SVEGLIA E VIA! Come il ritmo quotidiano mi ha trasformato durante il marathon!

oltstojku

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, non ci crederete, ma il mio ultimo marathon online mi ha letteralmente ribaltato la vita! Tutto è iniziato con una sveglia alle 5:30, sì, avete letto bene, 5:30! Io, che fino a un mese fa consideravo il mattino un optional, ora sono quella che salta giù dal letto con l’energia di un vulcano. È stato il ritmo, capite? Quel mix di competizione e adrenalina che ti prende quando sai che migliaia di altri stanno correndo insieme a te, virtualmente, ma con lo stesso fuoco dentro.
All’inizio pensavo: “Ma chi me lo fa fare? Non ce la farò mai a star dietro a questi matti che postano foto dei loro workout all’alba!”. E invece, giorno dopo giorno, mi sono accorta che il mio corpo e la mia testa si stavano abituando. Non era solo questione di alzarmi presto, ma di costruire una giornata che avesse senso. Colazione sana, un allenamento tosto, e poi via con le mie cose, ma con una lucidità che prima mi sognavo. La stanchezza? Certo, c’era, ma quella bella, quella che ti fa sentire viva, non distrutta.
Il marathon mi ha insegnato a non mollare, soprattutto quando arrivavano i momenti no. Tipo il giorno 12, quando pioveva a dirotto e l’idea di fare squat in salotto mi sembrava una punizione divina. Ma poi pensavo agli altri, a quei messaggi motivazionali nel gruppo, alle storie di chi ce l’ha fatta nonostante tutto, e mi dicevo: “Forza, non sei sola, siamo una squadra!”. E così, un passo alla volta, ho superato anche quella giornata schifosa.
Ora che il marathon è finito, non riesco a tornare indietro. La sveglia presto è diventata la mia alleata, il mio momento per dire “Oggi spacco tutto”. Non è solo il peso che è sceso, ma il modo in cui mi sento: forte, costante, pronta a tutto. Se c’è una cosa che ho capito è che gli ostacoli non sono muri, sono scalini. E il ritmo quotidiano? È la chiave per salirli, uno dopo l’altro, senza nemmeno accorgertene. Chi di voi si unisce al prossimo? Dai, che insieme si vola!
 
Ragazzi, non ci crederete, ma il mio ultimo marathon online mi ha letteralmente ribaltato la vita! Tutto è iniziato con una sveglia alle 5:30, sì, avete letto bene, 5:30! Io, che fino a un mese fa consideravo il mattino un optional, ora sono quella che salta giù dal letto con l’energia di un vulcano. È stato il ritmo, capite? Quel mix di competizione e adrenalina che ti prende quando sai che migliaia di altri stanno correndo insieme a te, virtualmente, ma con lo stesso fuoco dentro.
All’inizio pensavo: “Ma chi me lo fa fare? Non ce la farò mai a star dietro a questi matti che postano foto dei loro workout all’alba!”. E invece, giorno dopo giorno, mi sono accorta che il mio corpo e la mia testa si stavano abituando. Non era solo questione di alzarmi presto, ma di costruire una giornata che avesse senso. Colazione sana, un allenamento tosto, e poi via con le mie cose, ma con una lucidità che prima mi sognavo. La stanchezza? Certo, c’era, ma quella bella, quella che ti fa sentire viva, non distrutta.
Il marathon mi ha insegnato a non mollare, soprattutto quando arrivavano i momenti no. Tipo il giorno 12, quando pioveva a dirotto e l’idea di fare squat in salotto mi sembrava una punizione divina. Ma poi pensavo agli altri, a quei messaggi motivazionali nel gruppo, alle storie di chi ce l’ha fatta nonostante tutto, e mi dicevo: “Forza, non sei sola, siamo una squadra!”. E così, un passo alla volta, ho superato anche quella giornata schifosa.
Ora che il marathon è finito, non riesco a tornare indietro. La sveglia presto è diventata la mia alleata, il mio momento per dire “Oggi spacco tutto”. Non è solo il peso che è sceso, ma il modo in cui mi sento: forte, costante, pronta a tutto. Se c’è una cosa che ho capito è che gli ostacoli non sono muri, sono scalini. E il ritmo quotidiano? È la chiave per salirli, uno dopo l’altro, senza nemmeno accorgertene. Chi di voi si unisce al prossimo? Dai, che insieme si vola!
Ciao a tutti, o meglio, buongiorno ai mattinieri come te che ormai vivono con il sole negli occhi! La tua storia mi ha preso di brutto, sai? Quel salto dal letto alle 5:30, l’energia che descrivi, quel fuoco che ti spinge… mi ci rivedo un sacco, ma con un twist diverso, perché io ho trovato la mia scintilla con il metodo Wim Hof. Lo conosci? È quel mix pazzesco di respirazione profonda e cold exposure che ti ribalta dentro e fuori.

Immagina questa: ti alzi presto come fai tu, ma invece di partire subito con squat o corsa, ti metti lì, respiri come se stessi pompando ossigeno dritto nelle vene, e poi via, sotto una doccia gelata o, se sei fuori di testa come me, in una vasca con ghiaccio. All’inizio pensi “Ma sto morendo?”, ma dopo un po’ senti il metabolismo che si accende, tipo un motore che romba. Non è solo una questione di bruciare calorie – che comunque con il freddo succede eccome, perché il corpo lavora come un matto per scaldarsi – ma di come ti senti dopo: sveglio, vivo, con una carica che spacca i muri.

Il tuo marathon mi ha fatto pensare: il ritmo quotidiano di cui parli, quel costruire una giornata che abbia senso, è proprio quello che Wim Hof mi ha insegnato a modo suo. La respirazione ti tiene lucido, ti abbassa lo stress – e giuro, quando sei lì a contare i respiri, i problemi della giornata sembrano più piccoli. Poi il freddo ti dà quella botta di adrenalina che ti descrivi tu con la competizione, ma senza bisogno di un gruppo online: è una sfida con te stesso. E il bello è che il corpo si adatta, proprio come dici tu con il tuo alzarti presto. Io ero uno che tremava al pensiero di una finestra aperta a novembre, ora mi tuffo nell’acqua fredda e ne esco ridendo.

Il giorno 12 di cui parli, quello con la pioggia e la voglia zero, lo capisco fin troppo bene. Anche con Wim Hof ci sono mattine in cui guardo la doccia fredda e penso “Oggi no, dai”. Ma poi mi ricordo perché lo faccio: non è solo per il peso – che scende, eh, perché il freddo spinge il corpo a tirar fuori energia dalle riserve – ma per quella sensazione di forza che ti resta addosso. È come se il freddo e il respiro mi dicessero “Ce la fai, non molli”, proprio come i tuoi messaggi motivazionali nel gruppo.

Ora che il tuo marathon è finito, ti lancio una sfida: prova a buttare un po’ di Wim Hof nel tuo ritmo quotidiano. Non serve esagerare, bastano 10 minuti di respirazione e una doccia fredda per sentire la differenza. Il metabolismo ringrazia, l’immunità si rafforza – sì, pure i raffreddori mi girano alla larga – e lo stress? Si scioglie come neve al sole. Magari al prossimo marathon ci troviamo lì, tu con la tua sveglia vulcanica e io con il mio ghiaccio, a spingerci un passo più in là. Che dici, ci stai? Forza, che il ritmo non si ferma!
 
Ragazzi, non ci crederete, ma il mio ultimo marathon online mi ha letteralmente ribaltato la vita! Tutto è iniziato con una sveglia alle 5:30, sì, avete letto bene, 5:30! Io, che fino a un mese fa consideravo il mattino un optional, ora sono quella che salta giù dal letto con l’energia di un vulcano. È stato il ritmo, capite? Quel mix di competizione e adrenalina che ti prende quando sai che migliaia di altri stanno correndo insieme a te, virtualmente, ma con lo stesso fuoco dentro.
All’inizio pensavo: “Ma chi me lo fa fare? Non ce la farò mai a star dietro a questi matti che postano foto dei loro workout all’alba!”. E invece, giorno dopo giorno, mi sono accorta che il mio corpo e la mia testa si stavano abituando. Non era solo questione di alzarmi presto, ma di costruire una giornata che avesse senso. Colazione sana, un allenamento tosto, e poi via con le mie cose, ma con una lucidità che prima mi sognavo. La stanchezza? Certo, c’era, ma quella bella, quella che ti fa sentire viva, non distrutta.
Il marathon mi ha insegnato a non mollare, soprattutto quando arrivavano i momenti no. Tipo il giorno 12, quando pioveva a dirotto e l’idea di fare squat in salotto mi sembrava una punizione divina. Ma poi pensavo agli altri, a quei messaggi motivazionali nel gruppo, alle storie di chi ce l’ha fatta nonostante tutto, e mi dicevo: “Forza, non sei sola, siamo una squadra!”. E così, un passo alla volta, ho superato anche quella giornata schifosa.
Ora che il marathon è finito, non riesco a tornare indietro. La sveglia presto è diventata la mia alleata, il mio momento per dire “Oggi spacco tutto”. Non è solo il peso che è sceso, ma il modo in cui mi sento: forte, costante, pronta a tutto. Se c’è una cosa che ho capito è che gli ostacoli non sono muri, sono scalini. E il ritmo quotidiano? È la chiave per salirli, uno dopo l’altro, senza nemmeno accorgertene. Chi di voi si unisce al prossimo? Dai, che insieme si vola!
 
Ragazzi, non ci crederete, ma il mio ultimo marathon online mi ha letteralmente ribaltato la vita! Tutto è iniziato con una sveglia alle 5:30, sì, avete letto bene, 5:30! Io, che fino a un mese fa consideravo il mattino un optional, ora sono quella che salta giù dal letto con l’energia di un vulcano. È stato il ritmo, capite? Quel mix di competizione e adrenalina che ti prende quando sai che migliaia di altri stanno correndo insieme a te, virtualmente, ma con lo stesso fuoco dentro.
All’inizio pensavo: “Ma chi me lo fa fare? Non ce la farò mai a star dietro a questi matti che postano foto dei loro workout all’alba!”. E invece, giorno dopo giorno, mi sono accorta che il mio corpo e la mia testa si stavano abituando. Non era solo questione di alzarmi presto, ma di costruire una giornata che avesse senso. Colazione sana, un allenamento tosto, e poi via con le mie cose, ma con una lucidità che prima mi sognavo. La stanchezza? Certo, c’era, ma quella bella, quella che ti fa sentire viva, non distrutta.
Il marathon mi ha insegnato a non mollare, soprattutto quando arrivavano i momenti no. Tipo il giorno 12, quando pioveva a dirotto e l’idea di fare squat in salotto mi sembrava una punizione divina. Ma poi pensavo agli altri, a quei messaggi motivazionali nel gruppo, alle storie di chi ce l’ha fatta nonostante tutto, e mi dicevo: “Forza, non sei sola, siamo una squadra!”. E così, un passo alla volta, ho superato anche quella giornata schifosa.
Ora che il marathon è finito, non riesco a tornare indietro. La sveglia presto è diventata la mia alleata, il mio momento per dire “Oggi spacco tutto”. Non è solo il peso che è sceso, ma il modo in cui mi sento: forte, costante, pronta a tutto. Se c’è una cosa che ho capito è che gli ostacoli non sono muri, sono scalini. E il ritmo quotidiano? È la chiave per salirli, uno dopo l’altro, senza nemmeno accorgertene. Chi di voi si unisce al prossimo? Dai, che insieme si vola!
Ragazzi, vi giuro, leggendo il tuo post mi è montata una rabbia che non vi dico. Non per te, sia chiaro, ma per me stessa! Tu parli di sveglia alle 5:30, di energia vulcanica, di ritmo che ti trasforma, e io? Io sono ancora qua a combattere con la fame nervosa che mi attacca ogni sera come un lupo. Però, sai che c’è? Il tuo racconto mi ha fatto scattare qualcosa. Sto provando questo “metodo della piatto” da un po’, dividendo tutto preciso: metà verdure, un quarto proteine, un quarto carboidrati. All’inizio mi sembrava una tortura, porzioni così piccole rispetto alle abbuffate di prima. Ma ora, a furia di fotografare i miei piatti e guardarli, sto capendo come domare quel buco nello stomaco. Non è solo cibo, è controllo. Leggerti mi ha fatto venire voglia di aggiungere il tuo ritmo al mio. Magari non alle 5:30, ma almeno smettere di cedere al frigo dopo cena. Grazie per la botta di realtà, ora tocca a me muovermi!
 
Ehi oltstojku, ma che razza di scossa mi hai dato col tuo post! Cioè, fammi capire, tu ti alzi alle 5:30 come se fossi posseduta da uno spirito olimpionico, e io sto ancora qui a litigare con la bilancia che sembra avercela con me da una vita? Però, sai, mi hai acceso una lampadina. Sto preparando il matrimonio della mia migliore amica, e il mio obiettivo è entrare in quel vestito da damigella senza sembrare un salame incartato. Il tuo ritmo mi ha fatto pensare: forse il problema non è solo cosa mangio, ma come lo faccio.

Da un mese sono in fissa con questa cosa delle porzioni, tipo il tuo “metodo della piatto” che ha citato qualcun altro. Però io ci ho messo un twist: tutto quello che finisce nel mio piatto deve venire dalla terra, niente robe confezionate o schifezze pronte. Verdure che sanno di sole, legumi che sembrano usciti dall’orto di mia nonna, cereali che non hanno fatto il giro del mondo in una scatola. All’inizio ero scettica, pensavo “ma che, ora devo vivere come una capra?”. E invece, sorpresa: non solo mi sento più leggera, ma ho smesso di sentirmi in colpa ogni volta che mangio. È come se il cibo vero mi desse una specie di superpotere, una connessione con me stessa che prima non avevo.

Il tuo marathon mi ha fatto riflettere sul ritmo, però. Io non sono una da sveglia all’alba, ma sto provando a costruire una routine che non mi faccia crollare. Tipo, preparo i pasti la sera, così non mi ritrovo a saccheggiare il frigo quando torno a casa distrutta. E poi, dopo aver letto di te che affronti pioggia e squat come una guerriera, mi sono detta: “Ok, basta scuse”. Ho iniziato a fare passeggiate serali, niente di folle, ma con le cuffie e la musica giusta mi sento una rockstar. Il punto è che il cibo sano e un po’ di movimento stanno cambiando il modo in cui mi vedo. Non è solo il peso, è che mi sento più… me, capisci?

Il tuo post mi ha fatto venir voglia di alzare l’asticella. Magari non mi unisco al prossimo marathon, ma sto pensando di fissarmi un obiettivo: essere al top per il matrimonio, non solo per il vestito, ma per sentirmi una bomba. Grazie per avermi ricordato che non servono miracoli, ma costanza. E tu, dimmi, come fai a non cedere mai? Qual è il tuo trucco per non mollare quando tutto sembra gridarti “torna a letto”? Forza, sputa il rospo, che qua c’è bisogno di ispirazione!