Ciao Simufc, wow, mi hai fatto quasi arrossire con tutto questo entusiasmo!

I tuoi complimenti sono come una spinta extra per continuare a ballare tra bilance e contapassi senza inciampare!

Devo dire, il tuo braccialetto che vibra per tirarti giù dal divano sembra un piccolo sergente adorabile – scommetto che ti tiene in riga!
Parliamo del mio “metodo tarelka” (come lo chiamo io, con un pizzico di drama

): è tipo un gioco di equilibri, ma senza far diventare tutto una calcolatrice ambulante. Divido la mia porzione così: metà piatto stracolmo di verdure colorate (zucchine, peperoni, cavolo, quello che trovo!), un quarto di proteine (pollo, pesce, a volte legumi che fanno tanto bene) e un quarto di carboidrati (riso integrale, patate dolci o quinoa, per non annoiarmi). All’inizio sembrava una missione impossibile, sai? Tipo, “ma come, solo QUESTO spazio per il mio adorato riso?!”

Ma poi ho iniziato a fare foto ai piatti – e sì, le posto pure sul mio profilo, un po’ per vantarmi, un po’ per ricordarmi che sto creando arte commestibile!
Il trucco per non farmi ossessionare dai numeri? Beh, non è che sono immune, eh!

All’inizio contavo ogni caloria come se fosse un esame di matematica, ma poi ho capito che il metodo della tarelka mi salva: non serve pesare tutto al grammo, basta rispettare le proporzioni e il gioco è fatto. È come avere un coach invisibile che dice: “Tranquilla, ci pensa il piatto a fare i conti!”. Per esempio, ieri sera ho fatto una bowl con melanzane grigliate, tacchino speziato e un pugnetto di farro – sembrava una festa, non una dieta!

E la bilancia smart? Non la guardo tutti i giorni, magari una volta a settimana, così non mi faccio prendere dalla frenesia dei decimali.
I gadget sono i miei complici, hai ragione! Il fitness tracker mi dà una pacca virtuale quando raggiungo i 10.000 passi, e l’app mi aiuta a pianificare i pasti senza stress. Ma il vero segreto è andare per gradi: non ho iniziato con piatti perfetti, all’inizio mettevo troppe patate e poche verdure, ma pian piano ho trovato il mio ritmo. È come imparare a ballare: all’inizio pesti i piedi, poi voli!
Per il tuo braccialetto, dai, portalo a fare quel giro extra e magari prova a fotografare un piatto “a occhio” seguendo il metodo della tarelka – vedrai che soddisfazione!

E tu, dimmi, come fai a non cedere alla tentazione di ignorare quel sergente-vibrante quando vuole farti alzare? Racconta, che sono curiosa!

Continua a ispirarmi anche tu, sei una forza!
