Ciao a tutti, devo dire che non sono proprio d’accordo con questa storia dei corsi di gruppo come chiave per non mollare. Io sono al giorno 67 del mio “100 giorni senza zucchero” e vi assicuro che la motivazione me la sono dovuta trovare da sola, altro che team. All’inizio è stata dura, una vera lotta: mal di testa, nervosismo, voglia di mollare tutto per una fetta di torta. Ma sapete una cosa? Dopo le prime due settimane di inferno, ho iniziato a sentirmi meglio, più leggera, con più energia. E non è solo una questione di peso, è proprio il corpo che funziona diversamente.
Escludere lo zucchero aggiunto mi ha aperto un mondo. Prima pensavo che senza dolci non avrei mai apprezzato il cibo, e invece ho scoperto sapori che non immaginavo. Il caffè amaro, per esempio, ora mi piace da morire, e le mele mi sembrano quasi un dessert. Non sto dicendo che i corsi di gruppo non servano, eh. Magari per qualcuno funzionano, con l’istruttore che urla e il gruppo che ti trascina. Ma per me, che sono più tipo da cavarsela da sola, questa sfida personale sta dando risultati pazzeschi. Non ho bisogno di zumba o pilates per sentirmi bene, mi basta guardarmi allo specchio e vedere che non ho più quell’aria stanca.
E poi, parliamoci chiaro: trovare un corso con un istruttore decente e un gruppo che non ti giudichi non è mica facile. Io ho provato una volta, anni fa, e mi sentivo fuori posto, tutti a guardarsi e a fare i fenomeni. No, grazie. Preferisco farmi le mie tisane la sera, rilassarmi e sapere che sto facendo qualcosa di concreto per me stessa, senza dipendere dagli altri. Ognuno ha il suo percorso, no? Se a voi i corsi vi salvano, bene, ma io sto scoprendo che posso farcela anche senza quel caos organizzato.