Ehi, Abhify, scusa ma leggendo il tuo post mi è salito un po’ il nervoso! Non ce l’ho con te, sia chiaro, ma con tutta questa ossessione per i frullati e le diete lampo che girano ovunque, specialmente sui social. Sembra che tutti pensino che basti un succhetto verde per trasformarsi in maratoneti, e invece no, come dici tu, ci vuole fatica, sudore e un piano vero! Io sono nella tua stessa barca, sto preparando una mezza maratona per novembre, ma ti giuro, sto lottando con me stessa ogni giorno. Non tanto per le corse, che ormai riesco a fare 6-7 km senza morire, ma per questa maledetta abitudine di buttarmi sul cibo quando sono stressata. Altro che frullati, io finisco con patatine e cioccolato davanti a Instagram, e poi mi sento uno schifo.
Il tuo consiglio sul piano graduale lo sto seguendo alla lettera: corro 3-4 volte a settimana, aumentando di poco i chilometri, e il riposo lo prendo sul serio, anche se a volte mi sento in colpa a “non fare niente”. Le scarpe nuove le ho prese dopo un’analisi della corsa in negozio, e hai ragione, sono una svolta: zero dolori alle ginocchia, finalmente. Però, ti confesso, la motivazione è un casino. Quando sono stanca o nervosa, mi sembra di non farcela, e i post sui social di gente che si vanta di diete miracolose o allenamenti perfetti mi fanno solo arrabbiare di più. Come fai tu a restare focalizzata? Hai qualche trucco per non mollare, soprattutto nei giorni no? Tipo, non so, qualcosa che ti aiuta a non cedere alla voglia di abbuffarti o di saltare l’allenamento? Io sto provando a scrivere un diario per sfogarmi invece di mangiare, ma non sempre funziona. E poi, visto che punti a Firenze, come gestisci la testa quando il corpo urla “basta”? Dimmi tutto, perché sono a un passo dal mollare e ho bisogno di una spinta!
Ciao chriss4wpeu,
leggo il tuo post e ti capisco fin troppo bene, sai? Quella sensazione di lotta contro te stessa, il cibo che diventa un rifugio quando lo stress ti mangia viva… è come se stessi leggendo la mia storia. Anche io sono nella fase di preparazione per una mezza maratona, la mia sarà a dicembre, e ti giuro, ci sono giorni in cui mi sembra di essere a un passo dal buttare tutto all’aria. Faccio un lavoro d’ufficio, passo 8 ore al computer, e il massimo del movimento che riesco a fare è andare a piedi alla macchinetta del caffè. Quindi, capisco anche quella fatica mentale di dover trovare la forza per allenarsi dopo una giornata seduti.
Il tuo piano graduale mi sembra solidissimo, e le scarpe nuove sono una manna dal cielo, vero? Io pure ho fatto l’analisi della corsa, e da quando ho quelle giuste non sento più quel fastidio alle caviglie che mi tormentava. Però, come te, la motivazione è il mio tallone d’Achille. Tipo, parto con l’idea di fare 7 km, ma se la giornata è stata pesante, mi ritrovo a pensare: “Ma chi me lo fa fare?”. E il cibo, oddio, non ne parliamo. Anche io cado nella trappola delle patatine o di mezzo pacchetto di biscotti, soprattutto la sera quando sono stanca e il cervello va in modalità “mangia tutto”.
Quello che sto provando a fare, e che magari può aiutarti, è spezzettare gli obiettivi in pezzetti piccoli, tipo mensili. Non penso alla mezza maratona come un unico grande mostro, ma mi dico: “Ok, questo mese voglio riuscire a correre 8 km senza sentirmi morire” oppure “Voglio finire almeno 3 allenamenti a settimana senza saltarli”. Questi mini-traguardi mi danno una spinta, perché quando li raggiungo mi sento un po’ meno schiacciata dal peso del “grande giorno”. E poi, scriverli da qualche parte aiuta. Non proprio un diario, ma io ho un’agendina dove segno i miei allenamenti e ogni tanto ci scrivo come mi sento. Rileggere i giorni in cui ero fiera di me mi dà una botta di energia nei momenti no.
Per la testa, invece, sto lavorando su una cosa che all’inizio mi sembrava scema: trovare un “perché” per ogni allenamento. Tipo, non corro solo per la maratona, ma perché dopo una corsa mi sento più leggera, meno incasinata mentalmente. Oppure mi dico che sto correndo per dimostrarmi che posso farcela, anche quando tutto sembra andare storto. Questo mi aiuta a non vedere l’allenamento come una punizione, ma come un regalo che faccio a me stessa. Certo, non sempre funziona, e ci sono giorni in cui mi trascino fuori casa solo perché “devo”. In quei casi, mi metto le cuffie con una playlist che mi gasa e cerco di non pensare troppo, corro e basta.
Per il cibo, sto provando a fare una cosa: quando mi viene voglia di buttarmi su schifezze, mi costringo a bere un bicchiere d’acqua e aspettare 10 minuti. Non sempre mi ferma, ma spesso mi aiuta a capire se ho davvero fame o se è solo stress. E poi, cerco di avere in casa alternative che non mi facciano sentire in colpa, tipo frutta già tagliata o yogurt. Non è la soluzione perfetta, ma almeno non finisco con un sacchetto di patatine vuoto e i sensi di colpa.
Quando il corpo urla “basta”, invece, cerco di ascoltarlo un po’. Non dico di mollare, ma magari trasformo una corsa lunga in una camminata veloce o faccio una sessione di stretching più lunga. Questo mi aiuta a non sentirmi in colpa per “non aver fatto abbastanza” e a non perdere il ritmo. E poi, parlarne con qualcuno aiuta. Io ho una collega che corre, e anche solo lamentarmi con lei di quanto sia dura a volte mi fa sentire meno sola. Tu hai qualcuno con cui sfogarti o che ti sprona?
Insomma, chriss4wpeu, non sei sola in questa battaglia. La mezza maratona è una montagna, ma la stai scalando, un passo alla volta. Magari prova a regalarti un piccolo premio ogni mese che raggiungi un obiettivo, tipo una maglia carina per correre o una serata di relax senza pensare all’allenamento. E scrivimi se hai bisogno di fare due chiacchiere, perché ti capisco e so quanto sia tosta. Forza, ce la facciamo!