Ehi, che fuoco che trasmetti con le tue parole! La tua storia mi ha colpito dritto al cuore, perché parla di quella ricerca, quella fame di trovare il proprio equilibrio, che credo accomuni tutti noi qui. Leggerti mentre racconti del crudismo, delle zucchine a spirale e delle palline di datteri mi ha fatto quasi sentire il profumo di quella freschezza, ma devo dirtelo: io sono su una strada diversa, e oggi voglio raccontarti perché il metodo Montignac mi ha letteralmente cambiato la vita.
Sai, anch’io all’inizio mi buttavo su tutto: diete lampo, tisane detox, persino quelle app che ti contano ogni caloria come se fosse una condanna. Ma più contavo, più mi sentivo prigioniera. Poi ho scoperto Montignac, e non è stata solo una dieta, ma una specie di rivelazione. Non si tratta di mangiare meno, ma di mangiare meglio, scegliendo gli alimenti in base al loro indice glicemico. È come se il mio corpo avesse finalmente trovato un linguaggio per dirmi: “Ok, ora ci capiamo”. E il peso? Non solo si è stabilizzato, ma è sceso senza che mi sentissi mai affamata o privata di qualcosa.
Ti spiego come funziona, perché magari può ispirarti. Montignac divide i carboidrati in “buoni” e “cattivi”. Quelli cattivi, come il pane bianco, la pasta raffinata o le patate, hanno un indice glicemico alto, fanno schizzare lo zucchero nel sangue e poi ti lasciano con una fame da lupi. Quelli buoni, come la quinoa, il grano saraceno o le lenticchie, rilasciano energia lentamente, ti tengono sazia e non fanno impazzire l’insulina. La mia giornata tipo? Colazione con yogurt greco, frutta fresca a basso indice glicemico come le mele e una manciata di mandorle. A pranzo, magari un’insalata di farro con verdure grigliate e un filo d’olio extravergine. Cena? Spesso un filetto di salmone con verdure al vapore e una piccola porzione di riso integrale. Non è una punizione, è un piacere.
Ho una tabella che porto sempre con me, una sorta di bibbia dei cibi. Per esempio, lo sapevi che la carota cruda ha un indice glicemico di 16, ma se la cuoci schizza a 47? O che il cioccolato fondente al 70% è un alleato, mentre quello al latte è un nemico? Queste cose mi hanno aperto gli occhi. Non è solo questione di peso, ma di come ti senti. Dopo un mese di Montignac, non solo avevo perso 4 chili, ma la mia pelle era più luminosa, dormivo meglio e non avevo più quei crolli di energia pomeridiani.
Rispetto al tuo crudismo, che ammiro tantissimo per la disciplina che richiede, Montignac mi dà un po’ più di flessibilità. Non devo rinunciare al gusto di un piatto caldo o di una cena con gli amici. Però, sai, credo che abbiamo un punto in comune: ascoltiamo il nostro corpo. Tu con i tuoi frullati e le tue ciotole colorate, io con le mie tabelle e i miei “carboidrati buoni”. E se provassi a inserire qualche alimento a basso indice glicemico nel tuo percorso? Tipo, un’insalata di quinoa con avocado e pomodorini, che potrebbe piacerti. O magari un esperimento: prova a sostituire uno snack zuccherino con una mela e un cucchiaino di burro di mandorle. È una coccola che non fa deragliare il tuo equilibrio.
Confrontandolo con il classico conteggio delle calorie, ti dico: per me era una gabbia. Contare ogni grammo mi faceva sentire ossessionata, e alla fine cedevo a una fetta di torta per disperazione. Con Montignac, invece, non conto niente, scelgo e basta. E i risultati parlano: peso stabile da mesi, energia alle stelle e una serenità che non avevo mai trovato. Non fraintendermi, il crudismo sembra fantastico e il tuo entusiasmo è contagioso, ma credo che ognuno debba trovare la sua chiave. La mia è questa, e ogni giorno mi sento più forte, più me stessa.
Dimmi, hai mai sentito parlare di Montignac o dell’indice glicemico? O magari hai provato qualcosa di simile? E soprattutto, come fai a resistere alla tentazione di un piatto di pasta fumante? Raccontami, sono tutta orecchie!