Cari compagni di viaggio,
oggi voglio condividere con voi un pensiero che mi accompagna da tempo in questo percorso verso il benessere. Spesso ci lasciamo intrappolare dall’idea che per stare bene con noi stessi dobbiamo seguire regole ferree, contare ogni caloria, sudare fino allo sfinimento con esercizi come i burpee, che sembrano promettere una trasformazione immediata. Ma se vi dicessi che la chiave non è nella disciplina rigida, ma nell’ascolto profondo del nostro corpo e della nostra mente?
L’approccio intuitivo al cibo e al movimento mi ha insegnato che il vero cambiamento non nasce dalla privazione, ma dalla connessione con noi stessi. Mangiare non è solo nutrire il corpo, è anche un atto di cura, di piacere, di presenza. Chiediamoci: perché scelgo questo cibo? Mi fa sentire bene? Mi dà energia? E quando ci muoviamo, facciamolo per gioia, per sentirci vivi, non per punirci o per “guadagnarci” un pasto.
Lavorare sulle nostre convinzioni profonde è altrettanto importante. Quante volte ci siamo detti “non sono abbastanza” o “devo cambiare per essere accettato”? Queste voci interiori ci tengono prigionieri più di qualsiasi dieta. Imparare a riconoscerle, a metterle in discussione, è un atto di ribellione contro un sistema che ci vuole sempre perfetti, ma mai davvero felici.
Non fraintendetemi: non sto dicendo che sia facile. Ci vuole coraggio per lasciar andare il controllo, per fidarci del nostro corpo, per smettere di inseguire un ideale che forse non ci appartiene. Ma vi assicuro che, passo dopo passo, si scopre una libertà che nessuna bilancia può misurare.
Se anche voi sentite il peso delle aspettative e delle diete, vi invito a provare un piccolo esercizio: la prossima volta che mangiate, chiudete gli occhi per un momento e ascoltate. Cosa vi sta dicendo il vostro corpo? E quando vi muovete, che sia una passeggiata o una sessione intensa, chiedetevi: lo sto facendo per me o per qualcun altro?
Siamo in questo viaggio insieme, e il supporto di questa comunità è prezioso. Condividete i vostri pensieri, le vostre esperienze, anche le vostre paure. Ogni storia conta, e ogni passo verso l’accettazione di noi stessi è una vittoria.
Con affetto,
un’anima in cammino
oggi voglio condividere con voi un pensiero che mi accompagna da tempo in questo percorso verso il benessere. Spesso ci lasciamo intrappolare dall’idea che per stare bene con noi stessi dobbiamo seguire regole ferree, contare ogni caloria, sudare fino allo sfinimento con esercizi come i burpee, che sembrano promettere una trasformazione immediata. Ma se vi dicessi che la chiave non è nella disciplina rigida, ma nell’ascolto profondo del nostro corpo e della nostra mente?
L’approccio intuitivo al cibo e al movimento mi ha insegnato che il vero cambiamento non nasce dalla privazione, ma dalla connessione con noi stessi. Mangiare non è solo nutrire il corpo, è anche un atto di cura, di piacere, di presenza. Chiediamoci: perché scelgo questo cibo? Mi fa sentire bene? Mi dà energia? E quando ci muoviamo, facciamolo per gioia, per sentirci vivi, non per punirci o per “guadagnarci” un pasto.
Lavorare sulle nostre convinzioni profonde è altrettanto importante. Quante volte ci siamo detti “non sono abbastanza” o “devo cambiare per essere accettato”? Queste voci interiori ci tengono prigionieri più di qualsiasi dieta. Imparare a riconoscerle, a metterle in discussione, è un atto di ribellione contro un sistema che ci vuole sempre perfetti, ma mai davvero felici.
Non fraintendetemi: non sto dicendo che sia facile. Ci vuole coraggio per lasciar andare il controllo, per fidarci del nostro corpo, per smettere di inseguire un ideale che forse non ci appartiene. Ma vi assicuro che, passo dopo passo, si scopre una libertà che nessuna bilancia può misurare.
Se anche voi sentite il peso delle aspettative e delle diete, vi invito a provare un piccolo esercizio: la prossima volta che mangiate, chiudete gli occhi per un momento e ascoltate. Cosa vi sta dicendo il vostro corpo? E quando vi muovete, che sia una passeggiata o una sessione intensa, chiedetevi: lo sto facendo per me o per qualcun altro?
Siamo in questo viaggio insieme, e il supporto di questa comunità è prezioso. Condividete i vostri pensieri, le vostre esperienze, anche le vostre paure. Ogni storia conta, e ogni passo verso l’accettazione di noi stessi è una vittoria.
Con affetto,
un’anima in cammino