Piccoli passi verso una me più sana

PrisonMike

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, oppure un semplice salve, o magari niente di tutto ciò, solo un pensiero che mi frulla in testa da giorni. Sono qui, in questo cammino che all’inizio sembrava una montagna insormontabile, e invece passo dopo passo sta diventando una strada che riesco a percorrere. Tutto è iniziato con il mio medico che, con quel tono serio ma gentile, mi ha detto: "Guarda, se non cambi qualcosa, il diabete e la pressione alta non ti daranno tregua". Non è stato facile sentirlo, ma è stato il calcio d’inizio che mi serviva.
All’inizio mi pesava ogni scelta: rinunciare a quel pezzo di torta, alzarmi dal divano per una passeggiata, contare calorie come se fosse un compito a scuola. Però, sapete una cosa? Con il tempo ho iniziato a vedere i cambiamenti, non solo sul corpo, ma dentro di me. La stanchezza che mi trascinavo dietro ogni giorno si è piano piano alleggerita. Le scale di casa, che prima mi lasciavano senza fiato, ora le faccio quasi senza pensarci. E la pressione, che era sempre un numero troppo alto, sta finalmente tornando a posto, come se il mio corpo mi dicesse "grazie".
Non è che sia tutto perfetto, eh. Ci sono giorni in cui vorrei mollare, in cui il profumo di una pizza mi chiama e io devo ricordarmi perché ho iniziato. Ma poi penso a come mi sento ora: più leggera, più energica, con una testa più chiara. Non è solo questione di chili, è che sto imparando a volermi bene, a costruire un modo di vivere che mi fa stare meglio. Piccoli gesti, come bere acqua invece di una bibita o scegliere di cucinare qualcosa di semplice ma sano, stanno diventando parte di me.
Mi piace condividere questo con voi, perché so che qui capite cosa significa. Ogni tanto mi fermo e mi guardo indietro: non sono ancora dove voglio arrivare, ma sono così lontana da dove ero partita. E questo mi dà la forza di andare avanti, un passo alla volta, verso una me più sana. Come state andando voi? Cosa vi sta aiutando in questo momento?
 
Ehi, che bella riflessione hai condiviso, mi ha fatto venire voglia di fermarmi un attimo e pensare al mio percorso. Leggerti mi ha riportato a quando anch’io sentivo quel peso, non solo sul corpo, ma proprio nella testa, come se ogni decisione fosse una battaglia. Però, sai, c’è qualcosa di magico nel trovare un ritmo che ti fa sentire viva, e per me questo ritmo è arrivato con la yoga.

Non fraintendermi, non sono una di quelle che si sveglia all’alba per fare un saluto al sole perfetto. All’inizio ero rigida come un tronco, facevo fatica a respirare profondamente senza sentirmi in imbarazzo. Ma piano piano, con una pratica dietro l’altra, ho iniziato a sentire il mio corpo in un modo nuovo. Non era solo questione di muovermi o di bruciare calorie, era come se stessi imparando ad ascoltarmi. La yoga mi ha insegnato a rallentare, a non giudicarmi ogni volta che cedevo a una voglia o saltavo un giorno. E poi c’è la meditazione, che per me è stata una svolta. Non parlo di ore a gambe incrociate, bastano pochi minuti per calmare quella voce nella testa che mi diceva “non ce la farai mai”.

Quello che mi ha davvero cambiato le carte in tavola è stato unirmi a un gruppo. Non so se l’hai mai provato, ma fare yoga con altre persone crea una specie di energia che ti spinge avanti. Non è una gara, è proprio il contrario: sei lì, ognuno con i suoi limiti, ma tutti insieme a respirare, a provare, a ridere quando qualcuno perde l’equilibrio. Questo mi ha aiutato a non sentirmi sola, a vedere che il percorso verso una me più sana non è una strada che devo fare da sola. E poi, condividere una tisana o due chiacchiere dopo la pratica mi dà una carica che nessuna dieta da sola mi ha mai dato.

Perdere peso, per me, è stato un effetto collaterale. Non fraintendermi, vedere la bilancia scendere è bello, ma quello che mi tiene in pista è sentirmi più forte, più calma, più in pace con me stessa. Quando mi siedo sul tappetino, anche solo per cinque minuti, è come se mi ricordassi che sto costruendo qualcosa di più grande: un modo di vivere che mi fa bene dentro e fuori. Tu cosa ne pensi? Hai mai provato qualcosa che ti fa sentire così, come se stessi curando non solo il corpo, ma anche l’anima?
 
Ciao a tutti, oppure un semplice salve, o magari niente di tutto ciò, solo un pensiero che mi frulla in testa da giorni. Sono qui, in questo cammino che all’inizio sembrava una montagna insormontabile, e invece passo dopo passo sta diventando una strada che riesco a percorrere. Tutto è iniziato con il mio medico che, con quel tono serio ma gentile, mi ha detto: "Guarda, se non cambi qualcosa, il diabete e la pressione alta non ti daranno tregua". Non è stato facile sentirlo, ma è stato il calcio d’inizio che mi serviva.
All’inizio mi pesava ogni scelta: rinunciare a quel pezzo di torta, alzarmi dal divano per una passeggiata, contare calorie come se fosse un compito a scuola. Però, sapete una cosa? Con il tempo ho iniziato a vedere i cambiamenti, non solo sul corpo, ma dentro di me. La stanchezza che mi trascinavo dietro ogni giorno si è piano piano alleggerita. Le scale di casa, che prima mi lasciavano senza fiato, ora le faccio quasi senza pensarci. E la pressione, che era sempre un numero troppo alto, sta finalmente tornando a posto, come se il mio corpo mi dicesse "grazie".
Non è che sia tutto perfetto, eh. Ci sono giorni in cui vorrei mollare, in cui il profumo di una pizza mi chiama e io devo ricordarmi perché ho iniziato. Ma poi penso a come mi sento ora: più leggera, più energica, con una testa più chiara. Non è solo questione di chili, è che sto imparando a volermi bene, a costruire un modo di vivere che mi fa stare meglio. Piccoli gesti, come bere acqua invece di una bibita o scegliere di cucinare qualcosa di semplice ma sano, stanno diventando parte di me.
Mi piace condividere questo con voi, perché so che qui capite cosa significa. Ogni tanto mi fermo e mi guardo indietro: non sono ancora dove voglio arrivare, ma sono così lontana da dove ero partita. E questo mi dà la forza di andare avanti, un passo alla volta, verso una me più sana. Come state andando voi? Cosa vi sta aiutando in questo momento?
Ehi, senza troppi giri di parole, leggo il tuo post e mi ci ritrovo, ma con quella vocina in testa che mi dice: "Sì, ok, ma davvero funziona ‘sta roba?". Il tuo percorso mi colpisce, sai? Quel medico che ti dà la sveglia, i piccoli passi che diventano abitudini… sembra quasi troppo bello per essere vero, eppure eccoti lì, a fare le scale senza fiatone. Io invece sono ancora incastrata in questa lotta con me stessa, soprattutto la notte. È come se il frigo mi chiamasse per nome dopo le dieci, e non c’è verso di zittirlo.

Sto provando a cambiare, però, anche se a volte mi sembra di girare a vuoto. Tipo, tutti parlano di bere acqua come se fosse la pozione magica per dimagrire. “Bevi due litri al giorno e vedrai che cambia tutto!”. Ma davvero? Io ci sto provando, eh. Ho una bottiglia sempre sul tavolo, mi costringo a sorseggiare anche quando non ne ho voglia. Dicono che aiuta a sentirsi più pieni, a confondere la fame con la sete, a tenere il metabolismo sveglio. Però, onestamente, a volte mi sembra solo un altro compito da spuntare nella lista. Non so se è l’acqua o il fatto che sto cercando di mangiare meno schifezze, ma qualche giorno mi sento meno gonfia, più… leggera, forse? Ma poi arriva la sera, e la voglia di sgranocchiare qualcosa mi frega.

Ho iniziato a fare una cosa, però, che magari è un piccolo passo come i tuoi. Invece di cedere al richiamo di patatine o biscotti, mi preparo una tisana. Non è che sia una fanatica delle tisane, ma mi dà qualcosa da fare con le mani e mi tiene occupata. È come un rituale per dire al mio cervello: “Ok, ora si rallenta, niente abbuffate”. A volte funziona, a volte no. La verità è che la notte è il mio punto debole. Di giorno sono bravissima: insalate, porzioni controllate, pure qualche passeggiata. Ma quando cala il buio, è come se il mio autocontrollo andasse in vacanza.

Leggerti mi fa pensare che forse non devo cercare la perfezione, ma solo continuare a provare. Tipo, magari non è l’acqua da sola che mi salverà, ma è un pezzo del puzzle. Forse se insisto con queste piccole cose – la bottiglia sempre piena, la tisana invece dei cracker, magari anche andare a letto prima per non cedere – qualcosa si sblocca. Tu come fai nei momenti no? Hai qualche trucco per non cedere quando la pizza ti sussurra all’orecchio? Perché io, per ora, mi sento un po’ scettica su tutto, ma voglio crederci. Voglio credere che questi passetti mi porteranno da qualche parte, come sta succedendo a te.
 
Ehi, PrisonMike, il tuo post mi ha fatto quasi commuovere, sai? Quel mix di fatica, piccoli trionfi e voglia di non mollare… mi ci vedo tanto. La tua storia delle scale e del medico che ti dà la spinta è come un film che vorrei vivere anch’io, ma ammetto che sono ancora un po’ bloccata, con quella sensazione di “ok, ci provo, ma funziona davvero?”.

Da un po’ sto sperimentando i giorni di scarico, tipo 1-2 a settimana, e volevo condividerlo perché magari ti dà uno spunto o mi dici cosa ne pensi. Faccio giornate a base di kefir, verdure crude o frutta, roba leggera. All’inizio pensavo fosse una tortura, sai, con lo stomaco che brontola e la testa che sogna carboidrati. Però, dopo un po’, ho notato che mi sento… non so, più pulita? Come se il corpo facesse un respiro profondo. Non è che perdo chili da un giorno all’altro, ma mi sembra di resettarmi, di dare un segnale al mio corpo che sto provando a trattarlo meglio. Tipo, il giorno dopo un giorno di scarico mi sento meno gonfia, più energica, e la bilancia a volte è un po’ più gentile.

Il problema è che non è sempre facile. Tipo, scegliere il kefir quando vorrei una lasagna richiede una forza di volontà che non sempre ho. A volte mi dico: “Ma chi me lo fa fare?”, specialmente la sera, come dici tu, quando il frigo diventa il mio peggior nemico. Però, leggendo di come tu vai avanti un passo alla volta, mi chiedo se magari questi giorni di scarico non siano un pezzo del mio puzzle. Non so, tu hai mai provato qualcosa del genere? O hai qualche trucco per non cedere nei momenti in cui la pizza ti fa l’occhiolino? Perché io, per ora, sono un po’ confusa, tra la voglia di crederci e il dubbio che sia tutto troppo lento. Però il tuo post mi dà una piccola spinta, come a dire: “Ok, continua, magari ci arrivi anche tu”.
 
Ehi, PrisonMike, il tuo post mi ha fatto quasi commuovere, sai? Quel mix di fatica, piccoli trionfi e voglia di non mollare… mi ci vedo tanto. La tua storia delle scale e del medico che ti dà la spinta è come un film che vorrei vivere anch’io, ma ammetto che sono ancora un po’ bloccata, con quella sensazione di “ok, ci provo, ma funziona davvero?”.

Da un po’ sto sperimentando i giorni di scarico, tipo 1-2 a settimana, e volevo condividerlo perché magari ti dà uno spunto o mi dici cosa ne pensi. Faccio giornate a base di kefir, verdure crude o frutta, roba leggera. All’inizio pensavo fosse una tortura, sai, con lo stomaco che brontola e la testa che sogna carboidrati. Però, dopo un po’, ho notato che mi sento… non so, più pulita? Come se il corpo facesse un respiro profondo. Non è che perdo chili da un giorno all’altro, ma mi sembra di resettarmi, di dare un segnale al mio corpo che sto provando a trattarlo meglio. Tipo, il giorno dopo un giorno di scarico mi sento meno gonfia, più energica, e la bilancia a volte è un po’ più gentile.

Il problema è che non è sempre facile. Tipo, scegliere il kefir quando vorrei una lasagna richiede una forza di volontà che non sempre ho. A volte mi dico: “Ma chi me lo fa fare?”, specialmente la sera, come dici tu, quando il frigo diventa il mio peggior nemico. Però, leggendo di come tu vai avanti un passo alla volta, mi chiedo se magari questi giorni di scarico non siano un pezzo del mio puzzle. Non so, tu hai mai provato qualcosa del genere? O hai qualche trucco per non cedere nei momenti in cui la pizza ti fa l’occhiolino? Perché io, per ora, sono un po’ confusa, tra la voglia di crederci e il dubbio che sia tutto troppo lento. Però il tuo post mi dà una piccola spinta, come a dire: “Ok, continua, magari ci arrivi anche tu”.
Ehi, che bello leggerti! La tua storia dei giorni di scarico mi ha fatto proprio riflettere, sai? Quel senso di “resettare” il corpo che descrivi, come un respiro profondo, è una cosa che mi colpisce tanto. È come se stessi dando al tuo organismo una pausa per ripartire più forte, e secondo me è un approccio super interessante. Mi piace come lo racconti, con quella sincerità sul kefir che lotta contro il richiamo della lasagna. Ti capisco, eccome!

Visto che sei in questa fase di sperimentazione, ti racconto un po’ come sto andando avanti io con la mia passione per le diete low-carb, tipo Atkins e paleo, perché magari può darti qualche spunto. All’inizio, quando ho deciso di provarci, ero scettico anch’io. Tipo, “ok, ma davvero eliminare pane e pasta mi farà sentire meglio?”. Però ho fatto un passo che per me è stato fondamentale: prima di iniziare, ho fatto un check completo dal medico, con tanto di analisi del sangue. Non per spaventarmi, ma per avere un quadro chiaro di dove stavo partendo. Colesterolo, glicemia, tutto. Questo mi ha aiutato a capire cosa il mio corpo poteva gestire e dove dovevo stare attento. Magari, se non l’hai fatto, potrebbe essere utile per te, giusto per avere una bussola e non andare a tentoni.

Con le diete low-carb, ho notato che il mio corpo risponde in modo simile a quello che dici tu con i giorni di scarico. Dopo i primi giorni, che ammetto sono stati una lotta (la pizza che fa l’occhiolino? La conosco fin troppo bene!), ho iniziato a sentirmi più leggero, meno gonfio, con più energia. Non è una magia che ti fa perdere 10 chili in una settimana, ma è come se il corpo si sintonizzasse su un ritmo nuovo. Per esempio, con Atkins, tengo i carboidrati bassissimi all’inizio, poi li aumento un po’ per non sentirmi sempre in privazione. Paleo invece è più “naturale”, con verdure, carne, noci, ma senza latticini o cereali. La chiave per me è stata pianificare i pasti, così quando la fame serale mi attacca non finisco a saccheggiare il frigo.

Per i momenti di debolezza, tipo quando la lasagna ti chiama, il mio trucco è avere sempre qualcosa di pronto che sia low-carb ma goloso. Tipo, faccio delle polpette di zucchine e carne macinata, o una crema di avocado con un po’ di spezie. Non è lasagna, ok, ma mi dà quella soddisfazione che mi fa dire “va bene, ce la posso fare”. E poi, come dici tu, è un puzzle: i tuoi giorni di scarico potrebbero essere perfetti da alternare con qualcosa di più strutturato come una low-carb. Magari prova a fare un giorno di scarico e poi qualche giorno di paleo, così vedi come il tuo corpo reagisce senza sentirti troppo “bloccata”.

La cosa che mi tiene più motivato è ricordarmi che non sto solo inseguendo un numero sulla bilancia, ma sto costruendo una versione di me che si sente bene, che ha energia, che non si arrende. Tu sei già su questa strada, con i tuoi giorni di scarico e quella voglia di non mollare. Il dubbio che sia “troppo lento” lo capisco, ma secondo me stai mettendo mattoncini importanti. Magari prova a tenere un diario di come ti senti dopo i giorni di scarico o dopo una settimana di un approccio diverso, tipo low-carb. A me aiuta vedere i progressi, anche piccoli, scritti nero su bianco.

Fammi sapere se provi qualcosa di nuovo o se vuoi qualche ricetta low-carb per combattere la pizza tentatrice! Forza, un passo alla volta ci arriviamo.