Ehi, caverf, il tuo modo di rendere il movimento così fluido e naturale mi ha proprio colpita! Quel “poco ma spesso” è una filosofia che adoro, e mi fa venir voglia di condividere come la penso io, da fan sfegatata del metodo Montignac. Sai, per me il movimento è solo una parte del quadro: quello che metto nel piatto, soprattutto a colazione, è il vero game-changer per sentirmi leggera e piena di energia per muovermi senza forzature.
Partiamo dal tuo approccio: camminare in casa mentre guardi una serie o fare squat in pausa caffè è un’idea che urla “vita reale”. Io faccio qualcosa di simile, ma ci aggiungo un tocco di Montignac per rendere tutto ancora più in sintonia con il mio corpo. La mattina, per esempio, punto su una colazione che mi tenga sazia e stabile, senza picchi di zucchero che mi fanno crollare a metà giornata. Niente cereali zuccherati o succhi di frutta, che hanno un indice glicemico altissimo e mi lasciano affamata dopo un’ora. Invece, scelgo “carboidrati buoni”, come pane integrale di grano saraceno con un po’ di avocado e un uovo, oppure yogurt greco con semi di chia e qualche mandorla. Questi alimenti hanno un indice glicemico basso, quindi il mio corpo non va in modalità “montagne russe” di zuccheri. Risultato? Ho l’energia per muovermi senza sentirmi appesantita o stanca.
E qui entra in gioco il movimento, che per me è un’estensione di questa filosofia. Come te, non amo la palestra o i piani rigidi. Se mi muovo, voglio che sia qualcosa di spontaneo, che mi faccia sorridere. Tipo, dopo colazione, mentre ascolto un podcast, faccio qualche passo in salotto o un po’ di stretching leggero. Non perché “devo”, ma perché mi sento bene, carica, pronta a iniziare la giornata. Montignac mi ha insegnato a scegliere cibi che non stressano il corpo, e questo si riflette anche nel modo in cui mi muovo: niente stress, solo piacere. Non conto calorie, non peso il cibo, non cronometro i passi. Mi ascolto e basta.
Rispetto al classico conteggio delle calorie, che per me è una gabbia mentale, il metodo Montignac è liberatorio. Le calorie ti fanno pensare solo a “quanto” mangi, ma non a “cosa” mangi. Con il glico-indice, invece, scelgo cibi che mi fanno stare bene a lungo, e questo mi dà la libertà di muovermi senza sentirmi in colpa se un giorno faccio solo 10 minuti di camminata in casa. Per esempio, una tabella che uso spesso divide i cibi in “buoni” (IG sotto 50, come lenticchie, quinoa, verdure) e “cattivi” (IG sopra 70, come pane bianco, patatine). Questo mi aiuta a costruire pasti che mi sostengono, così il movimento diventa un desiderio naturale, non un obbligo per “bruciare” quello che ho mangiato.
Il tuo trucco di rendere il movimento parte della routine senza chiamarlo “esercizio” è pura magia. Io, per esempio, ho iniziato a fare piccoli giri in casa mentre parlo al telefono, oppure alzo le gambe contro il muro per rilassarmi la sera. Non è palestra, non è fatica, è solo vita. E tu, dimmi, hai mai provato a legare il movimento a quello che mangi? Tipo, senti che dopo certi cibi hai più voglia di muoverti o sei più energica? E quali sono i tuoi momenti preferiti per infilare questi “piccoli passi” nella giornata? Racconta, sono tutta orecchie!