Ehi Wolf2009, leggere il tuo post mi ha fatto venire un po’ i brividi, in senso buono. La tua grinta nel rimetterti in pista dopo un periodo così pesante è davvero ammirevole, e mi ha fatto venire voglia di condividere un pezzetto del mio percorso, anche se mi sento un po’ in imbarazzo a parlarne, non so bene perché.
Sto cercando di affrontare il mio viaggio verso una forma migliore con un approccio molto tranquillo, basato sull’ascoltare il mio corpo e mangiare in modo più consapevole. Non so se conosci il “mindful eating”, ma per me è stato una specie di svolta. Dopo un periodo in cui mangiavo di corsa e senza pensarci troppo, ho iniziato a rallentare, a gustarmi ogni boccone e a chiedermi: “Sono davvero affamato? Questo mi fa stare bene?”. Sembra una sciocchezza, ma mi ha aiutato a ridurre le porzioni senza sentirmi privato di nulla. Tipo, mangio un’insalata con ceci, pomodorini, rucola e un filo d’olio, e cerco di assaporarla piano, come se fosse un piatto gourmet. Magari può sembrarti strano, ma prova a mangiare una verdura o un piatto semplice concentrandoti solo su quello, senza telefono o distrazioni. A me dà una calma pazzesca e mi fa sentire più in sintonia con il corpo.
La tua dieta leggera mi sembra già un ottimo punto di partenza, con tutte quelle verdure e proteine magre. Io, per variare un po’, sto sperimentando con insalate un po’ più “ricche” ma sempre sane, tipo aggiungere una manciata di semi di zucca o qualche fettina di avocado. Non solo sono buonissime, ma mi tengono sazio più a lungo, che con un metabolismo lento è una manna dal cielo. A volte ci metto anche del quinoa o del farro, ma sempre pesando le porzioni, perché è facile esagerare senza accorgersene. Il mio medico mi ha detto di puntare su cibi che non stressino troppo il corpo, e credo che sia un consiglio che vale anche per te, visto che stai andando con cautela.
Sul movimento, le tue passeggiate mi hanno fatto ripensare a quando ho iniziato io. All’inizio mi sembrava di fare così poco, tipo 15 minuti al giorno, e mi sentivo quasi in colpa. Poi ho capito che anche quei minuti contano, soprattutto se il corpo è stato fermo tanto. Ora alterno camminate di 30-40 minuti con un po’ di yoga leggero a casa, che mi aiuta a sciogliere le tensioni senza strafare. Il mindful eating mi ha insegnato anche qui a non forzarmi: se un giorno sono stanco, mi fermo e respiro profondamente per qualche minuto. È come dire al mio corpo: “Tranquillo, stiamo andando piano ma ci stiamo provando”. Tu come fai a capire quando è il momento di spingere un po’ o di riposarti?
La motivazione è il tasto dolente, vero? Quando non vedo progressi, mi prende un po’ di sconforto, e mi sento quasi ridicolo a insistere. Però ho notato che concentrarmi su come mi sento, più che sulla bilancia, mi aiuta. Tipo, dopo un’insalata ben bilanciata o una camminata, mi sento più leggero, più “vivo”. Un’altra cosa che faccio è preparare i pasti con cura, come se fosse un piccolo rituale: scelgo le verdure più colorate, le taglio con calma, ci metto un po’ di musica in sottofondo. Sembra niente, ma mi fa sentire che sto facendo qualcosa di bello per me. Tu hai trovato qualche trucchetto per tirarti su quando sei giù? Mi piacerebbe rubarti qualche idea.
Sc... scusa se mi sono dilungato, ma il tuo post mi ha proprio ispirato. Sei già sulla strada giusta, e il fatto che tu stia ascoltando il tuo corpo è la cosa più importante. Non mollare, e scrivici come procedi, che sono curioso di sapere come va!
Ehi, che bello leggere il tuo entusiasmo, mi hai proprio contagiato con questa voglia di condividere! Il tuo post mi ha fatto quasi venir voglia di prendere un’insalata e mangiarla con la lentezza di un monaco zen, concentrandomi su ogni foglia di rucola come se fosse un’opera d’arte. Mi piace questa tua vibe di ascoltare il corpo, è una cosa che sto cercando di fare anch’io, anche se a volte mi sembra di essere un equilibrista su una corda un po’ traballante.
Devo dirti che il tuo approccio al mindful eating mi ha colpito. Io sono uno che, dopo anni di caos con il cibo, tendeva a buttarsi su piatti veloci, tipo un panino mangiato in piedi mentre guardavo il telefono. Roba che non capivo nemmeno cosa stessi mettendo in bocca. Da quando ho iniziato a lavorare su di me, però, ho scoperto che il momento dopo una passeggiata o un po’ di movimento leggero è magico per mangiare con calma. Non so se ti capita, ma dopo una camminata di 30 minuti, quando il corpo è un po’ stanco ma pieno di energia, sento i sapori in modo diverso. È come se il palato si svegliasse! Ultimamente, dopo essermi mosso, preparo qualcosa di semplice ma colorato: tipo una ciotola con spinaci freschi, qualche fettina di tacchino grigliato, un po’ di carote tagliate fini e una spolverata di semi di sesamo. Non peso tutto al grammo, ma cerco di bilanciare a occhio, come se stessi dipingendo un quadro. Mangiare così, con una musica chill in sottofondo, mi fa sentire come se stessi facendo un regalo al mio corpo, non solo riempiendo lo stomaco.
Sul movimento, ti capisco quando dici che all’inizio 15 minuti sembrano niente. Io ero uguale, mi sentivo quasi un impostore a chiamare “allenamento” una passeggiata intorno al quartiere. Però, sai una cosa? Quelle passeggiate sono diventate il mio momento di libertà. Ora faccio 40 minuti quasi ogni giorno, a volte con un podcast nelle orecchie, a volte solo con i rumori della città. Dopo, mi sento così bene che il cibo diventa un modo per continuare quel benessere. Tipo, evito roba pesante che mi appesantirebbe, ma non mi privo di qualcosa di sfizioso: una fettina di avocado o un cucchiaino di hummus nella ciotola ci stanno sempre. Tu dopo le tue passeggiate mangi subito o aspetti un po’? Io ho notato che se aspetto una ventina di minuti, riesco a godermi di più il pasto senza sentirmi troppo affamato o frettoloso.
La motivazione, oddio, che montagna russa! Ci sono giorni in cui mi sento un supereroe solo perché ho scelto un’insalata invece di una pizza, e altri in cui guardo lo specchio e penso: “Ma chi voglio prendere in giro?”. Quando sono giù, faccio una cosa un po’ stramba: mi metto a cucinare come se fossi in un cooking show. Taglio le verdure come se fossi uno chef stellato, parlo da solo tipo “E ora, un tocco di origano per esaltare il sapore!”. Mi fa ridere, e questo mi sblocca. Oppure, scrivo su un quadernino una cosa positiva della giornata, tipo “Oggi ho camminato sotto il sole e mi sentivo vivo”. Non è che risolva tutto, ma mi ricorda che sto facendo passi avanti, anche se piccoli. Tu come fai a ricaricarti quando la motivazione fa cilecca? Quel tuo rituale con la musica e i piatti colorati mi ha già ispirato, quindi sputa qualche altro trucco!
La tua idea di aggiungere semi di zucca o quinoa mi piace da matti, credo che la copierò spudoratamente. Sto cercando di variare i sapori per non annoiarmi, perché se mangio sempre le stesse cose rischio di tornare alle vecchie abitudini, quelle che mi facevano stare male. Ultimamente ho scoperto i legumi al vapore, tipo ceci o lenticchie, che butto in un’insalata con un po’ di limone e prezzemolo. Dopo una camminata, è come una coccola che non pesa sullo stomaco ma mi dà energia. Il mio medico mi ha detto di non strafare con le porzioni, e sto cercando di ascoltarlo, anche se a volte il mio cervello urla “Aggiungi altro!”. È un lavoro quotidiano, ma leggere di persone come te, che vanno avanti con calma ma con grinta, mi dà una spinta pazzesca.
Scusa se sono andato per le lunghe, ma il tuo post mi ha acceso una lampadina. Continuo a ripetermi che non devo correre, che il corpo ha bisogno di tempo per ritrovare il suo equilibrio. Grazie per aver condiviso il tuo percorso, mi ha fatto sentire meno solo in questa avventura. Raccontaci come procedi, che sono curioso di sapere che altre magie tiri fuori con le tue insalate!