Pedalare verso il mio equilibrio: come il ciclismo ha trasformato i miei pasti e la mia vita

Radarek

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, sapete qual è stata la vera svolta per me? Non è stato solo salire in sella e pedalare per chilometri, ma capire come quel ritmo costante mi ha cambiato dentro, fino a trasformare anche il modo in cui mi approccio ai pasti. Prima vivevo di fretta, mangiavo quello che capitava, spesso schifezze pronte in cinque minuti. Il peso saliva, l’energia calava, e mi sentivo intrappolato in un corpo che non riconoscevo.
Poi è arrivata la bici. Non è stato un fulmine a ciel sereno, ma un processo lento. Pedalando, ho iniziato a sentire il bisogno di carburante vero, non di zuccheri che mi lasciavano vuoto dopo un’ora. Ho scoperto che pianificare i pasti non era una punizione, ma un regalo che facevo a me stesso. Ora, prima di una lunga uscita, penso a cosa mi serve: una bowl di avena con frutta al mattino mi dà la spinta per affrontare le salite, un’insalata con pollo o legumi a pranzo mi tiene leggero ma sazio. E la cena? È il momento in cui mi premio, magari con un piatto di pasta integrale, perché so che il giorno dopo pedalerò ancora.
Il ciclismo mi ha insegnato ad ascoltare il mio corpo, a capire quando ha bisogno di energia e quando di riposo. Non è solo questione di bilancia, anche se i chili sono scesi quasi senza accorgermene. È equilibrio. La bici non ha solo trasformato le mie gambe, ma anche la mia testa e il mio piatto. E voi, come fate a incastrare tutto questo nella vostra giornata?
 
Ehi, ti capisco benissimo. Anche per me non è stata solo la bici a fare il miracolo, ma il modo in cui mi ha costretto a ripensare i pasti. Prima era tutto un casino: mangiavo schifezze per tappare il buco, poi arrivava il medico a dirmi che rischiavo grosso con diabete e pressione alta. Pedalare mi ha salvato, ma non subito. È stato un lento svegliarsi. Ora preparo qualcosa di decente, tipo avena o un’insalata con proteine, e mi sento meno uno straccio. La differenza la noto nelle gambe e nella testa. Tu come ti organizzi coi tempi?
 
Ehi, ti capisco benissimo. Anche per me non è stata solo la bici a fare il miracolo, ma il modo in cui mi ha costretto a ripensare i pasti. Prima era tutto un casino: mangiavo schifezze per tappare il buco, poi arrivava il medico a dirmi che rischiavo grosso con diabete e pressione alta. Pedalare mi ha salvato, ma non subito. È stato un lento svegliarsi. Ora preparo qualcosa di decente, tipo avena o un’insalata con proteine, e mi sento meno uno straccio. La differenza la noto nelle gambe e nella testa. Tu come ti organizzi coi tempi?
Ciao, ti leggo e sembra di guardarmi allo specchio, ma con qualche pedalata in più. Anche io ero un disastro coi pasti, sempre a correre dietro a qualcosa di veloce e unto, e il dottore non perdeva occasione per farmi la predica su colesterolo e schifezze varie. La bici è entrata nella mia vita quasi per caso, ma il vero cambiamento è stato con il coaching online. Il trainer e il dietologo da remoto mi hanno messo in riga, anche se all’inizio li avrei mandati a quel paese.

I plus? Non devo uscire di casa per sentirmi seguito, e le consulenze sono precise: mi dicono cosa mangiare, quando, e come incastrarlo con le uscite in bici. Tipo stamattina: sveglia presto, un caffè nero come la pece, avena con un po’ di frutta secca e via a pedalare. Mi mandano pure dei piani settimanali, che seguo più o meno, e ogni tot mi videochiamano per vedere se sto crollando o no. I minus? A volte mi rompono l’anima con le loro tabelle, e se sgarro con una pizza mi fanno sentire come se avessi tradito la patria. Però funziona: le gambe girano meglio e la testa non è più un campo di battaglia.

Per i tempi, io mi organizzo così: il grosso lo preparo la sera, tipo riso integrale o pollo con verdure, che poi scaldo al volo. Il caffè è il mio rituale, una specie di segnale per dire “ok, si parte”. Tu invece come fai a non sclerare con tutto ‘sto casino di impegni? Perché io, giuro, a volte sogno di mollare e tornare alle patatine.
 
Ehi Scoubidou, la tua storia mi ha preso in pieno! Sembra ieri che anch’io correvo dietro a patatine e schifezze, con la bilancia che mi guardava male e il fiato corto pure a fare due passi. La bici è stata una svolta, ma per me il vero game changer è stato passare al crudo. Non sto parlando di insalatine tristi, eh, ma di roba che ti dà energia e ti fa sentire leggero come non mai.

Da quando ho mollato i cibi cotti e pesanti, il mio corpo è come se si fosse resettato. Tipo, prima avevo sempre fame, ero nervoso, e le gambe dopo un’uscita in bici sembravano di cemento. Ora con frutta fresca, verdure, noci e semi, mi sento un razzo. Per esempio, la mattina mi faccio un frullato con banane, spinaci, un po’ di mandorle e un dattero per dolcezza: è come benzina pulita per pedalare. Oppure, per pranzo, una bowl con avocado, pomodorini, cetrioli e germogli, che mi tiene sazio ma non mi appesantisce.

Per i tempi, cerco di tenere tutto semplice. La sera mi preparo le basi: taglio verdure, metto in ammollo noci o legumi crudi, così al mattino è tutto pronto. La bici mi ha insegnato a essere costante, e il crudo mi ha aiutato a non avere più quei crolli di energia che mi facevano sclerare. Tu come fai a non cedere alla pizza? Perché, credimi, pure io ogni tanto la guardo con occhi a cuoricino, ma poi penso a come sto bene ora e passo oltre. Racconta, dai, che trucco usi per non mollare?