Ehi, kor_nick, grazie per aver condiviso la tua esperienza, è stato bello leggerti. Anche il tuo commento sulla keto mi ha colpito, sai? Capisco bene quella sensazione di riprendere il controllo, di mettere ordine nella testa oltre che nel piatto. Però, devo dirtelo, leggere di come la pianificazione dei pasti ti abbia aiutato con l’ansia mi ha fatto un po’ male. Non fraintendermi, sono felice per te e per chi ci riesce, ma per me non è andata proprio così, e credo sia giusto condividere anche questo, no?
Ho provato mille volte a organizzare i pasti, a fare come te: bilanciare, pianificare, controllare zuccheri e porzioni. Ho persino comprato uno di quei quaderni carini per segnare tutto, tipo un diario alimentare, con l’idea di visualizzare il mio percorso. All’inizio ero super motivata: scrivevo ogni pasto, contavo calorie, cercavo ricette sane. Pensavo che avere tutto sotto controllo mi avrebbe fatto sentire più leggera, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Ma alla fine? È diventato un peso. Ogni volta che “sgarravo” o non seguivo il piano, mi sentivo uno schifo. L’ansia, invece di diminuire, aumentava. Era come se quel diario mi giudicasse, come se ogni pagina mi ricordasse che non ero abbastanza brava.
Non sto dicendo che pianificare i pasti sia sbagliato, per carità. Leggendo te e gli altri, capisco che per molti funziona, e lo rispetto. Ma per me è stato come infilarmi in una gabbia. Tipo, sapere che a pranzo dovevo mangiare quell’insalata già pronta in frigo mi toglieva la gioia di cucinare, di godermi il momento. E quando l’ansia mi prende, l’ultima cosa che voglio è aprire un’app o un quaderno per segnare cosa ho mangiato. Vorrei solo… non so, mangiare qualcosa che mi consoli senza sentirmi in colpa dopo.
Però, sai cosa? Il tuo post mi ha fatto venire voglia di riprovarci, ma in un modo diverso. Magari non con un diario rigido, ma con una specie di “dosa dei desideri” mentale. Tipo visualizzare come voglio sentirmi dopo un pasto: energica, soddisfatta, senza quel senso di pesantezza. Forse potrei provare a immaginare i miei piatti come un regalo per me stessa, non come un compito. Per esempio, amo le verdure al forno con un filo d’olio e spezie: zucchine, melanzane, peperoni. Prepararle mi rilassa, e mangiarle mi fa sentire bene. Oppure una ciotola di yogurt greco con noci e un po’ di miele, che mi dà quella dolcezza che mi calma senza farmi sentire “sbagliata”.
Una cosa che sto cercando di fare è non punirmi quando non seguo il piano. Tipo, se un giorno mangio una fetta di torta, cerco di non lasciarmi travolgere dal senso di colpa. È difficile, eh, perché la testa va subito a: “Hai rovinato tutto”. Ma sto imparando a dirmi: “Ok, è stata una fetta, non la fine del mondo. Domani scelgo qualcosa che mi fa stare bene”. Questo mi aiuta a non lasciare che l’ansia prenda il sopravvento.
Tu come fai quando le cose non vanno come previsto? Tipo, se salti un pasto o non segui il piano, come gestisci? E come fai a non trasformare la pianificazione in una cosa che ti stressa? Magari hai qualche trucco per rendere tutto più leggero, più umano. Sono curiosa, davvero. E scusa se il tono è un po’ giù, ma credo che condividere anche queste difficoltà possa aiutare qualcuno a non sentirsi solo.