Allenamenti a casa o in palestra: il mio corpo, le mie regole, senza dogmi

perdurabo

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6 Marzo 2025
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Beh, eccomi qui a condividere qualche pensiero su questa eterna diatriba tra allenamenti a casa e palestra, senza troppi giri di parole o dogmi da seguire. Ognuno dovrebbe fare quello che funziona per il proprio corpo e la propria testa, punto. Non c’è una verità assoluta, né un tempio sacro da venerare, che sia il bilanciere della palestra o il tappetino in salotto.
Io, per esempio, ho iniziato a fare tutto a casa durante un periodo in cui non avevo né tempo né voglia di iscrivermi in palestra. Mi sono arrangiato con quello che avevo: un paio di manubri, una sbarra per trazioni attaccata alla porta e un po’ di spazio libero. All’inizio pensavo che mi mancasse l’atmosfera motivante della palestra, quelle luci al neon, gli specchi ovunque, la musica a tutto volume. Ma sai una cosa? Dopo un po’ ho capito che quella roba era più una distrazione che un aiuto. A casa comando io: decido io quando, come e quanto spingere. Se voglio fare 5 serie di squat e poi crollare sul divano a riprendere fiato, lo faccio. Nessun istruttore che mi guarda storto, nessun altro che occupa la panca quando ne ho più bisogno.
Certo, la palestra ha i suoi lati positivi: attrezzature più varie, pesi pesanti se cerchi davvero di spingerti al limite, e magari anche un po’ di competizione sana che ti spinge a dare di più. Ma è anche vero che spesso diventa un posto pieno di regole non scritte, di giudizi, di gente che si sente superiore perché solleva più kg di te. E poi, parliamoci chiaro, quante volte hai pagato l’abbonamento e ci sei andato sì e no due volte al mese? A casa, invece, non hai scuse: il tuo corpo, le tue regole, il tuo spazio. Se vuoi fare una sessione di 20 minuti o due ore, nessuno ti giudica.
L’importante, secondo me, è non cadere nell’idea che uno sia meglio dell’altro in assoluto. Se ti alleni a casa, non significa che sei meno serio o meno dedicato. Se vai in palestra, non significa che sei più forte o più in forma. È tutto relativo, dipende da quello che hai a disposizione, da quanto sei costante e da come il tuo corpo risponde. Io, per esempio, ho notato che a casa riesco a concentrarmi di più sulle sensazioni, sui movimenti, senza il rumore di fondo della palestra. Ma se un giorno deciderò di tornare in palestra, non sarà perché “devo” o perché è “la cosa giusta”. Sarà solo perché in quel momento mi va.
Alla fine, l’unico dogma che conta è ascoltare se stessi. Il resto sono chiacchiere. Tu cosa ne pensi? Hai provato entrambe le opzioni o hai trovato la tua dimensione? Sono curioso di sapere come la vedi tu, senza filtri.
 
Beh, eccomi qui a condividere qualche pensiero su questa eterna diatriba tra allenamenti a casa e palestra, senza troppi giri di parole o dogmi da seguire. Ognuno dovrebbe fare quello che funziona per il proprio corpo e la propria testa, punto. Non c’è una verità assoluta, né un tempio sacro da venerare, che sia il bilanciere della palestra o il tappetino in salotto.
Io, per esempio, ho iniziato a fare tutto a casa durante un periodo in cui non avevo né tempo né voglia di iscrivermi in palestra. Mi sono arrangiato con quello che avevo: un paio di manubri, una sbarra per trazioni attaccata alla porta e un po’ di spazio libero. All’inizio pensavo che mi mancasse l’atmosfera motivante della palestra, quelle luci al neon, gli specchi ovunque, la musica a tutto volume. Ma sai una cosa? Dopo un po’ ho capito che quella roba era più una distrazione che un aiuto. A casa comando io: decido io quando, come e quanto spingere. Se voglio fare 5 serie di squat e poi crollare sul divano a riprendere fiato, lo faccio. Nessun istruttore che mi guarda storto, nessun altro che occupa la panca quando ne ho più bisogno.
Certo, la palestra ha i suoi lati positivi: attrezzature più varie, pesi pesanti se cerchi davvero di spingerti al limite, e magari anche un po’ di competizione sana che ti spinge a dare di più. Ma è anche vero che spesso diventa un posto pieno di regole non scritte, di giudizi, di gente che si sente superiore perché solleva più kg di te. E poi, parliamoci chiaro, quante volte hai pagato l’abbonamento e ci sei andato sì e no due volte al mese? A casa, invece, non hai scuse: il tuo corpo, le tue regole, il tuo spazio. Se vuoi fare una sessione di 20 minuti o due ore, nessuno ti giudica.
L’importante, secondo me, è non cadere nell’idea che uno sia meglio dell’altro in assoluto. Se ti alleni a casa, non significa che sei meno serio o meno dedicato. Se vai in palestra, non significa che sei più forte o più in forma. È tutto relativo, dipende da quello che hai a disposizione, da quanto sei costante e da come il tuo corpo risponde. Io, per esempio, ho notato che a casa riesco a concentrarmi di più sulle sensazioni, sui movimenti, senza il rumore di fondo della palestra. Ma se un giorno deciderò di tornare in palestra, non sarà perché “devo” o perché è “la cosa giusta”. Sarà solo perché in quel momento mi va.
Alla fine, l’unico dogma che conta è ascoltare se stessi. Il resto sono chiacchiere. Tu cosa ne pensi? Hai provato entrambe le opzioni o hai trovato la tua dimensione? Sono curioso di sapere come la vedi tu, senza filtri.
Ehi, mi ritrovo un sacco in quello che dici, sai? Anche io sono uno che cerca di ascoltare il proprio corpo senza farsi troppe paranoie. Devo ammettere, però, che sono un po’ in imbarazzo a scrivere qui perché non sono uno di quelli che fa grandi proclami o ha già la tartaruga scolpita. Sto andando avanti a piccoli passi, tipo uno che impara a camminare di nuovo.

Per ora sono team “casa”. Non perché sia meglio in assoluto, ma perché mi dà meno ansia. Ho iniziato tipo un mese fa, aggiungendo una cosa nuova ogni giorno. Prima bevevo più acqua, poi ho messo su una playlist e ho iniziato a fare qualche esercizio sul tappetino in salotto. Niente di epico, eh: squat, qualche plank, robe così. Però mi piace questa cosa di non dovermi sentire in competizione con nessuno. In palestra, boh, mi sento sempre un po’ fuori posto, come se tutti sapessero cosa stanno facendo tranne me. A casa, invece, se sbaglio un movimento o mi fermo a riprendere fiato, pace, non c’è nessuno che mi fissa.

Detto questo, ammiro chi trova la sua dimensione in palestra. Magari un giorno ci proverò, ma per ora sto bene così, a costruirmi il mio angolino di benessere senza fretta. Tu come fai a rimanere costante? Io a volte mi perdo un po’, confesso.
 
Ehi, perdurabo, il tuo post mi ha proprio colpito, sembra di leggere i miei pensieri sparsi! Anch’io sono uno che cerca di seguire il proprio ritmo senza incastrarsi in regole o dogmi, e devo dire che il tuo approccio “il mio corpo, le mie regole” mi risuona un sacco. Non sono il tipo che si lancia in discorsi super tecnici o che ostenta risultati da copertina, quindi scrivo così, a cuore aperto, come se stessimo chiacchierando davanti a un caffè.

Io sono team casa al 100%, almeno per ora. Non è una scelta ideologica, sia chiaro, è più una questione di comodità e, diciamocelo, di evitare quel senso di inadeguatezza che a volte mi prende in palestra. Ho iniziato a muovermi a casa qualche mese fa, dopo un periodo in cui mi sentivo un po’ appesantito e volevo fare qualcosa per me stesso. Niente di estremo: ho preso un tappetino, due bottiglie d’acqua come pesi improvvisati e via. All’inizio facevo robe basiche, tipo squat, piegamenti (che ancora mi fanno imprecare), e un po’ di stretching per sentirmi meno rigido. Poi, curiosando online, ho scoperto questa cosa del “vacuum addominale”, che all’inizio mi sembrava una roba da guru dello yoga, ma che ora è tipo il mio rituale quotidiano.

Non so se lo conosci, ma in pratica è un esercizio dove inspiri, espiri tutto e poi tiri in dentro la pancia come se volessi farla sparire. Sembra una sciocchezza, ma dopo un po’ senti proprio i muscoli interni che lavorano, e ti dà una sensazione di controllo pazzesca. Lo faccio la mattina, appena sveglio, o la sera mentre guardo una serie. Non è che mi ha trasformato in un modello fitness, ma mi aiuta a sentirmi più connesso con il mio corpo, come se stessi costruendo qualcosa di solido dall’interno. E poi, vuoi mettere la libertà di farla in pigiama senza che nessuno ti guardi storto?

La palestra, boh, ci ho provato un paio di volte in passato, ma non mi ci ritrovo. Non è tanto per le attrezzature, che ok, sono fantastiche se vuoi spingere davvero. È più l’atmosfera: tutti che sembrano super sicuri, gli specchi che ti rimandano ogni imperfezione, e quell’idea che devi per forza seguire un certo percorso per essere “valido”. A casa, invece, sono io il capo. Se un giorno voglio fare solo 10 minuti di esercizi perché sono stanco, lo faccio. Se invece mi parte l’entusiasmo e sto un’ora a provare movimenti nuovi, meglio ancora. Tipo ieri, ho trovato un video su YouTube con una routine di core super intensa, e mi sono gasato a provare questa cosa del vacuum insieme a dei crunch lenti. Risultato? Oggi cammino come un pinguino, ma sono soddisfatto.

La sfida vera, per me, è la costanza. Tu dici di ascoltare il corpo, e sono d’accordo, ma a volte il mio corpo mi dice “ehi, il divano è più comodo”. Come fai tu a non mollare? Perché io ogni tanto mi perdo, magari salto un paio di giorni e poi mi sento in colpa. Però sto imparando a non farmi troppe paranoie: se un giorno non mi alleno, pace, riparto il giorno dopo. L’importante è che sto costruendo una routine che mi fa stare bene, senza sentirmi in gara con nessuno.

Detto questo, rispetto tantissimo chi ama la palestra e ci trova la sua dimensione. Magari un giorno proverò a tornarci, ma per ora il mio salotto è il mio tempio, e il vacuum è il mio piccolo segreto per sentirmi un po’ più in forma. Tu hai qualche trucco per restare focalizzato? E hai mai provato esercizi tipo il vacuum o robe che lavorano sull’interno, oltre ai classici pesi? Sono curioso di sapere come vivi questa cosa, senza filtri, come dici tu!
 
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Beh, eccomi qui a condividere qualche pensiero su questa eterna diatriba tra allenamenti a casa e palestra, senza troppi giri di parole o dogmi da seguire. Ognuno dovrebbe fare quello che funziona per il proprio corpo e la propria testa, punto. Non c’è una verità assoluta, né un tempio sacro da venerare, che sia il bilanciere della palestra o il tappetino in salotto.
Io, per esempio, ho iniziato a fare tutto a casa durante un periodo in cui non avevo né tempo né voglia di iscrivermi in palestra. Mi sono arrangiato con quello che avevo: un paio di manubri, una sbarra per trazioni attaccata alla porta e un po’ di spazio libero. All’inizio pensavo che mi mancasse l’atmosfera motivante della palestra, quelle luci al neon, gli specchi ovunque, la musica a tutto volume. Ma sai una cosa? Dopo un po’ ho capito che quella roba era più una distrazione che un aiuto. A casa comando io: decido io quando, come e quanto spingere. Se voglio fare 5 serie di squat e poi crollare sul divano a riprendere fiato, lo faccio. Nessun istruttore che mi guarda storto, nessun altro che occupa la panca quando ne ho più bisogno.
Certo, la palestra ha i suoi lati positivi: attrezzature più varie, pesi pesanti se cerchi davvero di spingerti al limite, e magari anche un po’ di competizione sana che ti spinge a dare di più. Ma è anche vero che spesso diventa un posto pieno di regole non scritte, di giudizi, di gente che si sente superiore perché solleva più kg di te. E poi, parliamoci chiaro, quante volte hai pagato l’abbonamento e ci sei andato sì e no due volte al mese? A casa, invece, non hai scuse: il tuo corpo, le tue regole, il tuo spazio. Se vuoi fare una sessione di 20 minuti o due ore, nessuno ti giudica.
L’importante, secondo me, è non cadere nell’idea che uno sia meglio dell’altro in assoluto. Se ti alleni a casa, non significa che sei meno serio o meno dedicato. Se vai in palestra, non significa che sei più forte o più in forma. È tutto relativo, dipende da quello che hai a disposizione, da quanto sei costante e da come il tuo corpo risponde. Io, per esempio, ho notato che a casa riesco a concentrarmi di più sulle sensazioni, sui movimenti, senza il rumore di fondo della palestra. Ma se un giorno deciderò di tornare in palestra, non sarà perché “devo” o perché è “la cosa giusta”. Sarà solo perché in quel momento mi va.
Alla fine, l’unico dogma che conta è ascoltare se stessi. Il resto sono chiacchiere. Tu cosa ne pensi? Hai provato entrambe le opzioni o hai trovato la tua dimensione? Sono curioso di sapere come la vedi tu, senza filtri.
Ehi, capisco perfettamente il tuo discorso, ma lasciami dire che leggendoti mi è venuta un po’ di frustrazione, perché sembra che il dibattito casa vs palestra sia sempre così polarizzato! Io sono una mamma in pieno caos da maternità, con un bimbo che mi tiene sveglia la metà della notte e un’agenda che sembra un puzzle impossibile. Quindi, permettimi di buttare lì il mio punto di vista, che magari non c’entra solo con i pesi o il tappetino, ma con quello che davvero riesco a fare per sentirmi un po’ meglio col mio corpo dopo la gravidanza.

Partiamo da un presupposto: il tempo. In palestra? Una chimera. Tra vestirmi, guidare, allenarmi, fare la doccia e tornare a casa, stiamo parlando di almeno due ore. Due ore! Con un neonato che piange se non sono nei paraggi, è fantascienza. Quindi sì, casa tutta la vita, ma non perché sia “meglio” o perché io sia una purista del fai-da-te. È solo che non ho alternative. Però, detto questo, non mi limito a fare squat in salotto mentre il bimbo dorme. Ho dovuto trovare un modo per rendere il tutto sostenibile, e qui entra in gioco una cosa che magari non è sexy come un bilanciere, ma per me è stata una svolta: mangiare meglio, senza ossessioni.

Non fraintendermi, non sto dicendo che l’allenamento non conti, ma quando hai 20 minuti al giorno per te stessa, devi ottimizzare. Io mi sono buttata su allenamenti brevi, tipo circuiti ad alta intensità che faccio in cucina mentre il pranzo cuoce. Roba che ti fa sudare in 15 minuti e non richiede manubri da palestra. Ma il vero game changer è stato cambiare quello che metto nel piatto. Non parlo di diete assurde o di contare calorie come un contabile. Parlo di roba semplice: insalatone colorate, con proteine, avocado, semi, cose che mi saziano e mi fanno sentire meno gonfia. Sai, dopo il parto il mio corpo sembrava un estraneo, e queste piccole abitudini mi hanno aiutata a ritrovarmi, più dell’idea di passare ore a sollevare pesi.

Tornando al tuo punto, sono d’accordo che la palestra può essere fantastica per chi ha tempo e voglia, ma per me ora è come un pianeta lontano. E non è solo una questione di attrezzature o atmosfera. È che a casa non devo confrontarmi con nessuno, non devo sentirmi in imbarazzo se i miei addominali sono ancora nascosti sotto uno strato di “post-gravidanza”. Però, ti dico, a volte mi manca quella spinta che magari un corso di gruppo o un trainer ti danno. Ma poi penso: e se invece di cercare la perfezione, facessi quello che posso, quando posso? Magari un giorno tornerò in palestra, ma ora il mio allenamento è fatto di plank mentre gioco col bimbo e di piatti che mi fanno sentire leggera.

Il tuo discorso su “il tuo corpo, le tue regole” mi piace, ma vorrei aggiungere: non lasciamoci incastrare dall’idea che dobbiamo per forza scegliere un campo. Casa, palestra, quello che conta è muoversi e mangiare in modo che ci faccia stare bene. Tu parli di ascoltare se stessi, e io sono con te, ma per me ora ascoltare me stessa significa anche non sentirmi in colpa se non ho un abbonamento in palestra o se il mio workout è interrotto da un pannolino da cambiare. Dimmi, tu come gestisci la costanza? Perché io a volte mi perdo, e magari un tuo trucco potrebbe ispirarmi!
 
Beh, eccomi qui a condividere qualche pensiero su questa eterna diatriba tra allenamenti a casa e palestra, senza troppi giri di parole o dogmi da seguire. Ognuno dovrebbe fare quello che funziona per il proprio corpo e la propria testa, punto. Non c’è una verità assoluta, né un tempio sacro da venerare, che sia il bilanciere della palestra o il tappetino in salotto.
Io, per esempio, ho iniziato a fare tutto a casa durante un periodo in cui non avevo né tempo né voglia di iscrivermi in palestra. Mi sono arrangiato con quello che avevo: un paio di manubri, una sbarra per trazioni attaccata alla porta e un po’ di spazio libero. All’inizio pensavo che mi mancasse l’atmosfera motivante della palestra, quelle luci al neon, gli specchi ovunque, la musica a tutto volume. Ma sai una cosa? Dopo un po’ ho capito che quella roba era più una distrazione che un aiuto. A casa comando io: decido io quando, come e quanto spingere. Se voglio fare 5 serie di squat e poi crollare sul divano a riprendere fiato, lo faccio. Nessun istruttore che mi guarda storto, nessun altro che occupa la panca quando ne ho più bisogno.
Certo, la palestra ha i suoi lati positivi: attrezzature più varie, pesi pesanti se cerchi davvero di spingerti al limite, e magari anche un po’ di competizione sana che ti spinge a dare di più. Ma è anche vero che spesso diventa un posto pieno di regole non scritte, di giudizi, di gente che si sente superiore perché solleva più kg di te. E poi, parliamoci chiaro, quante volte hai pagato l’abbonamento e ci sei andato sì e no due volte al mese? A casa, invece, non hai scuse: il tuo corpo, le tue regole, il tuo spazio. Se vuoi fare una sessione di 20 minuti o due ore, nessuno ti giudica.
L’importante, secondo me, è non cadere nell’idea che uno sia meglio dell’altro in assoluto. Se ti alleni a casa, non significa che sei meno serio o meno dedicato. Se vai in palestra, non significa che sei più forte o più in forma. È tutto relativo, dipende da quello che hai a disposizione, da quanto sei costante e da come il tuo corpo risponde. Io, per esempio, ho notato che a casa riesco a concentrarmi di più sulle sensazioni, sui movimenti, senza il rumore di fondo della palestra. Ma se un giorno deciderò di tornare in palestra, non sarà perché “devo” o perché è “la cosa giusta”. Sarà solo perché in quel momento mi va.
Alla fine, l’unico dogma che conta è ascoltare se stessi. Il resto sono chiacchiere. Tu cosa ne pensi? Hai provato entrambe le opzioni o hai trovato la tua dimensione? Sono curioso di sapere come la vedi tu, senza filtri.
Eccomi, direttamente dal sentiero dietro casa, a buttare giù due righe su questa discussione che mi sta piacendo un sacco. Allenamenti a casa o in palestra? Bella domanda, ma per me la risposta è un po’ fuori dai soliti schemi. Io ho trovato la mia strada con la camminata nordica, e lasciate che vi racconti perché per me è stata una rivoluzione, senza bisogno di dogmi o regole imposte.

Non sono mai stato uno da palestra, lo ammetto. Quelle sale piene di attrezzi luccicanti, il rumore dei pesi che sbattono, l’odore di sudore misto a deodorante... non fanno per me. Ci ho provato, eh, ma dopo un po’ mi sembrava di essere intrappolato in un loop: stessi esercizi, stesse facce, stesse vibrazioni di competizione che, sinceramente, mi distraevano più che motivarmi. A casa? Beh, ci ho pensato, ma il salotto non è esattamente una palestra, e dopo un po’ fare plank tra il divano e il tavolino mi sembrava più un esercizio di equilibrismo che di fitness.

Poi, un giorno, ho scoperto la camminata nordica. Non sto parlando di una passeggiata qualunque, ma di quella roba con i bastoncini, che all’inizio mi sembrava una cosa da pensionati nordici. Invece, sorpresa: è un allenamento totale. Gambe, braccia, core, tutto lavora. E la cosa bella? Non hai bisogno di un abbonamento, di un tappetino griffato o di specchi per guardarti i muscoli. Ti servono solo un paio di bastoncini, delle scarpe comode e un parco, un sentiero, anche solo un marciapiede se non hai altro. Il mondo diventa la tua palestra, e non c’è nessuno che ti dice come devi muoverti o quanto devi sollevare.

La tecnica non è complicata, ma fa la differenza. Devi spingere con i bastoncini, non solo appoggiarli, e coordinare il movimento di braccia e gambe. All’inizio magari ti senti un po’ goffo, ma dopo qualche uscita ti viene naturale. Io ho iniziato con 30 minuti al giorno, senza fretta, e in poche settimane ho notato che i pantaloni tiravano meno in vita. Non parlo di numeri sulla bilancia, perché quella la guardo poco, ma di come mi sentivo: più leggero, più energico, meno gonfio. La camminata nordica brucia calorie senza farti sentire come se stessi correndo una maratona, e il fatto di essere all’aria aperta ti rigenera anche la testa. Niente cuffie con la musica a palla, niente schermi di tapis roulant: solo tu, il ritmo dei tuoi passi e il suono dei bastoncini che toccano terra.

L’attrezzatura è un altro punto a favore. I bastoncini costano poco, e se li prendi di buona qualità ti durano anni. Non serve spendere una fortuna in completini tecnici o gadget. E poi, parliamoci chiaro, non c’è niente di più liberatorio che allenarsi senza dover pensare a come appari. In palestra c’è sempre quell’atmosfera di confronto, anche se nessuno lo dice apertamente. Fuori, invece, sei solo tu e il tuo corpo, e l’unico obiettivo è sentirti meglio.

Non fraintendetemi, capisco chi ama la palestra o chi si trova bene a casa con i propri workout. Ognuno ha il suo spazio, il suo ritmo. Ma per me la camminata nordica è stata la chiave per rimettermi in forma senza sentirmi costretto in un sistema. Non ci sono istruttori che ti correggono, non ci sono orari da rispettare. Vuoi uscire alle 7 di mattina? Vai. Preferisci il tramonto? Perfetto. Piove? Pazienza, domani è un altro giorno. È il tuo corpo, sono le tue regole, come dici tu.

E poi, c’è un altro aspetto che mi piace: è un allenamento che non urla “devi soffrire per essere in forma”. Non ti distrugge le articolazioni come la corsa, non ti fa sentire inadeguato come certi circuiti in palestra. È sostenibile, e per uno come me, che voleva risultati senza trasformarsi in un culturista, è stato perfetto. La vita si è accorciata, i fianchi pure, e tutto senza rinunciare a una pizza ogni tanto.

Insomma, il mio consiglio è: prova qualcosa che ti faccia sentire libero, che sia a casa, in palestra o, come me, in mezzo a un parco con due bastoncini in mano. Non c’è una strada giusta, c’è solo quella che funziona per te. Tu che ne pensi? Hai mai provato la camminata nordica o sei più da pesi o yoga sul tappetino? Racconta, sono tutto orecchie!