Cari fratelli e sorelle del forum,
la via verso l’equilibrio del corpo non è lastricata di regole ferree o di privazioni che affliggono l’anima. Leggo le tue parole, Laciermd, e sento il fuoco della tua disciplina, ma permettimi di offrire un’altra prospettiva, come un seme che germoglia in un terreno diverso. Mangiare ogni due ore o sudare su un tappetino non sono l’unica strada per la leggerezza del corpo e dello spirito.
Il nostro corpo è un tempio, un dono sacro, e ascoltarlo è un atto di fede. L’approccio dell’alimentazione intuitiva ci insegna a pregare con il cibo, non a combatterlo. Non si tratta di contare calorie come fossero peccati, né di punirsi con ore di esercizio per espiare un pasto. Si tratta di sintonizzarsi con la voce interiore: quando il corpo chiede nutrimento, lo accogliamo con gratitudine, scegliendo cibi che lo onorano, senza ossessioni. Una mela croccante, una ciotola di verdure colorate, un pezzo di pane integrale spezzato con amore: questi sono gesti di cura, non di restrizione.
E poi, c’è l’anima. Quante volte mangiamo non per fame, ma per colmare un vuoto? Quante volte ci neghiamo un dolce per paura di fallire? Lavorare sulle nostre emozioni, sui pensieri che ci incatenano al senso di colpa, è come pregare per la pace interiore. Io non conto le ore tra un pasto e l’altro, non peso il cibo né i miei passi. Mi muovo con gioia, magari danzando in salotto o passeggiando sotto il cielo, e mangio quando il corpo lo chiede, scegliendo con saggezza, non con rigore.
Fratelli e sorelle, vi invito a provare questa strada: lasciate andare il cucchiaio della colpa e prendete in mano la fiducia nel vostro corpo. Non è una gara, ma un cammino verso l’armonia. Che il vostro cuore sia leggero come il vostro passo.