Amici del cammino, oggi il cuore batte forte, non solo per lo sforzo, ma per la fiamma che brucia dentro di me. Ogni gradino della scala che salgo è un passo verso un nuovo me, verso un corpo che si scolpisce e un’anima che si libera. Invece di correre sull’asfalto o sul prato, ho scelto le scale: un’arena verticale dove ogni sprint è una sfida, ogni passo lento un respiro per ricaricarmi.
Quando corro su, con il fiato corto e le gambe che gridano, sento i muscoli delle cosce e dei glutei risvegliarsi, come se si modellassero sotto un fuoco invisibile. Gli sprint veloci sono il mio grido di battaglia: salgo due, tre gradini alla volta, il cuore che pompa, il sudore che racconta la mia fatica. Poi rallento, scendo con passi misurati, lasciando che il ritmo torni calmo, come il mare dopo una tempesta. Questo alternarsi di fuoco e quiete è magia: brucia calorie, scolpisce il corpo, ma soprattutto mi fa sentire vivo.
Non è solo il fisico che cambia. Ogni volta che supero la stanchezza, che mi dico “ancora un giro”, scavo più a fondo nella mia forza interiore. Le scale non sono solo cemento, sono una metafora: ogni gradino è un ostacolo che supero, ogni pianerottolo una piccola vittoria. E mentre il nuovo anno si avvicina, sogno un me più leggero, non solo di peso, ma di pensieri, di dubbi, di tutto ciò che mi ha trattenuto.
Non vi dirò che è facile. Le gambe tremano, il respiro si spezza, e a volte vorrei solo fermarmi. Ma poi penso a come mi sentirò quando vedrò il mio riflesso e riconoscerò la versione di me che sto costruendo. Continuate a correre, a salire, a combattere, ovunque sia la vostra “scala”. Ci vediamo in cima, con il cuore pieno e il corpo trasformato.
Quando corro su, con il fiato corto e le gambe che gridano, sento i muscoli delle cosce e dei glutei risvegliarsi, come se si modellassero sotto un fuoco invisibile. Gli sprint veloci sono il mio grido di battaglia: salgo due, tre gradini alla volta, il cuore che pompa, il sudore che racconta la mia fatica. Poi rallento, scendo con passi misurati, lasciando che il ritmo torni calmo, come il mare dopo una tempesta. Questo alternarsi di fuoco e quiete è magia: brucia calorie, scolpisce il corpo, ma soprattutto mi fa sentire vivo.
Non è solo il fisico che cambia. Ogni volta che supero la stanchezza, che mi dico “ancora un giro”, scavo più a fondo nella mia forza interiore. Le scale non sono solo cemento, sono una metafora: ogni gradino è un ostacolo che supero, ogni pianerottolo una piccola vittoria. E mentre il nuovo anno si avvicina, sogno un me più leggero, non solo di peso, ma di pensieri, di dubbi, di tutto ciò che mi ha trattenuto.
Non vi dirò che è facile. Le gambe tremano, il respiro si spezza, e a volte vorrei solo fermarmi. Ma poi penso a come mi sentirò quando vedrò il mio riflesso e riconoscerò la versione di me che sto costruendo. Continuate a correre, a salire, a combattere, ovunque sia la vostra “scala”. Ci vediamo in cima, con il cuore pieno e il corpo trasformato.