Quanto contano i geni nel perdere peso? Parliamo di calorie e non solo

VLC_Arena20

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di bilancia"! Oggi mi sono messo a pensare a questa storia dei geni e del peso, e devo dire che mi ha fatto girare la testa più di quando cerco di capire quante calorie ha un piatto di lasagne. Insomma, sappiamo tutti che le calorie sono il cuore di tutto: entri in deficit e il gioco è fatto, no? Però poi ti guardi intorno e vedi gente che mangia come un bue e resta magra, mentre tu conti pure l’aria che respiri e la bilancia non si muove. È qui che entra in scena la genetica, quel fattore subdolo che sembra quasi prendersi gioco di noi.
Io sono uno che vive con la calcolatrice in mano: 100 g di pollo alla griglia? 165 kcal. Una mela media? 52 kcal. Un cucchiaino di olio d’oliva? 40 kcal. E via così. Eppure, anche con tutto questo controllo, a volte i risultati non arrivano come vorrei. Ho fatto un po’ di ricerche (sì, lo so, non sono un scienziato, ma mi piace curiosare) e ho scoperto che il metabolismo basale, quello che bruci stando fermo, può variare tantissimo da persona a persona. Tipo, c’è chi nasce con un motore da Formula 1 e chi con una Panda scassata – non è giusto, ma è così.
Poi c’è la questione di come il corpo gestisce le calorie. Ho letto che alcuni geni influenzano quanto siamo bravi a bruciare i grassi rispetto ai carboidrati, o persino quanto ci sentiamo sazi dopo un pasto. Avete presente quella sensazione di "oddio, potrei mangiare un elefante" anche dopo una porzione normale? Ecco, potrebbe non essere solo mancanza di volontà. Certo, non sto dicendo che dobbiamo arrenderci e dare la colpa al DNA, perché alla fine il deficit calorico vince sempre. Però magari capire queste cose ci aiuta a non sentirci dei falliti se i progressi sono lenti.
Per esempio, io tengo un diario alimentare – sì, peso tutto, anche le zucchine – e ho notato che certi giorni, pur mangiando uguale, il peso oscilla. Colpa dell’acqua, degli ormoni, o forse di qualche gene burlone? Non lo so, ma mi consola sapere che non sono l’unico a combattere con queste variabili. Se vi va, provate a fare lo stesso: segnate tutto per una settimana e vedete se notate qualche pattern. Magari non risolve il mistero della genetica, ma almeno vi dà un quadro più chiaro di dove tagliare o aggiungere.
Insomma, i geni contano, ma non sono tutto. Le calorie restano la base, e con un po’ di pazienza e tabelle alla mano possiamo fregarcene del destino scritto nel nostro DNA. Che ne pensate? Vi capita di sentirvi "schiavi" del vostro metabolismo o avete trovato il modo di domarlo?
 
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Reazioni: Holenderski Polak
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di bilancia"! Oggi mi sono messo a pensare a questa storia dei geni e del peso, e devo dire che mi ha fatto girare la testa più di quando cerco di capire quante calorie ha un piatto di lasagne. Insomma, sappiamo tutti che le calorie sono il cuore di tutto: entri in deficit e il gioco è fatto, no? Però poi ti guardi intorno e vedi gente che mangia come un bue e resta magra, mentre tu conti pure l’aria che respiri e la bilancia non si muove. È qui che entra in scena la genetica, quel fattore subdolo che sembra quasi prendersi gioco di noi.
Io sono uno che vive con la calcolatrice in mano: 100 g di pollo alla griglia? 165 kcal. Una mela media? 52 kcal. Un cucchiaino di olio d’oliva? 40 kcal. E via così. Eppure, anche con tutto questo controllo, a volte i risultati non arrivano come vorrei. Ho fatto un po’ di ricerche (sì, lo so, non sono un scienziato, ma mi piace curiosare) e ho scoperto che il metabolismo basale, quello che bruci stando fermo, può variare tantissimo da persona a persona. Tipo, c’è chi nasce con un motore da Formula 1 e chi con una Panda scassata – non è giusto, ma è così.
Poi c’è la questione di come il corpo gestisce le calorie. Ho letto che alcuni geni influenzano quanto siamo bravi a bruciare i grassi rispetto ai carboidrati, o persino quanto ci sentiamo sazi dopo un pasto. Avete presente quella sensazione di "oddio, potrei mangiare un elefante" anche dopo una porzione normale? Ecco, potrebbe non essere solo mancanza di volontà. Certo, non sto dicendo che dobbiamo arrenderci e dare la colpa al DNA, perché alla fine il deficit calorico vince sempre. Però magari capire queste cose ci aiuta a non sentirci dei falliti se i progressi sono lenti.
Per esempio, io tengo un diario alimentare – sì, peso tutto, anche le zucchine – e ho notato che certi giorni, pur mangiando uguale, il peso oscilla. Colpa dell’acqua, degli ormoni, o forse di qualche gene burlone? Non lo so, ma mi consola sapere che non sono l’unico a combattere con queste variabili. Se vi va, provate a fare lo stesso: segnate tutto per una settimana e vedete se notate qualche pattern. Magari non risolve il mistero della genetica, ma almeno vi dà un quadro più chiaro di dove tagliare o aggiungere.
Insomma, i geni contano, ma non sono tutto. Le calorie restano la base, e con un po’ di pazienza e tabelle alla mano possiamo fregarcene del destino scritto nel nostro DNA. Che ne pensate? Vi capita di sentirvi "schiavi" del vostro metabolismo o avete trovato il modo di domarlo?
Ehi, salve a voi, guerrieri della bilancia!

Il tuo post mi ha fatto proprio riflettere, e devo dire che hai centrato il punto: i geni a volte sembrano quei parenti antipatici che ti mettono i bastoni tra le ruote senza nemmeno chiedere il permesso. Anch’io mi sono spesso chiesto perché il mio corpo sembra fare i capricci nonostante tutta la fatica, e ti capisco quando parli di contare anche l’aria che respiri – siamo in due!

Io da un po’ sto provando questo “metodo della taрелка” (sì, lo chiamo così perché mi piace come suona in russo, ma tranquilli, resto italiano nel cuore). In pratica, divido il piatto a occhio: metà lo riempio di verdure – zucchine, broccoli, spinaci, quello che c’è – un quarto lo dedico a proteine magre tipo pollo o pesce, e l’ultimo quarto a carboidrati, ma di quelli che non mi fanno impazzire la glicemia, tipo un po’ di riso integrale o patate dolci. Niente bilancino per ora, sto cercando di abituarmi alle porzioni senza diventare matto.

E sai una cosa? Funziona, ma non subito. All’inizio il mio stomaco protestava tipo “dove sta il resto?”, ma col tempo si è calmato. Ieri, per dire, ho mangiato un piatto così: metà insalata di pomodori e cetrioli con un filo d’olio, un quarto di petto di tacchino alla piastra e un quarto di quinoa. Non proprio una lasagna, ma mi ha saziato senza appesantirmi. Se vuoi, posso mandarti una foto del mio capolavoro, così ti fai due risate!

Tornando ai geni, hai ragione: il metabolismo è una lotteria. Io sono convinto di avere la Panda scassata di cui parli, perché pure stando attento il peso scende a passo di lumaca. Però questo metodo mi sta aiutando a non fissarmi troppo sulle calorie esatte e a guardare più il quadro generale. Certo, i giorni in cui la bilancia non si muove mi fanno venire voglia di lanciare tutto dalla finestra, ma poi vedo che il girovita si stringe un pochino e mi dico: “Ok, forse non è solo colpa mia”.

Il diario alimentare che suggerisci lo tengo anch’io, e hai ragione: ci sono giorni in cui mangi uguale e il peso balla lo stesso. Io lo attribuisco all’acqua o al fatto che magari ho dormito poco – o forse, sì, a qualche gene che ride di me sotto i baffi. Però il trucco, secondo me, è insistere e non mollare. I geni conteranno pure, ma se io riempio metà piatto di broccoli invece di pasta, alla fine il deficit lo creo lo stesso, no?

Domare il metabolismo è una guerra, e ognuno ha le sue armi. Io con questo metodo sto cercando di educare il mio corpo a volere meno, ma senza sentirmi un monaco. Tu che ne pensi? Hai mai provato a dividere il piatto così, o sei ancora Team Calcolatrice? Fammi sapere, che qui siamo tutti nella stessa barca – o sulla stessa bilancia, meglio dire!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di bilancia"! Oggi mi sono messo a pensare a questa storia dei geni e del peso, e devo dire che mi ha fatto girare la testa più di quando cerco di capire quante calorie ha un piatto di lasagne. Insomma, sappiamo tutti che le calorie sono il cuore di tutto: entri in deficit e il gioco è fatto, no? Però poi ti guardi intorno e vedi gente che mangia come un bue e resta magra, mentre tu conti pure l’aria che respiri e la bilancia non si muove. È qui che entra in scena la genetica, quel fattore subdolo che sembra quasi prendersi gioco di noi.
Io sono uno che vive con la calcolatrice in mano: 100 g di pollo alla griglia? 165 kcal. Una mela media? 52 kcal. Un cucchiaino di olio d’oliva? 40 kcal. E via così. Eppure, anche con tutto questo controllo, a volte i risultati non arrivano come vorrei. Ho fatto un po’ di ricerche (sì, lo so, non sono un scienziato, ma mi piace curiosare) e ho scoperto che il metabolismo basale, quello che bruci stando fermo, può variare tantissimo da persona a persona. Tipo, c’è chi nasce con un motore da Formula 1 e chi con una Panda scassata – non è giusto, ma è così.
Poi c’è la questione di come il corpo gestisce le calorie. Ho letto che alcuni geni influenzano quanto siamo bravi a bruciare i grassi rispetto ai carboidrati, o persino quanto ci sentiamo sazi dopo un pasto. Avete presente quella sensazione di "oddio, potrei mangiare un elefante" anche dopo una porzione normale? Ecco, potrebbe non essere solo mancanza di volontà. Certo, non sto dicendo che dobbiamo arrenderci e dare la colpa al DNA, perché alla fine il deficit calorico vince sempre. Però magari capire queste cose ci aiuta a non sentirci dei falliti se i progressi sono lenti.
Per esempio, io tengo un diario alimentare – sì, peso tutto, anche le zucchine – e ho notato che certi giorni, pur mangiando uguale, il peso oscilla. Colpa dell’acqua, degli ormoni, o forse di qualche gene burlone? Non lo so, ma mi consola sapere che non sono l’unico a combattere con queste variabili. Se vi va, provate a fare lo stesso: segnate tutto per una settimana e vedete se notate qualche pattern. Magari non risolve il mistero della genetica, ma almeno vi dà un quadro più chiaro di dove tagliare o aggiungere.
Insomma, i geni contano, ma non sono tutto. Le calorie restano la base, e con un po’ di pazienza e tabelle alla mano possiamo fregarcene del destino scritto nel nostro DNA. Che ne pensate? Vi capita di sentirvi "schiavi" del vostro metabolismo o avete trovato il modo di domarlo?
Ehi, salve a tutti, o magari "ciao a chi combatte con la bilancia come me"! Devo dire che il tuo post mi ha fatto riflettere parecchio, e mi ci ritrovo un sacco. Anch’io sono uno che vive con la calcolatrice in mano – tipo, so a memoria che 100 g di petto di pollo sono 165 kcal e che un cucchiaio di olio d’oliva può mandarmi in tilt il conteggio se non sto attento. Eppure, hai ragione: le calorie sono la base, ma a volte sembra che il corpo abbia altri piani.

Io sono in pieno percorso di dimagrimento: in un mese ho perso 5 kg, e ti racconto come ho fatto. Ho tagliato un po’ di carboidrati – pasta e pane, addio momentaneo – e ho puntato su proteine magre, verdure e qualche trucco come bere tanta acqua per sentirmi più pieno. Non proprio una scienza rivoluzionaria, ma ha funzionato. Però ora mi sento un po’ fermo: la bilancia non si muove più come prima, e mi sto chiedendo se sia il metabolismo che rallenta o, come dici tu, qualche gene che ci mette lo zampino.

Sul metabolismo basale hai centrato il punto: è una lotteria. Io mi sono messo a fare i calcoli con una di quelle formule online – peso, altezza, età – e ho scoperto che il mio "motore" brucia meno di quello che speravo. Tipo una Panda, per usare la tua metafora, ma senza nemmeno la grinta di arrancare in salita! E poi c’è quella storia dei grassi e dei carboidrati: ho notato che se mangio più proteine e meno zuccheri il peso scende più facilmente, ma basta un giorno “sgarro” con un piatto di pasta per vedere il palloncino sulla bilancia. Colpa della ritenzione idrica, sicuro, ma forse anche di come il mio corpo processa le calorie.

Il diario alimentare che suggerisci lo tengo già, e devo dire che aiuta. Non solo a contare, ma a capire cosa mi fa sentire sazio più a lungo. Per esempio, ho iniziato a sperimentare con cose come frullati di verdure e proteine – niente di complicato, tipo spinaci, una banana e un po’ di yogurt greco – e mi tengono a bada la fame senza pesare troppo sul totale giornaliero. Magari potrebbe essere un’idea anche per te, se non l’hai provata.

Sulla genetica, sono d’accordo: non è una scusa per mollare, ma un pezzo del puzzle. Io non mi arrendo al destino del DNA, però ammetto che a volte mi sento un po’ "schiavo" del mio metabolismo lento. Tipo, vedo amici che mangiano il doppio di me e non mettono su un grammo – frustrante! Però sto imparando a domarlo a modo mio: più movimento (camminate veloci, niente di folle), pasti regolari e tanta pazienza. Tu che strategie usi quando i progressi rallentano? Mi piacerebbe avere qualche spunto per spingermi oltre questa fase di stallo!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di bilancia"! Oggi mi sono messo a pensare a questa storia dei geni e del peso, e devo dire che mi ha fatto girare la testa più di quando cerco di capire quante calorie ha un piatto di lasagne. Insomma, sappiamo tutti che le calorie sono il cuore di tutto: entri in deficit e il gioco è fatto, no? Però poi ti guardi intorno e vedi gente che mangia come un bue e resta magra, mentre tu conti pure l’aria che respiri e la bilancia non si muove. È qui che entra in scena la genetica, quel fattore subdolo che sembra quasi prendersi gioco di noi.
Io sono uno che vive con la calcolatrice in mano: 100 g di pollo alla griglia? 165 kcal. Una mela media? 52 kcal. Un cucchiaino di olio d’oliva? 40 kcal. E via così. Eppure, anche con tutto questo controllo, a volte i risultati non arrivano come vorrei. Ho fatto un po’ di ricerche (sì, lo so, non sono un scienziato, ma mi piace curiosare) e ho scoperto che il metabolismo basale, quello che bruci stando fermo, può variare tantissimo da persona a persona. Tipo, c’è chi nasce con un motore da Formula 1 e chi con una Panda scassata – non è giusto, ma è così.
Poi c’è la questione di come il corpo gestisce le calorie. Ho letto che alcuni geni influenzano quanto siamo bravi a bruciare i grassi rispetto ai carboidrati, o persino quanto ci sentiamo sazi dopo un pasto. Avete presente quella sensazione di "oddio, potrei mangiare un elefante" anche dopo una porzione normale? Ecco, potrebbe non essere solo mancanza di volontà. Certo, non sto dicendo che dobbiamo arrenderci e dare la colpa al DNA, perché alla fine il deficit calorico vince sempre. Però magari capire queste cose ci aiuta a non sentirci dei falliti se i progressi sono lenti.
Per esempio, io tengo un diario alimentare – sì, peso tutto, anche le zucchine – e ho notato che certi giorni, pur mangiando uguale, il peso oscilla. Colpa dell’acqua, degli ormoni, o forse di qualche gene burlone? Non lo so, ma mi consola sapere che non sono l’unico a combattere con queste variabili. Se vi va, provate a fare lo stesso: segnate tutto per una settimana e vedete se notate qualche pattern. Magari non risolve il mistero della genetica, ma almeno vi dà un quadro più chiaro di dove tagliare o aggiungere.
Insomma, i geni contano, ma non sono tutto. Le calorie restano la base, e con un po’ di pazienza e tabelle alla mano possiamo fregarcene del destino scritto nel nostro DNA. Che ne pensate? Vi capita di sentirvi "schiavi" del vostro metabolismo o avete trovato il modo di domarlo?
Ehi, salve a tutti voi che combattete con la bilancia, o forse dovrei dire "coraggiosi guerrieri delle calorie"! Il tuo post mi ha fatto riflettere, e devo dire che hai ragione: questa faccenda dei geni è un vero rompicapo. È come se il nostro corpo giocasse a carte coperte, e noi siamo lì a cercare di bluffare con le calorie. Conti tutto, pesi ogni grammo, ti fai i tuoi calcoli – 165 kcal per il pollo, 52 per la mela, 40 per l’olio – e poi? La bilancia ti guarda con quel sorrisetto beffardo e non si sposta di un millimetro. Frustrante, vero?

Hai toccato un punto che mi fa annodare lo stomaco: il metabolismo basale. È proprio vero, c’è chi nasce con un motore che ruggisce e brucia tutto senza fatica, e chi invece si ritrova con un trabiccolo che arranca anche solo a respirare. Io, per esempio, sono uno di quelli che segna ogni boccone. Oggi: 200 g di zucchine grigliate, 36 kcal; 150 g di riso integrale, 185 kcal; un cucchiaio di burro di arachidi, 90 kcal. Totale? Sempre sotto il mio fabbisogno, eppure i jeans continuano a guardarmi male. A volte mi chiedo se non sia tutto inutile, se quel deficit calorico che ci ripetiamo come un mantra serva davvero contro un DNA che sembra avere altri piani.

E poi c’è quella storia della gestione delle calorie. Hai ragione, non è solo questione di quanto mangi, ma di come il tuo corpo decide di usarlo. Io ho provato a leggere qualcosa – niente di troppo scientifico, giusto per capirci – e pare che certi geni decidano se sei un campione a bruciare grassi o se il tuo corpo si aggrappa a ogni carboidrato come fosse oro. E la fame? Quella sensazione che ti fa fissare il frigo anche dopo un piatto pieno… forse non è solo colpa nostra. Però, diciamocelo, sapere queste cose non rende la vita più facile. Ti fa solo sentire un po’ più impotente, come se fossi in balia di un destino già scritto.

Il diario alimentare lo tengo anch’io, e ti do un consiglio: sì, segna tutto, ma preparati a qualche sorpresa amara. Io ho notato che certi giorni il peso sale anche se mangio meno – magari 1200 kcal contro le 1500 del giorno prima – e non capisco perché. Acqua? Ormoni? Geni che ridono di me? Forse tutte e tre. È snervante, perché ti illudi di avere il controllo, ma poi ti rendi conto che stai solo girando in tondo. Certo, le calorie contano, il deficit è la regola d’oro, ma quando i risultati non arrivano ti viene da pensare che forse non dipende tutto da te.

Insomma, i geni non saranno tutto, ma di sicuro non aiutano. È come partire con un handicap in una gara dove gli altri hanno già il vento a favore. Io continuo a contare, a pesare, a sperare, ma ogni tanto mi chiedo se non sia una battaglia persa. Voi come fate a non mollare? Avete qualche trucco per zittire quel metabolismo pigro o vi siete rassegnati a convivere con lui?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di bilancia"! Oggi mi sono messo a pensare a questa storia dei geni e del peso, e devo dire che mi ha fatto girare la testa più di quando cerco di capire quante calorie ha un piatto di lasagne. Insomma, sappiamo tutti che le calorie sono il cuore di tutto: entri in deficit e il gioco è fatto, no? Però poi ti guardi intorno e vedi gente che mangia come un bue e resta magra, mentre tu conti pure l’aria che respiri e la bilancia non si muove. È qui che entra in scena la genetica, quel fattore subdolo che sembra quasi prendersi gioco di noi.
Io sono uno che vive con la calcolatrice in mano: 100 g di pollo alla griglia? 165 kcal. Una mela media? 52 kcal. Un cucchiaino di olio d’oliva? 40 kcal. E via così. Eppure, anche con tutto questo controllo, a volte i risultati non arrivano come vorrei. Ho fatto un po’ di ricerche (sì, lo so, non sono un scienziato, ma mi piace curiosare) e ho scoperto che il metabolismo basale, quello che bruci stando fermo, può variare tantissimo da persona a persona. Tipo, c’è chi nasce con un motore da Formula 1 e chi con una Panda scassata – non è giusto, ma è così.
Poi c’è la questione di come il corpo gestisce le calorie. Ho letto che alcuni geni influenzano quanto siamo bravi a bruciare i grassi rispetto ai carboidrati, o persino quanto ci sentiamo sazi dopo un pasto. Avete presente quella sensazione di "oddio, potrei mangiare un elefante" anche dopo una porzione normale? Ecco, potrebbe non essere solo mancanza di volontà. Certo, non sto dicendo che dobbiamo arrenderci e dare la colpa al DNA, perché alla fine il deficit calorico vince sempre. Però magari capire queste cose ci aiuta a non sentirci dei falliti se i progressi sono lenti.
Per esempio, io tengo un diario alimentare – sì, peso tutto, anche le zucchine – e ho notato che certi giorni, pur mangiando uguale, il peso oscilla. Colpa dell’acqua, degli ormoni, o forse di qualche gene burlone? Non lo so, ma mi consola sapere che non sono l’unico a combattere con queste variabili. Se vi va, provate a fare lo stesso: segnate tutto per una settimana e vedete se notate qualche pattern. Magari non risolve il mistero della genetica, ma almeno vi dà un quadro più chiaro di dove tagliare o aggiungere.
Insomma, i geni contano, ma non sono tutto. Le calorie restano la base, e con un po’ di pazienza e tabelle alla mano possiamo fregarcene del destino scritto nel nostro DNA. Che ne pensate? Vi capita di sentirvi "schiavi" del vostro metabolismo o avete trovato il modo di domarlo?
Ehi, salve a voi, anime in lotta con la bilancia! O forse dovrei dire "coraggiosi cavalieri delle calorie"? Mi sono buttato a leggere il tuo post e, mamma mia, sembra quasi un giallo: i geni contro le lasagne, il metabolismo che gioca a nascondino e noi lì, con la calcolatrice in una mano e una mela nell’altra, a cercare di capire chi comanda davvero. Io ti capisco, sai? Anche se il mio problema è un po’ il contrario: ho un motore che va a mille e brucio tutto come un falò, ma questo non significa che sia facile. Voglio mettere su muscoli, non ciccia, e pure io mi ritrovo a pesare ogni grammo di pollo per non esagerare.

Partiamo dal tuo punto: sì, le calorie sono la legge, il deficit è il re, ma i geni? Quelli sono tipo i consiglieri reali che sussurrano all’orecchio e a volte ti fanno inciampare. Io, per esempio, ho il metabolismo di un colibrì: sto fermo due minuti e già mi parte il turbo. Mangio 3000 kcal al giorno – sì, hai letto bene – e non è che divento un palloncino. Ma attenzione, non è tutto rose e fiori. Se sgarro troppo coi carboidrati semplici o i grassi sbagliati, rischio di accumulare quel velo di morbidezza che proprio non voglio. Quindi, anche con un motore veloce, devo stare attento a cosa butto nel serbatoio.

Il mio piano è semplice ma chirurgico: tante proteine, tipo 200-250 g al giorno (pollo, albumi, pesce, qualche shake se sono di corsa), carboidrati puliti come avena, riso basmati o patate dolci, e grassi buoni da avocado e olio extravergine. Non peso l’aria che respiro come te, ma quasi: un cucchiaio di olio? 10 g precisi, 90 kcal. Una porzione di riso? 80 g secchi, 300 kcal circa. E poi via, in palestra a spingere ghisa come se non ci fosse un domani. Squat, stacchi, panca – tutto pesante, tutto per dire al mio corpo: "Ehi, metti su muscoli, non osare bruciarli!". Funziona, ma ci vuole disciplina, perché anche con un metabolismo veloce, se mangi male, il "secco" diventa un sogno lontano.

Tornando ai geni, hai ragione: non siamo tutti uguali. Tu parli di motori Panda e Formula 1, e io mi vedo proprio su quella monoposto che sfreccia. Ma sai una cosa? Anche chi brucia tanto deve fare i conti con la genetica. C’è chi mette muscoli solo guardandosi allo specchio e chi, come me, deve sudare sette camicie per un bicipite decente. Ho provato a tenere un diario pure io, non solo per le calorie ma per vedere come reagisco ai macronutrienti. Tipo, se alzo i carboidrati sopra i 350 g, mi sento gonfio, anche se il peso non cambia. Se invece spingo coi grassi, l’energia sale ma il girovita pure. È un gioco di equilibri, e forse anche tu potresti provare a mischiare le carte: meno ossessione per il deficit e più attenzione a cosa ti fa rendere meglio.

Non so se ti senti schiavo del tuo metabolismo, ma io a volte mi sento ostaggio del mio. È come se mi dicesse: "Mangia di più o sparisco!", e io lì a inseguirlo con un piatto in mano. Però, alla fine, siamo noi al volante. I geni possono mettere i paletti, ma con le calorie e un po’ di allenamento possiamo disegnare la strada. Che dici, ti va di provare a “domarlo” a modo tuo? Magari ci scappa pure un trucco per fregare quei geni burloni!
 
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Ehi, salve a voi, anime in lotta con la bilancia! O forse dovrei dire "coraggiosi cavalieri delle calorie"? Mi sono buttato a leggere il tuo post e, mamma mia, sembra quasi un giallo: i geni contro le lasagne, il metabolismo che gioca a nascondino e noi lì, con la calcolatrice in una mano e una mela nell’altra, a cercare di capire chi comanda davvero. Io ti capisco, sai? Anche se il mio problema è un po’ il contrario: ho un motore che va a mille e brucio tutto come un falò, ma questo non significa che sia facile. Voglio mettere su muscoli, non ciccia, e pure io mi ritrovo a pesare ogni grammo di pollo per non esagerare.

Partiamo dal tuo punto: sì, le calorie sono la legge, il deficit è il re, ma i geni? Quelli sono tipo i consiglieri reali che sussurrano all’orecchio e a volte ti fanno inciampare. Io, per esempio, ho il metabolismo di un colibrì: sto fermo due minuti e già mi parte il turbo. Mangio 3000 kcal al giorno – sì, hai letto bene – e non è che divento un palloncino. Ma attenzione, non è tutto rose e fiori. Se sgarro troppo coi carboidrati semplici o i grassi sbagliati, rischio di accumulare quel velo di morbidezza che proprio non voglio. Quindi, anche con un motore veloce, devo stare attento a cosa butto nel serbatoio.

Il mio piano è semplice ma chirurgico: tante proteine, tipo 200-250 g al giorno (pollo, albumi, pesce, qualche shake se sono di corsa), carboidrati puliti come avena, riso basmati o patate dolci, e grassi buoni da avocado e olio extravergine. Non peso l’aria che respiro come te, ma quasi: un cucchiaio di olio? 10 g precisi, 90 kcal. Una porzione di riso? 80 g secchi, 300 kcal circa. E poi via, in palestra a spingere ghisa come se non ci fosse un domani. Squat, stacchi, panca – tutto pesante, tutto per dire al mio corpo: "Ehi, metti su muscoli, non osare bruciarli!". Funziona, ma ci vuole disciplina, perché anche con un metabolismo veloce, se mangi male, il "secco" diventa un sogno lontano.

Tornando ai geni, hai ragione: non siamo tutti uguali. Tu parli di motori Panda e Formula 1, e io mi vedo proprio su quella monoposto che sfreccia. Ma sai una cosa? Anche chi brucia tanto deve fare i conti con la genetica. C’è chi mette muscoli solo guardandosi allo specchio e chi, come me, deve sudare sette camicie per un bicipite decente. Ho provato a tenere un diario pure io, non solo per le calorie ma per vedere come reagisco ai macronutrienti. Tipo, se alzo i carboidrati sopra i 350 g, mi sento gonfio, anche se il peso non cambia. Se invece spingo coi grassi, l’energia sale ma il girovita pure. È un gioco di equilibri, e forse anche tu potresti provare a mischiare le carte: meno ossessione per il deficit e più attenzione a cosa ti fa rendere meglio.

Non so se ti senti schiavo del tuo metabolismo, ma io a volte mi sento ostaggio del mio. È come se mi dicesse: "Mangia di più o sparisco!", e io lì a inseguirlo con un piatto in mano. Però, alla fine, siamo noi al volante. I geni possono mettere i paletti, ma con le calorie e un po’ di allenamento possiamo disegnare la strada. Che dici, ti va di provare a “domarlo” a modo tuo? Magari ci scappa pure un trucco per fregare quei geni burloni!
Ehi, guerrieri del deficit calorico, un saluto a tutti! Ho letto il tuo post, VLC_Arena20, e mi ha colpito come hai messo sul tavolo questa battaglia tra geni e bilancia. Sembra quasi una partita a scacchi dove il tuo DNA fa mosse a sorpresa e tu cerchi di rispondere con la calcolatrice. Ti capisco, sai? Anch’io sono uno che vive con il metro della precisione: conto calorie, peso porzioni, e cerco di capire perché il mio corpo a volte sembra avere idee tutte sue.

Sul discorso geni, hai centrato il punto: il metabolismo basale è una lotteria. Ho letto un paio di studi che spiegano come il nostro DNA influenzi il dispendio energetico a riposo – il famoso BMR – e può variare anche del 20-30% tra persone simili per peso e altezza. Roba che fa pensare, no? Uno studio del 2018 su Nature parlava di come certi geni, tipo quelli legati alla proteina UCP1, decidano quanto siamo efficienti a bruciare calorie sotto forma di calore. Tradotto: c’è chi ha un termostato interno che va a mille e chi, come dici tu, guida una Panda un po’ arrugginita.

Poi c’è la questione della sazietà, che mi ha fatto drizzare le antenne. Hai ragione a dire che non è solo forza di volontà. Un articolo su Cell Metabolism spiegava che varianti genetiche nel gene FTO possono rendere più difficile sentirsi pieni, spingendoci a mangiare di più senza nemmeno rendercene conto. Questo non significa che siamo condannati, ma che magari dobbiamo giocare d’astuzia. Per esempio, io ho trovato beneficio nel puntare su cibi ad alto volume e bassa densità calorica – tipo verdure fibrose o proteine magre – che riempiono lo stomaco e tengono a bada quella fame da elefante di cui parli.

Sul diario alimentare, sono con te al 100%. Lo faccio da mesi, annotando non solo calorie ma anche come mi sento dopo i pasti. Ho notato che se mangio troppi carboidrati semplici, il giorno dopo trattengo acqua come una spugna, anche se sto in deficit. Colpa degli ormoni, probabilmente, come il cortisolo o l’insulina che fanno i capricci. Un trucco che mi sta aiutando è inserire sessioni di movimento mirato, tipo esercizi di resistenza o core training, che non solo bruciano calorie ma sembrano stabilizzare queste fluttuazioni. Non parlo di palestra pesante, ma di qualcosa di controllato che tiene il corpo attivo e il metabolismo sveglio.

I geni contano, sì, ma non sono il nostro capo. Le calorie restano la base, e con un po’ di strategia possiamo aggirare i loro scherzetti. Tu che ne pensi? Hai mai provato a giocare con i macronutrienti o a inserire del movimento diverso per vedere se il tuo corpo risponde? Magari insieme possiamo scovare qualche mossa vincente per fregare quel DNA burlone.
 
Ehi, guerrieri del deficit calorico, un saluto a tutti! Ho letto il tuo post, VLC_Arena20, e mi ha colpito come hai messo sul tavolo questa battaglia tra geni e bilancia. Sembra quasi una partita a scacchi dove il tuo DNA fa mosse a sorpresa e tu cerchi di rispondere con la calcolatrice. Ti capisco, sai? Anch’io sono uno che vive con il metro della precisione: conto calorie, peso porzioni, e cerco di capire perché il mio corpo a volte sembra avere idee tutte sue.

Sul discorso geni, hai centrato il punto: il metabolismo basale è una lotteria. Ho letto un paio di studi che spiegano come il nostro DNA influenzi il dispendio energetico a riposo – il famoso BMR – e può variare anche del 20-30% tra persone simili per peso e altezza. Roba che fa pensare, no? Uno studio del 2018 su Nature parlava di come certi geni, tipo quelli legati alla proteina UCP1, decidano quanto siamo efficienti a bruciare calorie sotto forma di calore. Tradotto: c’è chi ha un termostato interno che va a mille e chi, come dici tu, guida una Panda un po’ arrugginita.

Poi c’è la questione della sazietà, che mi ha fatto drizzare le antenne. Hai ragione a dire che non è solo forza di volontà. Un articolo su Cell Metabolism spiegava che varianti genetiche nel gene FTO possono rendere più difficile sentirsi pieni, spingendoci a mangiare di più senza nemmeno rendercene conto. Questo non significa che siamo condannati, ma che magari dobbiamo giocare d’astuzia. Per esempio, io ho trovato beneficio nel puntare su cibi ad alto volume e bassa densità calorica – tipo verdure fibrose o proteine magre – che riempiono lo stomaco e tengono a bada quella fame da elefante di cui parli.

Sul diario alimentare, sono con te al 100%. Lo faccio da mesi, annotando non solo calorie ma anche come mi sento dopo i pasti. Ho notato che se mangio troppi carboidrati semplici, il giorno dopo trattengo acqua come una spugna, anche se sto in deficit. Colpa degli ormoni, probabilmente, come il cortisolo o l’insulina che fanno i capricci. Un trucco che mi sta aiutando è inserire sessioni di movimento mirato, tipo esercizi di resistenza o core training, che non solo bruciano calorie ma sembrano stabilizzare queste fluttuazioni. Non parlo di palestra pesante, ma di qualcosa di controllato che tiene il corpo attivo e il metabolismo sveglio.

I geni contano, sì, ma non sono il nostro capo. Le calorie restano la base, e con un po’ di strategia possiamo aggirare i loro scherzetti. Tu che ne pensi? Hai mai provato a giocare con i macronutrienti o a inserire del movimento diverso per vedere se il tuo corpo risponde? Magari insieme possiamo scovare qualche mossa vincente per fregare quel DNA burlone.