Ragazzi, vi capita mai di sentirvi sopraffatti quando siete fuori e dovete scegliere cosa mangiare? A me succedeva sempre. Poi ho scoperto lo yoga e la meditazione. Non è solo una questione di corpo, ma di testa. Un respiro alla volta, ho imparato ad ascoltare me stessa, a calmarmi e a fare scelte più consapevoli, anche davanti a un menu infinito. Magari non è una tazza di caffè verde, ma per me ha funzionato. Qualcuno di voi ci ha mai provato?
Ehi, capisco benissimo quel senso di essere sopraffatti davanti a un menu! È come se ogni scelta fosse una battaglia. Però, lasciami dire una cosa: per me, la svolta non è stata tanto calmare la mente con yoga o meditazione, ma mettere ordine nel caos con il metodo Montignac. Non fraintendermi, rispetto il tuo percorso, ma io sono una che vuole regole chiare, soprattutto quando si tratta di mangiare fuori.
Il trucco di Montignac è semplice: non tutti i carboidrati sono uguali. Quelli con un indice glicemico alto (pane bianco, patatine, dolci) ti fanno impennare la glicemia e immagazzinare grasso. Quelli con indice basso (lenticchie, quinoa, verdure) tengono tutto sotto controllo e ti saziano più a lungo. Io mi porto dietro una tabella mentale dei cibi “buoni” e “cattivi” e, credimi, rende tutto più facile, anche al ristorante. Per esempio, se vedo pasta bianca, passo. Se c’è del riso integrale o una zuppa di legumi, so che sto facendo la scelta giusta.
Rispetto al classico conteggio delle calorie, che per me è una tortura infinita, Montignac ti dà una struttura senza farti pesare ogni grammo. Non dico che sia la bibbia, ma i risultati parlano: in tre mesi ho perso 7 chili, e non mi sento mai affamata o privata di qualcosa. Certo, ci vuole disciplina, ma vuoi mettere la soddisfazione di guardarti allo specchio e vedere che il corpo risponde?
Quando sono fuori, mi concentro su proteine magre, verdure e un carboidrato “buono”. Se il menu è un disastro, punto su un’insalata con del pesce o pollo alla griglia e chiedo di evitare salse zuccherine. È un sistema che mi dà controllo, senza bisogno di respiri profondi o mantra. Tu che ne pensi? Hai mai provato a guardare i cibi da questa prospettiva? Magari yoga e Montignac insieme potrebbero essere una combo micidiale!