Ragazzi, non so voi, ma io sono sempre in giro, e vi dico una cosa: mangiare bene in viaggio è la mia ossessione, perché tornare a casa con la pancia gonfia non è proprio nei miei piani. Non mi va di stressarmi con diete rigide o bilance, quindi ho trovato il mio modo per restare in forma senza impazzire. Vi racconto come faccio, perché tanto lo so che vi serve.
Prima di tutto, io pianifico tutto, ma senza esagerare. Non mi porto dietro pentolini o bilancini, però so esattamente cosa voglio mangiare. Negli aeroporti o stazioni, evito come la peste quei panini unti o le patatine che ti fanno sentire un palloncino dopo due ore. Cerco sempre un’insalata decente, magari con del pollo o del pesce, e se non c’è niente di sano, ho sempre una barretta proteica in borsa. Non quelle schifezze piene di zucchero, eh, parlo di roba con pochi ingredienti, che mi tiene sazio senza appesantirmi.
Quando sono in hotel, la colazione è il mio momento sacro. Non mi fiondo sui croissant o sui buffet all you can eat, perché poi passo la giornata a sentirmi lento. Scelgo yogurt greco, frutta fresca e magari un po’ di avena, se c’è. Se il buffet è triste, mi arrangio con un caffè nero e qualcosa che ho comprato prima, tipo mandorle o un frutto. La chiave è non lasciarsi tentare, perché tanto lo so che dopo mi pento.
In viaggio, cerco di muovermi il più possibile, ma non mi ammazzo in palestra. Se l’hotel ha una sala fitness, faccio 20 minuti di corpo libero: squat, plank, qualche push-up. Altrimenti, una camminata veloce in città o un giro in collina, se sono in mezzo alla natura. Non serve chissà cosa, ma tenere il corpo attivo mi aiuta a non sentirmi un sacco di patate. E poi, diciamocelo, voglio guardarmi allo specchio e sentirmi a posto, no?
Per la cena, sono un po’ schizzinoso. Non mi fido dei ristoranti troppo turistici, che ti rifilano porzioni enormi di pasta piena di olio. Cerco posti dove posso controllare cosa mangio: verdure grigliate, una proteina magra, magari un po’ di riso o patate dolci. E il vino? Un bicchiere, massimo, perché sennò mi sveglio con la faccia gonfia e addio foto decenti.
Il trucco vero, comunque, è non lasciarsi andare. Viaggio tanto, ok, ma non è una scusa per strafogarmi e poi lamentarmi. Pianifico, scelgo, mi muovo, e quando salgo sull’aereo per tornare a casa, mi sento leggero e soddisfatto. Non è che sono un santo, eh, ogni tanto uno strappo ci sta, ma deve essere una mia decisione, non una debolezza. Voi come fate? Raccontate, che magari rubo qualche idea.
Prima di tutto, io pianifico tutto, ma senza esagerare. Non mi porto dietro pentolini o bilancini, però so esattamente cosa voglio mangiare. Negli aeroporti o stazioni, evito come la peste quei panini unti o le patatine che ti fanno sentire un palloncino dopo due ore. Cerco sempre un’insalata decente, magari con del pollo o del pesce, e se non c’è niente di sano, ho sempre una barretta proteica in borsa. Non quelle schifezze piene di zucchero, eh, parlo di roba con pochi ingredienti, che mi tiene sazio senza appesantirmi.
Quando sono in hotel, la colazione è il mio momento sacro. Non mi fiondo sui croissant o sui buffet all you can eat, perché poi passo la giornata a sentirmi lento. Scelgo yogurt greco, frutta fresca e magari un po’ di avena, se c’è. Se il buffet è triste, mi arrangio con un caffè nero e qualcosa che ho comprato prima, tipo mandorle o un frutto. La chiave è non lasciarsi tentare, perché tanto lo so che dopo mi pento.
In viaggio, cerco di muovermi il più possibile, ma non mi ammazzo in palestra. Se l’hotel ha una sala fitness, faccio 20 minuti di corpo libero: squat, plank, qualche push-up. Altrimenti, una camminata veloce in città o un giro in collina, se sono in mezzo alla natura. Non serve chissà cosa, ma tenere il corpo attivo mi aiuta a non sentirmi un sacco di patate. E poi, diciamocelo, voglio guardarmi allo specchio e sentirmi a posto, no?
Per la cena, sono un po’ schizzinoso. Non mi fido dei ristoranti troppo turistici, che ti rifilano porzioni enormi di pasta piena di olio. Cerco posti dove posso controllare cosa mangio: verdure grigliate, una proteina magra, magari un po’ di riso o patate dolci. E il vino? Un bicchiere, massimo, perché sennò mi sveglio con la faccia gonfia e addio foto decenti.
Il trucco vero, comunque, è non lasciarsi andare. Viaggio tanto, ok, ma non è una scusa per strafogarmi e poi lamentarmi. Pianifico, scelgo, mi muovo, e quando salgo sull’aereo per tornare a casa, mi sento leggero e soddisfatto. Non è che sono un santo, eh, ogni tanto uno strappo ci sta, ma deve essere una mia decisione, non una debolezza. Voi come fate? Raccontate, che magari rubo qualche idea.