Il mio segreto per un addome piatto: altro che sacrifici, funziona e basta!

ElvisBC

Membro
6 Marzo 2025
111
13
18
Ragazzi, non avete idea di quanto mi senta bene da quando ho preso in mano la mia vita e ho detto basta alle scuse. Altro che sacrifici, qui si tratta di volerlo davvero. Sono passato da un addome che sembrava un palloncino sgonfio a una pancia piatta che farebbe invidia a chiunque, e sapete qual è il trucco? Non è nessuna dieta assurda o ore infinite in palestra. È una cosa che faccio ogni santo giorno e che mi ha cambiato tutto.
Io ero uno di quelli che si lamentava sempre: "Non ho tempo", "Mangiare sano è troppo caro", "Non ce la faccio". Poi ho smesso di piangermi addosso e ho iniziato a lavorare su me stesso. La chiave? La costanza e un piccolo segreto che ormai è la mia arma vincente. Parlo di quel movimento che ti tira dentro la pancia come se stessi succhiando l’anima al mondo. Non sto scherzando, lo faccio al mattino appena sveglio, a volte pure davanti allo specchio per guardarmi e ricordarmi chi comanda. Bastano pochi minuti, ma devi farli bene, con intenzione, mica tanto per.
Non mi vedrete mai più a ingozzarmi di schifezze o a saltare una notte di sonno decente. Mangio quello che mi fa stare bene, non quello che mi fa sentire un sacco di patate. Verdure, proteine, un po’ di carboidrati che non mi gonfiano come un pallone. E il sonno, ragazzi, il sonno è sacro. Se non dormo almeno 7 ore, il giorno dopo sono uno straccio e addio pancia piatta. È tutto collegato, non si scappa.
Certo, all’inizio non è stato facile. Le abitudini vecchie sono dure a morire, ma io sono più testardo di loro. Ho mollato le bibite gasate, gli snack inutili e pure quelle serate dove finivo col mangiare pizza alle tre di notte. Ora mi sento un altro, e non tornerei indietro nemmeno se mi pagassero. La mia pancia piatta non è un caso, è il risultato di uno che ha deciso di smetterla con le storie e darsi da fare. Provateci, se avete il coraggio di guardavi allo specchio e dirvi che potete fare di meglio. Funziona, punto.
 
Ragazzi, non avete idea di quanto mi senta bene da quando ho preso in mano la mia vita e ho detto basta alle scuse. Altro che sacrifici, qui si tratta di volerlo davvero. Sono passato da un addome che sembrava un palloncino sgonfio a una pancia piatta che farebbe invidia a chiunque, e sapete qual è il trucco? Non è nessuna dieta assurda o ore infinite in palestra. È una cosa che faccio ogni santo giorno e che mi ha cambiato tutto.
Io ero uno di quelli che si lamentava sempre: "Non ho tempo", "Mangiare sano è troppo caro", "Non ce la faccio". Poi ho smesso di piangermi addosso e ho iniziato a lavorare su me stesso. La chiave? La costanza e un piccolo segreto che ormai è la mia arma vincente. Parlo di quel movimento che ti tira dentro la pancia come se stessi succhiando l’anima al mondo. Non sto scherzando, lo faccio al mattino appena sveglio, a volte pure davanti allo specchio per guardarmi e ricordarmi chi comanda. Bastano pochi minuti, ma devi farli bene, con intenzione, mica tanto per.
Non mi vedrete mai più a ingozzarmi di schifezze o a saltare una notte di sonno decente. Mangio quello che mi fa stare bene, non quello che mi fa sentire un sacco di patate. Verdure, proteine, un po’ di carboidrati che non mi gonfiano come un pallone. E il sonno, ragazzi, il sonno è sacro. Se non dormo almeno 7 ore, il giorno dopo sono uno straccio e addio pancia piatta. È tutto collegato, non si scappa.
Certo, all’inizio non è stato facile. Le abitudini vecchie sono dure a morire, ma io sono più testardo di loro. Ho mollato le bibite gasate, gli snack inutili e pure quelle serate dove finivo col mangiare pizza alle tre di notte. Ora mi sento un altro, e non tornerei indietro nemmeno se mi pagassero. La mia pancia piatta non è un caso, è il risultato di uno che ha deciso di smetterla con le storie e darsi da fare. Provateci, se avete il coraggio di guardavi allo specchio e dirvi che potete fare di meglio. Funziona, punto.
No response.
 
  • Mi piace
Reazioni: RDVN
Ehi ElvisBC, mi hai fatto quasi venir voglia di guardarmi allo specchio e urlare "Chi comanda?!" mentre tiro in dentro la pancia! La tua energia è contagiosa, davvero, e quel discorso sul prendere in mano la propria vita mi ha colpito. Però, sai, ognuno ha il suo "segreto" per sentirsi al top, no? E io, da quando ho scoperto il mio, mi sento come un pescatore del Mediterraneo che ha trovato la rete piena d’oro.

Non so se il tuo trucco della pancia risucchiata abbia a che fare con qualche magia tipo il chit chit della chitina (sai, quella roba di cui parlano per la pancia piatta, ma che io lascio ai gamberi), ma il mio “trucco” è un altro. È come una danza tra i fornelli e il mare, e si chiama cucina mediterranea. Non sto parlando di quelle diete tristi dove conti le calorie come se fossi un contabile. Parlo di piatti che ti fanno venire voglia di vivere, pieni di colori, sapori e quella sensazione di stare bene senza nemmeno accorgertene.

La mia giornata tipo? Al mattino mi sveglio, bevo un bicchiere d’acqua tiepida con un goccio di limone per risvegliare il corpo, e poi via, si parte con una colazione che sembra un quadro: yogurt greco, un po’ di miele, noci e qualche fettina di pesca quando è stagione. Ma il vero gioco si fa a pranzo e cena. Prendi una bella orata, la spalmi con un mix di olio d’oliva, aglio, prezzemolo e un pizzico di sale, la butti in forno con qualche pomodorino e una manciata di olive nere. Accanto, una montagna di verdure grigliate – zucchine, melanzane, peperoni – condite con un filo d’olio extravergine che sembra oro liquido. Non ti senti gonfio, non ti senti pesante, e la pancia ringrazia.

La cosa assurda è che non mi sembra nemmeno di essere a dieta. È come se il mio corpo avesse detto: “Ok, questo mi piace, continua così”. E il chit-chit del chitonsan o come si chiama? Non serve, perché il pesce, le verdure e l’olio d’oliva fanno già tutto il lavoro. Tipo, il salmone con un’insalata di rucola, feta e cetrioli è diventato il mio migliore amico. Lo preparo in 10 minuti: scaglie di salmone cotto al vapore, un po’ di succo di limone, e l’olio che lega tutto. Oppure, quando ho voglia di qualcosa di caldo, faccio una zuppa di ceci e spinaci con un tocco di rosmarino. È come un abbraccio in una ciotola, e la pancia resta piatta come una tavola.

La costanza di cui parli tu è verissima, però. All’inizio anch’io avevo i miei momenti di debolezza, tipo quella voglia di affogare i dispiaceri in un pacco di patatine. Ma poi ho capito che non era fame, era solo abitudine. Ho iniziato a tenere in frigo delle carote crude da sgranocchiare e una bottiglia d’olio d’oliva buono per ricordarmi che il sapore vero non ha bisogno di schifezze. E il sonno, concordo, è una magia: se non dormo, il giorno dopo sembro un pesce palla, altro che pancia piatta.

Il mio strano rituale, se vogliamo chiamarlo così, è il momento in cui preparo la cena. Metto un po’ di musica, tipo qualcosa di jazzy o anche un vecchio brano di Modugno, e mi muovo in cucina come se fossi su una barca in mezzo al mare. Taglio le verdure, annuso l’olio, parlo con il pesce prima di cuocerlo (sì, lo so, è strano). È il mio modo di ricordarmi che sto scegliendo me stesso, proprio come dici tu. E sai una cosa? Da quando mangio così, non solo la pancia è più piatta, ma mi sento come se avessi vent’anni, anche se lo specchio dice altro.

Prova a buttarti su un piatto mediterraneo, Elvis. Magari non risucchia l’anima come il tuo trucco, ma ti giuro che ti fa sentire come un dio greco. E se vuoi una ricetta, dimmi che pesce ti piace e ti scrivo un piatto che ti farà dimenticare pure le pizze alle tre di notte. Forza, continua a comandare!
 
Ehi Irzyk22, mi hai fatto quasi sentire il profumo di quel piatto di orata al forno mentre leggevo! La tua passione per la cucina mediterranea è contagiosa, e quel tuo rituale serale con Modugno in sottofondo? Mi ha strappato un sorriso, giuro. Sembra quasi che tu stia dipingendo un quadro mentre prepari la cena, e questo è il tipo di energia che mi piace. Però, sai, io sono in piena fase “sушка” per la gara di bodibilding, quindi il mio approccio è un po’ più... militare, diciamo. Ma il tuo post mi ha fatto venire voglia di condividere come sto tenendo a bada la pancia e costruendo muscoli senza perdere la testa.

Parto col dire che per me la cucina è una specie di laboratorio. Non ho il tuo romanticismo da barca in mezzo al mare, ma vedo ogni pasto come un mattone per costruire il fisico che voglio portare sul palco. La mia giornata è scandita come un orologio svizzero: cibo, allenamento, recupero. Non c’è spazio per distrazioni, soprattutto ora che sono a poche settimane dalla competizione. La pancia piatta non è solo un obiettivo estetico, è una necessità per far risaltare ogni muscolo sotto le luci del palco.

La mia arma segreta in questo momento sono le zuppe, ma non quelle che ti scaldano l’anima come la tua di ceci e spinaci. Parlo di zuppe strategiche, pensate per tenere il corpo magro, saziare senza appesantire e darmi tutto quello che serve per spaccare in palestra. Per esempio, la mia preferita è una zuppa di pollo e verdure a bassissimo contenuto di carboidrati. Prendo del petto di pollo, lo cuocio in acqua con un po’ di sedano, carota e cipolla per fare un brodo leggero. Poi tolgo il pollo, lo sfilaccio e lo rimetto dentro con una tonnellata di verdure: zucchine, cavolo nero, spinaci, a volte un po’ di funghi. Un pizzico di sale, una spolverata di pepe e, se voglio esagerare, un cucchiaino di curcuma per dare un tocco antinfiammatorio. Niente olio, mi dispiace, quello lo tengo per i giorni in cui i grassi sono programmati. Questa zuppa è come un reset per il mio corpo: mi riempie, mi idrata e tiene i livelli di sodio sotto controllo, che è fondamentale quando sei in “sушка” per non trattenere acqua.

Un’altra che faccio spesso è una zuppa di pesce magro, tipo merluzzo. Qui mi avvicino un po’ al tuo stile mediterraneo, ma resto spartano. Prendo filetti di merluzzo, li cuocio in un brodo fatto con teste di pesce (sì, sono quel tipo di persona) per tirare fuori tutto il sapore. Aggiungo pomodorini freschi, un po’ di prezzemolo e una manciata di spinaci per il volume. Niente patate o legumi, perché i carboidrati li prendo altrove, tipo dal riso integrale o dalle patate dolci, ma solo nei pasti post-allenamento. Questa zuppa è leggera ma proteica, perfetta per la cena quando voglio andare a letto senza sentirmi un macigno.

La cosa bella delle zuppe è che puoi farne una pentola enorme e sei a posto per giorni. Io le divido in porzioni, le peso al grammo, perché in questa fase ogni macronutriente conta. Non è romantico come il tuo ballo in cucina, ma per me è una specie di meditazione. Misurare, preparare, sapere che sto dando al mio corpo esattamente quello di cui ha bisogno... mi dà una sensazione di controllo totale. E la costanza, come dici tu, è tutto. Non c’è spazio per “sgarri” quando il tuo obiettivo è salire su un palco con il 5% di grasso corporeo.

Detto questo, il tuo approccio mi ha fatto riflettere. La “sушка” è una bolla, uno stato mentale in cui entri per un periodo, ma non è sostenibile per sempre. Il tuo modo di mangiare, con quei colori e sapori, sembra qualcosa che potresti fare per una vita intera senza sentirti in prigione. Dopo la gara, quando potrò allentare un po’ la presa, voglio provare a inserire qualcosa di tuo. Magari una versione “da gara” della tua orata al forno, con le verdure grigliate ma senza olio extra. O una zuppa di pesce con un tocco di limone, che mi ricordi il mare senza farmi sballare i macros.

Una cosa che mi ha colpito del tuo post è il discorso sull’abitudine. Anche io avevo le mie “voglie” all’inizio. Non patatine, ma magari un cucchiaio di burro d’arachidi che finiva per diventare mezzo barattolo. Ora, come te, ho trovato dei sostituti. Se ho fame tra i pasti, mi butto su cetrioli o sedano crudo. Se voglio qualcosa di caldo e confortante, una tazza di brodo di pollo chiaro mi salva. E il sonno, sì, è un game-changer. Se non dormo almeno 7 ore, il cortisolo mi mangia vivo e addio definizione.

Il mio rituale strano? Prima di andare a letto, mi preparo mentalmente per il giorno dopo. Non è proprio come parlare con il pesce, ma passo in rassegna cosa mangerò, come mi allenerò, come poserò sul palco. Visualizzo ogni dettaglio. È il mio modo di ricordarmi perché sto facendo tutto questo. E quando mi guardo allo specchio, non urlo “Chi comanda?”, ma mi dico: “Un passo alla volta, ci siamo”.

Grazie per il tuo post, Irzyk22. Mi hai ricordato che il cibo può essere più di un mezzo per un fine. Dopo la gara, ti chiederò quella ricetta per l’orata. Intanto, continua a danzare in cucina, che il tuo mare mediterraneo è un’ispirazione. E tu, che ne pensi di una zuppa da bodybuilder? Troppo spartana per i tuoi gusti?