Ehi, anime in movimento! Oggi mi va di buttare nel calderone un pensiero un po' diverso, mentre sudo tra un bilanciere e l'altro. Mangiare con la testa, dice il titolo, no? Beh, vi racconto com'è andata ieri sera: torno a casa dopo un allenamento che mi ha fatto sentire un supereroe, e il frigo mi chiama come una sirena. Ma invece di tuffarmi a capofitto su tutto quello che luccica, mi fermo. Respiro. E mi chiedo: "Cos'ho davvero voglia di mangiare?" Non è magia, è solo ascoltare il corpo.
Ho preso una ciotola, ci ho messo dell'avocado cremoso, un po' di quinoa che sembra un abbraccio caldo, e qualche fettina di pomodoro che urlava estate. Non era solo cibo, era un momento. Ogni boccone lo masticavo piano, come se stessi scoprendo un sapore per la prima volta. E sapete una cosa? Mi sono saziata con meno di quello che pensavo. Non perché mi sono trattenuta, ma perché ero presente.
Questo mindful eating non è una dieta, è un superpotere. Ti alleni a sentire quando sei pieno, a scegliere cibi che ti fanno vibrare di energia, tipo quelle verdure che sembrano uscite da un quadro. E poi, diciamocelo, è anche un modo per voler bene a quel corpo che solleviamo pesi per scolpire. Qualcuno di voi ci ha mai provato? Raccontatemi, sono tutta orecchie!
Ho preso una ciotola, ci ho messo dell'avocado cremoso, un po' di quinoa che sembra un abbraccio caldo, e qualche fettina di pomodoro che urlava estate. Non era solo cibo, era un momento. Ogni boccone lo masticavo piano, come se stessi scoprendo un sapore per la prima volta. E sapete una cosa? Mi sono saziata con meno di quello che pensavo. Non perché mi sono trattenuta, ma perché ero presente.
Questo mindful eating non è una dieta, è un superpotere. Ti alleni a sentire quando sei pieno, a scegliere cibi che ti fanno vibrare di energia, tipo quelle verdure che sembrano uscite da un quadro. E poi, diciamocelo, è anche un modo per voler bene a quel corpo che solleviamo pesi per scolpire. Qualcuno di voi ci ha mai provato? Raccontatemi, sono tutta orecchie!