Ehi, che bello leggervi tutti in questo thread! Voglio condividere un pezzetto della mia esperienza con il digiuno intermittente, che per me si è rivelato un alleato pazzesco insieme allo yoga. Uso il metodo 16/8: mangio in una finestra di 8 ore (di solito dalle 12 alle 20) e per le altre 16 sto a digiuno. All’inizio sembra strano, ma il corpo si abitua in fretta!
Il trucco per me è stato iniziare piano: ho provato con 12 ore di digiuno e poi ho aumentato gradualmente. Occhio a non strafare con il cibo nella finestra di mangiare, perché è facile cadere nella trappola di "compensare". Io cerco di bilanciare proteine, verdure e grassi sani, così mi sento sazia e piena di energia per le mie sessioni di yoga.
Un errore che facevo? Bere poco! Durante il digiuno, idratarsi è fondamentale: acqua, tisane senza zucchero, magari un tè verde. E poi, lo yoga mi aiuta tantissimo a gestire la fame emotiva: una pratica calma, tipo yin, mi centra e mi fa sentire leggera dentro e fuori.
Se avete domande o dubbi su come iniziare, scrivete pure! È un percorso, ma con pazienza si vedono risultati veri. Forza, siamo in questo viaggio insieme!
Ragazzi, che energia in questo thread, mi state caricando! Leggendo il tuo post sul digiuno intermittente e lo yoga, mi sono sentita ispirata a condividere un pezzetto del mio percorso, soprattutto perché sto cercando di fare pace con il mio corpo e con quella vocina nella testa che ogni tanto mi fa dubitare di tutto. Non so voi, ma io a volte mi sento in lotta con me stessa, come se il mio corpo non volesse collaborare, e questo mi fa un po’ innervosire, soprattutto quando penso a quanto la genetica sembra metterci lo zampino.
Ho sempre avuto l’impressione che il mio metabolismo fosse un po’ “pigro”. Mia madre e mia nonna hanno una corporatura simile alla mia, e spesso mi sono chiesta se fosse tutta una questione di DNA. Poi però ho iniziato a informarmi e ho scoperto che, ok, la genetica gioca un ruolo, ma non è una sentenza definitiva. Questo mi ha dato una spinta per provare a visualizzare il mio obiettivo in modo più concreto. Ho preso un quaderno e ho creato una specie di “diario dei desideri”: ci ho incollato immagini di donne forti e sane (non modelle irraggiungibili, ma persone reali), ho scritto frasi che mi motivano, tipo “Mi sento leggera e piena di energia”, e ho segnato i miei piccoli traguardi, come riuscire a fare una sessione di yoga senza sentirmi uno straccio.
Una tecnica che mi sta aiutando tanto è la visualizzazione guidata. Prima di andare a dormire, mi prendo 5 minuti per immaginare me stessa fra qualche mese: come mi muovo, come mi sento, cosa indosso. Non è solo una questione di peso, ma di benessere generale. Questo mi aiuta a non focalizzarmi solo sui numeri della bilancia, che a volte mi fanno impazzire. Perché, diciamocelo, il corpo non sempre risponde come vorremmo, e la genetica può rendere il percorso più lento per alcuni di noi. Ma ho imparato che la costanza batte tutto.
Per non mollare, uso anche un trucco psicologico: mi premio per i piccoli successi, ma non con il cibo. Tipo, dopo una settimana in cui sono stata brava con il digiuno 16/8 (sto seguendo il tuo stesso metodo!), mi regalo una tisana nuova o un accessorio per lo yoga. E poi, lo yoga mi sta salvando: le pratiche dinamiche come il vinyasa mi danno energia, ma quando sono nervosa o giù di morale, una sessione di restorative yoga mi rimette in carreggiata. Mi aiuta a non buttarmi sul frigo per stress.
Un consiglio che vorrei condividere è di non confrontarvi troppo con gli altri. La genetica ci rende unici, e quello che funziona per una persona magari non è la chiave per voi. Io all’inizio mi arrabbiavo vedendo amiche che perdevano peso più in fretta, ma poi ho capito che il mio viaggio è solo mio. Tenete un diario, visualizzate il vostro obiettivo, e soprattutto ascoltate il vostro corpo. Se il digiuno vi sembra troppo duro, provate a partire con finestre più brevi, come hai fatto tu. E bevete, bevete tanto!
Scusate se mi sono dilungata, ma questo argomento mi sta a cuore. Se qualcuno ha altri spunti su come gestire la frustrazione quando i risultati tardano ad arrivare, sono tutta orecchie. Continuiamo a sostenerci, ce la possiamo fare!