L'impatto del nuoto sul mantenimento del ketosis: evidenze e consigli pratici

perdurabo

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, oggi voglio condividere alcune riflessioni sull’attività fisica in acqua e il suo legame con la chetosi, basandomi sia sulla mia esperienza che su dati scientifici. Da quando ho iniziato la dieta chetogenica e ho perso 15 chili, ho sempre cercato modi per mantenere il mio corpo in uno stato di chetosi stabile, e il nuoto si è rivelato un alleato interessante.
Partiamo dai fatti: la chetosi dipende dall’esaurimento delle riserve di glicogeno e dall’uso dei grassi come fonte primaria di energia. Gli sport aerobici, come il nuoto, sono noti per consumare glucosio, ma qui sta il punto: se le sessioni sono moderate e non troppo intense, il corpo può adattarsi a bruciare più grassi che carboidrati, preservando lo stato chetogenico. Uno studio del "Journal of Strength and Conditioning Research" ha mostrato che l’esercizio a bassa intensità (circa il 60% della frequenza cardiaca massima) favorisce l’ossidazione dei lipidi, il che è perfetto per chi segue una keto.
Nella mia routine, nuoto per 40-50 minuti tre volte a settimana, mantenendo un ritmo costante ma non esaustivo. Ho notato che questo mi aiuta a sentirmi energico senza quel crollo tipico di quando si esce dalla chetosi. Misuro i chetoni con strisce urinarie (so che non sono precisissime, ma per un controllo veloce funzionano) e i livelli restano stabili tra 1,5 e 3 mmol/L, anche dopo l’attività.
Un consiglio pratico: prima di entrare in piscina, assicuratevi di aver mangiato qualcosa di keto-friendly, magari 20-30 g di noci o un cucchiaio di olio di cocco. Questo dà al corpo una piccola spinta di grassi da usare come carburante. Inoltre, evitate sessioni troppo intense o lunghe, perché il rischio è che il corpo inizi a produrre glucosio tramite gluconeogenesi, usando le proteine muscolari, e questo può farvi uscire dalla chetosi.
Un altro aspetto interessante è l’effetto del nuoto sull’insulina. Essendo un’attività che migliora la sensibilità insulinica senza picchi di zuccheri nel sangue, aiuta a tenere sotto controllo quegli ormoni che potrebbero interferire con la lipolisi. Insomma, non è solo una questione di calorie bruciate, ma di come il corpo risponde metabolicamente.
Per chi è in transizione verso la keto, il nuoto può essere un modo soft per accelerare l’esaurimento del glicogeno iniziale, ma attenzione: nei primi giorni potreste sentirvi più stanchi. È normale, il corpo sta imparando a switchare. Io ho iniziato con 20 minuti e poi ho aumentato gradualmente.
In sintesi, il nuoto può essere un’ottima strategia per mantenere la chetosi, a patto di gestirlo con consapevolezza. Qualcuno di voi lo ha provato? Come vi siete trovati?
 
Ciao a tutti, il tuo post mi ha davvero colpito perché anch’io sono un appassionato di nuoto e della keto, e devo dire che la penso come te! Partecipare ai fitness challenge online mi ha dato quella spinta in più per tenere il ritmo, e il nuoto è diventato un pilastro della mia routine. Ti racconto un po’ la mia esperienza.

Nuoto anch’io tre volte a settimana, di solito per 45 minuti, e cerco di mantenere un passo tranquillo, niente sprint o cose troppo pesanti. L’idea è proprio quella di spingere il corpo a usare i grassi senza stressarlo troppo. Durante un challenge di 30 giorni che ho fatto l’anno scorso, ho notato che il nuoto mi aiutava a rimanere in chetosi senza quei cali di energia che a volte mi capitavano con altri sport più intensi. Usavo un misuratore di chetoni nel sangue (un po’ più preciso delle strisce, ma comunque non obbligatorio) e i valori stavano sempre intorno a 2 mmol/L, anche dopo le sessioni.

Concordo sul consiglio di mangiare qualcosa di keto prima di nuotare. Io punto spesso su un avocado con un filo d’olio d’oliva o una manciata di mandorle, e mi sento carico senza appesantirmi. Una volta, per curiosità, ho provato a nuotare a digiuno durante un mini-challenge personale: non è andata male, ma dopo un po’ sentivo le gambe pesanti, quindi meglio avere quel “carburante” pronto.

Quello che mi piace dei challenge è che ti motivano a sperimentare. Ad esempio, ho provato a inserire il nuoto come parte di un programma più ampio con digiuni intermittenti, e lì ho visto proprio il corpo adattarsi alla grande. Come dici tu, il nuoto non solo brucia calorie, ma sembra proprio “insegnare” al metabolismo a lavorare meglio coi grassi. Nei primi tempi della keto, quando ancora faticavo a entrare in chetosi, nuotare mi ha aiutato a dare una scossa al glicogeno senza sentirmi distrutto.

Qualcuno di voi ha mai provato a mixare il nuoto con un challenge di gruppo? Io trovo che la competizione sana sia un boost incredibile, soprattutto quando sei lì a contare i minuti in acqua e a confrontarti con gli altri. Fammi sapere com’è andata a te, sono curioso!
 
Ragazzi, oggi voglio condividere alcune riflessioni sull’attività fisica in acqua e il suo legame con la chetosi, basandomi sia sulla mia esperienza che su dati scientifici. Da quando ho iniziato la dieta chetogenica e ho perso 15 chili, ho sempre cercato modi per mantenere il mio corpo in uno stato di chetosi stabile, e il nuoto si è rivelato un alleato interessante.
Partiamo dai fatti: la chetosi dipende dall’esaurimento delle riserve di glicogeno e dall’uso dei grassi come fonte primaria di energia. Gli sport aerobici, come il nuoto, sono noti per consumare glucosio, ma qui sta il punto: se le sessioni sono moderate e non troppo intense, il corpo può adattarsi a bruciare più grassi che carboidrati, preservando lo stato chetogenico. Uno studio del "Journal of Strength and Conditioning Research" ha mostrato che l’esercizio a bassa intensità (circa il 60% della frequenza cardiaca massima) favorisce l’ossidazione dei lipidi, il che è perfetto per chi segue una keto.
Nella mia routine, nuoto per 40-50 minuti tre volte a settimana, mantenendo un ritmo costante ma non esaustivo. Ho notato che questo mi aiuta a sentirmi energico senza quel crollo tipico di quando si esce dalla chetosi. Misuro i chetoni con strisce urinarie (so che non sono precisissime, ma per un controllo veloce funzionano) e i livelli restano stabili tra 1,5 e 3 mmol/L, anche dopo l’attività.
Un consiglio pratico: prima di entrare in piscina, assicuratevi di aver mangiato qualcosa di keto-friendly, magari 20-30 g di noci o un cucchiaio di olio di cocco. Questo dà al corpo una piccola spinta di grassi da usare come carburante. Inoltre, evitate sessioni troppo intense o lunghe, perché il rischio è che il corpo inizi a produrre glucosio tramite gluconeogenesi, usando le proteine muscolari, e questo può farvi uscire dalla chetosi.
Un altro aspetto interessante è l’effetto del nuoto sull’insulina. Essendo un’attività che migliora la sensibilità insulinica senza picchi di zuccheri nel sangue, aiuta a tenere sotto controllo quegli ormoni che potrebbero interferire con la lipolisi. Insomma, non è solo una questione di calorie bruciate, ma di come il corpo risponde metabolicamente.
Per chi è in transizione verso la keto, il nuoto può essere un modo soft per accelerare l’esaurimento del glicogeno iniziale, ma attenzione: nei primi giorni potreste sentirvi più stanchi. È normale, il corpo sta imparando a switchare. Io ho iniziato con 20 minuti e poi ho aumentato gradualmente.
In sintesi, il nuoto può essere un’ottima strategia per mantenere la chetosi, a patto di gestirlo con consapevolezza. Qualcuno di voi lo ha provato? Come vi siete trovati?
Cavolo, devo dire che il tuo post mi ha lasciato a bocca aperta! Non avrei mai pensato che il nuoto potesse essere così amico della chetosi. Io sono sempre in cerca di nuovi modi per spingere il mio corpo a bruciare grassi, e dopo aver provato di tutto, dal digiuno intermittente al powerlifting, mi sa che darò una chance all’acqua. Ho sempre associato il nuoto a un’attività leggera, ma il modo in cui hai spiegato l’ossidazione dei lipidi e la gestione dell’intensità mi ha fatto ricredere.

Da un mese sto sperimentando con una dieta keto più “fruttata”, puntando su alimenti che non mi facciano impazzire dalla voglia di carboidrati. Non proprio grapefruit, ma robe come avocado e cocco per tenere i chetoni su. Però il tuo consiglio di mangiare qualcosa di keto-friendly prima di nuotare mi ha fatto scattare una lampadina: magari un po’ di burro di mandorle prima di buttarmi in piscina potrebbe fare la differenza.

Proverò con sessioni da 30 minuti per iniziare, visto che sono un po’ fuori forma. Tu hai notato differenze tra nuotare al mattino o alla sera per la chetosi? E quanto tempo ci hai messo a sentirti meno stanco all’inizio? Sono curioso!
 
Ehi, perdurabo, il tuo post è una vera bomba! Non avevo mai considerato il nuoto sotto questa luce, soprattutto per la keto. Lavoro in ufficio, sempre inchiodato alla scrivania, e trovare modi per muovermi senza stravolgere la giornata è una sfida. Leggerti mi ha dato una spinta pazzesca a provare qualcosa di nuovo!

Da un paio di mesi sono in chetosi, ho perso 8 chili e mi sento bene, ma ammetto che l’attività fisica è il mio tallone d’Achille. Di solito faccio una passeggiata veloce in pausa pranzo, ma il nuoto sembra un’opzione super interessante. Mi piace come hai spiegato il discorso dell’intensità moderata per non mandare all’aria i chetoni. Io sono uno che si entusiasma facile, ma poi rischia di esagerare, quindi il tuo consiglio di iniziare piano mi calza a pennello.

Domanda: tu come ti organizzi con la piscina? Io ho una vita un po’ incasinata, tra lavoro e famiglia, e fatico a ritagliarmi del tempo. Pensavo di provare a nuotare magari una volta a settimana, magari la sera dopo l’ufficio. Tu hai trovato un ritmo che ti aiuta a non mollare? E un’altra cosa: all’inizio, ti sentivi un po’ “spento” dopo le sessioni? Io ho paura di buttarmi in piscina e poi crollare sul divano! Grazie mille per la condivisione, mi hai proprio motivato a fare un passo in più!
 
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Reazioni: Marlowe
Ciao, che bello leggere il tuo entusiasmo! La tua energia è contagiosa, e ti capisco perfettamente: tra lavoro, famiglia e tutto il resto, trovare spazio per sé è come risolvere un puzzle. Il nuoto per la keto è una scelta azzeccata, e sono felice che il post ti abbia ispirato a provarci. Voglio condividere un po’ della mia esperienza con il mindful eating, perché credo possa aiutarti a gestire l’organizzazione e quella paura di “crollare” dopo la piscina, mantenendo il focus sulla chetosi.

Per rispondere alla tua domanda sull’organizzazione: anch’io ho una vita incasinata, e all’inizio il nuoto sembrava un impegno titanico. Ho trovato un ritmo sostenibile partendo con una sessione a settimana, proprio come pensi di fare tu. Scelgo il sabato mattina, quando la piscina è tranquilla e la mia mente è più libera. Durante la settimana, però, uso il mindful eating per ottimizzare le energie: mangiare lentamente, ascoltando il corpo, mi aiuta a capire quando ho davvero bisogno di un pasto keto-friendly o quando sto solo stressato. Questo mi dà la carica per affrontare la piscina senza sentirmi “spento” dopo. Ti consiglio di provare a pianificare la tua sessione serale in un giorno fisso, magari il mercoledì, per spezzare la settimana. Porta con te uno spuntino keto post-nuoto, tipo qualche mandorla o un pezzetto di avocado, per ricaricare senza appesantirti.

Riguardo alla sensazione di stanchezza, è normale all’inizio, soprattutto se il corpo si sta adattando alla chetosi e a un nuovo tipo di attività. Io mi sentivo un po’ fiacco dopo le prime nuotate, ma ho notato che mangiare in modo consapevole prima della sessione faceva la differenza. Ad esempio, un’ora prima della piscina faccio un pasto leggero ma nutriente, tipo uova sode con un po’ di spinaci. Questo mi dà energia senza appesantirmi. Inoltre, il nuoto a intensità moderata, come suggeriva il post, è perfetto per non stressare il corpo e mantenere i chetoni stabili. Ascolta il tuo corpo mentre nuoti: se ti senti troppo stanco, rallenta o accorcia la sessione. La chiave è la costanza, non l’intensità.

Un trucco che mi ha aiutato a non mollare è stato rendere il nuoto un momento di “detox mentale”. Mentre nuoto, mi concentro sul respiro e sul movimento, quasi come una meditazione. Questo mi ricarica e mi fa sentire meno il peso della giornata. Magari puoi provare a vedere la piscina come il tuo spazio per staccare dalla routine, non solo come allenamento. E se la sera ti senti stanco, concediti una tisana rilassante post-nuoto: non è proprio un detox drink, ma aiuta a chiudere la giornata in modo sereno.

Inizia piano, festeggia ogni piccola vittoria e vedrai che il nuoto diventerà un alleato per la tua keto e il tuo benessere. Fammi sapere come va la tua prima sessione, sono curioso! Forza, ce la fai!
 
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Reazioni: Shiznit
Ehi, che vibe pazzesca il tuo post! Mi hai fatto venir voglia di tuffarmi in piscina anche ora, con questo entusiasmo che praticamente schizza fuori dallo schermo. La tua combo nuoto + keto + mindful eating è un mix che mi intriga da matti, e voglio buttarmi in questa discussione con un po’ di follia low-carb, visto che sono un fan sfegatato di Atkins e paleo da anni. Pronti, via, ti racconto come la vedo io e come il nuoto può diventare il tuo superpotere per restare in chetosi senza sbandare.

Partiamo dal cuore della questione: il nuoto è una bomba per chi segue una dieta keto, ma ci vuole un po’ di strategia per non far deragliare i chetoni le energie. Io ho sperimentato sia Atkins che paleo, e ti dico che il nuoto si sposa alla grande con entrambe, ma bisogna giocare d’astuzia. Come te, anch’io ho una vita che sembra un tetris impazzito, quindi capisco la sfida di incastrare la piscina tra lavoro e caos quotidiano. La tua idea di una sessione settimanale è perfetta per partire senza stress. Io faccio due nuotate a settimana, di solito martedì e domenica, perché mi piace spezzare la routine e avere un ritmo che mi tiene carico. Il trucco? Preparo tutto la sera prima: costume, asciugamano, e un mini-kit keto d’emergenza con noci di macadamia e un po’ di formaggio stagionato. Così, dopo il nuoto, non cado nella trappola di uno snack qualsiasi che manda all’aria la chetosi.

Parliamo di stanchezza, perché hai ragione: all’inizio il nuoto può sembrare una mazzata, soprattutto se sei in piena transizione keto. Io ho notato che la chiave è bilanciare i macronutrienti prima della sessione. Su Atkins, punto su proteine e grassi: una bella frittata con pancetta e avocado un paio d’ore prima mi dà una spinta incredibile senza appesantirmi. Con il paleo, invece, preferisco qualcosa di più “primitivo”, tipo carne essiccata e una manciata di mirtilli. Questo mix mi tiene i chetoni al loro posto e l’energia stabile. Dopo il nuoto, invece, mi concedo un bulletproof coffee – sì, lo so, è un po’ da fanatici, ma quel mix di caffè, burro e olio di cocco è come una ricarica turbo per il cervello e il corpo. Provalo, ma vacci piano se non sei abituato!

Sul mindful eating che hai citato, chapeau! È un game-changer. Io lo uso per non mangiarmi mezzo frigo dopo la piscina, quando la fame da nuoto ti fa vedere unicorni. Mangiare lento e ascoltare il corpo mi ha salvato da abbuffate inutili. Un trucco che adoro è preparare mini-porzioni keto già pronte: tipo polpette di carne con spezie o cubetti di cocco fresco. Così, anche se sono stanco morto, non devo pensare, prendo e mangio. E visto che parlavi di detox mentale, ti do un’idea un po’ pazza: mentre nuoto, immagino di essere un delfino in un oceano di chetoni. Sembra una cavolata, ma visualizzare questa roba mi dà una carica assurda e rende la piscina un momento quasi mistico.

Per la tua sessione serale, il mercoledì mi sembra un’idea top per spezzare la settimana. Porta uno spuntino come suggerivi, ma ti consiglio anche di sperimentare con gli elettroliti: un pizzico di sale rosa dell’Himalaya in acqua con un goccio di limone ti rimette in sesto, soprattutto se sudi molto. E non sottovalutare il ritmo: il nuoto a intensità moderata, come dicevi, è l’ideale per non stressare il corpo. Io faccio 30-40 minuti, alternando crawl e rana, e mi sento un supereroe senza rischiare di bruciare zuccheri invece di grassi.

Un’ultima chicca: per rendere il nuoto un’abitudine, io mi premio. Non con cibo, ma con qualcosa di figo, tipo un episodio della mia serie preferita o 10 minuti di sauna post-piscina. È il mio modo per dire al cervello: “Ehi, nuotare è una festa!”. Tu magari puoi trovare il tuo rituale – una playlist epica per la piscina, o un podcast che ti gasa. Piccole cose, ma fanno la differenza.

Insomma, il nuoto può essere il tuo alleato numero uno per la keto, se lo affronti con un po’ di organizzazione e una spruzzata di follia. Buttati, prova, e raccontami com’è andata la tua prima nuotata. Sono tutto orecchie! Vai alla grande!
 
Ehi, il tuo post mi ha colpito dritto al cuore, ma oggi sono in un mood un po’ malinconico, quindi perdonami se il tono è meno frizzante del tuo entusiasmo. Leggere della tua passione per il nuoto e la keto mi ha fatto ripensare al mio percorso, e volevo condividere un po’ di pensieri, sperando di aggiungere qualcosa di utile a questa discussione pazzesca.

Sono anni che combatto con il mio corpo, cercando un modo per sentirmi più leggera, non solo fisicamente ma anche dentro. Il bodiflex è stata la mia ancora di salvezza, una pratica che mi ha insegnato a respirare in modo diverso, a ossigenare il corpo e a lavorare su muscoli che non sapevo nemmeno di avere. Quando ho letto del tuo amore per il nuoto e di come lo incastri nella tua vita caotica, mi sono sentita vicina a te. Anch’io ho un’agenda che sembra un puzzle, e trovare il tempo per la piscina o per qualsiasi attività è una sfida. Eppure, il tuo racconto mi ha fatto venir voglia di provare a combinare il nuoto con il mio bodiflex, magari per dare una spinta in più al mio obiettivo di sentirmi meglio.

Il nuoto, come dici, sembra perfetto per chi segue una dieta come la keto, ma io non sono mai stata brava a gestire i macronutrienti con precisione. La tua strategia di preparare il kit keto d’emergenza mi ha fatto pensare: forse potrei organizzarmi meglio anch’io. Di solito, prima di una sessione di bodiflex, bevo solo acqua con un po’ di limone, ma dopo mi sento sempre esausta, come se il corpo mi chiedesse qualcosa in più. Leggendo del tuo bulletproof coffee, mi sono chiesta se un boost del genere potrebbe aiutarmi a non crollare. Però, ammetto, sono un po’ spaventata: la keto sembra così complicata, e io già fatico a seguire una routine. Tu come fai a non perderti d’animo quando la stanchezza ti prende?

Il tuo accenno al mindful eating mi ha toccato. Io sono una di quelle che, quando è triste o stressata, cerca conforto nel cibo. Dopo una giornata pesante, mi ritrovo a fissare il frigo, anche se so che non dovrei. Il bodiflex mi aiuta a calmarmi, perché quelle respirazioni profonde sono come una meditazione, ma non sempre basta. L’idea di preparare mini-porzioni già pronte è geniale, e credo che proverò a fare qualcosa di simile, magari con alimenti che mi piacciono ma che non mi fanno sentire in colpa. Hai mai avuto momenti in cui il cibo sembrava l’unico rifugio? Come li hai superati?

Tornando al nuoto, mi ha colpito il tuo consiglio sugli elettroliti. Io sudo tanto quando faccio bodiflex, e forse è per questo che mi sento così spossata. Proverò il tuo trucco del sale rosa e limone, magari prima di una sessione in piscina. Il mercoledì sera che hai scelto per nuotare mi sembra un’idea perfetta per spezzare la settimana, e sto pensando di copiarla. Però, confesso, l’acqua mi intimorisce un po’. Non sono una grande nuotatrice, e l’idea di sentirmi goffa in piscina mi fa paura. Tu hai mai avuto momenti di insicurezza? Come li hai affrontati per buttarti?

Il bodiflex mi ha insegnato che il corpo può cambiare, ma ci vuole pazienza. Quando faccio gli esercizi di respirazione e stretching, sento i muscoli che si allungano e il corpo che si risveglia, ma i risultati sono lenti, e a volte mi scoraggio. Leggere del tuo rituale post-nuoto, con la sauna o una serie, mi ha fatto sorridere. Forse dovrei trovare anch’io un modo per rendere il movimento una festa, come dici tu. Magari una playlist che mi tiri su o un piccolo premio dopo ogni sessione. Cosa ne pensi di combinare il nuoto con qualcosa come il bodiflex? Credi che potrebbe funzionare per dare una marcia in più al metabolismo?

Chiudo con una nota un po’ triste, ma sincera: ci sono giorni in cui guardarmi allo specchio è dura. Il bodiflex mi sta aiutando, ma il percorso è lungo, e a volte mi sento sola in questa battaglia. Il tuo post, però, mi ha dato una piccola spinta. Mi ha ricordato che non sono l’unica a voler cambiare, e che con un po’ di organizzazione e follia, come dici tu, si può fare. Proverò a fare una nuotata, magari solo per sentire l’acqua e lasciarmi andare. E chissà, forse un giorno scriverò qui con lo stesso entusiasmo che hai tu. Grazie per aver condiviso la tua energia, mi ha fatto bene leggerla, anche se oggi vedo tutto un po’ grigio. Raccontami, come stai andando con le tue nuotate?
 
Ragazzi, oggi voglio condividere alcune riflessioni sull’attività fisica in acqua e il suo legame con la chetosi, basandomi sia sulla mia esperienza che su dati scientifici. Da quando ho iniziato la dieta chetogenica e ho perso 15 chili, ho sempre cercato modi per mantenere il mio corpo in uno stato di chetosi stabile, e il nuoto si è rivelato un alleato interessante.
Partiamo dai fatti: la chetosi dipende dall’esaurimento delle riserve di glicogeno e dall’uso dei grassi come fonte primaria di energia. Gli sport aerobici, come il nuoto, sono noti per consumare glucosio, ma qui sta il punto: se le sessioni sono moderate e non troppo intense, il corpo può adattarsi a bruciare più grassi che carboidrati, preservando lo stato chetogenico. Uno studio del "Journal of Strength and Conditioning Research" ha mostrato che l’esercizio a bassa intensità (circa il 60% della frequenza cardiaca massima) favorisce l’ossidazione dei lipidi, il che è perfetto per chi segue una keto.
Nella mia routine, nuoto per 40-50 minuti tre volte a settimana, mantenendo un ritmo costante ma non esaustivo. Ho notato che questo mi aiuta a sentirmi energico senza quel crollo tipico di quando si esce dalla chetosi. Misuro i chetoni con strisce urinarie (so che non sono precisissime, ma per un controllo veloce funzionano) e i livelli restano stabili tra 1,5 e 3 mmol/L, anche dopo l’attività.
Un consiglio pratico: prima di entrare in piscina, assicuratevi di aver mangiato qualcosa di keto-friendly, magari 20-30 g di noci o un cucchiaio di olio di cocco. Questo dà al corpo una piccola spinta di grassi da usare come carburante. Inoltre, evitate sessioni troppo intense o lunghe, perché il rischio è che il corpo inizi a produrre glucosio tramite gluconeogenesi, usando le proteine muscolari, e questo può farvi uscire dalla chetosi.
Un altro aspetto interessante è l’effetto del nuoto sull’insulina. Essendo un’attività che migliora la sensibilità insulinica senza picchi di zuccheri nel sangue, aiuta a tenere sotto controllo quegli ormoni che potrebbero interferire con la lipolisi. Insomma, non è solo una questione di calorie bruciate, ma di come il corpo risponde metabolicamente.
Per chi è in transizione verso la keto, il nuoto può essere un modo soft per accelerare l’esaurimento del glicogeno iniziale, ma attenzione: nei primi giorni potreste sentirvi più stanchi. È normale, il corpo sta imparando a switchare. Io ho iniziato con 20 minuti e poi ho aumentato gradualmente.
In sintesi, il nuoto può essere un’ottima strategia per mantenere la chetosi, a patto di gestirlo con consapevolezza. Qualcuno di voi lo ha provato? Come vi siete trovati?
Ehi, che bella riflessione! 😊 Condivido la mia storia perché magari può essere utile a qualcuno. Ho perso 12 kg con la keto un paio di anni fa, mi sentivo al top, ma poi... puff, ho ripreso tutto. 😔 Colpa di stress, poca costanza e qualche sgarro di troppo. Ora voglio rimettermi in carreggiata per l’estate, e il nuoto mi sta chiamando!

Ho provato a nuotare qualche anno fa durante la keto e confermo: mi dava energia senza farmi sentire “scarico”. Il tuo consiglio di mangiare qualcosa di keto-friendly prima della piscina mi piace, proverò con dell’olio di cocco! 🥥 Però ammetto che ora sono un po’ spaventato: non vorrei esagerare e uscire dalla chetosi. Tu come fai a capire il ritmo giusto? Io sono un po’ “tutto o niente” e rischio di spingere troppo. 😅

Grazie per i tuoi spunti, mi hai dato una spinta a riprovarci! Qualche consiglio per chi, come me, riparte da zero? 💪