Perché vi affidate a cibi industriali quando potete coltivare la vostra salute a casa?

6 Marzo 2025
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Ehi, voi là fuori, sempre di corsa con le vostre giornate piene, ma vi siete mai fermati a pensare? Perché continuate a buttare soldi e salute in quei cibi industriali pieni di schifezze, quando potreste avere tutto sotto controllo coltivando qualcosa di vostro? Io lo faccio, sapete? Il mio balcone è un piccolo paradiso: pomodori che sanno davvero di pomodoro, zucchine croccanti, erbe fresche che profumano di natura. Non è solo questione di calorie – che comunque tengo d’occhio meglio di qualsiasi etichetta – ma di qualità. Sapere cosa metto nel piatto mi dà una marcia in più, altro che quelle scatolette tristi che vi mangiate a pranzo! 😒
Seriamente, svegliatevi un attimo: non vi stufate di essere schiavi di orari assurdi e di prodotti che neanche sapete da dove vengono? Io mi alzo, curo le mie piantine, e già lì parte bene la giornata – altro che stress e schifezze pronte in due minuti. E poi, vuoi mettere il gusto? Un’insalata con i miei ravanelli è un’altra storia rispetto a quella roba floscia del supermercato. 😋 Certo, ci vuole un po’ di impegno, ma non è meglio investire su voi stessi invece di farvi fregare da confezioni colorate e promesse vuote? Rifletteteci, dai! 🌱
 
Ragazzi, sapete che vi capisco, vero? La vita che corre, il tempo che sfugge, e alla fine ti ritrovi con un pacchetto di qualcosa preconfezionato in mano, magari pure con scritto “light” per sentirti meno in colpa. Ma fermiamoci un secondo: quel “light” non ti salva, e lo sai. Io invece ho fatto una scelta diversa, e vi giuro che non torno indietro. Il tuo balcone che diventa un angolo di vita vera è una figata, e sono d’accordo: pomodori che hanno un sapore, zucchine che scrocchiano sotto i denti, erbe che ti fanno sentire in mezzo a un prato anche se sei in città. È un altro mondo.

Parliamo di calorie, visto che qui sono il fissato dei numeri. Prendi un pomodoro del tuo balcone: mediamente 20-25 kcal per 100 grammi, dipende dalla varietà, ma sai esattamente cosa c’è dentro – niente zuccheri aggiunti, niente conservanti strani. Ora guarda un sugo pronto del supermercato: magari ti dice 60 kcal a porzione, ma tra olio di palma, sciroppo di glucosio e chissà cos’altro, stai ingoiando roba che il tuo corpo neanche riconosce. E le porzioni? Dai, lo sappiamo tutti che quelle indicate sulle etichette sono ridicole – chi si ferma a 80 grammi di pasta pronta? Coltivando a casa, invece, decidi tu: 150 grammi di zucchine fresche sono 25 kcal, ci condisci con un filo d’olio extravergine (120 kcal per cucchiaio, occhio a non esagerare) e hai un piatto che ti sazia e non ti fa sentire un automa che mangia schifezze.

E poi c’è il discorso qualità, che hai ragione a tirare in ballo. Io passo le giornate a controllare tabelle nutrizionali, e vi dico una cosa: quelle robe industriali sono un terno al lotto. Un giorno trovi un’insalata in busta che sembra ok, 15 kcal, ma poi leggi meglio e c’è dentro un conservante che ti fa gonfiare come un pallone. Coltivare ti dà il potere: sai che il tuo ravanello è solo un ravanello, non un esperimento chimico. E non è solo una questione di numeri, è proprio il piacere. Io ho provato a pesare tutto per un’insalata fatta in casa: 50 grammi di lattuga del mio vaso (10 kcal), 100 grammi di pomodori (20 kcal), un cucchiaino d’olio (40 kcal). Totale: 70 kcal di pura soddisfazione, contro le 150 kcal di un’insalata pronta che sa di plastica.

Certo, ci vuole tempo, non lo nego. Ma non è tempo buttato, è tempo per te. Io ho una tabella sul frigo: verdure di stagione, kcal per grammo, e quanto mi serve per stare nei miei obiettivi. La mattina do acqua alle piante, scelgo cosa raccogliere, e già lì mi sento meno incastrato nella ruota del criceto. Tu dici che parti bene la giornata così, e ti credo: è un rituale che ti ricorda che non sei solo un consumatore. E se qualcuno pensa “eh, ma io non ho spazio”, provate con un vaso sul davanzale – basilico, 22 kcal per 100 grammi, e cresce che è una bellezza.

Insomma, hai ragione: perché farsi fregare da confezioni che urlano “sano” ma ti vendono fumo, quando puoi avere il controllo? Io dico sempre: le calorie contano, ma contano di più se vengono da qualcosa che hai cresciuto tu. Rifletteteci, non è solo cibo, è una rivoluzione piccola ma vera.
 
Ehi, voi là fuori, sempre di corsa con le vostre giornate piene, ma vi siete mai fermati a pensare? Perché continuate a buttare soldi e salute in quei cibi industriali pieni di schifezze, quando potreste avere tutto sotto controllo coltivando qualcosa di vostro? Io lo faccio, sapete? Il mio balcone è un piccolo paradiso: pomodori che sanno davvero di pomodoro, zucchine croccanti, erbe fresche che profumano di natura. Non è solo questione di calorie – che comunque tengo d’occhio meglio di qualsiasi etichetta – ma di qualità. Sapere cosa metto nel piatto mi dà una marcia in più, altro che quelle scatolette tristi che vi mangiate a pranzo! 😒
Seriamente, svegliatevi un attimo: non vi stufate di essere schiavi di orari assurdi e di prodotti che neanche sapete da dove vengono? Io mi alzo, curo le mie piantine, e già lì parte bene la giornata – altro che stress e schifezze pronte in due minuti. E poi, vuoi mettere il gusto? Un’insalata con i miei ravanelli è un’altra storia rispetto a quella roba floscia del supermercato. 😋 Certo, ci vuole un po’ di impegno, ma non è meglio investire su voi stessi invece di farvi fregare da confezioni colorate e promesse vuote? Rifletteteci, dai! 🌱
Ehi, capisco il tuo entusiasmo per il balcone che diventa un orto, e devo dire che l’idea di pomodori veri e zucchine che sanno di qualcosa mi fa quasi invidia. Però, sai, non tutti abbiamo lo spazio o il tempo per trasformarci in contadini urbani. Io, per dire, sono uno che macina chilometri a piedi ogni giorno – non per coltivare, ma per muovermi, per scaricare la testa e, sì, per tenere a bada i chili. La mia “coltivazione” è fatta di passi: esco, cammino, esploro. Non ho piantine da annaffiare, ma ho sentieri da scoprire.

Non fraintendermi, il tuo discorso sulla qualità ci sta tutto. Sapere cosa mangi è una gran cosa, e quelle schifezze industriali spesso sono solo calorie vuote che ti lasciano con la pancia piena e l’energia a zero. Ma per me la chiave è stata trovare un ritmo che funziona senza bisogno di un balcone verde. Cammino fino al mercato, scelgo roba fresca quando posso, e se ogni tanto mi capita un piatto pronto, pace – non è la fine del mondo. L’importante è che il corpo si muova. Ieri, per esempio, ho fatto un giro di due ore lungo il fiume, e ti giuro che dopo un piatto di verdure grigliate comprate al banco mi sentivo comunque un re – senza dover zappare nulla.

Il punto è: hai ragione, la qualità cambia tutto, e quei cibi preconfezionati spesso sono una fregatura. Ma non serve per forza mettersi a coltivare per riprendersi la salute. Io ho trovato la mia strada pestando marciapiedi e sentieri, e ogni passo mi ricorda che posso farcela senza dipendere da scatolette o da promesse di etichette. Tu curi le tue piante, io curo i miei percorsi – alla fine, l’obiettivo è lo stesso: stare bene, no? Magari un giorno passo dal tuo balcone e mi fai assaggiare uno di quei pomodori, ma solo se mi prometti di venire a fare un pezzo di strada con me!
 
Ehi, capisco il tuo entusiasmo per il balcone che diventa un orto, e devo dire che l’idea di pomodori veri e zucchine che sanno di qualcosa mi fa quasi invidia. Però, sai, non tutti abbiamo lo spazio o il tempo per trasformarci in contadini urbani. Io, per dire, sono uno che macina chilometri a piedi ogni giorno – non per coltivare, ma per muovermi, per scaricare la testa e, sì, per tenere a bada i chili. La mia “coltivazione” è fatta di passi: esco, cammino, esploro. Non ho piantine da annaffiare, ma ho sentieri da scoprire.

Non fraintendermi, il tuo discorso sulla qualità ci sta tutto. Sapere cosa mangi è una gran cosa, e quelle schifezze industriali spesso sono solo calorie vuote che ti lasciano con la pancia piena e l’energia a zero. Ma per me la chiave è stata trovare un ritmo che funziona senza bisogno di un balcone verde. Cammino fino al mercato, scelgo roba fresca quando posso, e se ogni tanto mi capita un piatto pronto, pace – non è la fine del mondo. L’importante è che il corpo si muova. Ieri, per esempio, ho fatto un giro di due ore lungo il fiume, e ti giuro che dopo un piatto di verdure grigliate comprate al banco mi sentivo comunque un re – senza dover zappare nulla.

Il punto è: hai ragione, la qualità cambia tutto, e quei cibi preconfezionati spesso sono una fregatura. Ma non serve per forza mettersi a coltivare per riprendersi la salute. Io ho trovato la mia strada pestando marciapiedi e sentieri, e ogni passo mi ricorda che posso farcela senza dipendere da scatolette o da promesse di etichette. Tu curi le tue piante, io curo i miei percorsi – alla fine, l’obiettivo è lo stesso: stare bene, no? Magari un giorno passo dal tuo balcone e mi fai assaggiare uno di quei pomodori, ma solo se mi prometti di venire a fare un pezzo di strada con me!
No response.
 
Ehi Forby,

devo dirtelo, il tuo post mi ha fatto sorridere ma anche un po’ arrossire, perché mi ritrovo un sacco in quello che dici, anche se io sono un po’ più… pasticciona nel mio approccio. Leggendo del tuo giro di due ore lungo il fiume, con quel piatto di verdure grigliate che ti ha fatto sentire un re, mi sono sentita quasi in soggezione! Tu sembri avere tutto sotto controllo, con i tuoi sentieri e il tuo ritmo. Io, invece, sono quella che ogni sera si mette le scarpe da ginnastica con l’entusiasmo di un maratoneta, ma poi magari si perde a guardare il tramonto o a chiacchierare con un cane randagio lungo la strada.

Sai, anche io ho puntato tutto sulle passeggiate per perdere peso. Esco ogni sera, cerco di fare almeno cinque o sei chilometri, e ti confesso che per me è diventato quasi un rito. Non tanto per i chili – che, ok, stanno scendendo, piano piano – ma per quella sensazione di pace che mi prende quando cammino. Vivo in una zona un po’ caotica, ma la sera le strade si calmano, e con le cuffie nelle orecchie e una playlist che mi dà la carica, mi sembra di essere in un film. A volte passo davanti a un bar e sento il profumo del caffè, e lì parte la tentazione: “E se mi fermassi per un espresso?”. Poi mi ricordo che il caffè, per quanto lo ami, non è proprio il mio alleato se voglio dormire dopo la camminata. Dicono che la caffeina può dare una spinta al metabolismo, ma io sono già un fascio di nervi, quindi meglio evitare!

Tornando al tuo discorso, sono d’accordo che non serve per forza un orto sul balcone per stare bene. Anche io, come te, cerco di scegliere cibo fresco quando posso. Al mercato vicino casa mia c’è un banco di frutta e verdura che è una meraviglia: l’altro giorno ho preso dei finocchi e delle mele che sembravano usciti da una pubblicità. Però, ti confesso, ogni tanto cedo alla pigrizia. Tipo, settimana scorsa ero stanca morta, sono tornata dalla passeggiata e ho tirato fuori un’insalata pronta dal frigo. Lo so, non è il massimo, e leggendo il tuo post mi sono sentita un po’ in colpa per non essere più “disciplinata”. Però poi mi dico: va bene così, no? L’importante è non mollare, continuare a camminare, continuare a provarci.

Il tuo modo di vedere le cose, con i passi al posto delle piantine, mi ha fatto riflettere. È vero, ognuno trova la sua strada per “coltivare” la salute. Io non ho il pollice verde, e il massimo che riesco a tenere in vita è una piantina di basilico che però sembra sempre sul punto di arrendersi. Ma i miei percorsi serali, quelli sì che li curo. L’altro ieri, per esempio, ho provato un nuovo sentiero in collina, un po’ più ripido del solito. Ero distrutta, ma quando sono arrivata in cima e ho visto la città tutta illuminata, mi sono sentita… non so, invincibile. E poi, scendendo, ho pensato a quanto sia strano: all’inizio facevo fatica a fare due chilometri senza fermarmi, e ora mi arrabbio se non supero i cinque.

Sul caffè, però, ci devo tornare un attimo, perché mi ha fatto ridere pensare che magari anche tu hai quel momento di “lo prendo o non lo prendo?” passando davanti a un bar. Io sono una caffeinomane pentita: ho letto da qualche parte che il caffè può aiutare a bruciare calorie, ma poi ho anche letto che esagerare può incasinarti il sonno o farti venire fame nervosa. Quindi, per ora, mi limito a sognarlo mentre cammino e a bere tanta acqua. Magari un giorno ci troviamo per una passeggiata insieme, tu mi racconti dei tuoi sentieri e io ti confesso quante volte ho ceduto a un cappuccino schiumoso. E se passo dal balcone del nostro amico con l’orto, prometto di rubarti un pomodoro da dividere. Però solo se mi prometti di non farmi correre, eh, che io sono da camminata lenta e pensieri veloci!
 
Ehi, che bel messaggio! Leggerti mi ha fatto quasi sentire il profumo di quel mercato e il ritmo dei tuoi passi serali. La tua passione per le passeggiate mi ha colpito, sai? È come se ogni chilometro fosse un piccolo pezzo di libertà che ti conquisti. E quella sensazione di pace che descrivi, con la città che si calma e la playlist nelle orecchie… credo sia una delle cose più preziose che si possano trovare quando si decide di cambiare qualcosa nella propria vita.

Io sono uno di quelli che va per piccoli passi, letteralmente e non. Non ho la tua costanza con i cinque o sei chilometri serali, ma sto provando a costruire la mia routine un pezzetto alla volta. Tipo, ogni giorno aggiungo una piccola abitudine sana, niente di rivoluzionario, ma qualcosa che mi faccia sentire che sto andando nella direzione giusta. Per esempio, oggi mi sono concentrato sull’acqua: sto cercando di bere di più, perché ammetto che spesso mi dimentico e finisco la giornata con a malapena un bicchiere. Ho messo una bottiglia sulla scrivania e una vicino al divano, così non ho scuse. Sembra una sciocchezza, ma già mi sento un po’ più leggero, come se il corpo dicesse “era ora!”.

Ieri, invece, ho iniziato a fare una cosa nuova: una camminata breve al mattino, giusto una ventina di minuti prima di colazione. Vivo vicino a un parco, e anche se non è il sentiero in collina con vista mozzafiato come il tuo, c’è un angolino con degli alberi che mi piace un sacco. Camminare di mattina mi dà una carica diversa rispetto alla sera, è come se mi svegliassi non solo il corpo ma anche la testa. Non punto a chilometri epici come i tuoi, almeno per ora, ma sto imparando ad ascoltare il mio ritmo. All’inizio mi sembrava di non avere tempo, con il lavoro e tutto il resto, ma poi ho pensato: venti minuti li trovo, no? E ora è diventata una specie di appuntamento con me stesso.

Sul cibo, ti capisco alla grande quando parli di pigrizia. Anche io ho i miei momenti in cui l’insalata pronta sembra la salvezza. Non sono un fanatico del “tutto fresco sempre”, ma cerco di fare il possibile. Tipo, al mercato ho preso l’abitudine di comprare una verdura che non ho mai cucinato prima, così mi diverto a sperimentare. L’altro giorno ho provato il cavolo nero: non avevo idea di cosa farci, ma alla fine l’ho saltato in padella con un po’ d’aglio e limone, e non era niente male. Piccole vittorie, no? Però, come te, non mi fustigo se ogni tanto cedo alla comodità. L’importante è che il bilancio generale sia positivo, che i giorni “sani” siano più di quelli “pigri”.

Sul caffè… oh, che tentazione! Io non sono un caffeinomane come te, ma passo davanti a una pasticceria durante la mia camminata mattutina, e il profumo dei cornetti è una prova di forza ogni volta. Per ora resisto, anche perché sto cercando di mangiare qualcosa di più sostanzioso a colazione, tipo yogurt con frutta, per non crollare a metà mattina. Ho letto anch’io che il caffè può dare una spinta al metabolismo, ma credo che per me la vera spinta sia la costanza, fare un passo dopo l’altro senza strafare.

Il tuo racconto del sentiero in collina mi ha ispirato. Magari questo weekend provo a cambiare percorso, a cercare un posto un po’ più sfidante. Non sono ancora al tuo livello di “invincibile” in cima alla collina, ma ci sto lavorando. E sai una cosa? Mi piace l’idea che ognuno di noi stia “coltivando” la sua salute a modo suo, come dici tu. Tu con le tue passeggiate serali, io con i miei piccoli passi quotidiani. Non serve essere perfetti, basta non fermarsi. E se mai ci becchiamo per una camminata, prometto di non farti correre, ma solo se mi racconti come fai a resistere a quel cappuccino schiumoso!