La mia lotta con il piano settimanale: come ho perso 20 chili nonostante tutto

6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, non so nemmeno come iniziare. Sono qui, seduto a pensare a tutto quello che è successo, e mi sembra ancora irreale. Pesavo 95 chili, un numero che mi schiacciava ogni volta che lo vedevo sulla bilancia. Ora ne peso 75, ma non è stato facile, ve lo assicuro. La mia lotta con il piano settimanale è stata una montagna che ho scalato a mani nude, e oggi voglio raccontarvela, anche se ripensarci mi lascia un po’ di amarezza.
All’inizio ero pieno di speranze. Mi dicevo: "Un piano settimanale, perfetto, basta seguirlo e tutto andrà bene". Ma la verità è che la vita non segue i piani. La prima settimana è andata liscia, avevo le mie porzioni contate, il pollo alla griglia, l’insalata che ormai sognavo anche di notte. Poi è arrivato il weekend. Un invito a cena, un “dai, solo un bicchiere di vino”, e il piano è crollato come un castello di carte. Mi sentivo un fallito, guardavo il foglio con gli orari dei pasti e mi chiedevo perché non riuscivo a essere costante.
Le difficoltà non erano solo fuori, ma anche dentro di me. La fame non era il problema, era la testa. Mi mancava il pane, il profumo della pizza il sabato sera, le serate con gli amici dove tutti mangiavano e io stavo lì con la mia acqua gasata. Ho perso il conto delle volte che ho pensato di mollare. Mi sedevo sul divano, guardavo il piano appeso al frigo e mi dicevo: “Tanto non ce la farò mai”. Eppure, qualcosa mi spingeva a riprovare. Forse la rabbia, forse la stanchezza di vedermi nello specchio e non riconoscermi.
Cos’è cambiato? Non è stato un miracolo, né una dieta magica. È stata la disciplina, ma non quella rigida che ti fa sentire in prigione. Ho imparato a fare pace con gli errori. Se una sera mangiavo troppo, il giorno dopo non digiunavo per punirmi, ma tornavo semplicemente al piano. Ho smesso di vedere il piano settimanale come una catena e ho iniziato a usarlo come una guida. Se saltavo un pasto o sgaravo, non era la fine del mondo, ma un passo falso da correggere. Ho anche trovato piccole cose che mi aiutavano: una passeggiata quando la voglia di mangiare schifezze era troppa, o un tè caldo la sera per calmare i nervi.
Perdere 20 chili non è stato solo perdere peso. È stato perdere la vergogna di guardarmi, la paura di non farcela. Ma non vi mentirò, a volte mi manca la versione di me che non ci pensava troppo. C’è una malinconia che non so spiegare, come se avessi lasciato indietro una parte di chi ero. Però, guardo quel piano settimanale, ancora appeso al frigo, e so che mi ha salvato. Non è perfetto, non lo sono io, ma siamo arrivati fin qui insieme. Se ce l’ho fatta io, con tutti i miei casini, forse c’è speranza per chiunque. Anche per voi, che magari ora state leggendo e vi sentite persi come mi sentivo io.
 
Ciao a tutti, o forse no, non so nemmeno come iniziare. Sono qui, seduto a pensare a tutto quello che è successo, e mi sembra ancora irreale. Pesavo 95 chili, un numero che mi schiacciava ogni volta che lo vedevo sulla bilancia. Ora ne peso 75, ma non è stato facile, ve lo assicuro. La mia lotta con il piano settimanale è stata una montagna che ho scalato a mani nude, e oggi voglio raccontarvela, anche se ripensarci mi lascia un po’ di amarezza.
All’inizio ero pieno di speranze. Mi dicevo: "Un piano settimanale, perfetto, basta seguirlo e tutto andrà bene". Ma la verità è che la vita non segue i piani. La prima settimana è andata liscia, avevo le mie porzioni contate, il pollo alla griglia, l’insalata che ormai sognavo anche di notte. Poi è arrivato il weekend. Un invito a cena, un “dai, solo un bicchiere di vino”, e il piano è crollato come un castello di carte. Mi sentivo un fallito, guardavo il foglio con gli orari dei pasti e mi chiedevo perché non riuscivo a essere costante.
Le difficoltà non erano solo fuori, ma anche dentro di me. La fame non era il problema, era la testa. Mi mancava il pane, il profumo della pizza il sabato sera, le serate con gli amici dove tutti mangiavano e io stavo lì con la mia acqua gasata. Ho perso il conto delle volte che ho pensato di mollare. Mi sedevo sul divano, guardavo il piano appeso al frigo e mi dicevo: “Tanto non ce la farò mai”. Eppure, qualcosa mi spingeva a riprovare. Forse la rabbia, forse la stanchezza di vedermi nello specchio e non riconoscermi.
Cos’è cambiato? Non è stato un miracolo, né una dieta magica. È stata la disciplina, ma non quella rigida che ti fa sentire in prigione. Ho imparato a fare pace con gli errori. Se una sera mangiavo troppo, il giorno dopo non digiunavo per punirmi, ma tornavo semplicemente al piano. Ho smesso di vedere il piano settimanale come una catena e ho iniziato a usarlo come una guida. Se saltavo un pasto o sgaravo, non era la fine del mondo, ma un passo falso da correggere. Ho anche trovato piccole cose che mi aiutavano: una passeggiata quando la voglia di mangiare schifezze era troppa, o un tè caldo la sera per calmare i nervi.
Perdere 20 chili non è stato solo perdere peso. È stato perdere la vergogna di guardarmi, la paura di non farcela. Ma non vi mentirò, a volte mi manca la versione di me che non ci pensava troppo. C’è una malinconia che non so spiegare, come se avessi lasciato indietro una parte di chi ero. Però, guardo quel piano settimanale, ancora appeso al frigo, e so che mi ha salvato. Non è perfetto, non lo sono io, ma siamo arrivati fin qui insieme. Se ce l’ho fatta io, con tutti i miei casini, forse c’è speranza per chiunque. Anche per voi, che magari ora state leggendo e vi sentite persi come mi sentivo io.
Ehi, che storia pazzesca! 😍 Leggerti mi ha fatto venire i brividi, sai? Quel piano settimanale appeso al frigo, le cadute, la voglia di mollare… sembra la mia vita! 😂 Complimenti per i 20 chili, sei un guerriero! 💪 Io invece ho trovato nel pole dance la mia salvezza. Non solo mi ha scolpito il corpo (gambe, braccia, addominali, tutto lavora!), ma mi fa sentire una rockstar ogni volta che salgo sul palo. 😎 All’inizio pensavo “ma chi me lo fa fare?”, poi ho visto i progressi: più forza, più fiducia, e pure qualche chilo in meno! Il trucco? Divertirsi! Quando ballo, scordo la fame e le voglie di pizza. 🍕 Se ti va, prova una lezione, magari ti cambia la prospettiva! Ancora bravo, continua così! ✨
 
Wow, la tua storia mi ha proprio colpita, sai? Quel piano settimanale che ti guardava dal frigo, le serate in cui tutto sembrava andare storto… mi ci ritrovo tantissimo! Complimenti per i tuoi 20 chili, sei stato incredibile a non mollare, davvero. Leggerti mi ha fatto venire una voglia pazzesca di raccontarti un po’ della mia esperienza, perché, come te, anch’io sto lottando per ritrovarmi, ma con un bimbo piccolo che mi occupa ogni secondo della giornata.

Sono una mamma in pieno caos da maternità: notti insonni, pappe da preparare, e il tempo per me sembra un lusso che non esiste. Dopo il parto, mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo più. Quei chili in più mi pesavano, non solo sul corpo, ma anche sull’umore. Come te, ho provato a fare piani perfetti, con insalate e porzioni contate, ma poi arrivava la stanchezza, il bimbo che piangeva, e finivo per mangiare un biscotto (o dieci) solo per tirarmi su. Mi sentivo in colpa ogni volta, come se stessi fallendo non solo con la dieta, ma anche con me stessa.

Poi, un giorno, una mia amica mi ha trascinata a una lezione di allenamento a circuito. All’inizio ero scettica: “Con che energia? Io a malapena riesco a lavarmi i capelli!”. Ma sai una cosa? È stato come accendere una lampadina. L’allenamento a circuito è un mix di esercizi diversi – un po’ di squat, flessioni, plank, salti – che fai uno dopo l’altro, senza pause lunghe. È intenso, ma dura poco, tipo 30-40 minuti, perfetto per me che devo incastrare tutto tra una poppata e un cambio di pannolino. E la cosa bella? Non serve una palestra! Io lo faccio in salotto, con un tappetino e il mio bimbo che gattona intorno, ridendo come un matto quando mi vede saltellare.

Non è solo il fisico che cambia, anche se, credimi, dopo un mese vedevo già le gambe più toniche e la pancia meno gonfia. È l’energia che ti dà. Quando finisco, mi sento forte, come se potessi affrontare qualsiasi cosa, anche le giornate in cui il piccolo non mi dà tregua. E poi, non so come dirtelo, ma sudare mi aiuta a scaricare la voglia di abbuffarmi. Prima, se ero stressata, aprivo il frigo. Ora, se sento quella fame nervosa, metto su un video di circuito e via, la testa si libera.

Non fraintendermi, non sono diventata una maniaca del fitness. Ci sono giorni in cui salto l’allenamento perché sono esausta, o in cui mangio una fetta di torta senza rimorsi. Ma, come hai detto tu, ho imparato a non punirmi. Se sgarro, non è la fine del mondo, ricomincio il giorno dopo. Il mio “piano” non è rigido come una volta: cerco di mangiare sano, ma se il tempo scappa, un’insalata veloce o uno yogurt con frutta sono la mia salvezza. L’allenamento a circuito è diventato il mio momento, una cosa che faccio per me, non per forza per perdere chili, ma per sentirmi viva.

La tua storia mi ha dato una carica pazzesca, sai? Mi ricorda che non siamo perfetti, ma possiamo farcela, ognuno con il suo percorso. Magari prova a buttarti in qualcosa di nuovo, come un circuito veloce, anche solo per 15 minuti. Potrebbe essere la svolta che ti dà ancora più grinta! Grazie per aver condiviso, mi hai fatto sentire meno sola in questa battaglia. Forza, continua così, sei un’ispirazione!