Mangiare sano in viaggio: le mie ricette per restare in forma tra un sentiero e l’altro!

Ragazzi, vi scrivo mentre sorseggio un frullato verde in una pausa tra un volo e l’altro. Questo mese mi sono data un obiettivo: mangiare sano anche quando sono in viaggio, senza cedere alla tentazione di un cornetto in aeroporto o di un panino veloce. Dopo il divorzio, ogni piccolo passo verso la cura di me stessa mi fa sentire più forte, come se stessi ricostruendo non solo il mio corpo, ma anche la mia fiducia.

Vi racconto la mia strategia: preparo sempre dei “kit di sopravvivenza” prima di partire. Per esempio, porto con me delle barrette fatte in casa con avena, miele e frutta secca, perfette per uno spuntino veloce. Poi, in una borsa termica, metto delle verdure crude già tagliate, come carote e cetrioli, con una crema di hummus monodose. Non vi dico che è sempre facile: a volte vedo quelle pizze fumanti nei bar e mi viene una voglia matta! Però, sapete, ogni volta che scelgo il mio contenitore di insalata di quinoa e verdure invece di cedere, mi sento come se avessi vinto una piccola battaglia.

Per questo mese, il mio traguardo è mantenere questa abitudine anche nei viaggi più lunghi, quelli dove il fuso orario ti confonde e l’unica cosa che vuoi è cibo spazzatura per consolarti. Sto anche provando a bere più acqua: ho una bottiglietta riutilizzabile che riempio ovunque vada, e mi segno sull’app quanto bevo. Sembra una sciocchezza, ma mi sta aiutando a sentirmi più leggera e meno gonfia, soprattutto dopo i voli.

Voi come fate a mangiare sano quando siete in giro? Avete qualche ricetta veloce o trucco da condividere? Io sono tutta orecchie, perché ogni consiglio è un pezzetto in più per sentirmi meglio con me stessa.
 
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Ragazzi, vi scrivo mentre sorseggio un frullato verde in una pausa tra un volo e l’altro. Questo mese mi sono data un obiettivo: mangiare sano anche quando sono in viaggio, senza cedere alla tentazione di un cornetto in aeroporto o di un panino veloce. Dopo il divorzio, ogni piccolo passo verso la cura di me stessa mi fa sentire più forte, come se stessi ricostruendo non solo il mio corpo, ma anche la mia fiducia.

Vi racconto la mia strategia: preparo sempre dei “kit di sopravvivenza” prima di partire. Per esempio, porto con me delle barrette fatte in casa con avena, miele e frutta secca, perfette per uno spuntino veloce. Poi, in una borsa termica, metto delle verdure crude già tagliate, come carote e cetrioli, con una crema di hummus monodose. Non vi dico che è sempre facile: a volte vedo quelle pizze fumanti nei bar e mi viene una voglia matta! Però, sapete, ogni volta che scelgo il mio contenitore di insalata di quinoa e verdure invece di cedere, mi sento come se avessi vinto una piccola battaglia.

Per questo mese, il mio traguardo è mantenere questa abitudine anche nei viaggi più lunghi, quelli dove il fuso orario ti confonde e l’unica cosa che vuoi è cibo spazzatura per consolarti. Sto anche provando a bere più acqua: ho una bottiglietta riutilizzabile che riempio ovunque vada, e mi segno sull’app quanto bevo. Sembra una sciocchezza, ma mi sta aiutando a sentirmi più leggera e meno gonfia, soprattutto dopo i voli.

Voi come fate a mangiare sano quando siete in giro? Avete qualche ricetta veloce o trucco da condividere? Io sono tutta orecchie, perché ogni consiglio è un pezzetto in più per sentirmi meglio con me stessa.
Ciao a tutte, scrivo con il biberon in una mano e il telefono nell’altra, quindi scusate se sarò un po’ caotica! Leggere il tuo post, m.f.ventu, mi ha dato una carica pazzesca. Sei un’ispirazione, davvero, con i tuoi kit di sopravvivenza e quella forza di volontà che ti fa scegliere la quinoa invece della pizza. Io, invece, sono in piena modalità “mamma in trincea” dopo il mio secondo bimbo, e il tempo per pensare a me stessa è praticamente un miraggio. Però, sto provando a ritagliarmi dei momenti per mangiare meglio, anche se tra pappe e notti in bianco è una sfida.

Quando ho letto che sei in viaggio, ho pensato: “Beata te che puoi preparare barrette fatte in casa!”. Qui a casa, con un neonato che urla e un toddler che mi usa come scivolo, il massimo della preparazione è buttare qualcosa in pentola che sia sano, veloce e che mi aiuti a perdere quei chili post-gravidanza. Ultimamente sto puntando tutto sui minestroni e le zuppe, che per me sono una manna dal cielo. Non proprio “da viaggio” come le tue verdure crude, ma perfette per una mamma che corre tutto il giorno. Ne preparo una pentola enorme la domenica, con verdure di stagione, un po’ di legumi per le proteine e pochissimo sale. Poi la divido in porzioni e la tengo in frigo o in freezer. Quando ho fame e zero tempo, scaldo una ciotola e ci aggiungo un filo d’olio extravergine o qualche spezia per non annoiarmi.

Il trucco che mi sta salvando è usare il frullatore per fare delle creme di verdure super veloci: zucchine, carote, un pezzetto di zenzero e via, in 15 minuti ho una zuppa cremosa che sembra gourmet ma è facilissima. Mi dà l’idea di coccolarmi senza passare ore ai fornelli. Per i momenti in cui sono fuori casa, tipo al parco con i bimbi, porto un thermos piccolo con una porzione di zuppa. Non è fashion come il tuo hummus, ma mi riempie e mi tiene lontana dalle patatine del chiosco!

Sul bere acqua, ti capisco tantissimo. Anche io ho una bottiglietta che mi porto ovunque, e cerco di ricordarmi di berla perché, diciamocelo, con i bimbi si dimentica pure di respirare a volte. Sto provando a mettere dentro qualche fettina di limone o cetriolo per renderla più invitante, e sembra funzionare. Il tuo obiettivo di mangiare sano in viaggio mi ha fatto riflettere: magari posso provare a organizzare meglio anche i miei “spuntini da mamma”. Tipo, invece di sgranocchiare i biscotti dei bimbi (colpevole!), potrei preparare qualcosa di veloce come le tue barrette.

Dimmi, tu come fai a resistere a quelle pizze fumanti? Io cedo ancora troppo spesso, ma leggerti mi ha fatto venir voglia di essere più tosta. E voi altre, avete qualche idea per zuppe o piatti veloci che si possono portare in giro o preparare in cinque minuti? Ho bisogno di ispirazione per non mollare!
 
Ehi Lou_, che energia il tuo post! Leggerti mentre sorseggi il tuo frullato verde mi ha fatto quasi sentire il profumo di quelle verdure fresche. Sei una forza, davvero, con i tuoi kit di sopravvivenza e quella determinazione a scegliere la quinoa anche quando le pizze ti chiamano. E tu, m.f.ventu, con le tue zuppe da mamma in trincea, mi hai fatto sorridere: il thermos al parco è un’immagine che mi ha conquistata!

Io sono quella che vive con un tappetino da yoga sempre in borsa, perché unire la pratica a qualche sessione di cardio o pesi mi aiuta a sentirmi in equilibrio, anche quando la vita corre. Mangiare sano in viaggio per me è una sfida, ma anche un modo per coccolarmi, soprattutto perché seguo una dieta vegana e non sempre fuori casa è facile trovare opzioni che non siano insalate tristi. Lou_, i tuoi contenitori di hummus e verdure crude sono già nel mio stile, ma voglio condividere un paio di idee che mi salvano quando sono in giro o quando ho solo cinque minuti prima di una lezione di yoga.

Il mio asso nella manica sono i “pacchetti energetici” che preparo la sera prima di un viaggio o di una giornata intensa. Uno dei miei preferiti è un mix di ceci tostati speziati: li cuocio, li asciugo bene, li condisco con paprika, cumino e un pizzico di pepe, poi li metto in forno finché non diventano croccanti. Sono super leggeri da portare, saziano e hanno quel gusto che ti fa dimenticare le patatine dei bar. Li abbino a una manciata di mandorle o a qualche fettina di mela essiccata, che preparo in casa con un essiccatore (ma si trovano anche al supermercato). È uno spuntino che mi dà energia per una camminata veloce o una sequenza di yoga senza appesantirmi.

Per i pasti veri e propri, amo le bowl monoporzione. Prendo una base di riso integrale o farro, ci aggiungo verdure crude o leggermente scottate, come zucchine e cavolo nero, e una crema veloce di tahina mescolata con succo di limone e un goccio d’acqua. La preparo in barattoli di vetro, così non si scompone neanche se la borsa fa le capriole. È colorata, saporita e mi fa sentire come se stessi mangiando un piatto da ristorante, anche se sono su un treno o in una pausa tra un impegno e l’altro. Il segreto è variare: a volte metto ceci, altre lenticchie o tofu marinato, così non mi annoio mai.

Lou_, per resistere alle pizze fumanti, il mio trucco è avere sempre qualcosa di pronto che mi entusiasmi. Tipo, se so che passerò davanti a una panetteria, mi porto un quadratino di cioccolato fondente al 90% o una barretta fatta in casa con datteri, avena e burro di mandorle. È come premiarmi, ma senza sensi di colpa. E sull’acqua sono con te: la mia bottiglietta è la mia migliore amica, e ci infilo qualche foglia di menta o una fettina di zenzero per darle un twist che mi fa venir voglia di berne di più.

m.f.ventu, le tue zuppe sono un’ispirazione! Io faccio qualcosa di simile, ma in versione “da viaggio”: frullo verdure cotte (zucca e carote sono le mie preferite) con un po’ di latte di cocco e curry, poi metto tutto in un thermos piccolo. È caldo, cremoso e mi scalda il cuore anche in una giornata frenetica. Per le mamme come te, un’idea veloce potrebbe essere preparare delle polpettine di legumi: frulli ceci o fagioli con erbe e spezie, le cuoci in forno e le porti in un contenitore. Sono perfette da sgranocchiare fredde al parco o in macchina.

Voi che strategie usate per non cedere alle tentazioni quando siete fuori? E avete qualche idea per spuntini vegani veloci che non richiedano ore di preparazione? Io sono sempre a caccia di nuove ispirazioni per rendere i miei viaggi e le mie giornate più leggere e gustose!
 
Ehi, viaggiatori in forma!

Visto che si parla di mangiare sano in viaggio, voglio condividere come mi organizzo con un budget da studente e poco tempo, soprattutto quando sono in giro tra campus, ostelli o sentieri. Non sono un guru della cucina, ma ho trovato un sistema per non sgarrare troppo e tenere il portafoglio leggero. Vi racconto la mia settimana tipo, che magari può ispirare qualcuno!

Lunedì e martedì: base di avena e frutta

La mattina parto con una ciotola di fiocchi d’avena (costano niente, giuro). Li metto in un barattolino con acqua o latte di mandorla economico la sera prima, così sono pronti quando corro a lezione. Ci butto dentro una banana a pezzi o mele che trovo al mercato. Se sono in viaggio, porto un tupperware con questa combo: non occupa spazio e non si rovina.

Mercoledì: insalatona da viaggio

A metà settimana mi preparo un’insalata super carica. Prendo lattuga, pomodori, cetrioli e una scatoletta di tonno o ceci (le scatolette sono la mia salvezza). Per condire, olio d’oliva e un goccio di limone. Se sono in ostello, la preparo lì; altrimenti, la porto già pronta in un contenitore. Aggiungo un po’ di pane integrale per i carboidrati e sono a posto fino a sera.

Giovedì e venerdì: riso e verdure ovunque

Il riso basmati o integrale è un altro must: cuoce in fretta e lo trovo ovunque. Lo abbino a verdure surgelate (zucchine, broccoli, carote) che costano poco e non vanno a male. In ostello uso una padella, ma se sono in giro mi arrangio con un microonde o addirittura mangio freddo. Per dare sapore, uso spezie come curcuma o paprika, che porto in un sacchettino.

Sabato: giorno del “lusso”

Il sabato mi premio con qualcosa di più sfizioso, tipo un wrap. Prendo una piadina, ci spalmo hummus (lo faccio con ceci frullati, limone e un po’ d’olio), aggiungo verdure crude e magari qualche fettina di tacchino. Lo arrotolo e via, perfetto per mangiarlo mentre cammino o sto su un treno.

Domenica: zuppa tutto-in-uno

La domenica è il giorno della zuppa. Butto in pentola lenticchie, patate, carote e quello che ho sottomano. Faccio una porzione gigante, così ne avanza per i giorni dopo. È calda, saziante e mi fa sentire a casa anche se sono in un ostello con una cucina condivisa schifosa.

Per l’attività fisica, cerco di incastrare camminate veloci tra una lezione e l’altra o faccio qualche esercizio a corpo libero in camera (squat, plank, flessioni). Se sono in viaggio, i sentieri sono il mio palestra: zaino in spalla e via!

Qualcuno ha altri trucchetti per mangiare bene senza spendere una fortuna? O ricette veloci da fare in ostello? Raccontate, che sono sempre a caccia di idee!
 
Cari esploratori del gusto e dell’equilibrio,

Mentre il vento d’autunno sussurra promesse di rinnovamento e l’anno nuovo si avvicina come un faro all’orizzonte, mi perdo nei vostri racconti di insalate danzanti e zuppe che scaldano l’anima. Il tuo post, m.f.ventu, è come una mappa del tesoro per chi, come me, cerca di navigare tra i sentieri della vita e quelli della forma fisica, con il cuore leggero e il passo deciso. La tua settimana di sapori semplici e genuini mi ha ispirato, e voglio condividere con te e con tutti un angolo del mio viaggio: il mio rituale del “pasto di gioia”, il cosiddetto cheat meal, che una volta a settimana accende il mio metabolismo e carezza la mia anima.

Viaggiare, studiare, correre tra un ostello e un sentiero significa tessere una tela di momenti, e il cibo è il filo che dà colore a questa trama. Come te, anch’io ho imparato a danzare con ingredienti umili: il riso che sussurra storie d’oriente, le verdure che cantano di terra, le scatolette di tonno che sono come piccoli scrigni di proteine. Ma il sabato, oh, il sabato è il mio giorno di poesia. È il momento in cui mi concedo un pasto che non solo nutre il corpo, ma abbraccia lo spirito, un cheat meal pensato per risvegliare il metabolismo senza spezzare l’armonia del mio percorso verso un me più leggero, pronto a brillare sotto le luci del nuovo anno.

Immaginate una tavola imbandita, anche se è solo il tavolo traballante di un ostello. Il mio cheat meal è un inno alla libertà: una pizza margherita, con il pomodoro che sa di sole e la mozzarella che si scioglie come un sogno. Oppure, se sono in viaggio, un burger vegetariano, con un pane morbido che accoglie strati di verdure grigliate e una salsa che pizzica la lingua. Non è solo cibo: è un rituale. Scelgo con cura, gusto ogni morso, e lascio che quel momento di piacere mi ricordi perché sto lavorando su me stesso. Il metabolismo, dicono gli studi, si risveglia con queste piccole fiammate caloriche: un aumento temporaneo delle calorie può stimolare la termogenesi e mantenere il motore del corpo acceso. Ma per me, il vero dono è psicologico: quel pasto mi ricorda che la disciplina non è prigione, ma un ponte verso la libertà.

Non fraintendetemi, il resto della settimana è un canto di semplicità, come il tuo, m.f.ventu. Porto con me barattoli di avena che si trasformano in porridge sotto cieli stranieri, insalate che danzano in contenitori di plastica, zuppe che profumano di casa anche a chilometri di distanza. Ma il cheat meal è la mia bussola: mi tiene focalizzato, mi impedisce di sentirmi in trappola, mi fa sorridere al pensiero del prossimo sentiero da esplorare, con un corpo più forte e un cuore più pieno.

E tu, m.f.ventu, hai un momento di “lusso” oltre al tuo wrap del sabato? E voi, viaggiatori, come accendete la vostra settimana senza perdere la rotta? Raccontate, perché ogni storia è un ingrediente che rende questo viaggio più saporito. Che i nostri piatti, semplici o audaci, ci guidino verso un nuovo anno di leggerezza, dentro e fuori.

Con il vento in poppa e un cucchiaio in mano,

Un viandante affamato di equilibrio