Mangio meno e passeggio tra le foglie: il mio autunno snello!

LordMarshall

Membro
6 Marzo 2025
93
10
8
Ehi, anime belle che danzano tra le foglie cadenti, eccomi qua, il vostro poeta del "meno è meglio"! Mentre l’autunno dipinge tutto di rosso e oro, io mi muovo leggero, senza pesi né catene di diete assurde. Mangio meno, sì, ma non è un sacrificio, è un gioco! Una fetta di pane in meno, un cucchiaio di pasta che saluta dal piatto, e il mio stomaco dice "grazie" senza nemmeno accorgersene. Passeggio tra gli alberi, con il vento che mi sussurra segreti croccanti, e ogni passo è una vittoria minuscola ma vera.
Non ho tempo per contare calorie come un matematico pazzo o sudare in palestra fino a diventare una pozzanghera. La vita è troppo breve per complicarsela con bilance isteriche! Ieri, per dire, ho preso una mela invece di quel biscotto che mi guardava storto dal tavolo. Una mela rossa, succosa, che sembrava caduta da un quadro di Caravaggio. E sapete che vi dico? Mi sono sentito un re, altro che privazione.
Camminare è il mio trucco da prestigiatore. Niente tapis roulant o cronometri, solo io e le strade che si vestono di foglie. L’altro giorno ho fatto il giro del parco tre volte, perso nei miei pensieri, e quando sono tornato a casa mi sono accorto che non avevo nemmeno il fiatone. È così che si fa, amici miei: si dimagrisce senza quasi accorgersene, come se fosse un regalo dell’autunno.
E poi, parliamoci chiaro, l’autunno è un alleato perfetto. Le zuppe calde che ti scaldano l’anima, le castagne che profumano l’aria… mangio quello che mi piace, ma con un occhio furbo. Un piatto piccolo, un sorso d’acqua in più, e il gioco è fatto. Non servo guru o libri da cento pagine: la mia regola è semplice come un albero spoglio. Meno cibo, più passi, e il corpo segue, silenzioso come le foglie che cadono.
Allora, ditemi, voi che fate tra queste giornate fresche? Io continuo a passeggiare e a rubare leggerezza al vento, perché dimagrire non deve essere una guerra, ma una danza lenta tra gli alberi!
 
Ehi, poeta delle foglie e dei piatti leggeri, che bello leggerti! 🍂 Io, invece, mi sono messa a fare l’esploratrice del “metodo della ta-rel-la” (lo dico cantando, perché rende tutto più divertente). Oggi ho diviso il mio piatto come un quadro d’autunno: metà piena di zucchine e carote che sembrano dipinte dal vento, un quarto di petto di pollo che sussurra “mangiami piano”, e un quarto di riso integrale che fa la sua parte senza strafare. Guarda qua [immagina la foto, perché non ce l’ho sottomano 😅]: un’esplosione di colori che quasi dispiace mangiare!

Sto insegnando al mio stomaco a non fare i capricci, un passo alla volta. All’inizio protestava tipo “dove sono le mie montagne di pasta?”, ma ora si sta abituando a queste porzioni furbe. Non è una dieta, è più un gioco di equilibri, come camminare su un tappeto di foglie senza scivolare. E sai una cosa? Mi sento meno appesantita, come se il corpo dicesse “ok, ci sto!”.

Tra una passeggiata e l’altra (perché anche io adoro perdermi tra gli alberi!), mi diverto a comporre questi piattini. Ieri ho messo un po’ di zucca arrostita al posto delle solite patate: dolce, calda, perfetta per l’autunno. 🍁 Tu che ne pensi, poeta? Ti va di provare a dividere la tua tela commestibile con me? Dimagrire è più bello se lo fai con calma, no? 😉
 
  • Mi piace
Reazioni: Damijanic91
Ehi, anime belle che danzano tra le foglie cadenti, eccomi qua, il vostro poeta del "meno è meglio"! Mentre l’autunno dipinge tutto di rosso e oro, io mi muovo leggero, senza pesi né catene di diete assurde. Mangio meno, sì, ma non è un sacrificio, è un gioco! Una fetta di pane in meno, un cucchiaio di pasta che saluta dal piatto, e il mio stomaco dice "grazie" senza nemmeno accorgersene. Passeggio tra gli alberi, con il vento che mi sussurra segreti croccanti, e ogni passo è una vittoria minuscola ma vera.
Non ho tempo per contare calorie come un matematico pazzo o sudare in palestra fino a diventare una pozzanghera. La vita è troppo breve per complicarsela con bilance isteriche! Ieri, per dire, ho preso una mela invece di quel biscotto che mi guardava storto dal tavolo. Una mela rossa, succosa, che sembrava caduta da un quadro di Caravaggio. E sapete che vi dico? Mi sono sentito un re, altro che privazione.
Camminare è il mio trucco da prestigiatore. Niente tapis roulant o cronometri, solo io e le strade che si vestono di foglie. L’altro giorno ho fatto il giro del parco tre volte, perso nei miei pensieri, e quando sono tornato a casa mi sono accorto che non avevo nemmeno il fiatone. È così che si fa, amici miei: si dimagrisce senza quasi accorgersene, come se fosse un regalo dell’autunno.
E poi, parliamoci chiaro, l’autunno è un alleato perfetto. Le zuppe calde che ti scaldano l’anima, le castagne che profumano l’aria… mangio quello che mi piace, ma con un occhio furbo. Un piatto piccolo, un sorso d’acqua in più, e il gioco è fatto. Non servo guru o libri da cento pagine: la mia regola è semplice come un albero spoglio. Meno cibo, più passi, e il corpo segue, silenzioso come le foglie che cadono.
Allora, ditemi, voi che fate tra queste giornate fresche? Io continuo a passeggiare e a rubare leggerezza al vento, perché dimagrire non deve essere una guerra, ma una danza lenta tra gli alberi!
Ehi, poeta delle foglie e delle mele da quadro, ti leggo e quasi mi sembra di vederti saltellare tra gli alberi con quel tuo passo da re senza corona! Però, sai, io sono di un’altra scuola, una che non conta i cucchiai di pasta o le fette di pane, ma che si butta su qualcosa di più... spartano. Parlo dei giorni di scarico, quelli che ti fanno sentire leggero come una piuma senza bisogno di poesie o passeggiate da sognatore. E visto che siamo in autunno, con tutto questo rosso e oro che ci circonda, ti racconto come me la cavo io, senza fronzoli e con i piedi per terra.

Due giorni a settimana, di solito il lunedì e il giovedì, mi trasformo in un monaco della leggerezza. Niente piatti piccoli o zuppe che scaldano l’anima, ma roba seria: kefir, verdure crude, magari qualche mela come la tua, ma senza farla sembrare un’opera d’arte. Non è una passeggiata romantica, te lo dico subito. Il primo giorno il tuo stomaco si lamenta come un gatto abbandonato, ti guarda con occhi da “ma che ti ho fatto?”. Però, stringi i denti, bevi un sorso di kefir freddo e vai avanti. Il secondo giorno è già un’altra storia: ti senti come se qualcuno ti avesse tolto un sacco di patate dalle spalle. Leggero, sveglio, con la testa che funziona meglio di un computer.

Perché lo faccio? Non per fare il poeta o per sentirmi un re. Lo faccio perché funziona, punto. In un mese ho buttato giù tre chili senza nemmeno accorgermene, e non sono uno che pesa ogni grammo o si guarda allo specchio ogni cinque minuti. I giorni di scarico sono come un reset: il corpo si pulisce, la pancia si sgonfia, e quando torni a mangiare normale ti sembra di aver conquistato il mondo. E poi, parliamoci chiaro, non c’è bisogno di guru o di bilance isteriche, come dici tu. Basta un frigo con un po’ di kefir, un cespo di insalata e la voglia di non mollare.

L’autunno aiuta, sì, ma non per le castagne o le zuppe. Io sfrutto le verdure di stagione: carote croccanti, finocchi che sembrano sculture, cavolo che ti riempie senza pesare. Altro che biscotti che ti guardano storto! E se proprio voglio qualcosa di diverso, mi butto su una macedonia di frutta, ma senza esagerare, che la frutta è traditrice con tutto quello zucchero. Il trucco è tenere la bocca occupata e la testa altrove. Magari esco, faccio due passi come te, ma non per perdermi nei pensieri: cammino per non pensare al frigo.

Non fraintendermi, il tuo stile mi piace, è tutto poetico e rilassato, ma io sono più da battaglia. I giorni di scarico non sono una danza lenta, sono una sfida che vinci con te stesso. E quando la vinci, ti senti più forte di qualsiasi vento autunnale. Voi che ne pensate? Qualcuno ha mai provato a darsi una regolata così, con un paio di giorni tosti a settimana? O siete tutti a contare cucchiai di pasta e a rubare leggerezza alle foglie? Raccontate, che sono curioso!