite, come vi muovete, che energia avete. Scrivete tre parole che descrivono quella versione di voi. Poi, ogni mattina, rileggetele e lasciate che vi guidino. È come una bussola per restare focalizzati!
Ciao a tutti,

devo ammettere che leggere il tuo esercizio mi ha fatto riflettere tanto. Ho provato a immaginare il mio "io" al traguardo, ma confesso che in questo momento mi sento un po’ lontano da quella versione di me. Voglio condividere la mia storia, sperando che possa essere utile a qualcuno.

Qualche anno fa avevo raggiunto un peso che mi faceva sentire bene: ero più energico, mi muovevo con leggerezza, mi piaceva guardarmi allo specchio. Avevo una routine chiara: controllavo le porzioni, facevo attività fisica regolare, tenevo un diario per monitorare i progressi. Ogni piccolo passo avanti mi dava una spinta enorme. Ma poi, piano piano, ho lasciato andare tutto. Lo stress, il lavoro, le giornate caotiche... ho smesso di pesarmi, di pianificare i pasti, di muovermi. Non me ne sono neanche accorto subito, ma il peso è tornato, e con lui anche quella sensazione di essere fuori controllo.

Il tuo esercizio mi ha fatto pensare a quanto sia importante avere una guida chiara, come quelle tre parole che suggerisci. Le mie, credo, sarebbero: equilibrio, costanza, benessere. Ma la verità è che ora mi sento bloccato. Vorrei ripartire, ma non so bene da dove cominciare senza cadere di nuovo nella stessa trappola. Qualcuno di voi ha passato una situazione simile? Come avete fatto a rimettervi in carreg basically, come avete trovato la motivazione per riprendere il controllo? Avete qualche piccolo trucco per restare focalizzati sui progressi?

Grazie per il tuo post, mi ha dato uno spunto per riflettere. Spero di riuscire a ritrovare quella bussola che mi guidi di nuovo verso il mio obiettivo.
 
Ehi innylar,

devo dirtelo, il tuo post mi ha colpito, ma mi ha anche fatto salire un po’ di nervoso. Non con te, sia chiaro, ma con me stesso. Leggere della tua bussola, di quelle tre parole, mi ha fatto pensare a quanto io sia fuori strada. Ho provato a immaginarmi al traguardo, come suggerisci, ma la verità è che mi vedo sempre incastrato in questa sedia, in ufficio, con mille scuse per non muovermi. Le tue parole – equilibrio, costanza, benessere – mi risuonano in testa, ma sembrano così lontane da me in questo momento.

Sono un impiegato, passo otto ore al giorno seduto, a fissare uno schermo. La mia vita è un ciclo infinito di riunioni, email e caffè per tirare avanti. Quando torno a casa, sono troppo stanco per cucinare qualcosa di sano o per infilarmi le scarpe da ginnastica. E sai qual è la cosa che mi fa più rabbia? Che lo so, lo vedo, che sto scivolando sempre più giù, ma non riesco a darmi una mossa. Qualche anno fa ci avevo provato: camminavo in pausa pranzo, facevo qualche esercizio alla scrivania, tenevo un’agenda per i pasti. Non ero perfetto, ma mi sentivo in controllo. Ora? È come se quella versione di me fosse sparita.

Il tuo esercizio mi ha fatto venir voglia di riprovarci, ma sono anche frustrato perché so quanto è facile per me mollare. Tipo, inizio con mille buoni propositi, ma poi basta una settimana intensa al lavoro e ciao, torno a ordinare pizza e a saltare le camminate. La disciplina, quella vera, mi sembra una montagna impossibile da scalare. Eppure, leggendo il tuo post, mi sono detto che forse non serve fare tutto subito. Magari posso ripartire con qualcosa di piccolo, no? Tipo, ieri ho fatto una cosa banale: invece di prendere l’ascensore, ho fatto le scale. Quattro piani, niente di che, ma mi sono sentito un po’ meno un disastro.

Però, dimmi, come fai tu a non perdere la rotta? Cioè, quando la vita ti travolge, come tieni il timone dritto? Io vorrei trovare un modo per incastrare un po’ di movimento nella mia giornata senza sentirmi uno che deve rivoluzionare tutto. Tipo, sto pensando di fare cinque minuti di stretching ogni ora, direttamente alla scrivania. O magari usare la pausa pranzo per una passeggiata, anche solo 15 minuti, giusto per sgranchirmi. Ma poi mi chiedo: basterà? O è solo l’ennesima cosa che abbandonerò tra una settimana?

Chi di voi ce la fa, sul serio, a incastrare queste abitudini in una vita piena di impegni? Avete qualche trucco per non lasciarvi sopraffare dalla pigrizia o dallo stress? Perché io sono stanco di restartare da zero ogni volta. Voglio trovare un modo per andare avanti, passo dopo passo, senza sentirmi un fallito ogni volta che sgarro.

Grazie per il tuo spunto, innylar. Mi ha fatto arrabbiare, sì, ma forse è proprio la spinta che mi serviva per smetterla di lamentarmi e fare qualcosa, anche se piccola. Spero di riuscire a trovare la mia bussola, prima o poi.
 
Ehi, sai che c’è? Il tuo messaggio mi ha fatto un effetto strano: da una parte mi ha fatto venir voglia di darti un abbraccio virtuale, dall’altra di scuoterti un po’ e dirti “Dai, ce la puoi fare!”. Non perché sei un disastro, ma perché si sente che hai una voglia matta di cambiare, anche se ti sembra di essere incastrato in un loop infinito. E, credimi, ti capisco. Quella sensazione di vedere la versione “migliore” di te stesso nello specchietto retrovisore, mentre ora sei fermo al semaforo con una pizza in mano… ci siamo passati in tanti.

Parto col dirti una cosa: quelle scale che hai fatto? Quattro piani? Non sono “niente di che”, sono un inizio. E gli inizi, anche minuscoli, contano eccome. Non sottovalutarti. La tua frustrazione, quella rabbia che provi, è benzina. Non è un peso, è energia. Il trucco è imparare a usarla senza lasciarti bruciare. E visto che hai tirato fuori il discorso della bussola e del non perdere la rotta, ti racconto come stiamo provando a farlo in gruppo, perché magari può darti qualche spunto per il tuo viaggio verso l’estate (e quel costume che magari vuoi indossare sentendoti a tuo agio).

Nel nostro ultimo challenge, “Verso il sole”, stiamo lavorando proprio su questa idea: piccoli passi, ma costanti, per arrivare pronti alle vacanze. Non parlo di diete assurde o di passare ore in palestra, ma di incastrare abitudini sostenibili nella vita vera, quella fatta di lavoro, stress e serate in cui l’unica cosa che vuoi è il divano. Ti butto lì un paio di idee che stanno funzionando per noi e che magari possono adattarsi alla tua giornata da impiegato.

Primo: i “micro-movimenti”. Tu hai parlato di cinque minuti di stretching alla scrivania. Perfetto, è un’idea geniale. Noi nel gruppo abbiamo una regola: ogni ora, o quando senti che stai per crollare sotto il peso delle email, ti alzi e fai qualcosa. Può essere stretching, cinque squat, una camminata veloce fino alla macchinetta del caffè (senza prendere il caffè, magari). Non serve chissà cosa, l’importante è spezzare la sedentarietà. Uno del gruppo, Marco, ha iniziato mettendo una sveglia ogni 90 minuti per fare 10 piegamenti. All’inizio sembrava una sciocchezza, ma ora si sente più energico e ha pure iniziato a fare passeggiate serali. Piccole vittorie che si sommano.

Secondo: la pausa pranzo è il tuo alleato, anche se corta. Tu hai detto 15 minuti di camminata? Fallo. Non pensare “basterà?”, perché il punto non è fare tutto subito, ma fare qualcosa oggi. Nel nostro challenge c’è chi usa la pausa per camminare intorno all’ufficio, chi si porta un tupperware con un’insalata veloce invece di ordinare al bar. Non devi essere perfetto, ma se riesci a fare due pause pranzo “attive” a settimana, poi magari diventeranno tre. E sai una cosa? Quelle camminate non solo ti sgranchiscono, ma ti schiariscono la testa. È come premere un tasto “reset” sullo stress.

Ora, veniamo al punto dolente: come non mollare quando la vita ti travolge? Qui ti dico come faccio io, perché anch’io ho i miei momenti in cui vorrei mandare tutto all’aria. La mia bussola è il gruppo. Sapere che ci sono altre persone che stanno provando, che magari inciampano ma si rialzano, mi dà una spinta. Nel challenge abbiamo un thread dove ci scriviamo i progressi, anche i più piccoli, tipo “oggi ho bevuto due litri d’acqua” o “ho resistito alla ciambella in ufficio”. Non è per vantarsi, è per ricordarci che non siamo soli. Tu sei qui, no? Già scrivere questo post è un passo. Se ti va, unisciti al nostro prossimo mini-challenge: una settimana, niente di pesante, solo tre obiettivi giornalieri a scelta (tipo bere più acqua, fare 10 minuti di movimento, mangiare una verdura in più). Ti teniamo d’occhio, in senso buono.

Sul discorso disciplina, ti dico una cosa che mi ha aiutato: non cercare la motivazione, cerca la routine. La motivazione va e viene, è come il meteo. La routine, anche minima, è come un binario: ti tiene in pista anche quando non hai voglia. Tipo, io ho deciso che ogni mattina, mentre il caffè si scalda, faccio 10 minuti di yoga. Non sempre mi va, ma ormai è un’abitudine, come lavarmi i denti. Tu potresti provare con qualcosa di simile: magari quei cinque minuti di stretching che dicevi, sempre alla stessa ora, finché non diventa automatico.

E quando sgarri? Perché capiterà, è la vita. Non restartare da zero, continua da dove sei. Hai ordinato pizza? Ok, domani metti un po’ di verdura nel piatto e fai una passeggiata. Non sei un fallito, sei uno che ci sta provando. La tua bussola non deve essere perfetta, deve solo indicarti una direzione.

Chiudo con un invito: scrivi qui un obiettivo piccolo per questa settimana. Uno solo, facile, tipo le tue scale o i cinque minuti di stretching. E se ti va, raccontaci com’è andata. Non sei solo in questa giungla di riunioni e caffè. Forza, che la tua versione “in controllo” non è sparita, è solo in pausa. Pronta a tornare, passo dopo passo.
 
Ehi, il tuo messaggio è un’esplosione di energia, mi ha proprio preso! Quel mix di abbraccio virtuale e “Dai, muoviti!” è esattamente il tipo di spinta che serve quando sei in modalità “vorrei, ma sono bloccato”. E sai una cosa? Leggendo di te e di quel loop infinito, mi ci sono rivisto un po’. La voglia di cambiare c’è, ma a volte sembra che il frigo e il divano abbiano un potere magnetico, vero? Però, eccomi qui, a scriverti come uno che sta provando a navigare questa giungla di buoni propositi con una ciotola di minestrone in mano.

La tua storia delle scale e dei micro-movimenti mi ha fatto pensare a come sto impostando il mio percorso coi supi. Ti racconto com’è andata finora, magari ti dà qualche spunto per la tua mappa dei desideri. Io ho deciso di fare dei brodi vegetali leggeri la base della mia settimana: zucchine, carote, sedano, un po’ di pomodoro, niente di complicato. Li preparo la domenica, li metto in frigo e via, sono pronti per pranzo o cena. L’idea è tenere le calorie sotto controllo senza sentirmi come se stessi mangiando aria. Ma il punto non è solo il cibo, è tutto il resto: come non morire di fame, come non annoiarmi e come non sentirmi un monaco in penitenza.

Partiamo dal problema numero uno: il senso di fame. All’inizio, dopo un piatto di minestrone, guardavo il tavolo come se mancasse qualcosa. Tipo, “ok, e ora?”. Poi ho capito che il trucco è bilanciare. Non sto parlando di chissà quali calcoli da nutrizionista, ma di aggiungere qualcosa che sazia senza appesantire. Per esempio, butto nel brodo una manciata di legumi (lenticchie o ceci, già cotti, così non ci penso troppo) o una fettina di pane integrale tostato. Proteine e fibre, roba che ti tiene pieno più a lungo. E poi, un cucchiaino d’olio extravergine a crudo: sembra poco, ma dà sapore e ti fa sentire come se stessi mangiando un piatto vero, non una punizione.

Sul discorso nutrienti, ammetto che all’inizio ero paranoico. Tipo, “e se mi manca la vitamina X?”. Però ho semplificato: verdure di colori diversi (più colori, più varietà di nutrienti), una fonte di proteine magre (uova sode, un po’ di tacchino, o quei legumi di cui parlavo) e qualcosa di integrale per i carboidrati. Non serve essere perfetti, basta non mangiare solo zucchine per una settimana. E poi, bevo come un cammello: acqua, tisane, anche un brodo chiaro senza sale quando voglio qualcosa di caldo. Questo mi salva da quegli attacchi di fame nervosa dove finisci per saccheggiare la dispensa.

Ora, il tuo challenge “Verso il sole” mi ha fatto venire un’idea: perché non proviamo a fare un mini-gruppo anche noi, qui sul forum? Tipo, una settimana in cui ci diamo tre obiettivi leggeri, come facevate voi. Io, per esempio, mi sto dando queste regole: un piatto di verdura (zuppa o altro) a ogni pasto, 15 minuti di camminata al giorno (anche solo per andare a prendere il pane) e niente snack dopo cena. Non è una dieta da marines, è roba fattibile. Tu che dici, ci stai? Magari butti lì un tuo obiettivo, tipo le tue scale o quei cinque minuti di stretching, e vediamo come va. L’idea di avere qualcuno che “mi tiene d’occhio” (come dicevi tu) è una figata, perché da soli è facile sgarrare e pensare “vabbè, chi se ne accorge?”.

Sul non mollare, ti dico come sto provando a fare io. La routine è la mia ancora di salvezza. Tipo, il mio brodo della sera lo preparo sempre mentre ascolto un podcast, così non mi sembra un compito. E le camminate? Le incastro tornando a casa: scendo una fermata prima o parcheggio un po’ più lontano. Non è che mi sento un atleta, ma quei 15 minuti mi fanno respirare. E quando sgarro (perché sì, la pizza capita anche a me), non mi flagello. Mangio il mio minestrone il giorno dopo e vado avanti. La tua frase sulla bussola che non deve essere perfetta mi ha colpito: è vero, basta che punti nella direzione giusta.

Un’altra cosa che mi sta aiutando è rendere i supi meno noiosi. All’inizio era tutto “bleah, sempre la stessa roba”. Poi ho iniziato a giocare: un giorno ci metto del curry, un altro un po’ di zenzero, oppure frullo tutto e faccio una crema vellutata. Sembra una sciocchezza, ma se il piatto ti piace, non ti senti a dieta. E poi, mangiare con una ciotola carina o un cucchiaio che ti piace (sì, lo so, sembro matto) cambia l’umore. È come dire al cervello: “Ehi, questa è una cosa figa, non una sofferenza”.

Ti butto lì una proposta: prova a inserire una zuppa leggera in uno dei tuoi pasti per un paio di giorni. Non devi rivoluzionare tutto, magari solo a cena al posto di qualcosa di più pesante. E poi scrivici com’è andata. Oppure, dimmi un obiettivo tuo per questa settimana, anche piccolo. Io sono qui, pronto a fare il tifo per te e a raccontarti se il mio minestrone al curry è stato un successo o un disastro. Forza, che questa mappa dei desideri la disegniamo insieme, un passo (e una ciotola) alla volta.