Perso 1 kg in un mese: lento, ma non mollo... chi mi capisce?

  • Autore discussione Autore discussione Bill.
  • Data d'inizio Data d'inizio

Bill.

Membro
6 Marzo 2025
78
8
8
Ehi, ciao a tutti, o forse no, non so, chi se ne importa del saluto! Oggi mi sono pesato, e indovinate un po’? Un altro misero chilo in meno dopo un mese intero. Un chilo! Ma sapete cosa? Non mollo, anche se a volte mi sembra di combattere contro un muro di gomma. Mi alleno, sudo, sollevo pesi come se fossi un supereroe, ma i risultati arrivano con il contagocce. Qualcuno là fuori capisce questa lentezza assurda?
Io continuo, eh, ostinato come un mulo. Faccio le mie serie, spingo, tiro, e sì, magari non corro come un pazzo perché preferisco i pesi, ma il fiatone ce l’ho lo stesso. Eppure la bilancia mi guarda con quel sorrisetto maligno, come a dire: “Tutto qui?”. Mi dico che è meglio di niente, che almeno non ingrasso, ma cavolo, vorrei vedere quei numeri scendere più in fretta!
Non so, forse sono io che mi aspetto troppo. O forse è il mio corpo che ha deciso di prendersela comoda, tipo una vacanza eterna. Però continuo, perché mollare non è un’opzione. Chi è con me in questa lotta infinita? Chi altro sente che il progresso è un bradipo pigro? Dai, fatemi sentire meno solo, che qui tra manubri e sudore mi serve una pacca sulla spalla!
 
Ehi, ti capisco fin troppo bene, sai? Quel chilo in meno dopo un mese di fatica è come una presa in giro, ma allo stesso tempo è un segno che qualcosa si muove, no? Io sto provando a scendere di peso con la yoga del riso, e ti giuro, a volte mi sembra di ridere più per disperazione che per altro! Però continuo, perché il punto è proprio quello: non mollare. Tu coi pesi, io col ridere come un matto, ma alla fine siamo sulla stessa barca, a combattere contro ‘sta bilancia che sembra sempre avere l’ultima parola.

La lentezza è snervante, vero? Sudare, spingere, e poi vedere ‘sti risultati microscopici… eppure, dicono che ridere abbassi lo stress, e lo stress è quello che mi faceva mangiare schifezze senza senso. Magari non vedo i numeri crollare, ma almeno non mi abbuffo più come prima. Tu coi manubri, io con le risate, ognuno a modo suo, ma capisco quel senso di “ma quando arriva il vero cambiamento?”. Forse siamo noi che vogliamo tutto e subito, o forse i nostri corpi hanno deciso di fare i testardi.

Non sei solo, credimi. Io sto cercando qualche gruppo di yoga del riso qui vicino, magari un posto dove ridere insieme ad altri e sentirmi meno scemo mentre provo a dimagrire. Tu continua a spingere coi pesi, che ostinazione ne abbiamo da vendere. Dai, un passo alla volta, anche se sembra di inseguire un bradipo!
 
Ehi, ciao a tutti, o forse no, non so, chi se ne importa del saluto! Oggi mi sono pesato, e indovinate un po’? Un altro misero chilo in meno dopo un mese intero. Un chilo! Ma sapete cosa? Non mollo, anche se a volte mi sembra di combattere contro un muro di gomma. Mi alleno, sudo, sollevo pesi come se fossi un supereroe, ma i risultati arrivano con il contagocce. Qualcuno là fuori capisce questa lentezza assurda?
Io continuo, eh, ostinato come un mulo. Faccio le mie serie, spingo, tiro, e sì, magari non corro come un pazzo perché preferisco i pesi, ma il fiatone ce l’ho lo stesso. Eppure la bilancia mi guarda con quel sorrisetto maligno, come a dire: “Tutto qui?”. Mi dico che è meglio di niente, che almeno non ingrasso, ma cavolo, vorrei vedere quei numeri scendere più in fretta!
Non so, forse sono io che mi aspetto troppo. O forse è il mio corpo che ha deciso di prendersela comoda, tipo una vacanza eterna. Però continuo, perché mollare non è un’opzione. Chi è con me in questa lotta infinita? Chi altro sente che il progresso è un bradipo pigro? Dai, fatemi sentire meno solo, che qui tra manubri e sudore mi serve una pacca sulla spalla!
No response.
 
Ehi Bill, sai che ti dico? La bilancia può fare la stronza quanto vuole, ma tu sei lì che spingi come un toro, e questo è ciò che conta! Un chilo in un mese? Fratello, è comunque un passo verso la gloria, anche se sembra di scalare una montagna con le ciabatte. Io ti capisco, oh se ti capisco. Sto tirando per la mia gara di bodybuilding, e credimi, la "sушка" è una guerra santa contro il mio stesso corpo.

Sto seguendo un piano rigido, tipo monaco guerriero in palestra. La mia dieta è una scienza esatta: petto di pollo pesato al grammo, albumi d’uovo come se fossi una fabbrica di meringhe, e verdure verdi che ormai sogno pure di notte. Colazione? Fiocchi d’avena e un misurino di whey, perché il metabolismo deve partire come una Ferrari, non come una Panda scassata. A pranzo e cena, proteine magre e carboidrati complessi, ma tutto calcolato, mica a occhio. E poi, sai, con il mio corpo che a volte fa i capricci per via del metabolismo lento, devo stare attento a non esagerare con i grassi, anche quelli buoni. Olio d’oliva? Sì, ma col contagocce, tipo pozione magica.

In palestra, è un massacro calcolato. Cinque giorni a settimana, alterno gruppi muscolari: petto e tricipiti un giorno, schiena e bicipiti il successivo, gambe che mi fanno imprecare in tutte le lingue conosciute. Faccio serie da 10-12 ripetizioni, pesi pesanti ma controllati, perché voglio definizione, non solo massa. E poi, cardio. Oddio, il cardio. Non quello da criceto sulla ruota, ma interval training: 30 secondi a tutta, 1 minuto piano, per 20 minuti. Sudo come se fossi in una sauna finlandese, ma è così che si scolpisce il marmo, no?

Il punto è, Bill, che il tuo chilo è una vittoria, anche se sembra una briciola. Il corpo a volte è un bastardo pigro, specie se hai un metabolismo che rema contro. Io stesso devo ricordarmi che non è solo la bilancia a parlare: guardo lo specchio, vedo le vene che iniziano a spuntare, i muscoli che si definiscono. Tu continua a spingere, a sudare, a mangiare pulito. Non sei solo, fratello. Siamo in trincea insieme, a combattere contro quel muro di gomma. E sai una cosa? Lo abbatteremo, un chilo alla volta. Forza, dacci dentro!
 
Ehi lith, sai che c’è? Leggerti è stato come guardarmi allo specchio, giuro. Quel tuo “spingi come un toro” mi ha fatto quasi commuovere, perché è esattamente così che mi sento mentre corro dietro al mio obiettivo. Sto preparando il terreno per il mio matrimonio, e voglio entrarci sentendomi una regina, non solo per la bilancia, ma per me stessa. Un chilo al mese come Bill? Lo capisco fin troppo bene. A volte sembra di remare controcorrente con un cucchiaino, ma ogni passo è una tacca sul nostro trofeo, no?

Il mio piano è una specie di missione militare, ma con un tocco di grazia, diciamo. La dieta è il mio mantra quotidiano: colazione con yogurt greco, un po’ di frutta fresca e una manciata di mandorle, perché voglio energia ma senza appesantirmi. A pranzo, sempre una proteina magra, tipo tacchino o pesce, con un mare di verdure e un po’ di quinoa o riso integrale. Cena leggera, magari una zuppa di verdure o un’insalata con qualche fettina di avocado, ma tutto pesato, perché se sgarro di un grammo il mio corpo lo sa e mi punisce. Ho imparato a mie spese che il metabolismo lento è come un coinquilino pigro: devi trascinarlo di forza per farlo muovere. Bevo litri d’acqua, tisane come se fossi un’erborista, e ho bandito gli zuccheri semplici come se fossero il nemico pubblico numero uno. Ogni tanto, però, mi concedo un quadratino di cioccolato fondente, perché, diciamocelo, la vita senza un pizzico di dolcezza non è vita.

L’allenamento è il mio momento di sfogo. Vado in palestra quattro volte a settimana, e lì è una danza tra pesi e sudore. Faccio circuiti full-body, con esercizi come squat, affondi e plank, perché voglio un corpo tonico, non solo magro. I pesi non sono pesanti come i tuoi, lith, ma per me è una conquista ogni volta che aggiungo un dischetto. Il cardio lo faccio due volte a settimana, e sì, anche io odio quel tapis roulant con tutta me stessa. Però, quando finisco, mi sento come se potessi conquistare il mondo. A casa, a volte, faccio yoga per sciogliere i muscoli e la testa, perché questa battaglia non è solo fisica, è anche mentale.

Bill, il tuo chilo è un simbolo, e lith ha ragione: non è solo la bilancia a parlare. Io stessa, dopo settimane di fatica, ho visto il numero fermo, ma poi mi sono guardata allo specchio e ho notato che i jeans stringono meno, che la pelle è più luminosa, che mi sento più forte. È un viaggio lento, a volte snervante, ma ogni grammo perso, ogni muscolo che si definisce, è una vittoria. Lith, il tuo racconto mi ha dato una carica pazzesca: sapere che siamo in tanti a combattere questa guerra mi fa sentire meno sola. Continuiamo a spingerci l’un l’altro, a ricordarci che non si molla. Un chilo, un centimetro, un sorriso nello specchio: tutto conta. Forza, siamo una squadra, e questo muro lo butteremo giù insieme.