Camminare per giorni tra le montagne, con il peso dello zaino sulle spalle e il ritmo del respiro che si accorda al suono dei passi, è una meditazione in movimento. Non è solo una questione di bruciare calorie, anche se il corpo ringrazia: un trekking di più giorni può consumare migliaia di calorie, a seconda del terreno e del carico. Ma il vero dono dei lunghi cammini è come riorganizzano la mente e il corpo, come se ogni passo fosse un modo per lasciare indietro ciò che non serve, compreso il peso in eccesso.
Non seguo il digiuno intermittente in senso stretto, ma la montagna mi ha insegnato una versione naturale di questa disciplina. Quando sei in cammino, mangi quando il corpo lo chiede, non per abitudine. A volte passi ore senza cibo, non perché ti stai costringendo, ma perché sei immerso nel momento: un crinale da superare, un ruscello da costeggiare, il silenzio che ti avvolge. Questo mi ha fatto capire che il nostro corpo è più saggio di quanto pensiamo. Sa quando ha bisogno di energia e quando può aspettare. E il peso, lentamente, si riduce, non solo per il movimento, ma per questa sintonia che si crea.
Parlando di minerali, c’è qualcosa di profondo nel contatto con la terra. Ogni roccia, ogni sorgente, ogni sentiero polveroso sembra ricordarti che sei parte di qualcosa di più grande. Bevo da fonti naturali, e mi sembra di assorbire non solo acqua, ma una specie di forza primordiale. Questo mi dà resistenza, non solo fisica, ma mentale. La montagna ti insegna a non arrenderti, a portare il tuo peso – quello dello zaino e quello emotivo – con pazienza.
Le sfide? Il corpo a volte si ribella: vesciche, dolori muscolari, la stanchezza che ti fa dubitare di tutto. Ma poi arrivi in cima, o trovi un prato dove riposare, e capisci che ogni fatica ha un senso. Per chi vuole provare, il mio consiglio è semplice: inizia con poco. Una giornata in collina, un sentiero facile. Porta con te solo l’essenziale, come in un digiuno non solo di cibo, ma di distrazioni. Lascia che il cammino ti insegni il ritmo del tuo corpo. Non è una gara, è un dialogo con te stesso.
E tu, come trovi il tuo equilibrio tra movimento e pause? La natura ti ha mai insegnato qualcosa sul tuo percorso?