Un altro giorno a contare calorie... o forse no?

Maciek97

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti... o forse dovrei dire "salve, compagni di battaglia con le calorie"? Non lo so, oggi mi sento un po’ così, con la testa che fa i salti mortali tra il voler controllare tutto e il desiderio di mandare al diavolo bilance, app e specchi. Questo thread mi ha preso subito, "Un altro giorno a contare calorie... o forse no?" Sembra scritto apposta per me.
Allora, vi racconto com’è andata oggi, perché tanto qui siamo tutti sulla stessa barca, no? Stamattina mi sono svegliata con la solita voglia di pianificare ogni boccone della giornata. Sapete, quella sensazione di dover avere tutto sotto controllo: 200 calorie per colazione, 300 per pranzo, magari un’insalata triste per cena così mi sento "brava". Ma poi, mentre mi preparavo il caffè, mi sono fermata. Ho guardato il cucchiaino di zucchero e ho pensato: "Ma chi me lo fa fare?" Non fraintendetemi, non è che di colpo sono diventata la regina della libertà alimentare, però... ci sto provando.
Oggi ho deciso di fare un esperimento: niente conteggi, niente bilancia per il cibo, niente di niente. Ho mangiato quello che mi andava, cercando di ascoltare il mio corpo invece della vocina nella testa che mi dice sempre "non abbastanza" o "troppo". Colazione? Due fette di pane con marmellata e un cappuccino. Pranzo? Un piatto di pasta al pomodoro, senza pesare né la pasta né la mia autostima. Cena... beh, ci sto ancora pensando, ma magari pizza. Sì, pizza, e non quella con la crosta sottile che sembra un cracker.
Non è stato facile, ve lo giuro. A ogni morso mi sembrava di fare qualcosa di sbagliato, come se stessi tradendo un giuramento sacro. Ma sapete una cosa? È stato anche liberatorio. Per una volta non ho passato la giornata a fare somme e sottrazioni, a calcolare quanto "merito" di mangiare domani. Certo, la paura c’è ancora, quella di perdere il controllo, di non essere abbastanza disciplinata. Però sto iniziando a capire che il controllo non è la soluzione, è il problema.
Non sto dicendo che domani non ricadrò nella tentazione di contare tutto di nuovo. Magari lo farò, magari no. Ma oggi, per un giorno, ho provato a dire "basta" al diario alimentare che mi tiene in gabbia. E forse, dico forse, è un piccolo passo verso qualcosa di meglio. Voi che ne pensate? Anche voi avete questi momenti in cui volete solo buttare via il righello e vivere un po’? O sono l’unica pazza che litiga con un cucchiaino di zucchero?
 
Ehi, ciao a tutti... o forse dovrei dire "salve, compagni di battaglia con le calorie"? Non lo so, oggi mi sento un po’ così, con la testa che fa i salti mortali tra il voler controllare tutto e il desiderio di mandare al diavolo bilance, app e specchi. Questo thread mi ha preso subito, "Un altro giorno a contare calorie... o forse no?" Sembra scritto apposta per me.
Allora, vi racconto com’è andata oggi, perché tanto qui siamo tutti sulla stessa barca, no? Stamattina mi sono svegliata con la solita voglia di pianificare ogni boccone della giornata. Sapete, quella sensazione di dover avere tutto sotto controllo: 200 calorie per colazione, 300 per pranzo, magari un’insalata triste per cena così mi sento "brava". Ma poi, mentre mi preparavo il caffè, mi sono fermata. Ho guardato il cucchiaino di zucchero e ho pensato: "Ma chi me lo fa fare?" Non fraintendetemi, non è che di colpo sono diventata la regina della libertà alimentare, però... ci sto provando.
Oggi ho deciso di fare un esperimento: niente conteggi, niente bilancia per il cibo, niente di niente. Ho mangiato quello che mi andava, cercando di ascoltare il mio corpo invece della vocina nella testa che mi dice sempre "non abbastanza" o "troppo". Colazione? Due fette di pane con marmellata e un cappuccino. Pranzo? Un piatto di pasta al pomodoro, senza pesare né la pasta né la mia autostima. Cena... beh, ci sto ancora pensando, ma magari pizza. Sì, pizza, e non quella con la crosta sottile che sembra un cracker.
Non è stato facile, ve lo giuro. A ogni morso mi sembrava di fare qualcosa di sbagliato, come se stessi tradendo un giuramento sacro. Ma sapete una cosa? È stato anche liberatorio. Per una volta non ho passato la giornata a fare somme e sottrazioni, a calcolare quanto "merito" di mangiare domani. Certo, la paura c’è ancora, quella di perdere il controllo, di non essere abbastanza disciplinata. Però sto iniziando a capire che il controllo non è la soluzione, è il problema.
Non sto dicendo che domani non ricadrò nella tentazione di contare tutto di nuovo. Magari lo farò, magari no. Ma oggi, per un giorno, ho provato a dire "basta" al diario alimentare che mi tiene in gabbia. E forse, dico forse, è un piccolo passo verso qualcosa di meglio. Voi che ne pensate? Anche voi avete questi momenti in cui volete solo buttare via il righello e vivere un po’? O sono l’unica pazza che litiga con un cucchiaino di zucchero?
No response.
 
Ehi, ciao a tutti... o forse dovrei dire "salve, compagni di battaglia con le calorie"? Non lo so, oggi mi sento un po’ così, con la testa che fa i salti mortali tra il voler controllare tutto e il desiderio di mandare al diavolo bilance, app e specchi. Questo thread mi ha preso subito, "Un altro giorno a contare calorie... o forse no?" Sembra scritto apposta per me.
Allora, vi racconto com’è andata oggi, perché tanto qui siamo tutti sulla stessa barca, no? Stamattina mi sono svegliata con la solita voglia di pianificare ogni boccone della giornata. Sapete, quella sensazione di dover avere tutto sotto controllo: 200 calorie per colazione, 300 per pranzo, magari un’insalata triste per cena così mi sento "brava". Ma poi, mentre mi preparavo il caffè, mi sono fermata. Ho guardato il cucchiaino di zucchero e ho pensato: "Ma chi me lo fa fare?" Non fraintendetemi, non è che di colpo sono diventata la regina della libertà alimentare, però... ci sto provando.
Oggi ho deciso di fare un esperimento: niente conteggi, niente bilancia per il cibo, niente di niente. Ho mangiato quello che mi andava, cercando di ascoltare il mio corpo invece della vocina nella testa che mi dice sempre "non abbastanza" o "troppo". Colazione? Due fette di pane con marmellata e un cappuccino. Pranzo? Un piatto di pasta al pomodoro, senza pesare né la pasta né la mia autostima. Cena... beh, ci sto ancora pensando, ma magari pizza. Sì, pizza, e non quella con la crosta sottile che sembra un cracker.
Non è stato facile, ve lo giuro. A ogni morso mi sembrava di fare qualcosa di sbagliato, come se stessi tradendo un giuramento sacro. Ma sapete una cosa? È stato anche liberatorio. Per una volta non ho passato la giornata a fare somme e sottrazioni, a calcolare quanto "merito" di mangiare domani. Certo, la paura c’è ancora, quella di perdere il controllo, di non essere abbastanza disciplinata. Però sto iniziando a capire che il controllo non è la soluzione, è il problema.
Non sto dicendo che domani non ricadrò nella tentazione di contare tutto di nuovo. Magari lo farò, magari no. Ma oggi, per un giorno, ho provato a dire "basta" al diario alimentare che mi tiene in gabbia. E forse, dico forse, è un piccolo passo verso qualcosa di meglio. Voi che ne pensate? Anche voi avete questi momenti in cui volete solo buttare via il righello e vivere un po’? O sono l’unica pazza che litiga con un cucchiaino di zucchero?
Ehi, guerriera delle calorie, il tuo post mi ha colpito dritto al cuore! Quel tuo litigio col cucchiaino di zucchero? Ci sono passata anch’io, credimi. Quel momento in cui fissi il piatto e ti chiedi se stai "sbagliando" è proprio il motivo per cui ho scelto di mangiare solo piante: meno sensi di colpa, più libertà. Però, sai, anche da vegana la testa a volte fa lo stesso gioco, con quella vocina che sussurra “sei sicura che quel piatto di hummus non sia troppo?”

Oggi hai fatto un bel passo, lasciandoti andare senza bilancino e calcolatrice. Io ci sto provando da un po’ a fare pace col cibo, e ti racconto cosa funziona per me. Invece di contare calorie, mi concentro su piatti vegani che mi fanno stare bene senza sentirmi in prigione. Tipo, stamattina ho fatto un frullato con spinaci, banana, latte di mandorla e un cucchiaio di burro di arachidi: saziante, buono e non ho dovuto pesare nulla. A pranzo, una bowl con quinoa, ceci speziati, avocado e un sacco di verdure crude. La cena? Forse un curry di lenticchie con riso integrale, che scalda l’anima senza bisogno di regole.

Il trucco, almeno per me, è preparare piatti colorati e pieni di sapore, così non sento di “sacrificarmi”. Non fraintendermi, anch’io a volte ho paura di “sgarrare”, ma sto imparando che mangiare vegano e ascoltare il corpo è più gentile che combattere con le calorie. Tu che dici, ti va di provare qualche ricetta plant-based per sentire meno il peso di quel righello? Magari una pizza vegana con tanta verdura, che ne pensi? Buttare via il diario alimentare per un giorno è già una vittoria, continua così!
 
Ehi, ciao a tutti... o forse dovrei dire "salve, compagni di battaglia con le calorie"? Non lo so, oggi mi sento un po’ così, con la testa che fa i salti mortali tra il voler controllare tutto e il desiderio di mandare al diavolo bilance, app e specchi. Questo thread mi ha preso subito, "Un altro giorno a contare calorie... o forse no?" Sembra scritto apposta per me.
Allora, vi racconto com’è andata oggi, perché tanto qui siamo tutti sulla stessa barca, no? Stamattina mi sono svegliata con la solita voglia di pianificare ogni boccone della giornata. Sapete, quella sensazione di dover avere tutto sotto controllo: 200 calorie per colazione, 300 per pranzo, magari un’insalata triste per cena così mi sento "brava". Ma poi, mentre mi preparavo il caffè, mi sono fermata. Ho guardato il cucchiaino di zucchero e ho pensato: "Ma chi me lo fa fare?" Non fraintendetemi, non è che di colpo sono diventata la regina della libertà alimentare, però... ci sto provando.
Oggi ho deciso di fare un esperimento: niente conteggi, niente bilancia per il cibo, niente di niente. Ho mangiato quello che mi andava, cercando di ascoltare il mio corpo invece della vocina nella testa che mi dice sempre "non abbastanza" o "troppo". Colazione? Due fette di pane con marmellata e un cappuccino. Pranzo? Un piatto di pasta al pomodoro, senza pesare né la pasta né la mia autostima. Cena... beh, ci sto ancora pensando, ma magari pizza. Sì, pizza, e non quella con la crosta sottile che sembra un cracker.
Non è stato facile, ve lo giuro. A ogni morso mi sembrava di fare qualcosa di sbagliato, come se stessi tradendo un giuramento sacro. Ma sapete una cosa? È stato anche liberatorio. Per una volta non ho passato la giornata a fare somme e sottrazioni, a calcolare quanto "merito" di mangiare domani. Certo, la paura c’è ancora, quella di perdere il controllo, di non essere abbastanza disciplinata. Però sto iniziando a capire che il controllo non è la soluzione, è il problema.
Non sto dicendo che domani non ricadrò nella tentazione di contare tutto di nuovo. Magari lo farò, magari no. Ma oggi, per un giorno, ho provato a dire "basta" al diario alimentare che mi tiene in gabbia. E forse, dico forse, è un piccolo passo verso qualcosa di meglio. Voi che ne pensate? Anche voi avete questi momenti in cui volete solo buttare via il righello e vivere un po’? O sono l’unica pazza che litiga con un cucchiaino di zucchero?
Ehi, compagno di viaggio in questa giungla di bilance e sensi di colpa, il tuo post mi ha fatto fare un sorriso amaro, ma anche un bel respiro di sollievo. Quella sensazione di voler mollare tutto, il conteggio ossessivo, le regole ferree... ti capisco, eccome. È come se fossimo sempre in guerra con noi stessi, no? Però il tuo esperimento di oggi, quel "basta" al diario alimentare, mi ha colpito. È un atto di coraggio, anche se magari non sembra. E visto che qui siamo tutti a cercare il nostro equilibrio, voglio raccontarti come sto provando a fare pace con il cibo e con me stesso, ma in un modo un po’... insolito.

Io sono uno di quelli che sta cercando di perdere peso senza impazzire, e da qualche mese ho scoperto una cosa chiamata "yoga della risata". Sì, lo so, suona strano, quasi ridicolo, ma lasciami spiegare. Non è la classica yoga con posizioni impossibili o mantra sussurrati. È una pratica dove si ride, proprio di gusto, senza motivo. All’inizio pensavo fosse una follia, ma poi ho capito che ridere così, in gruppo, scioglie qualcosa dentro. Lo stress, quella tensione che mi portava a buttarmi sul frigo dopo una giornata storta, si allenta. E quando sono meno stressato, non sento più quel bisogno di consolarmi con una ciotola di patatine o un dolce che "tanto me lo merito".

Non sto dicendo che la yoga della risata sia la cura per tutto, ma per me sta funzionando. Mi aiuta a non prendere il cibo come una coperta emotiva, sai, quella cosa che usiamo per coprire le giornate no. Ridere mi fa sentire più leggero, non solo in senso fisico. E poi, non so come dirlo senza sembrare un guru da quattro soldi, ma mi sta insegnando ad ascoltare il mio corpo, proprio come hai fatto tu oggi con il tuo cappuccino e la pasta al pomodoro. Mangio ancora in modo sano, cerco di bilanciare, ma senza ossessionarmi. Se un giorno voglio una pizza, me la mangio, e non passo la serata a fare i conti con la mia coscienza.

Il punto è che, secondo me, il nostro corpo sa di cosa ha bisogno, no? Non parlo solo di calorie o nutrienti, ma di quella roba che non si misura: gioia, leggerezza, un po’ di pace. La yoga della risata mi sta aiutando a trovarla, e credo che potrebbe essere una strada anche per altri qui sul forum. Però c’è un problema: non riesco a trovare gruppi o club qui in zona che la praticano. Qualcuno di voi ne ha mai sentito parlare? O magari conosce un posto, un’associazione, anche online, dove si fa questo tipo di yoga? Mi piacerebbe unirmi a una comunità, condividere questa cosa con altri che capiscono cosa significa voler cambiare senza perdersi per strada.

Tornando a te, il tuo giorno senza bilancia mi ha ispirato. Forse non è solo questione di smettere di contare calorie, ma di aggiungere qualcosa che ci nutre davvero, che sia una risata, una passeggiata, o un piatto di pasta senza rimorsi. Che dici, ci proviamo a essere un po’ meno severi con noi stessi? Magari non tutti i giorni, ma un passo alla volta. Fammi sapere cosa ne pensi, e se mai ti va di provare a ridere senza motivo, scrivimi: magari organizziamo una sessione e vediamo se funziona anche per te.
 
Ehi, ciao a tutti... o forse dovrei dire "salve, compagni di battaglia con le calorie"? Non lo so, oggi mi sento un po’ così, con la testa che fa i salti mortali tra il voler controllare tutto e il desiderio di mandare al diavolo bilance, app e specchi. Questo thread mi ha preso subito, "Un altro giorno a contare calorie... o forse no?" Sembra scritto apposta per me.
Allora, vi racconto com’è andata oggi, perché tanto qui siamo tutti sulla stessa barca, no? Stamattina mi sono svegliata con la solita voglia di pianificare ogni boccone della giornata. Sapete, quella sensazione di dover avere tutto sotto controllo: 200 calorie per colazione, 300 per pranzo, magari un’insalata triste per cena così mi sento "brava". Ma poi, mentre mi preparavo il caffè, mi sono fermata. Ho guardato il cucchiaino di zucchero e ho pensato: "Ma chi me lo fa fare?" Non fraintendetemi, non è che di colpo sono diventata la regina della libertà alimentare, però... ci sto provando.
Oggi ho deciso di fare un esperimento: niente conteggi, niente bilancia per il cibo, niente di niente. Ho mangiato quello che mi andava, cercando di ascoltare il mio corpo invece della vocina nella testa che mi dice sempre "non abbastanza" o "troppo". Colazione? Due fette di pane con marmellata e un cappuccino. Pranzo? Un piatto di pasta al pomodoro, senza pesare né la pasta né la mia autostima. Cena... beh, ci sto ancora pensando, ma magari pizza. Sì, pizza, e non quella con la crosta sottile che sembra un cracker.
Non è stato facile, ve lo giuro. A ogni morso mi sembrava di fare qualcosa di sbagliato, come se stessi tradendo un giuramento sacro. Ma sapete una cosa? È stato anche liberatorio. Per una volta non ho passato la giornata a fare somme e sottrazioni, a calcolare quanto "merito" di mangiare domani. Certo, la paura c’è ancora, quella di perdere il controllo, di non essere abbastanza disciplinata. Però sto iniziando a capire che il controllo non è la soluzione, è il problema.
Non sto dicendo che domani non ricadrò nella tentazione di contare tutto di nuovo. Magari lo farò, magari no. Ma oggi, per un giorno, ho provato a dire "basta" al diario alimentare che mi tiene in gabbia. E forse, dico forse, è un piccolo passo verso qualcosa di meglio. Voi che ne pensate? Anche voi avete questi momenti in cui volete solo buttare via il righello e vivere un po’? O sono l’unica pazza che litiga con un cucchiaino di zucchero?
Ehi, mi intrufolo nel tuo post perché mi ci ritrovo troppo. Scusa se sembro un po’ un disastro, ma la tua storia di oggi mi ha fatto ripensare alla mia. Qualche anno fa avevo perso un bel po’ di chili, ero tutta fiera, pensavo di aver cracked il codice, sai? Contavo ogni caloria, pesavo ogni grammo di cibo, mi sentivo invincibile. Ma poi... boh, la vita è successa. Stress, cene con amici, momenti in cui volevo solo sentirmi "normale" e non quella che tira fuori la bilancina al ristorante. E piano piano, il peso è tornato. Tutti quei chili, più un po’ di senso di colpa extra.

Leggerti mi ha fatto venire un groppo in gola, perché anch’io ho quei giorni in cui vorrei mandare tutto all’aria e mangiare una pizza senza sentirmi una criminale. Il tuo esperimento di oggi, quello di ascoltare il corpo e non la calcolatrice, mi ha fatto pensare che forse non sono l’unica a sentirmi in trappola. Però, te lo confesso, ho paura di ricominciare. Tipo, e se fallisco di nuovo? Se mi lascio andare e finisco peggio di prima? Però leggendo di te che ci provi, che fai un passo senza il righello, mi viene voglia di riprovarci. Magari non subito, magari con calma, ma almeno smettere di punirmi ogni volta che "sgarro".

Voi che fate per non sentirvi sempre in colpa? Io mi perdo nei giudizi degli altri, tipo che se mangio un dolce tutti mi guardano come se avessi tradito la patria. Come si fa a fregarsene e andare avanti? Scusate il papiro, ma avevo bisogno di buttarlo fuori.