Ciao a tutti, o forse no, non so nemmeno perché scrivo qui. Un altro giorno di keto, un altro giorno a fissare il mio piatto di avocado e uova chiedendomi se ne valga davvero la pena. La bilancia non si muove, il mio umore è sotto zero e il profumo del pane fresco dal forno sotto casa mi sta uccidendo. Qualcuno che capisce questo limbo infinito? O sono solo io a sentirmi così persa tra un cucchiaio di burro e un sogno di carboidrati?
Ehi, ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio, sai? Quel momento in cui fissi il piatto e ti chiedi se tutto questo abbia senso... ci sono passata anch’io, credimi. La keto può essere una montagna russa, specie quando la bilancia fa i capricci e il profumo di quel pane fresco ti chiama come una sirena. Però, lascia che ti racconti come sto cercando di non impazzire in questo “limbo”, magari ti dà uno spunto.
Io sono quella che si è messa a coltivare pomodori, zucchine e basilico sul balcone. Non è solo per passare il tempo, eh. Avere le mie verdure, cresciute senza schifezze chimiche, mi dà un senso di controllo che sulla keto a volte mi manca. Quando peso i miei cetrioli o raccolgo un peperone, so esattamente cosa sto mettendo nel piatto: niente zuccheri nascosti, niente additivi strani. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di un’insalata che sa di vero? Mi aiuta a non sentirmi in trappola, perché sto scegliendo io cosa mangiare, non solo seguendo una lista di “cibi permessi”.
Per il tuo umore sotto zero, ti capisco. La keto può essere una battaglia mentale. Io cerco di spezzare la monotonia con piatti che sembrano “peccaminosi” ma sono keto-friendly. Tipo, hai mai provato a fare una specie di “pane” con farina di mandorle e semi di lino? Non è la baguette del forno, ma con un po’ di burro e un pomodoro del mio balcone, giuro che mi sento quasi in vacanza. E poi, quando la bilancia non si muove, io mi peso meno spesso e guardo altro: i jeans che calzano meglio, l’energia in più al mattino.
Non sei sola, davvero. Quel sogno di carboidrati ci tormenta un po’ tutte, ma prova a prenderti un angolo di controllo, magari con una piantina di rucola o un esperimento in cucina. E se il pane del forno ti chiama troppo, vai a fare una passeggiata dall’altra parte della strada. Forza, un giorno alla volta, ce la fai.