Mangio le mie emozioni: come smettere e ritrovare l’equilibrio a tavola?

dolbyatmos

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire salve al mondo che legge! Sono qui, ancora una volta, a cercare di mettere in parole quello che mi passa per la testa e, soprattutto, per lo stomaco. La verità è che il mio rapporto con il cibo è un viaggio tortuoso: quando lo stress bussa alla porta, io apro il frigo. È una reazione automatica, quasi un riflesso cosmopolita di chi vive tra mille impegni e una valanga di emozioni. Mangio per calmarmi, per riempire un vuoto che non so spiegare, ma poi mi ritrovo solo più pesante, dentro e fuori.
Ho fatto qualche passo avanti, sapete? La scorsa settimana ho resistito a una serata di pensieri cupi senza cedere a un pacco di biscotti. Ho preso una tazza di tè, ho messo su una playlist che mi piace e ho provato a respirare invece di masticare. Funziona, ma non sempre. Il punto è che voglio smettere di vedere il cibo come una coperta di Linus e trovare un equilibrio che non sia solo un sogno lontano.
Mi chiedo: come fate voi a gestire quei momenti in cui tutto sembra troppo? Ho letto da qualche parte che scrivere quello che provo potrebbe aiutarmi a non buttarmi sul cioccolato, ma a volte mi sembra di girare in tondo. Ho provato anche a fare una passeggiata, a distrarmi con un film, ma la tentazione di aprire quella dispensa è sempre lì, come un vecchio amico che non vuole andarsene. Non bevo alcol, sia chiaro, non è mai stata la mia via di fuga, ma il cibo… quello sì che sa come trovarmi.
Vorrei davvero dei consigli pratici, qualcosa che mi aiuti a spezzare questo ciclo. Magari un trucco che avete testato nelle vostre vite frenetiche, un modo per dire "no" a me stessa senza sentirmi privata di tutto. Condividere qui mi fa sentire meno sola, e magari leggere i vostri percorsi mi darà quella spinta che cerco. Grazie a chi avrà voglia di rispondermi, e scusate se mi sono dilungata: quando parlo di emozioni, tendo a perdermi un po’!
 
Ciao! Capisco bene quello che provi, anch’io sono una mamma in декрете e tra pappe e notti in bianco il tempo per me è un miraggio. Quando tutto sembra troppo, provo a tenere le mani occupate: prendo il bimbo e faccio due passi fuori, anche solo 10 minuti. Non sempre funziona, ma mi distrae dal frigo. Un trucco che sto testando è tenere a portata di mano una bottiglia d’acqua con limone: bevo e mi passa la voglia di sgranocchiare. Non è magico, ma aiuta a spezzare quel momento. Tu hai qualcosa che ti tiene impegnata lontano dalla dispensa?
 
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Ciao! Capisco bene quello che provi, anch’io sono una mamma in декрете e tra pappe e notti in bianco il tempo per me è un miraggio. Quando tutto sembra troppo, provo a tenere le mani occupate: prendo il bimbo e faccio due passi fuori, anche solo 10 minuti. Non sempre funziona, ma mi distrae dal frigo. Un trucco che sto testando è tenere a portata di mano una bottiglia d’acqua con limone: bevo e mi passa la voglia di sgranocchiare. Non è magico, ma aiuta a spezzare quel momento. Tu hai qualcosa che ti tiene impegnata lontano dalla dispensa?
Ehi, che dire, il frigo è un sirenetto che chiama nei momenti peggiori, vero? Ti capisco alla grande, tra pappe e caos da mamma il tempo per sé è come cercare un unicorno in ufficio. Io sono incastrata dietro una scrivania 8 ore al giorno, e il massimo dell’avventura è andare alla macchinetta del caffè. Però, sai, ho trovato qualche trucchetto per non cadere nella trappola dello “stress = biscotti”. Tipo, durante la pausa pranzo, invece di fissare lo schermo, mi costringo a fare due passi fuori, anche solo fino al parco vicino. Dieci minuti, cronometrati, ma fanno la differenza: respiro, muovo le gambe e il cervello si distrae dalla voglia di saccheggiare la dispensa.

Un altro hack che mi salva? Mini-allenamenti da sedia. Giuro, sembra ridicolo, ma mentre sono in call (con la webcam spenta, ovvio), faccio piccoli esercizi: contraggo i glutei, alzo le gambe sotto la scrivania, roteo le spalle. Non è la palestra, ma tiene il corpo sveglio e mi fa sentire meno un bradipo. E se proprio la fame emotiva bussa, mi butto su una tisana bollente: sorseggiarla mi occupa le mani e mi dà quell’attimo per pensare “ok, forse non ho davvero bisogno di quel cioccolato”.

Tu come fai a resistere al richiamo della cucina? Magari hai qualche idea geniale da mamma super-occupata che posso rubare per le mie giornate da scrivania!
 
Ehi, che bel thread, mi ci ritrovo un sacco! Il frigo che chiama nei momenti di stress è un classico, e da mamma in декрете o da lavoratrice incastrata alla scrivania, capisco bene quanto sia dura resistere. Io ho trovato il mio alleato contro la fame emotiva in qualcosa di super intenso: le scale di casa mia. Non so se avete mai provato, ma invece di correre al parco o sul tapis roulant, ho iniziato a fare allenamenti intervallati proprio sulle scale. È una roba che ti spacca, ma in senso buono!

Praticamente, alterno sprint veloci, salendo i gradini due a due il più rápido che posso, a momenti di camminata lenta per riprendere fiato. Faccio 20-30 secondi di corsa a tutta, poi un minuto di passo tranquillo, e ripeto per 10-15 minuti. Non serve nemmeno uscire di casa, il che è perfetto quando il tempo è poco o il bimbo dorme. Le gambe e i glutei lavorano come matti, giuro, dopo qualche sessione sentivo muscoli che non sapevo nemmeno di avere! E il cuore pompa alla grande, è un modo per sfogare lo stress e sentire il corpo vivo, non solo un contenitore di pensieri e voglie di snack.

La cosa bella è che dopo un allenamento così, la voglia di buttarmi sul cioccolato svanisce. Sarà che sono stanca, ma in senso positivo, o che il corpo si sente “sazio” di movimento. Per non parlare del fatto che mi tengo occupata: mentre salgo e scendo, metto un po’ di musica e mi concentro sul ritmo, così la testa si distrae dai pensieri tipo “mangerei un pacco di biscotti”. Certo, non è una soluzione magica, e ci sono giorni in cui la dispensa sembra gridare il mio nome, ma questo trucchetto mi sta aiutando a ritrovare un po’ di equilibrio.

Tu, t.rysio, con i tuoi giri fuori col bimbo mi hai dato un’ispirazione: magari proverò a portare le scale fuori casa, tipo in un parco con gradoni! E tu che dici, hai mai provato qualcosa di super intenso per staccare la spina dalla cucina? O magari qualche altro hack da mamma che potrebbe funzionare anche per me?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire salve al mondo che legge! Sono qui, ancora una volta, a cercare di mettere in parole quello che mi passa per la testa e, soprattutto, per lo stomaco. La verità è che il mio rapporto con il cibo è un viaggio tortuoso: quando lo stress bussa alla porta, io apro il frigo. È una reazione automatica, quasi un riflesso cosmopolita di chi vive tra mille impegni e una valanga di emozioni. Mangio per calmarmi, per riempire un vuoto che non so spiegare, ma poi mi ritrovo solo più pesante, dentro e fuori.
Ho fatto qualche passo avanti, sapete? La scorsa settimana ho resistito a una serata di pensieri cupi senza cedere a un pacco di biscotti. Ho preso una tazza di tè, ho messo su una playlist che mi piace e ho provato a respirare invece di masticare. Funziona, ma non sempre. Il punto è che voglio smettere di vedere il cibo come una coperta di Linus e trovare un equilibrio che non sia solo un sogno lontano.
Mi chiedo: come fate voi a gestire quei momenti in cui tutto sembra troppo? Ho letto da qualche parte che scrivere quello che provo potrebbe aiutarmi a non buttarmi sul cioccolato, ma a volte mi sembra di girare in tondo. Ho provato anche a fare una passeggiata, a distrarmi con un film, ma la tentazione di aprire quella dispensa è sempre lì, come un vecchio amico che non vuole andarsene. Non bevo alcol, sia chiaro, non è mai stata la mia via di fuga, ma il cibo… quello sì che sa come trovarmi.
Vorrei davvero dei consigli pratici, qualcosa che mi aiuti a spezzare questo ciclo. Magari un trucco che avete testato nelle vostre vite frenetiche, un modo per dire "no" a me stessa senza sentirmi privata di tutto. Condividere qui mi fa sentire meno sola, e magari leggere i vostri percorsi mi darà quella spinta che cerco. Grazie a chi avrà voglia di rispondermi, e scusate se mi sono dilungata: quando parlo di emozioni, tendo a perdermi un po’!
Ehi, che bello leggerti, sembra quasi di guardarsi allo specchio in certi momenti! Il tuo racconto mi ha colpito, soprattutto quella parte sul cibo come coperta di Linus: è una metafora che calza a pennello. Anche io, come te, sto cercando di trovare un equilibrio, e il mio alleato in questo viaggio sono le passeggiate serali. Non so se può esserti utile, ma voglio condividere quello che sto imparando, magari c’è qualcosa che ti risuona.

Ogni sera, dopo cena, mi metto le scarpe da ginnastica e esco. Non importa se sono stanca o se la giornata è stata un disastro: quei chilometri a piedi sono diventati il mio modo di "respirare". Non è solo una questione di bruciare calorie, anche se all’inizio lo vedevo così. Camminare mi aiuta a mettere in ordine i pensieri, a scaricare lo stress senza aprire il frigo. Di solito scelgo un percorso vicino casa, magari lungo un parco o una strada tranquilla, e mi porto dietro della musica o un podcast per tenere la mente occupata. Ultimamente sto provando a variare: una sera passo vicino al fiume, un’altra attraverso il quartiere illuminato. Cambiare scenario mi dà una piccola scarica di curiosità, come se stessi esplorando invece di “solo” camminando.

Devo essere sincera, all’inizio facevo fatica. La tentazione di restare sul divano era forte, soprattutto nelle giornate pesanti in cui, come dici tu, tutto sembra troppo. Però ho notato che, se resisto e faccio quei primi passi fuori dalla porta, poi mi sento più leggera, non solo nel corpo. È come se il movimento mi aiutasse a lasciare andare un po’ di quel peso emotivo che di solito cerco di soffocare con uno snack. Non fraintendermi, non è una cura magica: ci sono sere in cui torno e la dispensa mi chiama lo stesso. Ma sto imparando a darmi il permesso di non essere perfetta, e questo mi sta aiutando.

Un trucco pratico che sto testando? Prima di uscire, mi preparo una bottiglietta d’acqua aromatizzata con limone o menta. Non so perché, ma averla in mano mentre cammino mi dà una sensazione di “sto facendo qualcosa di buono per me”. E se sento proprio il bisogno di mangiare qualcosa al ritorno, tengo pronta della frutta già tagliata in frigo: è dolce, mi soddisfa, ma non mi lascia quel senso di colpa che arriva dopo un pacco di biscotti. Un’altra cosa che mi aiuta è fissarmi un piccolo obiettivo per la passeggiata, tipo “oggi arrivo fino a quella panchina lontana” o “provo a camminare 10 minuti in più”. Non sono traguardi da maratona, ma mi danno un senso di conquista.

Per le tue serate di pensieri cupi, ti direi di provare a rendere la passeggiata un rituale tutto tuo. Non deve essere lunga, anche 20-30 minuti possono fare la differenza. Magari scegli una playlist che ti fa sentire forte, o prova a contare i passi per distrarti. E se la tentazione della dispensa è ancora lì, prova a chiederti: “Cosa voglio davvero in questo momento?”. A volte scavo nei miei pensieri e scopro che non è fame, ma noia o ansia. Non sempre riesco a fermarmi, ma pormi la domanda è già un passo.

Il tuo scrivere qui, condividere così apertamente, è già una vittoria. Magari potresti provare a portare un quadernino durante la passeggiata e annotare quello che senti, come una sorta di diario in movimento. Io lo faccio ogni tanto, e mi aiuta a non girare in tondo con i pensieri. Spero che qualcosa di quello che ho scritto ti sia utile, e sono curiosa di sapere se deciderai di provare le passeggiate o se hai altri trucchi da condividere. Forza, siamo sulla stessa strada!