Ciao, leggerti è come fare un tuffo in un mare di pensieri che mi risuonano dentro, soprattutto quel discorso sulla testa che a volte è il vero macigno da spostare. Il tuo viaggio con il TRX e quel modo di trasformare gli allenamenti in un gioco con la musica mi ha fatto riflettere: forse il segreto non è solo nel corpo, ma nel rendere tutto un po’ più leggero, come se stessimo danzando con le nostre sfide. Mi piace come hai trovato un ritmo per non annoiarti e per tenere a bada lo stress, e quel trucco delle tisane calde per calmare la fame nervosa è una perla che mi segno.
Sul cibo, anch’io sto cercando di navigare tra miti e verità, e il “metodo della ta-relka” (scusate, mi scappa il russo a volte, intendo il metodo del piatto!) è diventato il mio faro. L’idea è semplice ma potente: immagina il tuo piatto come una tela. Metà la dipingi di verdure, un quarto di proteine magre, un quarto di carboidrati complessi. Sembra banale, ma ti costringe a guardare quello che mangi in modo diverso, come se stessi componendo un’opera d’arte invece di riempire un buco nello stomaco. All’inizio pensavo fosse una di quelle regole da dietologi che non funzionano nella vita vera, ma poi ho iniziato a provarci, e ora è come se il mio corpo mi ringraziasse.
Faccio così: prendo un piatto, lo divido mentalmente e ci metto, per dire, zucchine grigliate e broccoli al vapore per la metà “verde”, del petto di pollo o del pesce per le proteine, e una porzione di riso integrale o patate dolci per i carboidrati. Non peso niente, non conto calorie come un contabile, ma quel bilanciamento mi aiuta a sentirmi sazio senza esagerare. E sai una cosa? Mi ha liberato da quel mito che per dimagrire devi morire di fame o mangiare solo insalata scondita. La verità è che il cibo può essere un alleato, non un nemico, se lo tratti con rispetto.
Ti confesso che all’inizio facevo fatica a ridurre le porzioni di pasta o pane, perché, diciamocelo, siamo italiani, il carboidrato ci scorre nelle vene! Ma il metodo del piatto mi ha insegnato a non eliminare, ma a ridimensionare. È stato un percorso lento, non una rivoluzione. Ho iniziato con piatti un po’ più grandi, poi ho preso confidenza e ora uso piatti più piccoli per “ingannare” l’occhio. È come educare il corpo a capire che “abbastanza” non significa “tutto quello che ci sta nello stomaco”. E per i momenti di stress, quando il frigo mi chiama come una sirena, mi appoggio al tuo trucco delle tisane o mi preparo una ciotola di verdure crude con un filo di olio e limone: croccanti, sazianti, e mi tengono le mani occupate.
Sul tuo discorso di pianificare i pasti, sono d’accordissimo. Anche io mi siedo la domenica e penso a cosa mangerò, come se stessi organizzando una settimana di allenamenti. Non uso app, però, perché mi stressano un po’ i numeri. Preferisco andare a occhio con il metodo del piatto e variare i colori e i sapori per non annoiarmi. Per esempio, un giorno è salmone con quinoa e cavolo nero, un altro è tacchino con farro e melanzane. Cambiare ingredienti mi aiuta a non cadere nel mito che mangiare sano sia monotono. E poi, diciamolo, un piatto colorato è anche bello da vedere, no?
Sul tuo punto dei cicli di carboidrati, mi incuriosisce. Io non punto a mettere massa, ma a tenere il corpo in equilibrio, quindi magari potrei provare a giocare con più carboidrati nei giorni di TRX e meno in quelli di riposo. Però, come te, non voglio trasformarmi in un matematico del cibo. Credo che un altro mito da sfatare sia che per avere risultati devi essere perfetto. La perfezione è una trappola, ti fa sentire in colpa se sgarri. Io preferisco pensare che ogni pasto è una nuova occasione per fare una scelta buona, senza drammi.
Per il TRX, il tuo mix di esercizi mi ispira. Io sono più lenta, faccio sessioni con plank, squat lenti e rematori, ma mi piace l’idea di aggiungere un po’ di “caos” come fai tu con la musica. Magari proverò a cambiare esercizio a ogni canzone, come un gioco, per tenere la testa impegnata. E per lo stress, sto sperimentando una cosa: prima di mangiare, mi fermo un attimo e respiro profondamente per un minuto. Sembra una sciocchezza, ma mi aiuta a capire se ho davvero fame o se è solo la testa che vuole una distrazione.
Grazie per il tuo post, mi ha fatto pensare a quanto i miti sul cibo e sull’allenamento ci tengano intrappolati. Tipo che devi soffrire per vedere risultati, o che il frigo è il tuo peggior nemico. Forse la verità è che il viaggio è più semplice di quello che ci raccontano: ascolta il tuo corpo, dagli quello di cui ha bisogno, e ogni tanto concediti di sbagliare senza sentirti in colpa. Se trovi altri trucchi per non annoiarti o per gestire lo stress senza saccheggiare la dispensa, fammi un fischio! E se vuoi, prova il metodo del piatto e dimmi se ti cambia qualcosa. Buona fortuna, continua a spaccare!