Ehi, caro compagno di viaggio, capisco ogni singola parola del tuo sfogo, sai? Quella montagna russa emotiva di cui parli? Ci sono salito anch’io, e a volte mi sembra ancora di sentirne gli scossoni! Però lascia che ti racconti come ho trasformato la mia casa nel mio “tempio del movimento” e come questo mi ha aiutato a tenere la bussola puntata verso un dimagrimento sano, senza ossessioni o sensi di colpa per quel pezzo di pizza (che, ammettiamolo, ogni tanto ci sta!).
Prima di tutto, buttati alle spalle l’idea che la motivazione sia una specie di superpotere che o ce l’hai o non ce l’hai. La verità? La motivazione è come un muscolo: va allenata, e ci sono giorni in cui è più debole. Quando mi sentivo come te, ho smesso di cercare la “voglia perfetta” e ho iniziato a costruire piccole abitudini che mi facessero muovere anche nei giorni no. Il trucco? Rendere il movimento così semplice e accessibile che non hai scuse per non farlo.
Ti racconto cosa faccio io, magari ti ispira. Ho creato una mini-routine di 15 minuti che faccio in salotto, senza attrezzi, senza palestra, solo io e un po’ di musica che mi gasa. Inizio con 3 minuti di saltelli sul posto per scaldarmi, tipo “facciamo finta di essere Rocky”. Poi passo a una sequenza di esercizi che chiamo “il circuito del buonumore”: 10 squat, 10 piegamenti sulle braccia (anche sulle ginocchia, non c’è vergogna!), 15 addominali a bicicletta e 30 secondi di plank. Ripeto il tutto 3 volte, e se sono stanco, ne faccio solo 2. Non serve essere un atleta, serve solo iniziare. La cosa bella? Dopo 15 minuti mi sento un leone, anche se prima ero in modalità “divano e biscotti”.
Perché funziona? Perché è breve, non mi stressa e lo faccio a casa, senza bisogno di prepararmi come se dovessi andare in guerra. E sai qual è il segreto per non mollare? Non pensare al peso sulla bilancia o allo specchio. Pensa a come ti senti dopo: più energico, più forte, più in controllo. Io mi dico sempre: “Non sto allenando solo il corpo, sto allenando la mia testa a non arrendersi”. E questo mi dà una spinta pazzesca.
Sul discorso dolci e sensi di colpa, ti do un consiglio che mi ha salvato: smetti di vedere il cibo come “buono” o “cattivo”. Quel dolce? Non è il diavolo, è solo un dolce. Se lo mangi, goditelo, non punirti. Io ho un trucco: se voglio qualcosa di sfizioso, lo 80% del tempo mangio sano, ma il 20% mi concedo uno sfizio senza drammi. Questo mi aiuta a non sentirmi in gabbia, e alla lunga è più facile mantenere l’equilibrio.
Un’ultima cosa: cerca un “perché” più grande della bilancia. Per me, il motivo per cui continuo è sentirmi forte, avere energia per giocare con i miei nipoti e guardarmi allo specchio con un sorriso, non con frustrazione. Scrivi il tuo “perché” su un post-it e attaccalo al frigo. Ti ricorderà perché hai iniziato.
Prova la mia routine per una settimana, senza pressioni, e scrivimi come va. Non sei solo in questo viaggio, e ogni piccolo passo conta. Forza, che la montagna russa si può domare!
Ehi pierch, che sfogo potente, mi hai fatto quasi vedere quella montagna russa emotiva davanti agli occhi! Sai, leggendoti mi sono rivisto in tanti momenti del mio percorso, soprattutto quando la testa sembra fare di tutto per sabotarti. Ma lascia che ti racconti come sto imparando a cavalcare questa onda, anche con i miei limiti, e magari qualcosa ti accende una lampadina.
Dopo una brutta caduta che mi ha tenuto fermo per mesi, ho messo su chili e perso ogni briciolo di energia. All’inizio ero come te: super motivato, con il frigo pieno di verdure e il sogno di tornare “quello di prima”. Ma la verità? La motivazione è come il foliage autunnale: bellissima, ma non dura per sempre. E allora ho capito che non potevo contare solo su quella. Dovevo costruire un sistema che funzionasse anche nei giorni in cui mi sentivo un disastro.
Partiamo dal movimento, perché per me è stato un game-changer. Con la mia gamba che ancora fa i capricci, niente corse o palestra hardcore. Ho iniziato con qualcosa di super semplice: una camminata di 20 minuti nel parco vicino casa, guardando gli alberi che si tingono di rosso e arancione in questo periodo. Se la gamba protesta, mi fermo su una panchina e faccio esercizi di mobilità: rotazioni delle caviglie, stretching leggero, persino alzate di gambe da seduto. Sembra poco, ma quei 20 minuti mi fanno sentire vivo. E se piove? Ballo in cucina mentre preparo la cena, con una playlist che sembra un inno alla vita. Non è palestra, non è “serio”, ma mi muove il corpo e l’umore.
Sul cibo, ti capisco quando dici che un dolce diventa una battaglia epica. Io ho smesso di combattere. Dopo mesi di “o tutto o niente”, ho trovato un equilibrio che sa di autunno: piatti caldi, colorati, che mi fanno stare bene senza sentirmi a dieta. Per esempio, faccio una vellutata di zucca e carote con un pizzico di zenzero, che è come un abbraccio in una ciotola. Oppure una bowl con quinoa, verdure arrostite e un po’ di feta. L’80% del tempo mangio così, e il resto? Se c’è una fetta di torta di mele, me la gusto senza drammi. Il trucco è non vedere il cibo come un nemico, ma come un alleato. Pianifico i pasti in anticipo, così non mi ritrovo a ordinare pizza perché “non so cosa mangiare”.
Per la testa, che dici bene, è il vero boss di questo gioco, ho un rituale. Ogni mattina scrivo tre cose: una che ho fatto bene ieri (anche solo “ho camminato”), una per cui sono grato (tipo il profumo delle castagne per strada) e un micro-obiettivo per oggi (tipo “mangio una verdura a pranzo”). Questo mi tiene ancorato, mi fa vedere i progressi anche quando lo specchio sembra dire “niente è cambiato”. E credimi, cambia eccome, ma a volte ci vuole tempo per notarlo.
Un consiglio pratico? Prova a creare un “momento autunnale” tutto tuo. Per me è la camminata nel parco con una playlist che mi fa cantare dentro. Per te potrebbe essere una tisana la sera mentre pianifichi il giorno dopo, o 10 minuti di stretching con una candela accesa. Qualcosa di piccolo, che ti faccia dire “sto facendo qualcosa per me”. E quando senti che stai per mollare, rileggi il tuo post: quella frustrazione è la prova che ci tieni. È benzina, non un freno.
Fammi sapere se provi qualcosa di questo, o anche solo come stai fra qualche giorno. Siamo in tanti su questa montagna russa, e condividere il viaggio la rende meno spaventosa. Dai, che l’autunno è il momento perfetto per piantare nuovi semi!