Aiuto! Come gestire la fame in montagna senza cedere?

novakp3

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, sono in crisi! Adoro perdermi tra i monti per giorni, con lo zaino in spalla e il vento in faccia, ma ultimamente sto lottando con una fame che non riesco a controllare. Camminare per ore, scalare sentieri ripidi, dormire sotto le stelle: è la mia passione, il mio modo di tenermi in forma e lasciare i chili di troppo alle spalle. Di solito funziona, sapete? Brucio energie, mi sento forte, la testa si libera. Ma questa volta è diverso.
Parto con l’idea di stare leggero: porto frutta secca, qualche barretta di cereali, un po’ di noci, cose pratiche da mangiare in marcia. Penso sempre che la natura mi ricompenserà con quella sensazione di pace e il corpo ne uscirà più tonico. Invece, dopo il secondo giorno, mi ritrovo a fissare il sacco come se fosse un nemico. La fame mi prende allo stomaco, ma non è solo quello: è una voglia matta di qualcosa di sostanzioso, di caldo, di quei sapori che ti riempiono. Non so se è la stanchezza o il freddo, ma mi immagino pane appena sfornato o una pasta fumante, e lì comincia il dramma.
Ho paura di cedere, di tornare a casa e scoprire che invece di perdere peso ho solo accumulato frustrazione. Come fate voi a gestire questi momenti? Io voglio resistere, ma è come se il corpo mi tradisse. I miei trekking sono lunghi, a volte una settimana intera, e non posso caricarmi di troppo cibo, altrimenti lo zaino diventa un macigno. Però così mi sembra di non avere abbastanza energie per andare avanti. Mi serve un consiglio, qualcosa di concreto, perché non voglio rinunciare a tutto questo. Le montagne mi hanno sempre aiutato a sentirmi meglio, a vedere il mio corpo cambiare, ma ora mi sento perso. Qualcuno ha un trucco per non crollare?
 
Ragazzi, sono in crisi! Adoro perdermi tra i monti per giorni, con lo zaino in spalla e il vento in faccia, ma ultimamente sto lottando con una fame che non riesco a controllare. Camminare per ore, scalare sentieri ripidi, dormire sotto le stelle: è la mia passione, il mio modo di tenermi in forma e lasciare i chili di troppo alle spalle. Di solito funziona, sapete? Brucio energie, mi sento forte, la testa si libera. Ma questa volta è diverso.
Parto con l’idea di stare leggero: porto frutta secca, qualche barretta di cereali, un po’ di noci, cose pratiche da mangiare in marcia. Penso sempre che la natura mi ricompenserà con quella sensazione di pace e il corpo ne uscirà più tonico. Invece, dopo il secondo giorno, mi ritrovo a fissare il sacco come se fosse un nemico. La fame mi prende allo stomaco, ma non è solo quello: è una voglia matta di qualcosa di sostanzioso, di caldo, di quei sapori che ti riempiono. Non so se è la stanchezza o il freddo, ma mi immagino pane appena sfornato o una pasta fumante, e lì comincia il dramma.
Ho paura di cedere, di tornare a casa e scoprire che invece di perdere peso ho solo accumulato frustrazione. Come fate voi a gestire questi momenti? Io voglio resistere, ma è come se il corpo mi tradisse. I miei trekking sono lunghi, a volte una settimana intera, e non posso caricarmi di troppo cibo, altrimenti lo zaino diventa un macigno. Però così mi sembra di non avere abbastanza energie per andare avanti. Mi serve un consiglio, qualcosa di concreto, perché non voglio rinunciare a tutto questo. Le montagne mi hanno sempre aiutato a sentirmi meglio, a vedere il mio corpo cambiare, ma ora mi sento perso. Qualcuno ha un trucco per non crollare?
Ehi, capisco benissimo quel buco nello stomaco che ti urla "dammi qualcosa di più"! Le montagne sono una droga, ti fanno sentire vivo, ma cavolo, quando la fame ti aggredisce così è un bel casino. Io non sono uno da diete complicate o da pesare ogni grammo, quindi ti dico come faccio: punto tutto su poco ma buono. Frutta secca e noci vanno bene, ma dopo due giorni anch’io mi stuferei. Prova a infilare nello zaino qualche busta di tonno o salmone in scatola, di quelle piccole. Pesano poco, riempiono e ti danno una botta di energia senza bisogno di cucinare.

Poi, altro trucco: mastica piano, tipo lentissimo. Sembra scemo, ma ti giuro che il cervello ci mette un po’ a capire che stai mangiando e la fame si calma prima. E se proprio sogni quel pane caldo, portati una di quelle gallette di riso o mais, non sono la stessa cosa, ma spezzano quel craving assurdo. Io quando cammino tanto mi fermo ogni tanto e mi bevo un sorso d’acqua come se fosse un rito, mi distrae dallo stomaco che brontola.

Settimana intera con lo zaino è tosta, eh, ma non serve caricarti come un mulo. Basta scegliere roba che pesa niente ma ti tiene su. E se il corpo ti tradisce, non è un dramma: stai già bruciando un sacco solo a muoverti lassù. Resisti, ma non troppo, sennò ti rovini il gusto di stare in mezzo ai monti. Qual è il tuo prossimo sentiero? Magari ci scappa un’idea pure da lì!
 
Ehi, capisco benissimo quel buco nello stomaco che ti urla "dammi qualcosa di più"! Le montagne sono una droga, ti fanno sentire vivo, ma cavolo, quando la fame ti aggredisce così è un bel casino. Io non sono uno da diete complicate o da pesare ogni grammo, quindi ti dico come faccio: punto tutto su poco ma buono. Frutta secca e noci vanno bene, ma dopo due giorni anch’io mi stuferei. Prova a infilare nello zaino qualche busta di tonno o salmone in scatola, di quelle piccole. Pesano poco, riempiono e ti danno una botta di energia senza bisogno di cucinare.

Poi, altro trucco: mastica piano, tipo lentissimo. Sembra scemo, ma ti giuro che il cervello ci mette un po’ a capire che stai mangiando e la fame si calma prima. E se proprio sogni quel pane caldo, portati una di quelle gallette di riso o mais, non sono la stessa cosa, ma spezzano quel craving assurdo. Io quando cammino tanto mi fermo ogni tanto e mi bevo un sorso d’acqua come se fosse un rito, mi distrae dallo stomaco che brontola.

Settimana intera con lo zaino è tosta, eh, ma non serve caricarti come un mulo. Basta scegliere roba che pesa niente ma ti tiene su. E se il corpo ti tradisce, non è un dramma: stai già bruciando un sacco solo a muoverti lassù. Resisti, ma non troppo, sennò ti rovini il gusto di stare in mezzo ai monti. Qual è il tuo prossimo sentiero? Magari ci scappa un’idea pure da lì!
Ciao, ti capisco, la fame in montagna può spezzarti. Io quando corro o pedalo per ore ho lo stesso problema: il corpo chiede, e non sempre la frutta secca basta. Un trucco che uso è portarmi qualche bustina di proteine in polvere, di quelle leggere. Le mescolo con l’acqua e mi tengono a bada lo stomaco senza appesantire lo zaino. Non è una pasta calda, ma ti dà una spinta. E se proprio cedi a un pensiero di cibo "proibito", respira profondo e pensa a quanto stai già facendo per te stesso lassù. Non mollare, le montagne valgono ogni passo!
 
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Ehi, la fame in montagna è una bestia, ti prende e non ti molla, vero? Capisco quel vuoto nello stomaco che urla mentre sei lassù a spingerti al limite. Io sono uno che sta perdendo peso non tanto per la bilancia, ma per la testa: meno chili, meno ansia, più calma. E ti dico, funziona. Quando cammino o mi muovo tanto, ho notato che gestire la fame non è solo questione di riempirsi, ma di sentirsi bene dentro.

Il tuo consiglio sul tonno in scatola è oro, lo uso anch’io. Quelle bustine piccole sono perfette: leggere, pratiche, e ti danno proteine che tengono su senza bisogno di accendere un fuoco. A volte ci aggiungo qualche fettina di mela essiccata, non troppo zuccherata, giusto per variare. Non è un pranzo da re, ma mi salva quando il cervello inizia a fantasticare su una lasagna. Mastichi lento, come dici tu, e davvero il corpo si convince che stai facendo abbastanza.

Un’altra cosa che faccio è spezzare il ritmo della fame con l’acqua. Non solo bevo per idratarmi, ma lo faccio quasi come un gioco: piccoli sorsi ogni mezz’ora, concentrandomi sul gesto. Mi distrae e mi ricorda che sto già dando tanto al mio corpo solo muovendomi. Se proprio il craving mi attacca, tipo per del pane o qualcosa di caldo, mi porto dietro qualche barretta di avena fatta in casa. Le preparo con poco miele e noci, pesano nulla e mi danno quella sensazione di “cibo vero” senza sgarrare troppo.

Settimana intera in montagna è una sfida seria, ma hai ragione: non serve caricarsi come muli. Io punto su roba densa di energia e leggera da portare. Una volta ho provato a mischiare un po’ di burro di arachidi in un sacchettino, tipo quello da freezer, e spalmarlo su una galletta. Sembra strano, ma mi ha tenuto in piedi per ore senza sentirmi un fallito per aver ceduto a schifezze. E poi, lassù stai già bruciando un sacco, il corpo lo sa e te lo restituisce in soddisfazione.

Per me, muovermi in montagna è un po’ come correre una lunga distanza: è fatica, ma dopo ti senti più leggero, non solo fuori ma anche dentro. La testa si svuota, l’ansia si scioglie. Qual è il tuo prossimo giro? Magari un sentiero ripido ti ispira a provare qualcosa di nuovo per fregare la fame!
 
Ehi, che bella riflessione! La fame in montagna è proprio un discorso a parte, sembra che l’aria aperta ti apra lo stomaco come niente altro. Capisco benissimo quel mix di stanchezza e desiderio di buttare dentro qualcosa, qualsiasi cosa, pur di placare il buco nello stomaco. Io vengo da un periodo tosto, con una lesione che mi ha bloccato per mesi. Risultato? Chili in più e una testa piena di pensieri pesanti. Ora che sto rimettendomi in pista, con allenamenti adattati e un occhio al cibo, sto imparando a gestire queste voglie, anche in situazioni come una giornata in quota.

Il tuo trucco del tonno è super, lo uso anch’io quando serve qualcosa di rapido e sostanzioso. Però ti racconto cosa mi sta aiutando davvero a non cedere ai craving lassù: puntare su cibi che mi saziano senza appesantirmi. Per esempio, porto sempre con me delle noci o mandorle, ma non esagero con le porzioni. Le misuro prima di partire, così non finisco per svuotare il sacchetto in un colpo solo. A volte ci aggiungo qualche pezzetto di carota cruda: croccante, fresca, e mi tiene occupato a masticare senza sensi di colpa. Non è proprio una barretta di cioccolato, ma mi dà una soddisfazione simile, soprattutto quando il panorama mi distrae.

Un’altra cosa che ho scoperto è preparare in anticipo dei mix di cibo che abbiano un buon equilibrio. Tipo, faccio delle polpettine di ceci al forno, schiacciate e seccate un po’ per occupare meno spazio nello zaino. Sono ricche di proteine, facili da sgranocchiare e mi danno energia per ore. Le condisco con poco, magari un pizzico di curcuma o pepe, così non mi annoio. Se so che la giornata sarà lunga, aggiungo un uovo sodo: leggero da portare, tiene la fame a bada e mi fa sentire come se avessi mangiato “qualcosa di serio”. La chiave per me è variare, perché se mangio sempre le stesse cose dopo un po’ il cervello mi boicotta e vuole schifezze.

L’acqua come distrazione è un’idea che condivido al cento per cento. Io ci ho messo un po’ a capire che bere tanto non è solo per idratarsi, ma proprio per spezzare quel ciclo di “voglio cibo ora”. A volte ci aggiungo una fettina di limone o qualche foglia di menta in una borraccia, niente di complicato, giusto per rendere il gesto più piacevole. E poi, come dici tu, muoversi in montagna è già un regalo per il corpo. Io sto ancora lavorando sul fiato, ma ogni passo mi ricorda che sto ricostruendo non solo il fisico, ma anche la fiducia in me stesso.

Per il prossimo giro, sto pensando a un sentiero non troppo lontano da casa, qualcosa con un po’ di dislivello per sfidarmi senza strafare. Tu che dici, qualche trucco nuovo da condividere per non cedere alla tentazione di un panino gigante a metà strada? Magari ci scambiamo idee per rendere il pranzo in vetta un po’ più creativo senza sgarrare!
 
Ragazzi, capisco la lotta con la fame in montagna, ma vi consiglio di provare i giorni di digiuno leggero! Io faccio 1-2 giorni a settimana con kefir e verdure. All'inizio è dura, ma il corpo si abitua e la fame si gestisce meglio. Dopo qualche settimana, mi sento più leggera e piena di energia. Provate, funziona!
 
Ragazzi, sono in crisi! Adoro perdermi tra i monti per giorni, con lo zaino in spalla e il vento in faccia, ma ultimamente sto lottando con una fame che non riesco a controllare. Camminare per ore, scalare sentieri ripidi, dormire sotto le stelle: è la mia passione, il mio modo di tenermi in forma e lasciare i chili di troppo alle spalle. Di solito funziona, sapete? Brucio energie, mi sento forte, la testa si libera. Ma questa volta è diverso.
Parto con l’idea di stare leggero: porto frutta secca, qualche barretta di cereali, un po’ di noci, cose pratiche da mangiare in marcia. Penso sempre che la natura mi ricompenserà con quella sensazione di pace e il corpo ne uscirà più tonico. Invece, dopo il secondo giorno, mi ritrovo a fissare il sacco come se fosse un nemico. La fame mi prende allo stomaco, ma non è solo quello: è una voglia matta di qualcosa di sostanzioso, di caldo, di quei sapori che ti riempiono. Non so se è la stanchezza o il freddo, ma mi immagino pane appena sfornato o una pasta fumante, e lì comincia il dramma.
Ho paura di cedere, di tornare a casa e scoprire che invece di perdere peso ho solo accumulato frustrazione. Come fate voi a gestire questi momenti? Io voglio resistere, ma è come se il corpo mi tradisse. I miei trekking sono lunghi, a volte una settimana intera, e non posso caricarmi di troppo cibo, altrimenti lo zaino diventa un macigno. Però così mi sembra di non avere abbastanza energie per andare avanti. Mi serve un consiglio, qualcosa di concreto, perché non voglio rinunciare a tutto questo. Le montagne mi hanno sempre aiutato a sentirmi meglio, a vedere il mio corpo cambiare, ma ora mi sento perso. Qualcuno ha un trucco per non crollare?
Ehi, capisco perfettamente quel misto di passione per la montagna e la lotta con quella fame che ti aggredisce quando meno te l’aspetti! Le tue parole mi hanno fatto rivivere certi momenti in cui anch’io, tra un sentiero e un panorama mozzafiato, sentivo lo stomaco urlare più forte del vento. La verità è che la montagna è una maestra incredibile, ma sa anche metterci alla prova, no? Ti racconto come ho imparato a gestire queste voglie e a trasformare i momenti di crisi in un’occasione per avvicinarmi ai miei obiettivi, con un po’ di visualizzazione e qualche trucco psicologico che magari ti può aiutare.

Prima di tutto, complimenti per la tua determinazione a non mollare i trekking, sono un modo pazzesco per scolpire corpo e mente! Il tuo problema con la fame mi sembra un mix di stanchezza fisica, freddo e anche un po’ di “fame mentale”, quella che ti fa sognare piatti caldi e comfort food. Una cosa che mi ha salvato in situazioni simili è creare una specie di “dosa desideri” mentale prima di partire. Non parlo di un collage fisico (anche se potrebbe essere un’idea!), ma di un esercizio di visualizzazione che puoi fare anche ora, magari seguendo qualche tecnica che trovi in corsi online di mindfulness o gestione delle abitudini. L’idea è semplice: prima del trekking, prenditi 10 minuti per immaginarti in cima alla montagna, con il corpo che vuoi, la leggerezza che cerchi, la forza nelle gambe. Visualizza te stesso che mangi il tuo mix di frutta secca e noci, e senti che ti dà energia, che ti nutre davvero. Io lo faccio immaginando ogni boccone come un passo verso la versione di me che voglio essere: più tonica, più resistente, più in pace.

Quando sei in marcia e la fame ti colpisce, prova a “riavvolgere” quella visione. Chiudi gli occhi per un secondo (ok, senza cadere dal sentiero!) e richiama quell’immagine di te stesso che raggiunge l’obiettivo. A me aiuta a ricordarmi perché sto resistendo. Un altro trucco che uso è spezzare la giornata in “mini-vittorie”. Ad esempio, mi dico: “Ok, fino al prossimo punto panoramico mangio solo una manciata di mandorle, e mi concentro sul sapore, sulla croccantezza”. È un modo per rendere il cibo che hai un’esperienza, non solo un riempitivo. Magari prova a portare qualcosa di leggero ma saporito, tipo pomodori secchi o un po’ di spezie da aggiungere alle tue barrette: il gusto può ingannare la mente e farti sentire più soddisfatto.

Per l’aspetto pratico, visto che dici che lo zaino non può essere troppo pesante, hai mai provato a pianificare i pasti con qualche idea da corsi online di nutrizione per escursionisti? Io ho trovato spunti utili in video o guide che insegnano a bilanciare calorie e peso. Ad esempio, puoi aggiungere fiocchi d’avena istantanei: sono leggeri, li mescoli con acqua fredda o calda se hai un fornellino, e con un po’ di cannella o frutta secca diventano un comfort food senza pesare. Oppure, prova a portare proteine in polvere da mixare con acqua: ti saziano di più e occupano poco spazio. L’importante è che il tuo piano alimentare ti dia l’idea di “abbondanza” anche con poco, così la mente non va in panico.

Infine, per quelle voglie di pane caldo o pasta, io mi “prometto” una ricompensa post-trekking. Tipo: “Quando torno, mi faccio una cena epica con tutto quello che sogno ora”. Scrivo persino il menù mentale mentre cammino, e questo mi distrae! Magari non è proprio da corso di psicologia, ma funziona. La chiave è non vedere la fame come un nemico, ma come un segnale che il tuo corpo sta lavorando sodo. Tu stai già facendo qualcosa di straordinario, e ogni passo in montagna è un pezzo della tua “dosa desideri” che prende forma.

Forza, racconta come va il prossimo trekking! Hai qualche trucco che usi già e che vuoi condividere? Sono curioso di sapere come te la cavi!