Mangio paleo e ignoro le mode di Instagram: chi è con me?

stoyanov.bs

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, sapete cosa? Sono stufo di vedere quelle storie su Instagram con frullati fluorescenti e barrette "sane" che sembrano uscite da un laboratorio chimico. Io sto con il paleo al 100%, e non perché è trendy, ma perché ha senso. Mangio quello che i nostri antenati avrebbero riconosciuto come cibo: carne, pesce, verdure, frutta, noci. Punto. Niente pacchetti colorati, niente etichette con mille ingredienti che non so nemmeno pronunciare.
All’inizio non è stato facile, lo ammetto. Viviamo in un mondo dove ti buttano in faccia pubblicità di snack ovunque, e la tentazione di cedere a una pizza surgelata c’è. Ma sapete come ho fatto? Ho iniziato a cucinare di più. Non parlo di robe complicate, eh. Tipo, l’altro giorno ho preso un bel pezzo di pollo, l’ho marinato con olio d’oliva, limone e un po’ di erbe, buttato in forno con delle patate dolci a fette. Una bomba. Saziante, semplice, e non mi sento in colpa dopo.
Adattare il paleo alla vita di oggi non è impossibile. Al lavoro mi porto un contenitore con insalata, avocado, noci e qualche fettina di tacchino grigliato. Non c’è bisogno di quelle app per contare calorie o di influencer che ti dicono cosa mettere nel piatto. Il trucco è ignorare il rumore di fondo. Social media? Pieni di diete lampo che ti promettono miracoli in una settimana. Ma poi? Torni al punto di partenza, con qualche euro in meno e zero energie.
Io non dico che il paleo sia la verità assoluta, ognuno trova la sua strada. Ma per me funziona: mi sento più leggero, ho più energia, e non mi sveglio con quella sensazione di gonfiore. E soprattutto, non mi lascio fregare da chi vuole vendermi l’ennesima "soluzione magica". Chi c’è con me in questa battaglia contro le mode inutili?
 
Ragazzi, sapete cosa? Sono stufo di vedere quelle storie su Instagram con frullati fluorescenti e barrette "sane" che sembrano uscite da un laboratorio chimico. Io sto con il paleo al 100%, e non perché è trendy, ma perché ha senso. Mangio quello che i nostri antenati avrebbero riconosciuto come cibo: carne, pesce, verdure, frutta, noci. Punto. Niente pacchetti colorati, niente etichette con mille ingredienti che non so nemmeno pronunciare.
All’inizio non è stato facile, lo ammetto. Viviamo in un mondo dove ti buttano in faccia pubblicità di snack ovunque, e la tentazione di cedere a una pizza surgelata c’è. Ma sapete come ho fatto? Ho iniziato a cucinare di più. Non parlo di robe complicate, eh. Tipo, l’altro giorno ho preso un bel pezzo di pollo, l’ho marinato con olio d’oliva, limone e un po’ di erbe, buttato in forno con delle patate dolci a fette. Una bomba. Saziante, semplice, e non mi sento in colpa dopo.
Adattare il paleo alla vita di oggi non è impossibile. Al lavoro mi porto un contenitore con insalata, avocado, noci e qualche fettina di tacchino grigliato. Non c’è bisogno di quelle app per contare calorie o di influencer che ti dicono cosa mettere nel piatto. Il trucco è ignorare il rumore di fondo. Social media? Pieni di diete lampo che ti promettono miracoli in una settimana. Ma poi? Torni al punto di partenza, con qualche euro in meno e zero energie.
Io non dico che il paleo sia la verità assoluta, ognuno trova la sua strada. Ma per me funziona: mi sento più leggero, ho più energia, e non mi sveglio con quella sensazione di gonfiore. E soprattutto, non mi lascio fregare da chi vuole vendermi l’ennesima "soluzione magica". Chi c’è con me in questa battaglia contro le mode inutili?
Ehi, cavolo, leggendo il tuo post mi sono gasato! Hai ragione da vendere: tutto questo circo di frullati colorati e barrette che sembrano plastica mi ha stufato. Anch’io sono uno che cerca di tenere i piedi per terra, e per me la chiave è stata l’acqua. Non nel senso di berla (anche se ci sta), ma di usarla per muovermi. Ti racconto la mia.

Da un paio d’anni ho scoperto l’acquafitness, e ti giuro, è stata una svolta. Non sono mai stato uno da palestra, con quei pesi che sembrano usciti da un film di Schwarzenegger o tapis roulant che ti fanno sentire un criceto. Ma in piscina? Tutta un’altra storia. Ho iniziato con l’acquaaerobica, che all’inizio mi sembrava roba da signore con la cuffia a fiori, ma poi ho capito che spacca. È un allenamento tosto, ma l’acqua ti sostiene, non stressa le articolazioni, e ti senti leggero anche mentre sudi (o meglio, mentre ti muovi, perché in acqua il sudore non lo senti).

Col paleo ci vado a nozze, perché è come dici tu: cibo vero, niente schifezze. La mattina mi faccio uova strapazzate con spinaci e un po’ di avocado, a pranzo magari del pesce grigliato con verdure al vapore, e la sera una bella bistecchina con patate dolci. Semplice, no? E l’acquafitness mi aiuta a bruciare tutto senza sentirmi distrutto. In un anno ho perso 15 chili, e non perché ho contato calorie come un matematico, ma perché ho trovato un equilibrio. In piscina tre volte a settimana, mangio bene, e non mi lascio incantare da quelle storie su Instagram di “perdi 10 chili in 10 giorni con il nostro smoothie al neon”.

Il bello dell’acqua è che ti fa sentire potente. Fai resistenza, ti muovi, migliori la circolazione, e quando esci sei stanco ma soddisfatto. Non ho bisogno di influencer che mi vendono polverine magiche o di diete che ti fanno morire di fame. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di prepararti un pranzo come il tuo pollo al forno e sapere che stai dando al tuo corpo roba buona, senza schifezze chimiche?

Sono con te nella battaglia contro queste mode assurde. Paleo e acquafitness sono la mia combo vincente: cibo vero, movimento vero, risultati veri. Chi si unisce al club della semplicità?
 
Ragazzi, sapete cosa? Sono stufo di vedere quelle storie su Instagram con frullati fluorescenti e barrette "sane" che sembrano uscite da un laboratorio chimico. Io sto con il paleo al 100%, e non perché è trendy, ma perché ha senso. Mangio quello che i nostri antenati avrebbero riconosciuto come cibo: carne, pesce, verdure, frutta, noci. Punto. Niente pacchetti colorati, niente etichette con mille ingredienti che non so nemmeno pronunciare.
All’inizio non è stato facile, lo ammetto. Viviamo in un mondo dove ti buttano in faccia pubblicità di snack ovunque, e la tentazione di cedere a una pizza surgelata c’è. Ma sapete come ho fatto? Ho iniziato a cucinare di più. Non parlo di robe complicate, eh. Tipo, l’altro giorno ho preso un bel pezzo di pollo, l’ho marinato con olio d’oliva, limone e un po’ di erbe, buttato in forno con delle patate dolci a fette. Una bomba. Saziante, semplice, e non mi sento in colpa dopo.
Adattare il paleo alla vita di oggi non è impossibile. Al lavoro mi porto un contenitore con insalata, avocado, noci e qualche fettina di tacchino grigliato. Non c’è bisogno di quelle app per contare calorie o di influencer che ti dicono cosa mettere nel piatto. Il trucco è ignorare il rumore di fondo. Social media? Pieni di diete lampo che ti promettono miracoli in una settimana. Ma poi? Torni al punto di partenza, con qualche euro in meno e zero energie.
Io non dico che il paleo sia la verità assoluta, ognuno trova la sua strada. Ma per me funziona: mi sento più leggero, ho più energia, e non mi sveglio con quella sensazione di gonfiore. E soprattutto, non mi lascio fregare da chi vuole vendermi l’ennesima "soluzione magica". Chi c’è con me in questa battaglia contro le mode inutili?
Cavolo, quanto ti capisco! È come se Instagram fosse un circo di colori e promesse assurde, con quei frullati che sembrano vernice e barrette che sanno di cartone. Io sono dall’altra parte della barricata, sto provando a perdere peso con una dieta a base di zuppe vegetali leggere, e ti giuro, all’inizio pensavo fosse una follia. Mangiare zuppe per controllarmi con le calorie? Mi sembrava di diventare mia nonna! Però, sai una cosa? Sta funzionando, e non mi sento nemmeno uno straccio.

Non fraintendermi, non sono una fanatica del “tutto brodo e niente gusto”. Il mio trucco è rendere le zuppe saporite senza complicarmi la vita. Tipo, ieri ho buttato in pentola zucchine, carote, un po’ di sedano, una cipolla e un pizzico di curcuma. Venti minuti ed era pronta una cosa che profumava da dio. Se voglio qualcosa di più sostanzioso, ci aggiungo un pugnetto di lenticchie o un filo d’olio extravergine alla fine. È veloce, riempie, e non mi lascia con quella voglia di sbranare il frigo dopo un’ora. E soprattutto, so esattamente cosa c’è dentro: niente schifezze, niente ingredienti con nomi da laboratorio.

La parte più tosta è stata imparare a bilanciare i nutrienti senza sentirmi a dieta. All’inizio avevo paura di non avere abbastanza energie, ma ho scoperto che se gioco con le verdure e magari ci metto una manciata di spinaci o cavolo nero, sto bene. Per le proteine, a volte aggiungo del pollo sfilacciato o un uovo sodo a parte. Non serve essere uno chef stellato, basta un po’ di organizzazione. Al lavoro mi porto un thermos con la zuppa e una piccola insalata con noci o semi di zucca. Non conto calorie, non uso app, solo buon senso.

Quello che mi fa impazzire è proprio quello che dici tu: il rumore di fondo. Ovunque ti giri, c’è qualcuno che ti vuole vendere la dieta del momento o il “segreto” per dimagrire in tre giorni. Ma chi ci crede più? Io voglio qualcosa che sia sostenibile, che non mi faccia sentire come se stessi scalando l’Everest ogni volta che apro il frigo. Le zuppe per me sono questo: semplici, veloci, e mi tengono lontana dalle schifezze. Non dico che sia la soluzione per tutti, ma per ora mi sta salvando. Tu come fai a non cedere quando il mondo ti spara pubblicità di cibo spazzatura in faccia? Racconta, che magari rubo qualche trucco!