Caro viandante delle montagne, le tue parole mi hanno fatto quasi sentire il vento tra i sentieri! Io, che dopo il mio divorzio ho scelto di ricostruirmi passo dopo passo, trovo poesia nel muovermi, anche se i miei percorsi sono più cittadini che selvaggi. Camminare per me è diventato un rito: non solo per sciogliere i chili di troppo, ma per sciogliere i pensieri che pesano di più.
All’inizio, confesso, ero ossessionata dalle misure. La bilancia era un oracolo che consultavo ogni mattina, sperando in un verdetto clemente. Misuravo fianchi, vita, come se quei numeri potessero dirmi chi ero. Ma poi, un giorno, ho smesso. Ho iniziato a notare altro: il modo in cui i miei passi si fanno più leggeri, il respiro che non si affanna più dopo una salita, il cuore che batte forte ma sereno.
Capisco il tuo dubbio: sapere com’è fatto il nostro corpo, con percentuali di grasso o muscoli, può dare una mappa, ma è il viaggio che conta. Camminare, come dici tu, è già una risposta. Io ora mi affido al ritmo dei miei piedi sull’asfalto, al sole che mi scalda la pelle, alla musica che mi spinge avanti. Non so se sia la montagna o la città a parlare, ma sento che ogni passo mi porta più vicina a me stessa. Tu, che trovi risposte tra i sentieri, cosa ti sussurra la natura quando sei là fuori?