Riprendersi dopo la malattia: gestire la fame emotiva con delicatezza

Mucha_Wro

Membro
6 Marzo 2025
83
8
8
Ciao a tutti,
è un po’ che leggo i vostri messaggi senza scrivere, ma oggi sento il bisogno di condividere qualcosa. Dopo mesi di ospedale e cure pesanti, il mio corpo è cambiato tanto. Non parlo solo dei chili in più, ma di come mi sento dentro. Durante il trattamento, il cibo è diventato una specie di rifugio. Mangiavo per calmare l’ansia, per riempire le ore infinite in una stanza d’ospedale, per sentirmi un po’ meno solo. Ora che sto meglio, o almeno ci provo, mi rendo conto di quanto sia difficile spezzare questo legame con il cibo.
Tornare a muovermi è stata una sfida. All’inizio anche una passeggiata di 10 minuti mi lasciava senza fiato, e non vi nascondo che a volte mi guardavo allo specchio e mi sentivo un estraneo. Però sto cercando di essere gentile con me stesso. Ho iniziato con piccoli passi: camminate leggere, qualche esercizio di stretching che mi ha consigliato il fisioterapista. Non voglio forzarmi, perché so che il mio corpo ha bisogno di tempo per guarire, non solo fuori, ma anche dentro.
Il problema più grande, però, è la fame che arriva quando sono triste o stressato. Non è fame vera, lo so, ma è come se il mio cervello mi spingesse a cercare conforto in un pacchetto di biscotti o in una porzione di pasta in più. Sto provando a lavorarci sopra. Per esempio, quando sento quell’impulso, cerco di fermarmi un attimo e chiedermi: “Cosa sto provando davvero?”. A volte scrivo quello che sento, altre volte provo a bere un bicchiere d’acqua o a fare qualche respiro profondo. Non sempre funziona, ma ci sto provando.
Ho anche iniziato a fare attenzione a cosa mangio, senza diete drastiche. Sto cercando di inserire più verdure e frutta, di cucinare piatti semplici ma colorati, perché mi fanno sentire un po’ più vivo. Non voglio punirmi se sgarro, però. Penso che la chiave sia trovare un equilibrio, no? Non so se qualcuno di voi ha passato qualcosa di simile, ma mi piacerebbe sapere come affrontate questi momenti in cui il cibo sembra l’unica cosa che dà sollievo. Avete qualche trucco per gestire queste emozioni senza lasciarvi travolgere?
Grazie a chi avrà voglia di rispondermi. Scrivere qui mi sta aiutando a mettere in ordine i pensieri, e leggere le vostre storie mi fa sentire meno solo in questo percorso.
 
Ehi, che bella la tua condivisione! 🌿 Leggerti mi ha davvero toccato, e credo che il tuo percorso sia un esempio di grande forza e consapevolezza. 😊 Mi ritrovo tanto in quello che dici sul cibo come rifugio: dopo una malattia o momenti pesanti, è come se il nostro corpo e la nostra mente cercassero un modo per “tenersi stretti” a qualcosa di familiare. Ma sai, penso che tu stia già facendo un lavoro incredibile, prendendoti cura di te con delicatezza e pazienza. 💪

Voglio raccontarti un po’ della mia esperienza, perché magari può esserti d’ispirazione. Io sono un fan sfegatato dei lunghi trekking, quelli che ti portano via per giorni in mezzo alla natura, con lo zaino in spalla e il vento che ti scompiglia i capelli. 🏞️ Non sono mai stato un tipo da palestra o diete rigide, ma ho scoperto che camminare per ore, salire su un sentiero di montagna o perdermi in un bosco è il mio modo per rimettere in ordine corpo e mente. Non solo mi aiuta a perdere peso nel lungo periodo, ma mi fa sentire vivo, forte e in pace con me stesso. 🌄

Quando sono tornato a muovermi dopo un periodo difficile (niente di grave come il tuo, ma abbastanza da lasciarmi un po’ perso), anche per me all’inizio era dura. Una salita di 20 minuti mi sembrava un’impresa, e il fiatone mi faceva sentire fuori posto. Però ho imparato che il segreto è non avere fretta. 🐢 Ogni passo conta, anche quelli lenti. E sai una cosa? I trekking mi hanno insegnato a gestire anche quella fame emotiva di cui parli. Quando sei in mezzo alla natura, con il sole che scalda o la pioggia che ti bagna, le emozioni trovano un altro modo per uscire. Non hai bisogno di un pacchetto di biscotti, perché il tuo “conforto” diventa il panorama, il suono degli uccellini o la soddisfazione di arrivare in cima a una salita. 🌲

Non sto dicendo di partire domani per un trekking di tre giorni (anche se sarebbe figo! 😜), ma magari potresti provare a inserire piccole avventure nella tua routine. Una passeggiata in un parco, un sentiero vicino casa, anche solo un’oretta in cui ti concentri sul ritmo dei tuoi passi e sul respiro. La natura ha un modo speciale di aiutarti a connetterti con te stesso, e piano piano ti accorgerai che quelle voglie di cibo “finto” si fanno meno forti. Io, per esempio, porto sempre nello zaino qualcosa di sano ma gustoso, tipo frutta secca o una barretta fatta in casa, così se mi viene fame ho un’alternativa che mi fa stare bene. 🥜

Per la fame emotiva, un trucco che uso è portare con me un piccolo quaderno durante le camminate. Se sento che la testa comincia a viaggiare verso pensieri pesanti, mi fermo, scrivo quello che provo o semplicemente disegno un albero o una nuvola. Non deve essere un capolavoro, ma mi aiuta a tirare fuori le emozioni senza lasciarle “fermentare” dentro. ✍️ E poi, come dici tu, bere acqua o fare respiri profondi è un salvavita! A volte mi immagino di “respirare via” lo stress, come se fosse fumo che esce da me. 😌

Il tuo approccio con il cibo mi piace tantissimo: niente diete punitive, solo colori e sapori che ti fanno sentire vivo. Continua così! 🎨 Io credo che il bello di questo percorso sia proprio trovare un equilibrio che ti fa stare bene, senza sentirti in colpa se ogni tanto ti concedi qualcosa. Il trekking, o anche solo camminare, può essere un alleato pazzesco per questo: brucia calorie quasi senza accorgertene, ti dà energia e ti fa venire voglia di nutrirti in modo più sano, perché vuoi avere le forze per la prossima avventura. 🚶‍♂️

Se ti va, prova a cercare qualche sentiero semplice vicino a dove vivi, magari con un amico o anche da solo con una playlist che ti carica. Non c’è niente di più liberatorio che camminare e sentire il tuo corpo che piano piano si risveglia. E se hai bisogno di idee per itinerari o consigli su come iniziare, scrivimi! Sono sempre felice di chiacchierare di sentieri e natura. 🌳

Forza, sei sulla strada giusta! Ogni piccolo passo è una vittoria, e sono sicuro che troverai il tuo ritmo. 💚
 
Ciao a tutti,
è un po’ che leggo i vostri messaggi senza scrivere, ma oggi sento il bisogno di condividere qualcosa. Dopo mesi di ospedale e cure pesanti, il mio corpo è cambiato tanto. Non parlo solo dei chili in più, ma di come mi sento dentro. Durante il trattamento, il cibo è diventato una specie di rifugio. Mangiavo per calmare l’ansia, per riempire le ore infinite in una stanza d’ospedale, per sentirmi un po’ meno solo. Ora che sto meglio, o almeno ci provo, mi rendo conto di quanto sia difficile spezzare questo legame con il cibo.
Tornare a muovermi è stata una sfida. All’inizio anche una passeggiata di 10 minuti mi lasciava senza fiato, e non vi nascondo che a volte mi guardavo allo specchio e mi sentivo un estraneo. Però sto cercando di essere gentile con me stesso. Ho iniziato con piccoli passi: camminate leggere, qualche esercizio di stretching che mi ha consigliato il fisioterapista. Non voglio forzarmi, perché so che il mio corpo ha bisogno di tempo per guarire, non solo fuori, ma anche dentro.
Il problema più grande, però, è la fame che arriva quando sono triste o stressato. Non è fame vera, lo so, ma è come se il mio cervello mi spingesse a cercare conforto in un pacchetto di biscotti o in una porzione di pasta in più. Sto provando a lavorarci sopra. Per esempio, quando sento quell’impulso, cerco di fermarmi un attimo e chiedermi: “Cosa sto provando davvero?”. A volte scrivo quello che sento, altre volte provo a bere un bicchiere d’acqua o a fare qualche respiro profondo. Non sempre funziona, ma ci sto provando.
Ho anche iniziato a fare attenzione a cosa mangio, senza diete drastiche. Sto cercando di inserire più verdure e frutta, di cucinare piatti semplici ma colorati, perché mi fanno sentire un po’ più vivo. Non voglio punirmi se sgarro, però. Penso che la chiave sia trovare un equilibrio, no? Non so se qualcuno di voi ha passato qualcosa di simile, ma mi piacerebbe sapere come affrontate questi momenti in cui il cibo sembra l’unica cosa che dà sollievo. Avete qualche trucco per gestire queste emozioni senza lasciarvi travolgere?
Grazie a chi avrà voglia di rispondermi. Scrivere qui mi sta aiutando a mettere in ordine i pensieri, e leggere le vostre storie mi fa sentire meno solo in questo percorso.
Ehi, che bella la tua condivisione, grazie per aver aperto il cuore. Leggendo il tuo messaggio, mi sono rivisto in tanti momenti del mio percorso, anche se la mia storia è un po’ diversa. Dopo un periodo difficile, anch’io ho avuto a che fare con il cibo come rifugio, e capisco bene quella sensazione di cercare conforto in qualcosa che, sul momento, sembra l’unica risposta. Il tuo approccio gentile verso te stesso mi ha colpito, e credo sia proprio la strada giusta.

Io sto cercando di rimettermi in carreggiata con le mie passeggiate serali, che ormai sono diventate il mio rituale. Ogni sera, prima di andare a letto, esco e cammino per almeno 4-5 chilometri. Non è solo per bruciare calorie, ma per ritrovare un po’ di calma. C’è qualcosa di magico nel camminare quando la città si quieta: il rumore dei miei passi, l’aria fresca, le luci delle case che si accendono. Mi aiuta a staccare la spina e a non lasciare che le emozioni pesanti prendano il sopravvento. All’inizio facevo fatica a mantenere il ritmo, soprattutto nei giorni in cui mi sentivo giù o stanco, ma ora è come se il mio corpo lo chiedesse. Ho anche trovato un parco vicino casa con un sentiero che mi piace: passo accanto a un laghetto, vedo qualche anatra, e mi sembra di respirare meglio.

Per quanto riguarda la fame emotiva, ti capisco al 100%. Anche a me capita di sentire quel vuoto che sembra urlare “mangia qualcosa!”. Quello che sto provando a fare è trovare alternative che mi diano un po’ di soddisfazione senza appesantirmi. Per esempio, invece di buttarmi su snack zuccherati, a volte mi preparo una tazza di tisana calda con un po’ di miele: mi dà quella sensazione di coccola senza sensi di colpa. Altre volte, se proprio voglio qualcosa di più sostanzioso, opto per uno yogurt greco con qualche fettina di frutta fresca. È semplice, ma mi fa sentire che sto facendo qualcosa di buono per me stesso.

Un’altra cosa che mi sta aiutando è pianificare un po’ i pasti, senza diventare ossessivo. Cerco di avere sempre in frigo verdure pronte da cuocere o della frutta da sgranocchiare, così quando arriva la voglia di mangiare per noia o stress, ho qualcosa di sano a portata di mano. Non sono un fan delle diete rigide, ma sto cercando di ascoltare di più il mio corpo e capire quando ho fame davvero o quando è solo la testa che cerca distrazione.

Le tue parole sul non punirti se sgarri mi hanno fatto riflettere. Credo che sia importante ricordarci che questo percorso non è una gara, ma un modo per prenderci cura di noi stessi. Le passeggiate mi stanno aiutando anche in questo: ogni passo mi sembra un piccolo gesto d’amore verso il mio corpo, e pian piano sto vedendo dei progressi. Non solo sulla bilancia – ho perso qualche chilo in un paio di mesi – ma soprattutto nel modo in cui mi sento. Più leggero, non solo fisicamente.

Se ti va, prova a fare una passeggiata serale, anche breve, magari con della musica rilassante o un podcast che ti piace. Non deve essere niente di impegnativo, solo un modo per muoverti e lasciare andare i pensieri. E se hai voglia di condividere, raccontaci come va! Le tue parole sul sentirsi meno soli qui mi hanno toccato: questo forum è proprio un bel posto per sostenerci a vicenda. Forza, un passo alla volta!