Ragazzi, sapete qual è la cosa bella di nuotare? Ti senti leggero, non solo in acqua, ma anche dopo, quando esci e il corpo sembra ringraziare. Mangiare fuori casa può essere una sfida, lo so bene, ma da quando ho fatto pace con il nuoto, ho trovato un modo per godermi una cena senza sentirmi in colpa. Non sto dicendo che è magia, ma il modo in cui mi muovo in piscina mi dà quella sensazione di controllo, come se stessi costruendo una versione più forte di me stesso, dentro e fuori.
Quando sono al ristorante, cerco di pensare come se fossi ancora in acqua: fluido, senza forzature. Non mi privo di un piatto che mi piace, ma scelgo con attenzione. Per esempio, se c’è un’insalata di mare o un pesce grigliato, mi butto su quelli. Sono leggeri, mi fanno sentire bene e non pesano sullo stomaco, proprio come quando scivolo tra le corsie. Se c’è un buffet, prendo un piatto piccolo e lo riempio di colori: verdure, magari un po’ di proteine magre. Evito di strafare con i carboidrati pesanti, non perché li demonizzi, ma perché dopo mi sento lento, e non c’è niente di peggio che perdere quella leggerezza che il nuoto mi regala.
La mia routine in piscina mi aiuta anche a pianificare. Nuoto tre volte a settimana, sessioni da 45 minuti, alternando stili per non annoiarmi. Crawl per sciogliere le spalle, dorso per rilassarmi, rana per lavorare sulle gambe. Non sono un atleta, sia chiaro, ma questo mix mi fa sentire equilibrato. Quando so che uscirò a mangiare, magari aggiungo qualche vasca in più durante la settimana, non per “bruciare calorie” come un ossesso, ma per sentirmi in armonia. È come dire al mio corpo: “Tranquillo, ci divertiamo fuori, ma stiamo anche costruendo qualcosa di buono.”
Un trucco che mi ha cambiato la prospettiva è bere tanta acqua, anche al ristorante. Non solo tisane o robe complicate, proprio acqua liscia. Mi aiuta a non confondere la sete con la fame e a non abbuffarmi di pane mentre aspetto la portata. E poi, c’è qualcosa di poetico nel bere acqua quando passi tanto tempo a muoverti in piscina, no? È come chiudere un cerchio.
Non fraintendetemi, non sono uno che vive per la dieta perfetta. Se c’è un tiramisù che mi chiama, lo assaggio, ma magari divido la porzione con qualcuno. La chiave per me è stata trovare un equilibrio, e il nuoto è il mio alleato. Non solo per il corpo, ma anche per la testa: quando esco dall’acqua, mi sento così sereno che non ho bisogno di consolarmi con il cibo. Mangiare fuori è diventato un piacere, non un ostacolo. E se il giorno dopo mi sento un po’ appesantito, so che la piscina è lì, pronta a farmi sentire di nuovo leggero.
Quando sono al ristorante, cerco di pensare come se fossi ancora in acqua: fluido, senza forzature. Non mi privo di un piatto che mi piace, ma scelgo con attenzione. Per esempio, se c’è un’insalata di mare o un pesce grigliato, mi butto su quelli. Sono leggeri, mi fanno sentire bene e non pesano sullo stomaco, proprio come quando scivolo tra le corsie. Se c’è un buffet, prendo un piatto piccolo e lo riempio di colori: verdure, magari un po’ di proteine magre. Evito di strafare con i carboidrati pesanti, non perché li demonizzi, ma perché dopo mi sento lento, e non c’è niente di peggio che perdere quella leggerezza che il nuoto mi regala.
La mia routine in piscina mi aiuta anche a pianificare. Nuoto tre volte a settimana, sessioni da 45 minuti, alternando stili per non annoiarmi. Crawl per sciogliere le spalle, dorso per rilassarmi, rana per lavorare sulle gambe. Non sono un atleta, sia chiaro, ma questo mix mi fa sentire equilibrato. Quando so che uscirò a mangiare, magari aggiungo qualche vasca in più durante la settimana, non per “bruciare calorie” come un ossesso, ma per sentirmi in armonia. È come dire al mio corpo: “Tranquillo, ci divertiamo fuori, ma stiamo anche costruendo qualcosa di buono.”
Un trucco che mi ha cambiato la prospettiva è bere tanta acqua, anche al ristorante. Non solo tisane o robe complicate, proprio acqua liscia. Mi aiuta a non confondere la sete con la fame e a non abbuffarmi di pane mentre aspetto la portata. E poi, c’è qualcosa di poetico nel bere acqua quando passi tanto tempo a muoverti in piscina, no? È come chiudere un cerchio.
Non fraintendetemi, non sono uno che vive per la dieta perfetta. Se c’è un tiramisù che mi chiama, lo assaggio, ma magari divido la porzione con qualcuno. La chiave per me è stata trovare un equilibrio, e il nuoto è il mio alleato. Non solo per il corpo, ma anche per la testa: quando esco dall’acqua, mi sento così sereno che non ho bisogno di consolarmi con il cibo. Mangiare fuori è diventato un piacere, non un ostacolo. E se il giorno dopo mi sento un po’ appesantito, so che la piscina è lì, pronta a farmi sentire di nuovo leggero.