Un passo alla volta: come correre mi sta aiutando a sentirmi meglio

6 Marzo 2025
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Buonasera a tutti,
è da un po’ che non scrivo qui, ma oggi sento il bisogno di condividere un pezzo del mio percorso. Tutto è iniziato un anno fa, quando il mio medico mi ha messo di fronte a una realtà che non potevo più ignorare: il mio peso stava diventando un rischio concreto per la mia salute. Diabete, pressione alta, stanchezza cronica... erano segnali che non potevo trascurare. Non è stato facile accettarlo, ma quel colloquio è stato il mio punto di svolta.
Ho iniziato a correre quasi per caso. Non ero mai stato un tipo sportivo, figuriamoci un runner. All’inizio facevo fatica anche solo a fare un giro dell’isolato senza fermarmi con il fiatone. Ma piano piano, con pazienza, ho trovato il mio ritmo. Non parlo di velocità, ma di costanza. Correre è diventato il mio momento di libertà, un modo per lasciare andare i pensieri pesanti e concentrarmi su di me. Ogni passo mi sembrava un piccolo regalo che facevo al mio corpo.
Non vi nascondo che i primi mesi sono stati duri. La bilancia non sempre collaborava, e a volte mi chiedevo se ne valesse la pena. Ma poi ho iniziato a notare i cambiamenti veri, quelli che vanno oltre i numeri. La mia energia è aumentata, il respiro è più leggero, e anche le analisi del sangue hanno iniziato a raccontare una storia diversa. La pressione si è stabilizzata, e il rischio di diabete sembra sempre più lontano. Non sono ancora al mio obiettivo, ma sto imparando che il percorso è importante quanto la meta.
Correre mi ha insegnato ad ascoltare il mio corpo, a rispettare i suoi tempi. Non è solo questione di perdere chili, ma di sentirmi vivo, presente. Ogni mattina, quando metto le scarpe da corsa, so che sto facendo qualcosa di buono per me stesso, e questa sensazione di pace non ha prezzo. Spero che chi sta iniziando ora non si arrenda: i risultati arrivano, magari non subito, ma arrivano.
Grazie per questo spazio, mi aiuta a mettere in ordine i pensieri.
 
Buonasera a tutti,
è da un po’ che non scrivo qui, ma oggi sento il bisogno di condividere un pezzo del mio percorso. Tutto è iniziato un anno fa, quando il mio medico mi ha messo di fronte a una realtà che non potevo più ignorare: il mio peso stava diventando un rischio concreto per la mia salute. Diabete, pressione alta, stanchezza cronica... erano segnali che non potevo trascurare. Non è stato facile accettarlo, ma quel colloquio è stato il mio punto di svolta.
Ho iniziato a correre quasi per caso. Non ero mai stato un tipo sportivo, figuriamoci un runner. All’inizio facevo fatica anche solo a fare un giro dell’isolato senza fermarmi con il fiatone. Ma piano piano, con pazienza, ho trovato il mio ritmo. Non parlo di velocità, ma di costanza. Correre è diventato il mio momento di libertà, un modo per lasciare andare i pensieri pesanti e concentrarmi su di me. Ogni passo mi sembrava un piccolo regalo che facevo al mio corpo.
Non vi nascondo che i primi mesi sono stati duri. La bilancia non sempre collaborava, e a volte mi chiedevo se ne valesse la pena. Ma poi ho iniziato a notare i cambiamenti veri, quelli che vanno oltre i numeri. La mia energia è aumentata, il respiro è più leggero, e anche le analisi del sangue hanno iniziato a raccontare una storia diversa. La pressione si è stabilizzata, e il rischio di diabete sembra sempre più lontano. Non sono ancora al mio obiettivo, ma sto imparando che il percorso è importante quanto la meta.
Correre mi ha insegnato ad ascoltare il mio corpo, a rispettare i suoi tempi. Non è solo questione di perdere chili, ma di sentirmi vivo, presente. Ogni mattina, quando metto le scarpe da corsa, so che sto facendo qualcosa di buono per me stesso, e questa sensazione di pace non ha prezzo. Spero che chi sta iniziando ora non si arrenda: i risultati arrivano, magari non subito, ma arrivano.
Grazie per questo spazio, mi aiuta a mettere in ordine i pensieri.
Ehi, che bella condivisione, grazie per aver aperto il cuore! Leggerti mi ha fatto riflettere, ma devo dirti che il tuo entusiasmo per la corsa mi ha un po’ spiazzato. Non fraintendermi, è fantastico che tu abbia trovato il tuo ritmo e che il tuo corpo stia rispondendo così bene, ma per chi come me passa 8-10 ore seduto a una scrivania, l’idea di infilarsi le scarpe da corsa ogni mattina sembra un traguardo lontanissimo, quasi accusatorio. È come se mi stessi dicendo: “Ehi, perché non ti muovi di più? Guarda cosa puoi fare se ti impegni!”. Eppure, so che non è questa la tua intenzione.

Anch’io sto cercando di prendermi cura di me, ma il mio percorso è diverso, più... frammentato. Lavoro in ufficio, il tempo per lo sport è un lusso che non mi posso permettere, e la stanchezza mentale a fine giornata mi inchioda al divano. Però, leggendo di come tu parli di “piccoli regali” al tuo corpo, mi sono chiesto: e se provassi a fare qualcosa di simile, ma a modo mio? Non corro, non ancora almeno, ma ho iniziato a inserire piccoli momenti di movimento nella mia routine. Ad esempio, durante la pausa pranzo, invece di restare incollato al telefono, esco per una passeggiata di 15-20 minuti. Non è una maratona, ma sento l’aria fresca, il cuore che batte un po’ più forte, e torno alla scrivania con la testa più leggera.

Poi, c’è questa cosa che sto provando in ufficio: esercizi dietro la scrivania. Niente di complicato, tipo alzarmi sulle punte dei piedi mentre leggo un’email o fare qualche allungamento per le spalle. Ho letto che anche questi micro-movimenti possono fare la differenza, soprattutto per chi, come me, ha una vita sedentaria. Non so se sia paragonabile alla tua corsa, ma è un inizio. E, confesso, sto anche cercando di bere più acqua e magari una tazza di tè verde ogni tanto, perché dicono aiuti il metabolismo, no? Non sono un fanatico delle diete, ma sto provando a fare scelte più consapevoli.

Quello che mi colpisce del tuo post è il discorso sull’ascoltare il corpo. Hai ragione, non è solo una questione di chili. Però, a volte, sento che il mio corpo mi sta urlando di cambiare, e io lo ignoro perché “non ho tempo”. Il tuo percorso mi sembra una sfida, non solo a muovermi di più, ma a smettere di trovare scuse. Forse non diventerò mai un runner, ma potrei trovare il mio modo di fare pace con il mio corpo, passo dopo passo, come dici tu. Grazie per avermi fatto pensare, anche se mi hai un po’ “scosso”. Tu come hai fatto, all’inizio, a non mollare quando la bilancia non si muoveva?
 
Ehi Ubertino, grazie per aver condiviso la tua storia, mi ha davvero colpito. Devo ammetterlo, però, leggere del tuo viaggio con la corsa mi ha fatto sentire un po’ a disagio, come se fossi davanti a uno specchio che riflette tutte le mie scuse. Non fraintendermi, è incredibile quello che stai facendo, ma per uno come me, incastrato tra casa, lavoro e una stanchezza che mi segue come un’ombra, l’idea di correre ogni giorno sembra un sogno lontano, quasi un rimprovero.

Sto cercando di cambiare, sai? Non sono tipo da palestra o da maratone, ma il tuo parlare di “ascoltare il corpo” mi ha fatto pensare. Forse non corro, ma posso fare qualcosa. Ultimamente, per esempio, sto provando a mangiare in modo più consapevole. Non parlo di diete drastiche, quelle mi fanno solo innervosire. Però ho iniziato a preparare piatti più leggeri, tipo insalate con proteine, o verdure al forno con un filo d’olio e spezie, che mi fanno sentire sazio senza appesantirmi. È un piccolo passo, ma mi dà l’idea di fare qualcosa di buono per me stesso, come i tuoi “regali” al corpo.

Poi, c’è questa cosa che sto testando: piccoli momenti di movimento. Non ho tempo per allenamenti veri, ma quando sono in cucina, magari mentre aspetto che il caffè sia pronto, faccio qualche squat o allungo le braccia. Roba da niente, ma mi fa sentire meno in colpa. E, come te, sto imparando che non è solo questione di bilancia. A volte mi guardo allo specchio e mi dico: “Ok, non sei perfetto, ma ci stai provando”. Eppure, ci sono giorni in cui mi arrabbio con me stesso, perché vorrei risultati più veloci.

La tua costanza mi impressiona, sul serio. Quando hai iniziato, come facevi a non scoraggiarti? Soprattutto quando la bilancia sembrava prenderti in giro. Io a volte mi sento bloccato, come se ogni piccolo sforzo fosse inutile. Hai qualche trucco per tenere alta la motivazione, magari qualcosa che non sia solo correre? Grazie ancora, il tuo post mi ha scosso, ma in senso buono.
 
Ehi Ubertino, grazie per aver condiviso la tua storia, mi ha davvero colpito. Devo ammetterlo, però, leggere del tuo viaggio con la corsa mi ha fatto sentire un po’ a disagio, come se fossi davanti a uno specchio che riflette tutte le mie scuse. Non fraintendermi, è incredibile quello che stai facendo, ma per uno come me, incastrato tra casa, lavoro e una stanchezza che mi segue come un’ombra, l’idea di correre ogni giorno sembra un sogno lontano, quasi un rimprovero.

Sto cercando di cambiare, sai? Non sono tipo da palestra o da maratone, ma il tuo parlare di “ascoltare il corpo” mi ha fatto pensare. Forse non corro, ma posso fare qualcosa. Ultimamente, per esempio, sto provando a mangiare in modo più consapevole. Non parlo di diete drastiche, quelle mi fanno solo innervosire. Però ho iniziato a preparare piatti più leggeri, tipo insalate con proteine, o verdure al forno con un filo d’olio e spezie, che mi fanno sentire sazio senza appesantirmi. È un piccolo passo, ma mi dà l’idea di fare qualcosa di buono per me stesso, come i tuoi “regali” al corpo.

Poi, c’è questa cosa che sto testando: piccoli momenti di movimento. Non ho tempo per allenamenti veri, ma quando sono in cucina, magari mentre aspetto che il caffè sia pronto, faccio qualche squat o allungo le braccia. Roba da niente, ma mi fa sentire meno in colpa. E, come te, sto imparando che non è solo questione di bilancia. A volte mi guardo allo specchio e mi dico: “Ok, non sei perfetto, ma ci stai provando”. Eppure, ci sono giorni in cui mi arrabbio con me stesso, perché vorrei risultati più veloci.

La tua costanza mi impressiona, sul serio. Quando hai iniziato, come facevi a non scoraggiarti? Soprattutto quando la bilancia sembrava prenderti in giro. Io a volte mi sento bloccato, come se ogni piccolo sforzo fosse inutile. Hai qualche trucco per tenere alta la motivazione, magari qualcosa che non sia solo correre? Grazie ancora, il tuo post mi ha scosso, ma in senso buono.
Ehi, mi ha fatto un effetto strano leggere il tuo post, come se mi stessi parlando dritto in faccia, senza filtri. La tua storia, con quel mix di fatica e piccoli passi, mi ha preso di sorpresa. Non fraintendermi, non sono arrabbiato con te, ma con me stesso. È come se ogni tua parola mi spingesse a guardarmi dentro e a chiedermi: “E tu, cosa stai facendo per cambiare?”. E la verità è che a volte mi sembra di non fare abbastanza, anche se ci provo.

Sai, io non sono tipo da corsa, proprio no. L’idea di infilarmi le scarpe e macinare chilometri mi fa venire l’ansia solo a pensarci. Ma capisco quel bisogno di muoversi, di sentire che il corpo risponde, che non è solo un peso da trascinare. Per questo mi sono buttato sulle lezioni di gruppo, tipo zumba o pilates, e ultimamente anche un po’ di boxe. Non sono un atleta, sia chiaro, ma quando entro in palestra e vedo gli altri che sudano con me, c’è qualcosa che scatta. È come essere in una squadra: nessuno ti giudica, ma tutti ti spingono a non mollare. Quel ritmo, la musica, le urla dell’istruttore che ti incita a dare di più… mi fanno dimenticare per un’ora che fuori c’è il lavoro, lo stress, la stanchezza.

La tua storia di “piccoli momenti di movimento” mi ha fatto sorridere, perché è esattamente quello che cerco di fare anch’io, ma in modo diverso. Quando scelgo una lezione, cerco qualcosa che mi tenga la testa impegnata, che non mi lasci spazio per pensare “non ce la faccio”. La zumba, per esempio, è un casino di passi e risate: ti muovi, sbagli, ridi, e alla fine sei distrutto ma soddisfatto. Il pilates, invece, è più calmo, ma ti costringe a concentrarti su ogni muscolo, come se stessi ricostruendo il tuo corpo un pezzo alla volta. E la boxe… beh, quella è per i giorni in cui sono così incavolato che voglio solo tirare pugni a un sacco.

Però, visto che parli di mangiare consapevole, ti racconto una cosa. Anch’io sto provando a cambiare in cucina, e ultimamente mi sono fissato con il pesce. Non so, c’è qualcosa di semplice e pulito nel preparare un filetto di salmone al forno con limone e erbe, o una padellata di gamberi con aglio e prezzemolo. Non è solo leggero, ma mi fa sentire come se stessi dando al mio corpo qualcosa di vero, non un piatto pronto pieno di schifezze. Non sono un cuoco stellato, eh, ma questi piatti mi fanno stare bene, e poi non mi sento appesantito come dopo una pizza.

Tornando alla tua domanda sulla motivazione… guarda, non ti mentirò, ci sono giorni in cui la bilancia mi fa venire voglia di spaccare tutto. All’inizio, quando ho iniziato con le lezioni di gruppo, mi aspettavo di vedere risultati in due settimane, tipo quelli delle pubblicità. E invece niente, il peso non si muoveva, e io mi sentivo un fallito. Poi ho capito una cosa: la motivazione non è una magia che ti cade dal cielo, è una scelta. Io mi sono detto: “Ok, magari oggi non ho perso un chilo, ma mi sento più forte, meno goffo”. E le lezioni mi aiutano perché non sono mai solo: c’è sempre qualcuno che ti dà una pacca sulla spalla o che ti dice “dai, ci vediamo giovedì!”. Questo mi tiene in pista.

Un trucco che uso? Trovo una lezione che mi piace davvero e mi ci butto, anche se sono stanco. E se proprio non ce la faccio, faccio come te: piccoli momenti. Tipo, dopo una giornata schifosa, invece di crollare sul divano, metto una canzone e ballo come un idiota in salotto. Non è zumba, ma è movimento, e mi ricorda che sto facendo qualcosa per me. Un’altra cosa che mi aiuta è non pensare troppo alla bilancia. Misuro i progressi in altro modo: riesco a fare una lezione senza morire? Mi sento meno rigido quando mi alzo la mattina? Sono piccole vittorie, ma contano.

Il tuo post mi ha fatto incavolare, sì, ma in senso buono. Mi ha ricordato che non sono l’unico a combattere con questa roba, e che ogni passo, anche minuscolo, è meglio di stare fermo. Quindi grazie, davvero. E tu, che fai per non mollare? Magari hai qualche idea che posso rubarti per i giorni in cui mi sembra tutto inutile.