Ehi ferran.96, che bella energia trasmetti! La tua passione per questa battaglia sacra è contagiosa, e quel tuo modo di vedere ogni pasto come una preghiera mi ha davvero colpita. Mi ci ritrovo tanto, anche se, devo dirtelo, il mio cammino verso la “divina disciplina” è più un sentiero pieno di buche che una maratona ben tracciata come la tua.
Io sono quella che, quando lo stress bussa, apre il frigo come se fosse un confessionale. Emozioni? Via, un biscotto. Ansia? Un piatto di pasta. È come se il cibo fosse il mio prete di fiducia, sempre lì a darmi assoluzione. Ma sto cercando di cambiare, e il tuo post mi ha dato una spinta in più per riflettere. La pianificazione dei pasti di cui parli è una gran cosa, e io ci sto provando, ma il vero game-changer per me è stato spezzettare la giornata in piccoli momenti di nutrimento. Non parlo solo di cibo, ma proprio di cura. Tipo, invece di buttarmi su un pasto gigante quando sono a pezzi, mi fermo e mi chiedo: “Ok, che emozione sto cercando di soffocare?”. A volte è solo noia, a volte è rabbia. E allora, prima di aprire la dispensa, faccio una passeggiata, scrivo due righe sul diario o, se proprio sono ispirata, metto su una canzone e ballo come una matta in salotto.
Per il cibo, invece, ho iniziato a fare mini-pasti, tipo cinque o sei al giorno, ma leggeri. È come se dessi al mio corpo un ritmo, una specie di liturgia quotidiana. Una manciata di mandorle a metà mattina, un’insalata con un po’ di pollo a pranzo, una mela con un cucchiaino di burro di arachidi nel pomeriggio. Così non arrivo mai a cena con quella fame da lupo che mi fa divorare tutto. E, soprattutto, mi sento meno in colpa, perché ogni boccone è pensato, non è un peccato commesso di fretta. Non è perfetto, eh, a volte cedo ancora al richiamo di una pizza intera, ma sto imparando a perdonarmi. Come dici tu, non è solo il corpo che si alleggerisce, ma anche l’anima.
I tuoi 5 chili sono un traguardo pazzesco, complimenti! Io sono a -3 in due mesi, un po’ più lenta, ma ogni passo mi sembra una piccola vittoria. La competizione di cui parli, quel senso di comunità, è vero, aiuta un sacco. Sapere che ci siete tutti voi, guerrieri dello spirito, mi fa sentire meno sola. Continuiamo a pregare con i nostri piatti e a resistere alle tentazioni, un pasto alla volta. Tu come fai nei momenti in cui il “maligno” ti sussurra di mollare? Racconta, che prendo appunti!