Ciao a tutti, o forse meglio dire "sopravvissuti alla bilancia"! Sono qui a condividere la mia esperienza, perché sinceramente non so se sto seguendo una moda o se sto davvero capendo qualcosa di utile. Tutto è iniziato un paio di anni fa, quando il mio medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: "Se non cambi, il diabete e la pressione alta ti faranno fuori prima dei 50". Pesavo troppo, mi sentivo uno straccio, e ogni volta che salivo le scale sembrava di scalare l’Everest.
Allora ho iniziato a informarmi, e tra le mille diete e consigli assurdi, ho provato questa cosa del mangiare separato. Non so se sia una vera soluzione o solo un altro trucco per farci sentire meno in colpa, ma ho deciso di buttarmici. La teoria è semplice: non mischiare proteine e carboidrati nello stesso pasto, dare al corpo il tempo di digerire una cosa per volta. All’inizio mi sembrava una follia – cioè, chi rinuncia a un piatto di pasta col ragù tutto insieme? Ma il medico insisteva che dovevo alleggerire il lavoro del mio metabolismo, soprattutto per il diabete.
I primi mesi sono stati un disastro. Mi mancava il gusto di mangiare "normale", e separare tutto mi faceva sentire come un chimico pazzo in cucina. Però, piano piano, ho notato dei cambiamenti. La glicemia, che prima schizzava alle stelle dopo ogni pasto, ha iniziato a stabilizzarsi. Non dico che sia perfetta, ma almeno non passo le giornate a sentirmi un malato terminale. Anche la pressione è scesa un po’, e il fiatone dopo due passi è quasi sparito. Non fraintendetemi: non sono diventato un atleta, ma almeno non mi sento più un pensionato a 40 anni.
Ora, parliamoci chiaro: funziona davvero o è solo suggestione? Non sono un nutrizionista, e sinceramente a volte mi chiedo se non sia tutto un placebo. Magari è solo che mangio meno porcherie perché sto più attento. Però, quando leggo in giro che è “la dieta del momento” mi viene da storcere il naso. Io non lo faccio per essere trendy, lo faccio perché non voglio crepare giovane. E poi, diciamolo, è una fatica: preparare pasti separati richiede tempo, e se hai una famiglia che mangia pizza davanti a te, è una tortura.
Insomma, la mia esperienza è questa: qualche risultato c’è, ma non è la bacchetta magica. Il diabete non è sparito, la pressione va controllata, e ogni tanto cedo a una carbonara come si deve. Però mi sento meglio, e forse è già qualcosa. Voi che ne pensate? È una strada sensata o solo l’ennesima perdita di tempo?
Allora ho iniziato a informarmi, e tra le mille diete e consigli assurdi, ho provato questa cosa del mangiare separato. Non so se sia una vera soluzione o solo un altro trucco per farci sentire meno in colpa, ma ho deciso di buttarmici. La teoria è semplice: non mischiare proteine e carboidrati nello stesso pasto, dare al corpo il tempo di digerire una cosa per volta. All’inizio mi sembrava una follia – cioè, chi rinuncia a un piatto di pasta col ragù tutto insieme? Ma il medico insisteva che dovevo alleggerire il lavoro del mio metabolismo, soprattutto per il diabete.
I primi mesi sono stati un disastro. Mi mancava il gusto di mangiare "normale", e separare tutto mi faceva sentire come un chimico pazzo in cucina. Però, piano piano, ho notato dei cambiamenti. La glicemia, che prima schizzava alle stelle dopo ogni pasto, ha iniziato a stabilizzarsi. Non dico che sia perfetta, ma almeno non passo le giornate a sentirmi un malato terminale. Anche la pressione è scesa un po’, e il fiatone dopo due passi è quasi sparito. Non fraintendetemi: non sono diventato un atleta, ma almeno non mi sento più un pensionato a 40 anni.
Ora, parliamoci chiaro: funziona davvero o è solo suggestione? Non sono un nutrizionista, e sinceramente a volte mi chiedo se non sia tutto un placebo. Magari è solo che mangio meno porcherie perché sto più attento. Però, quando leggo in giro che è “la dieta del momento” mi viene da storcere il naso. Io non lo faccio per essere trendy, lo faccio perché non voglio crepare giovane. E poi, diciamolo, è una fatica: preparare pasti separati richiede tempo, e se hai una famiglia che mangia pizza davanti a te, è una tortura.
Insomma, la mia esperienza è questa: qualche risultato c’è, ma non è la bacchetta magica. Il diabete non è sparito, la pressione va controllata, e ogni tanto cedo a una carbonara come si deve. Però mi sento meglio, e forse è già qualcosa. Voi che ne pensate? È una strada sensata o solo l’ennesima perdita di tempo?