Da casa alla palestra: il mio viaggio di dimagrimento con un tocco di energia naturale

joel1986

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a sudare insieme"? 😄
Sono qui a raccontarvi un po’ del mio viaggio, che è iniziato tra le quattro mura di casa e mi ha portato, passo dopo passo, fino alla palestra. Qualche anno fa pesavo 30 chili in più, e credetemi, non è stato un percorso facile, ma oggi sono qui, più leggera e felice, a condividere quello che ho imparato!
All’inizio allenarsi a casa è stato il mio salvavita. Non avevo molta fiducia in me stessa, e l’idea di farmi vedere in palestra mi terrorizzava. Ho preso un tappetino, qualche video su YouTube e via, si parte! Facevo squat davanti alla TV, plank mentre guardavo una serie, e qualche saltello che faceva tremare il pavimento (scusate, vicini! 😅). La cosa bella di casa? Zero pressione. Potevo andare al mio ritmo, sudare senza imbarazzo e magari sorseggiarmi una tazza di qualcosa di caldo subito dopo – sì, ammetto, ero fissata con certe bevande naturali che mi davano una spinta in più, tipo un caffè speciale che profumava di bosco. Non dico che fosse magico, ma mi aiutava a sentirmi energica!
Però, dopo un po’, ho sentito che mi serviva un cambiamento. Gli allenamenti a casa erano comodi, ma mi mancava qualcosa: la motivazione di gruppo, quel "dai, ce la fai!" che solo un corso in palestra ti dà. Così ho preso coraggio e mi sono iscritta. All’inizio ero intimidita: tutti quei pesi, specchi ovunque, gente che sembrava uscita da una rivista fitness… Ma sapete una cosa? Nessuno mi giudicava! Ho trovato un allenatore fantastico che mi ha aiutato a impostare un programma, e piano piano ho iniziato a vedere i muscoli al posto del “morbido” 😜.
Devo dire che la palestra mi ha insegnato la disciplina. A casa potevo sempre rimandare ("vabbè, lo faccio dopo"), ma quando paghi un abbonamento e hai un orario, ti impegni di più. Senza contare l’energia che ti dà vedere altri che si allenano con te! Però, non fraintendetemi, casa ha i suoi vantaggi: è gratis, flessibile e perfetto per chi inizia o ha poco tempo.
Le difficoltà? Beh, all’inizio mi sentivo sempre stanca, e la tentazione di mollare era dietro l’angolo. Quello che mi ha salvato è stato trovare un equilibrio: alternavo casa e palestra, mi premiavo con piccole cose (un bel bagno caldo, una tisana profumata) e soprattutto non mi pesavo ossessivamente. Il trucco è stato ascoltare il mio corpo e godermi il viaggio, non solo il traguardo.
E voi, dove preferite allenarmi? Casa o palestra? Se avete domande su come ho fatto o su qualche “segreto” che mi ha aiutato (spoiler: c’entra un po’ di verde nella mia routine ☕), chiedete pure, sono felicissima di chiacchierare! 💪 Forza, che insieme si arriva ovunque! 🌟
 
Ehi, ciao, o forse meglio dire "pronti a sudare per davvero o solo a chiacchierare di tisane"? Ho letto il tuo post e, beh, complimenti per il percorso, davvero, ma lasciami dire che questa storia di casa contro palestra mi sembra un po’ sopravvalutata. Io sono più il tipo che prova di tutto pur di vedere se qualcosa funziona, e ultimamente mi sono buttata su massaggi, avvolgimenti, aggeggi vari e quelle robe che promettono di sciogliere il grasso come per magia. Spoiler: non è proprio così.

Partiamo dal principio. Anch’io ho iniziato a casa, come te, perché, diciamocelo, chi ha voglia di farsi squadrare in palestra quando sembri un puffo sudato? Ho provato di tutto: video di workout su YouTube, balletti imbarazzanti davanti allo specchio, persino quelle app che ti urlano "ancora uno!" mentre tu sei già collassata sul divano. Funzionava? Ni. Qualche chilo l’ho perso, ma più che altro perché mi annoiavo a morte e smettevo di mangiare per frustrazione. Però, sai com’è, a casa è facile mollare. Basta una notifica sul telefono, un gatto che ti fissa o una voglia improvvisa di pizza, e ciao allenamento.

Poi ho deciso di dare una chance a queste famose "procedure estetiche". Sai, quelle che vedi su Instagram con modelle che sembrano scolpite nel marmo dopo due sedute. Ho iniziato con i massaggi drenanti. Costano un occhio della testa, e il massimo che ho ottenuto è stato sentirmi come un impasto per pizza dopo che qualcuno ci ha camminato sopra. Rilassante? Forse. Dimagrante? Mah, forse se smetti di mangiare carboidrati per un mese mentre lo fai. Poi sono passata agli avvolgimenti, quelle robe dove ti spalmano di creme strane, ti avvolgono nella pellicola come un sushi e ti lasciano lì a sudare. Risultato? Ho perso mezzo chilo di acqua e guadagnato un’irritazione cutanea. Fantastico.

L’ultima trovata è stata una macchina a ultrasuoni che, giuro, sembrava un aspirapolvere glorificato. La tipa del centro estetico mi ha detto che "rompe le cellule di grasso". Sì, certo, e io sono la prossima Miss Universo. Dopo cinque sedute, il mio portafoglio era decisamente più leggero, ma il mio girovita? Sempre lì, a salutarmi ogni mattina. Non dico che queste cose siano inutili per tutti, ma per me è stato più un viaggio di curiosità che una rivoluzione. Forse se hai un metabolismo da colibrì o una disciplina di ferro, qualcosa fanno, ma io sono più umana, ecco.

E qui entra in gioco il mio scetticismo sui "segreti naturali" di cui tutti parlano. Tipo quelle bevande verdi che sanno di prato bagnato o quei semi che costano più di un pranzo al ristorante. Li ho provati, eh. Matcha, spirulina, chia, roba che sembra uscita da un negozio di pozioni. Buoni per l’Instagram Stories, meno per il dimagrimento. Alla fine, l’unica cosa che mi ha dato una spinta è stato bere più acqua e mangiare meno schifezze, ma questo non te lo vendono in un barattolo con un’etichetta carina.

Tornando a casa contro palestra, boh, per me nessuna delle due è la soluzione definitiva. Casa è comoda, ma ti annoi. La palestra è motivante, ma se non ti piace l’ambiente, ti senti un pesce fuor d’acqua. Io ora sto provando un mix: cammino tanto, faccio qualche esercizio a casa e ogni tanto mi concedo una seduta di qualcosa di stravagante, tipo un massaggio con le pietre calde, più per coccolarmi che per altro. La verità? Penso che il vero trucco sia trovare qualcosa che non ti faccia venire voglia di scappare dopo due settimane, che sia un tappetino in salotto o un corso di zumba con gente che ti trascina.

Tu che ne pensi di queste procedure estetiche? Hai mai provato qualcosa di bizzarro tipo la crioterapia o quelle fasce vibranti? E soprattutto, dimmi di più di quel tuo caffè che profuma di bosco, perché ora sono curiosa, anche se sono scettica pure su quello!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a sudare insieme"? 😄
Sono qui a raccontarvi un po’ del mio viaggio, che è iniziato tra le quattro mura di casa e mi ha portato, passo dopo passo, fino alla palestra. Qualche anno fa pesavo 30 chili in più, e credetemi, non è stato un percorso facile, ma oggi sono qui, più leggera e felice, a condividere quello che ho imparato!
All’inizio allenarsi a casa è stato il mio salvavita. Non avevo molta fiducia in me stessa, e l’idea di farmi vedere in palestra mi terrorizzava. Ho preso un tappetino, qualche video su YouTube e via, si parte! Facevo squat davanti alla TV, plank mentre guardavo una serie, e qualche saltello che faceva tremare il pavimento (scusate, vicini! 😅). La cosa bella di casa? Zero pressione. Potevo andare al mio ritmo, sudare senza imbarazzo e magari sorseggiarmi una tazza di qualcosa di caldo subito dopo – sì, ammetto, ero fissata con certe bevande naturali che mi davano una spinta in più, tipo un caffè speciale che profumava di bosco. Non dico che fosse magico, ma mi aiutava a sentirmi energica!
Però, dopo un po’, ho sentito che mi serviva un cambiamento. Gli allenamenti a casa erano comodi, ma mi mancava qualcosa: la motivazione di gruppo, quel "dai, ce la fai!" che solo un corso in palestra ti dà. Così ho preso coraggio e mi sono iscritta. All’inizio ero intimidita: tutti quei pesi, specchi ovunque, gente che sembrava uscita da una rivista fitness… Ma sapete una cosa? Nessuno mi giudicava! Ho trovato un allenatore fantastico che mi ha aiutato a impostare un programma, e piano piano ho iniziato a vedere i muscoli al posto del “morbido” 😜.
Devo dire che la palestra mi ha insegnato la disciplina. A casa potevo sempre rimandare ("vabbè, lo faccio dopo"), ma quando paghi un abbonamento e hai un orario, ti impegni di più. Senza contare l’energia che ti dà vedere altri che si allenano con te! Però, non fraintendetemi, casa ha i suoi vantaggi: è gratis, flessibile e perfetto per chi inizia o ha poco tempo.
Le difficoltà? Beh, all’inizio mi sentivo sempre stanca, e la tentazione di mollare era dietro l’angolo. Quello che mi ha salvato è stato trovare un equilibrio: alternavo casa e palestra, mi premiavo con piccole cose (un bel bagno caldo, una tisana profumata) e soprattutto non mi pesavo ossessivamente. Il trucco è stato ascoltare il mio corpo e godermi il viaggio, non solo il traguardo.
E voi, dove preferite allenarmi? Casa o palestra? Se avete domande su come ho fatto o su qualche “segreto” che mi ha aiutato (spoiler: c’entra un po’ di verde nella mia routine ☕), chiedete pure, sono felicissima di chiacchierare! 💪 Forza, che insieme si arriva ovunque! 🌟
Ehi, che bella energia sprigioni in questo post! Mi hai fatto quasi venir voglia di fare qualche squat davanti allo schermo mentre ti leggevo! Il tuo viaggio è super ispirante, sai? Quel mix di determinazione, momenti di fragilità e la capacità di trovare il tuo ritmo mi ha davvero colpita. E poi, quel passaggio da casa alla palestra… chapeau! Ci vuole coraggio a buttarsi in un ambiente nuovo, e tu l’hai fatto alla grande.

Io, lo ammetto, sono più una tipa da “casa” per ora, ma non per pigrizia, eh! È che sto cercando di costruire una routine che sia davvero mia, e il mindful eating è diventato il mio alleato numero uno in questo percorso. Non so se ne hai mai sentito parlare, ma è un approccio che mi sta cambiando il modo di vivere il cibo e, in un certo senso, anche il rapporto con il mio corpo. Invece di seguire diete rigide tipo quelle iperproteiche che vanno tanto di moda (sì, hai capito di cosa parlo!), mi concentro sul mangiare lentamente, assaporando ogni boccone e ascoltando i segnali di fame e sazietà. È come una meditazione, ma con un piatto davanti!

All’inizio non è stato facile. Ero abituata a mangiare di fretta, magari davanti al PC o mentre scorrevo il telefono. Ma poi ho iniziato a fare piccoli cambiamenti: spegnere le distrazioni, apparecchiare la tavola anche solo per me, masticare piano e chiedermi “ho ancora fame o sto bene così?”. Sembra una sciocchezza, ma mi ha aiutato a ridurre le porzioni senza sentirmi privata di nulla. E, cosa ancora più bella, ho smesso di vedere il cibo come un nemico. Ora ogni pasto è un momento per coccolarmi, per godermi i sapori e sentirmi in pace.

Per quanto riguarda l’allenamento, ammetto che casa per me è perfetta perché mi permette di essere flessibile. Faccio yoga o qualche esercizio a corpo libero, spesso con una playlist che mi dà la carica. Però il tuo racconto sulla palestra mi ha fatto venire voglia di provare! Quel senso di comunità, l’energia di gruppo… dev’essere una bella spinta. Magari un giorno farò come te e troverò il coraggio di iscrivermi. Per ora, il mio “trucco” è alternare movimento e momenti di pausa consapevole, tipo una passeggiata dopo mangiato per digerire e sentirmi leggera.

Una cosa che mi ha incuriosita del tuo post è quel riferimento al “verde” nella tua routine. Racconta, racconta! È una tisana particolare, un succo, o magari un ingrediente segreto che dai ai tuoi piatti? Io sono una fan delle bevande naturali, tipo tè matcha o infusi con zenzero, che mi danno una botta di energia senza appesantirmi. E tu, hai qualche rituale che ti aiuta a restare motivata? E come facevi ad ascoltare il tuo corpo quando la stanchezza ti faceva venir voglia di mollare?

Grazie per aver condiviso la tua storia, mi ha dato una bella dose di ispirazione. Continuiamo a sostenerci, che il viaggio è lungo ma insieme è tutta un’altra cosa!
 
Beh, Joel, devo dire che il tuo racconto ha un certo fascino, tutto questo entusiasmo per il viaggio da casa alla palestra è contagioso, ma lasciami fare l’avvocato del diavolo per un attimo. Leggendo il tuo post, sembra quasi che basti un tappetino, un po’ di musica e una tisana magica per trasformarsi in una versione da copertina di fitness. Ma, sai, non tutti hanno questa scintilla di motivazione perpetua, e il tuo “equilibrio” sembra un po’ troppo perfetto per essere universale.

Io sono in una fase diversa, e il mio percorso post-divorzio è più un lavoro di scavo interiore che di salti in palestra. Non fraintendermi, il tuo passaggio da casa al “tempio dei muscoli” è ammirevole, ma per me il vero campo di battaglia è la cucina, non il tapis roulant. Non sono una che si fida di diete lampo o di quelle mode proteiche che promettono miracoli in due settimane. Ho provato, eh, ma finivo sempre a sentirmi un automa che pesava grammi di pollo. No, grazie. Quello che sto imparando, a fatica, è che il controllo di cosa e come mangio è la chiave, ma non nel senso ossessivo del contare calorie.

Ho iniziato a cambiare approccio, concentrandomi su come mi sento quando mangio. Non so se hai mai provato a mangiare senza distrazioni, tipo senza Netflix o il telefono che squilla. Io lo facevo sempre, ingurgitavo tutto in cinque minuti e neanche capivo cosa avevo mangiato. Ora sto provando a fare il contrario: mi siedo, guardo il piatto, mastico lentamente, mi fermo a metà e mi chiedo se sono ancora affamata o se sto solo finendo per abitudine. Sembra una stupidaggine, ma mi ha fatto capire quanto mangiavo per noia o stress, non per fame. Risultato? Mangio meno, non perché mi privo, ma perché mi ascolto. E non è che ho smesso di godermi una pizza, sia chiaro, ma ora la mangio con gusto, non come se fosse un premio o una punizione.

Sul movimento, resto Team Casa, almeno per ora. Non perché non mi piaccia l’idea della palestra, ma perché la flessibilità di allenarmi quando voglio, senza dovermi preoccupare di come appaio agli altri, mi dà una libertà che in questo momento mi serve. Faccio un po’ di yoga, qualche esercizio con i pesi leggeri, e se sono in vena mi butto in una camminata veloce. La palestra, con tutto quel suo vibe di gruppo, forse un giorno, ma per ora mi intimorisce più di quanto mi ispiri. Tu parli di energia collettiva, ma io vedo solo specchi e il rischio di sentirmi fuori posto. Magari è solo la mia insicurezza post-rottura che parla, chissà.

Sul tuo “verde” misterioso, ammetto che mi hai incuriosita, ma non sono una che si beve facilmente la storia delle bevande miracolose. Un caffè che sa di bosco? Una tisana che ti dà la carica? Racconta, ma con dettagli, perché io sono scettica di natura. Io mi affido a un classico tè verde, niente di esotico, ma mi tiene sveglia senza farmi schizzare il cuore. Quanto alla stanchezza, quella che dici di aver combattuto, beh, io ancora ci lotto. A volte mi sembra di non avere l’energia per affrontare nemmeno una passeggiata, figuriamoci un plank. Tu come facevi a tirarti su nei giorni no? Era davvero solo questione di disciplina o c’era altro?

Il tuo viaggio è interessante, ma non sono convinta che il passaggio alla palestra sia la risposta per tutti. Ognuno ha il suo ritmo, no? Io sto ancora cercando il mio, tra un boccone lento e un respiro profondo. Dimmi di più su come hai tenuto duro quando la tentazione di mollare bussava, e magari sul tuo “segreto verde”, che sono curiosa, anche se non ci credo al 100%. Forza, continua a raccontare, che magari mi convinci a fare un salto in palestra… o almeno a provare un altro squat sul tappeto di casa.